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Autore: MaryRigby    28/10/2016    1 recensioni
Molti erano i racconti che narravano della bellezza di Louis, figlio di Apollo, giovane di Troia. Si diceva che fosse avvenente quanto un figlio di Afrodite, che avesse incantato tanti re e tanti guerrieri ed io, mentre lo osservavo minuziosamente, non ebbi dubbi che tutte quelle storie fossero vere.
[IliadeAU][Harry!Achille][Louis!Troilo]
Genere: Erotico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Non-con, Violenza
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Troilo


Molti erano i racconti che narravano della bellezza di Louis, figlio di Apollo, giovane di Troia. Si diceva che fosse avvenente quanto un figlio di Afrodite, che avesse incantato tanti re e tanti guerrieri ed io, mentre lo osservavo minuziosamente, non ebbi dubbi che tutte quelle storie fossero vere.
I capelli biondo scuro, lunghi fino alle spalle e intrecciati in una pettinatura semplice, erano agitati da vento, che scuoteva anche la sua tunica azzurra, che si alzava mostrando le gambe sottili come quelle di una fanciulla. Lo guardavo, rubando quei suoi ultimi momenti di pace come un ladro; studiai la mia preda e pregustai il momento in cui avrei intrappolato il suo corpo affusolato tra le miei braccia forti. Non mi interessava più il destino della Grecia o quello di Troia: l'avrei portato con me, prigioniero di guerra, e avrei goduto la sua compagnia ogni momento che avrei voluto. Non sarebbe morto a causa di un oracolo. Un'ondata di desiderio mi scosse fino alle interiora. Mi leccai le labbra, ma decisi di continuare a godermi quello spettacolo della natura ancora per un po'.
Era abbracciato al suo cavallo bianco e, mentre gli accarezzava la criniera, gli sussurrava parole rassicuranti. Insieme alla sua bellezza, egli era conosciuto anche per la gentilezza con cui parlava agli animali. Desiderai poter sentire la sua voce gemere il mio nome, supplicarmi di risparmiare la sua vita e di prenderlo fino allo stremo.
Si sedette leggiadramente sull'erba del prato, iniziando ad intrecciare fiori. Prese a cantare una canzone di guerra, la sua voce sublime accarezzò le parole riempiendole di dolcezza e malinconia.
Fu allora che decisi di uscire dal mio nascondiglio. Un passo e lui si girò. Mi eressi altero davanti a lui, ma non mi sembrò spaventato. Il suo sguardo fiero si incatenò al mio, osservai i suoi splendidi occhi azzurri e i lineamenti fini. Non avevo mai visto un ragazzo bello come Louis.
«Cosa stai cercando ancora qui, greco? Non avete forse preso tutto ciò che la mia terra aveva da offrire?» mi domandò con sufficienza. Ghignai malizioso, deliziato e leggermente stupito dal fatto che non aveva paura della mio corporatura robusta.
«Il mio nome è Harry, figlio di Troia. Non voglio più niente dalla tua patria, solo un'ultima cosa» risposi fermamente lanciandogli una lunga occhiata languida. Sussultò sentendo il mio nome, ma il suo sguardo non cadde. Il guerriero greco più forte e feroce si ergeva davanti a lui, e quel ragazzo non aveva paura. Oh, Louis, di certo non meriti la morte a cui sei stato ingiustamente destinato dagli dei.
«Concediti a me Louis e in cambio ti risparmierò la vita. Permettimi di entrare dentro di te» dissi avanzando verso la mia preda. Louis fece un passo indietro, guardandomi disgustato.
«Non mi concederò mai a un greco come te. Il tuo nome è famoso e temuto in tutta Troia Harry, ma io non avrò paura di te. Morirò piuttosto che compiacerti» ringhiò stringendo i pugni. Un sorriso di schermo mi affiorò sulle labbra. Già pregustavo il momento della sua resa.
«Mi pregherai di prenderti e lo farò in maniera così forte che il ricordo di me ti tormenterà per sempre» affermai con sicurezza. E poi, all'improvviso, cogliendomi di sorpresa salì sul cavallo che corse verso il tempio di suo padre Apollo. Iniziai a rincorrerlo a distanza costante e poco dopo entrai nel suo nascondiglio.
«Louis, esci fuori, tanto sai che ti troverò prima o poi» gridai al vuoto. Girovagai un altro po', prima di immobilizzarmi: avevo sentito un respiro, leggerissimo, ma c'era, ne ero sicuro. Seguii quel rumore finché non mi ritrovai all'interno di una piccolissima stanza con un grande armadio nel centro. Lentamente, stando attento a non provocare un suono che potesse allarmarlo, aprii le ante in un colpo solo e sorrisi soddisfatto quando vidi la mia preda sussultare e guardarmi con gli occhi spalancati.
«Ti ho trovato bambino» sussurrai. Non si mosse sapendo di essere in trappola. Rimasi fermo a contemplarlo per qualche minuto prima di afferrargli i capelli morbidi e trascinarlo fuori. Gridò e scalciò cercando di ribellarsi, non sapendo che così avrebbe solo aumentato la mia eccitazione. Lo trascinai nella stanza principale, gli occhi scuri e l'erezione dura che sfregava contro il tessuto del gonnellino di cuoio della mia armatura; poi lo scaraventai violentemente contro l'altare dedicato a suo padre. Gemette dal dolore, ma si alzò velocemente, pronto ad affrontarmi. Lo immobilizzai in un attimo: lui, un giovane e dolce efebo e io, il guerriero greco più temuto al mondo a causa della sua prestanza fisica.
«Gli dei ti malediranno per questo Harry» ringhiò tra i denti Louis. Gli afferrai i polsi gracili e, con una mano li portai sopra la sua testa, le sue gambe però continuarono a scalciare e a muoversi, tentando pateticamente di liberarsi dalla prigionia. Lo immobilizzai completamente grazie alla mia forza, e lui smise di dibattersi ma sapevo dai suoi occhi che non si era ancora arreso.
«Sarebbe molto più piacevole per entrambi se tu collaborassi» gli sussurrai vicino all'orecchio.
Il suo sputo mi arrivò sul viso inaspettatamente, scatenando la mia ira: quel ragazzino non aveva nessun istinto di sopravvivenza, mi sarei divertito a prenderlo e a sentire le sue urla.
«Bambino, ti farò soffrire così tanto e sarà molto piacevole, da parte mia» sussurrai languidamente. Gli morsi il collo e lui produsse un piagnucolio delizioso; ripresi a guardarlo negli occhi e lui rispose al mio sguardo con uno di sfida. Avrei vinto quella guerra contro la sua ostinazione.
Lentamente slacciai la corda che teneva ferma la sua tunica; Louis spalancò gli occhi quando la vide stretta tra le mie mani, e scosse la testa. I suoi occhi si fecero improvvisamente lucidi e, forse rendendosi conto che quello che aveva affrontato con tanto coraggio stava per accadere sul serio, fece scivolare una lacrima lungo la guancia morbida, che io leccai. Non ne caddero altre da quegli occhi cristallini. Con mano ferma e prepotente gli scostai il tessuto morbido dal corpo e lo gettai lontano; lui riprese a dimenarsi e a ribellarsi, ma non aveva scampo, e credo lo sapesse, per questo lessi profonda disperazione nel suo sguardo. Mi concessi un attimo per osservare quel corpo che desideravo con tanto ardore, ammirando come le luci delle fiaccole illuminassero quella pelle diafana, che presto avrei profanato. Era stato concepito per accecarmi di lussuria, per farmi struggere dal desidero. Lo accarezzai con le mie mani callose, mani di assassino, indegne di toccare quell'essere puro. Louis doveva morire perché i greci conquistassero la vittoria, ma questa non valeva niente nei confronti della vita di quell'essere così candido, figlio degli dei. E, mentre lo osservavo, sotto di me, distrutto ma non arrendevole, seppi che non avrei mai visto niente di così bello. E non mi importava della maledizione degli dei che sarebbe ricaduta su di me, e che probabilmente mi avrebbe causato la morte. Affondai dentro di lui, sentendo le pareti del suo corpo violato stringersi. Louis gemette per i dolore che sapevo essere terribile. Lo sentii tutto intorno a me, caldo, stretto, intossicante. Sospirai per la sensazione di completezza e iniziai a spingere desideroso di poter riempirlo per affermare il mio diritto di proprietà. Vidi che chiuse gli occhi e iniziò a cantare con voce farfugliante e intrisa di sofferenza, cercando forse di coprire i miei gemiti di piacere. Quella canzone, che non dimenticherò mai più, raccontava di una donna bellissima che era stata fatta prigioniera di guerra e poi venduta come schiava; ella era stata posseduta da tantissimi uomini, aveva visto tanti mercati, lavato i pavimenti di tante case, eppure il suo cuore rimaneva in patria, dove aveva lasciato il suo amante. E venni, sentendo la sua voce cantare quelle poesie e odorando il profumo quasi femmineo che emanava la sua pelle.
«Ti porterò con me, alla mia isola, e imparerai ad amarmi così come ami la tua famiglia.» Louis riaprì gli occhi azzurri e opachi, prima di rilasciare una risata amara.
«Sei così sicuro di quello che dici, possente Harry. Io invece ti rispondo che no, non imparerò mai ad amarti e che il mio cuore non ti apparterrà mai. Sarà per sempre di qualcun altro. Mai mi concederò a te con piacere, mai ti sussurrerò parole d'amore, mai ti aspetterò sulla soglia della camera da letto come farebbe uno schiavo che tiene a te. Sarai sempre nessuno per me in confronto a chi amo veramente. Invoco gli dei perché facciano ricadere su di te tutta la loro rabbia per vendicare la violenza che ho subito. Non ti potrei mai amare» sussurrò debolmente con voce distrutta, ma io lo udii lo stesso. La furia cadde su di me implacabile: se non l'avessi avuto io, non l'avrebbe avuto nessuno. Tutta la sua città oltre lui avrebbe pagato il fio del suo rifiuto: recuperai il pugnale dal mio gonnellino e, in un solo colpo lo affondai nel petto bianco e delicato che poco prima avevo contemplato. Vidi i suoi occhi spegnersi e con loro tutta Troia.
Oh, Louis, sarebbe stato così facile per te innamorarti e scappare con me! Ma no: tu hai scelto la via dell'onore, e questa ti è costata la vita. Serberò per sempre il ricordo della tua melodia, il ricordo delle tue mani delicate che accarezzano il tuo stallone, della tua voce che canta melodie malinconiche e la tua carne immacolata e bollente che mi stringe.
Louis, figlio di Apollo e Ecuba, un tempo il più grande desiderio di Harry, figlio di Peleo, morto a causa della furia e del destino.







Salve popolo di efp!
Spero che questa storia ambientata nel passato vi sia piaciuta,
e vi consiglio di leggere la soria di Troilo, (Louis), nel link all'inizio della storia.

Alla prossima.
MARY

 

   
 
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