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Autore: tanjess    28/10/2016    1 recensioni
Non importa quanto ci vorrà, io ti ritroverò, e quando lo farò, saremo una cosa sola.. Avremo il nostro lieto fine. Non dimenticarti mai quanto sei speciale. Sei il più bello e raro dei fiori Regina... Solo io ti poso rendere felice, tu lo sai, devi solo farmi entrare nella tua vita… Ancora una volta..-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera a tutti, scusate se ci ho messo tanto. Spero vi possa entusiasmare anche questo nuovo capitolo, aspetto i vostri commenti alla fine come sempre. Buona lettura. 
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:https://www.youtube.com/watch?v=c1V7yuUyyxU


-Non ci sono altre soluzioni?- domandò Emma.
-Mi dispiace Emma. Io e Ruby abbiamo cercato delle possibili alternative, ma senza successo.-
-No non posso credere che l’unica possibilità di risolvere le cose sia solo in una leggenda! Non avete cercato abbastanza!-
-Emma ti assicuro che abbiamo fatto il possibile, abbiamo consultato i tomi più antichi ma tutti riportavano a questo.- Disse Ruby.
-Quindi non ci sono molte speranze- Concluse poco delicatamente Brontolo.
Emma sbatte la mano sul tavolo. –No non ci credo!- Disse urlando, si diresse verso la porta come una furia e uscì fuori. –Emma!- Mary Margaret fece per raggiungerla ma David la fermò. –Lasciala andare, ha bisogno di stare da sola adesso.- Mary Margaret chinò il capo triste. –Vieni, aiutiamo Granny a sistemare questo posto.- Gli disse David, e così tutti si misero a risistemare il caos che si era creato grazie a Malefica.
Emma uscita dal locale andò correndo senza una meta precisa. Era furiosa, non riusciva a credere che non ci fosse una soluzione più realistica. –E’ colpa tua!! Perchè lo hai fatto Regina!! – Era disperata, le lacrime le scendevano lungo le guance, Correva maledicendo tutto e tutti. Davanti alla sua mente passarono i ricordi di lei e Regina, le mille volte che erano state felici, le mille battaglie affrontate. E fra i tanti, quel fatidico momento….

La terra tremava, e tutto era circondato dall’oscurità -Emma ti prego, fermati! Questa non sei tu! L’oscurità ti ha annebbiato la mente, ma tu puoi ancora tornare in te!! Pensa a i tuoi genitori, Henry, me! Siamo tutti qui per te!! Non voglio arrivare a ucciderti!- La implorò Regina
-Anche avessi la forza di farlo non potresti, nessuno può!-
-Emma fermati!- Gridò Mary Margaret.
-No, questo era il mio destino fin dall’inizio e ora lo porterò a compimento!- Emma impugnava Excalibru in una mano e nell’altra teneva stretta la parte finale di essa, quello che era diventato il pugnale del signore oscuro.
-Non c’è nessun destino da compiere!! Se ora unirai quella spada la Emma che tutti noi amiamo morirà! Non ci sarà più!! E’ questo che vuo?!- Urlò Regina piena di rabbia. Si scaraventò su di lei tenendole ferme le mani. –Ma che fai?!-
-Non posso permettertelo! Se proprio vuoi fermarmi uccidimi, ma io non lascerò che tu muoia, non lascerò che tu ceda all’oscurità!! Rammentati chi sei e quanta strada hai fatto per avere cio che hai!! Ricorda quanto hai combattuto per me, per salvarmi dalla mia oscurità! Ora io farò lo stesso salvando te!!- Prima che Emma potesse agire Regina, piangendo, premette le sue labbra su quelle di Emma. D’improvviso la terra smise di tremare e una luce folgorante circondò Emma e Regina. L’energia scaturita da quel bacio fu così forte da scaraventarle via l’una dall’altra. D’improvviso l’oscurità che si celava dentro Emma uscì fuori e David, Robin e Killian riuscirono a imprigionarlo in un medaglione creato a posta per imprigionare quella forza oscura e maligna. –Emma!- Kilian si chinò su di lei, cercò di scuoterla per farla riprendere. Quando riaprì gli occhi si sentì stordita. –Killian..-
-Va tutto bene Swan, sei libera.-
-Dov’è Regina?- In quel preciso momento si senti gridare.
-Mamma! Mamma!!- Emma udì la voce di Henry ma non lo vedeva intorno a lei. Questo voleva dire che quelle grida erano per Regina. Raccolse tutte le forze che aveva e si sollevò per andare dal figlio e dalla sua amata. Regina era a terra, sembrava morta.
-Regina!! Forza svegliati!- Emma cercò di scuoterla come poco prima Killian aveva fatto con lei ma non funzionò. Provò a schiaffeggiarla ma niente –Regina avanti! Forza! Non puoi farmi questo!- A Emma cominciarono a rigarsi le guance per le lacrime. Si chinò a sentirle il petto. –Il battito c’è ma è debolissimo, dobbiamo subito portarla in ospedale!!-

Arrivati là tutto ciò che poterono fare fu attaccarla alle macchine e sperare che riuscisse a farcela. Passarono alcune settimane e dopo l’ennesima Tac il dottore Whale dovette dargli una brutta notizia. –Le ultime analisi sono buone sembra che Regina stia reagendo bene, se continua così sicuramente fra qualche giorno si risveglierà.- Per un momento ci fu un aria di sollievo e di felicità che però fu subito stroncata dall’intervento del dottore. –Si ma c’è poco da stare allegri.-
-Perché??- Chiese subito Emma.
-Perché quando Regina si risveglierà non si ricorderà di nessuno di noi.-
-Cosa??- Fecero tutti insieme.
-Io non so come sia possibile, ma sembra che i suoi ricordi siano stati resettati, come dopo il sortilegio che ci ha portati qui.-
-E quanti ricordi a perso di noi?- Chiese Henry preoccupato
-Non mi sono spiegato. Per lei sarà come se non fossimo mai esistiti.-
-Non ci credo, insomma lei non può dimenticarci!- Affermo Emma sgomenta.
-Purtroppo è così che stanno le cose.-
-Non ti preoccupare tesoro, la aiuteremo a ricordare come avete fatto con me. Il vostro è un legame che non si dimentica tanto facilmente.- Le disse David. E così fecero, quando Regina si svegliò, si presentarono nuovamente, cercarono di farle ricordare piano piano la sua vita passata, o comunque costruire insieme a lei nuovi ricordi. Ma ogni volta che Regina rammentava chi era o che lei ed Emma si baciavano, tutto tornava da capo, anzi per Regina era sempre peggio. –Ora basta dovete smetterla!! Ogni volta è peggio, è come se ogni volta prosciugaste un po’ della sua vita! Se dovesse riaccadere non sopravvivrà!-
-Le ho provate tutte e ogni volta torniamo a questo punto. Perché?!?!-
-Non lo so ma non puoi continuare.- Dichiarò Whale.
-Vuol dire che mi devo arrendere?! È questo che mi stai chiedendo?-
-Se tieni alla sua vita si! Ha bisogno di ricominciare, lontano da tutto e tutti! Qui le verrebbe normale ricordare la sua vita passata, ogni angolo ha un pezzo di lei. Deve andarsene lontano.-
David dovette sorreggere Emma. –Grazie Whale.- Disse Mary Margaret. Si diressero verso il bar di Granny ed Emma non disse nulla per tutto il tragitto. Una volta arrivati tutti vollero sapere come stesse Regina, così i due raccontarono l’accaduto. A un certo punto ci fu un silenzio totale. –Emma- Provò David – Forse è la cosa migliore per lei. Forse è ora di lasciarla andare.- Emma si alzò di scatto dalla sedia e cominciò a urlargli contro. –Ah si e lasciarla andare dove?! Da chi?! Questa è la sua casa, noi siamo la sua famiglia! E invece di aiutarla e di trovare una soluzione la abbandoniamo così come se nulla fosse!-
-Nessuno dice questo Emma- Cercò di calmarla la madre. - E’ ovvio che cercheremo una soluzione ma ci serve tempo per questo, ecco perché sarebbe opportuno seguire il suggerimento di Whale.- Emma ci pensò un attimo e sembrò attutire il colpo. –Potremmo darle dei falsi ricordi come fece con te ed Henry quando scagliò l’incantesimo. Trovare qualcuno che le stia vicino e che non possa provocare ricordi dannosi e noi nel frattempo ci muoveremmo per vedere cosa fare.-
-Dobbiamo solo trovare la persona giusta- Disse David.
-Forse potrebbe farlo Robin- Disse Ruby.
-No!- Si oppose Emma.- Ha troppi ricordi con lui. Potremmo avere il risultato opposto. Ci serve qualcuno che non le sia stata così vicina negli ultimi tempi. E credo di sapere proprio a chi rivolgermi.-

Poco dopo Emma si trovava al confine della citta.
-Eccomi. A cosa devo la tua chiamata, Emma?- Le chiese quasi divertita Malefica.
-Devo chiederti una cosa… Regina non può più stare qui, non possiamo più rischiare che si ricordi tutto nuovamente, potrebbe costarle la vita. So che tu l’ami ancora, e che ti prenderesti ottima cura di lei...-
-Cosa stai cercando di dirmi ?-
-Voglio che tu vada a vivere a Portland, la città oltre il confine, con Regina.- Le cadde una lacrima.
-Deve costarti molto chiedermelo- dichiarò seria Malefica, quasi impietosita.
-Infatti, ma tu sei la persona più indicata. So che con te sarebbe al sicuro e sarebbe felice. Avrà dei ricordi nuovi insieme a te in modo tale che tu non possa avere difficoltà.-
-Per me non è un problema, è una seconda possibilità, con lei. Ma ho una condizione.-
-Sarebbe?-
-Devi sparire per sempre, non voglio intromissioni. Mi stai chiedendo di prendere il tuo posto, e io accetto volentieri, ma di certo non lo faccio per far si che poi tu venga a riprendertela! Se la lasci a me, tu dovrai starne fuori, o sarò costretta a lottare e non avrò pietà.-
-Staremo a vedere.-
-Lo prendo per un si- Emma non rispose si limitò a guardarla fisso negli occhi.
-Allora, posso affidarla a te?-
-Si..-


Emma si trovava davanti a un fiume. La sua corsa l’aveva spinta nel folto del bosco. Intorno a lei c’era la serenità più assoluta, gli unici rumori che si sentivano erano quelli di madre natura. Lo scorrere dell’acqua, il suo scroscio nell’incontrare qualche sasso qua e la, il cinguettio degli uccellini. L’aria era fresca e pulita e sapeva di pino e abete, gli alberi che prevalevano in quel punto. Prese un sasso da terra e lo lanciò nel fiume.
–Credevo che lo sceriffo di una città dovesse stare chiuso nel suo ufficio-
Il suono di quella voce le sollevò immediatamente il morale. La tristezza nel rivivere i momenti in cui aveva detto addio a Regina svaniva. E questo grazie a lei.. alla sua voce. Emma si voltò e vide una splendida donna a pochi passi da lei. Le rivolse un sorriso sincero.
-Ha ragione ma ogni tanto ho anche bisogno di cambiare aria. Stare qui mi rilassa. E mi aiuta a riflettere.-
-Be si, immagino che una donna come lei abbia molto a cui pensare.- Disse scherzosamente Regina. Si portò al suo fianco. Emma sentì il suo cuore accelerare e cercò di placare il desiderio di prenderle la mano. –E’ un bel posto questo, ottimo per fare un pic-nic.-
-Dice?- “ti ci porterei volentieri” Emma girò la testa e rimase a guardarla. Regina la guardò a sua volta e si sentì in imbarazzo. Non avrebbe dovuto ma quegli occhi le trasmettevano emozioni troppo forti per poter rimanere impassibile.
(*)–E’ un bel nome Emma lo sa? È dolce. Le si addice molto. – Emma rimase spiazzata “è dolce”. Non sapeva se essere più felice perché ora sapeva il suo nome o perché le aveva detto di essere dolce. –Dolce? Non ci avevo mai pensato.. Quindi lei mi considera dolce?- disse ridendo.
-Per certi versi, in alcuni suoi atteggiamenti, si.. – Ammise Regina cercando di mantenere un tono non troppo sentimentale nei suoi confronti. Emma percepì la sua frustrazione e cercò di farla sentire più a suo agio.
–Allora come lo ha scoperto? Ha chi ha chiesto?-  Regina interruppe il contatto visivo con la giovane donna e tentennò un po’ prima di risponderle. –In verità a nessuno. Questa notte ho fatto un sogno molto strano.-
“Mi ha sognata!” Pensò entusiasta. –Comunque è stato grazie a questo sogno che l’ho scoperto.-
-Un vero colpo di fortuna. E che cosa ha sognato, se si può sapere..- Disse Emma con un pizzico di malizia. Regina sorrise leggermente e assottigliò lo sguardo tornando a guardare la donna davanti a lei. –Non si faccia strane idee.. ad ogni modo nulla di importante.-
-Devo dire che sono contenta mi abbia sognata-
-E perché?-Chiese Regina con uno sguardo pieno di curiosità.
-Perché vuol dire che ho lasciato un impronta dentro di lei.-
Regina, forse senza neanche accorgersene, mosse la testa in segno di assenso
-Forse..- Disse non poco a disagio. Emma fece un ulteriore passo verso di lei accorciando ancora le distanze. Sentiva il suo odore, un odore che sapeva di vaniglia misto a quello della cannella. Un odore che sapeva di loro. Erano i loro due profumi, uniti in un'unica fragranza, sulla sua pelle. Era incredibile come nonostante tutte quelle disgrazie, e come tutto il loro passato fosse stato dimenticato da Regina, lei stessa si aggrappasse ancora all’amore, probabilmente del tutto inconscio, per Emma.
–Che c’è?-
Le chiese Regina vedendola come persa mentre la fissava con uno sguardo intenso.
-Il suo profumo. Lei ha un buonissimo odore.- Le disse in tono pacato, fu quasi un sussurro. Le si avvicinò poco, quasi volesse una conferma o un rifiuto, aspettava il suo permesso. Regina non fece niente e questo bastò ad Emma per continuare. Si avvicinò ancora, quel tanto che bastava per avvicinare il suo viso al collo di Regina e così sfiorare con il naso la sua pelle.
Oh che dolce il tuo profumo amore, mi mancava stare così, a un soffio da te.”
Regina appena sentì il suo naso sfiorare la sua pelle fu percorsa da un intenso brivido lungo la schiena, era inebriante, era piacevole, era un gesto che le mancava.
Come può mancarmi?!” Regina era combattuta. Quella vicinanza la metteva a disagio e al tempo stesso la faceva sentire viva come non mai prima di quel momento.
Voleva allontanarsi, sapeva che era sbagliato nei confronti di Malefica, ma al tempo stesso voleva che continuasse aveva uno strano bisogno di quel contatto. Le venne da inclinare il viso verso Emma. Era un gesto stranamente familiare, così giusto.
Chi sei?..  cosa mi stai facendo Emma?..” Emma sentì la guancia di regina sfiorare il suo zigomo, chiuse gli occhi e restò ferma in quel modo per qualche secondo con la speranza che durasse per sempre. Il suo respiro si fece sempre più veloce e irregolare. Emma si distanziò di un millimetro e le sue labbra sfiorarono la guancia di Regina che iniziò ad arrossire. Si guardarono, e i loro occhi dissero più di mille parole. Dissero cio che i loro cuori gridavano ma che le loro labbra tacevano. Seguendo quello di Emma anche il respiro di Regina diventò più pesante e lei lo avvertì. Le due incrociarono lo sguardo nuovamente, due sguardi che dicevano tutto e niente allo stesso tempo.
-Regina..- Emma ansimò dicendo il suo nome, le mancava il fiato. Di colpo Regina sembrò riprendersi e si distanziò girandosi per non guardarla ancora.
Che cosa mi è preso, perché non l’ho evitato, perché il mio cuore batte così forte alla sua vicinanza?”” Emma rimase in piedi a guardarla. Forse avrebbe dovuto dire che le dispiaceva, ma non era così. “Mi devo controllare non posso permettermi di andare oltre..”
Regina cercò di riprendere il controllo. –Io ero venuta a cercarla per riportarle questa.- Regina prese dalla borsa la giacca rossa che Emma le aveva donato due giorni prima.
-Ah la ringrazio- Emma sorrise, allungo il braccio per prenderla ma dalla sua bocca venne fuori un gemito di dolore, che la costrinse a ritrarre il braccio. –Emma, tutto bene?- Chiese Regina preoccupata. –Si, è solo la ferità presto passerà. -Una macchia di sangue si formò sulla maglia nel punto in cui vi era la ferita di Emma. – Oh no! Emma ti si devono essere aperti i punti. Dobbiamo subito andare in ospedale, devono essere ricuciti!- Regina prese un pezzo di stoffa dalla sua borsa e fasciò nuovamente il braccio di Emma. –Ha sempre delle bende dietro?- Commentò Emma sorridendo. Regina rise a sua volta. –Beh si non si sa mai, come può vedere tornano utili-  Il tocco di Regina scaldò il cuore ad Emma, le piaceva che si preoccupasse per lei, e che si prendesse cura di lei, come molto tempo prima aveva fatto in passato. –Avanti venga con me, ho la macchina qui vicino, la porterò subito in ospedale.-
-Grazie, ma non voglio che si disturbi.- Obbiettò anche se sperava con tutto il cuore che insistesse in modo da poter passare altro tempo insieme a lei. –Mi dispiace ma non sono una donna facile e in questo caso non accetto obbiezioni, lei ora verrà con me e la porterò da qualcuno che possa medicarla, la questione è chiusa.- Regina le prese la mano destra, quella del braccio buono e la tirò delicatamente verso se per far si che la seguisse. La condusse in mezzo agli alberi senza lasciarle andare la mano. “Adesso la porterò in ospedale, mi assicurerò che stia bene, le restituirò la giacca e poi me ne andrò.” Regina si fece un piano mentale per come sarebbero dovute andare le cose. Emma per tutto il tempo rimase zitta a guardare la figura di Regina davanti a se. Era una delle sette meraviglie del mondo! “Come ho potuto abbandonarti per tutto questo tempo..? avrei dovuto trovare un altro modo per poterti restare ugualmente a fianco..” Erano i pensieri di Emma. Ripensò a cio che Belle e Ruby le avevano detto poco prima. “Dobbiamo trovare la pietra e l’altare” Erano state le loro parole. “Dimmelo tu amore mio, cosa devo fare? Dammi un segno, ti prego, uno qualsiasi. Fammi capire che hai bisogno ancora di me e io andrò anche in capo al mondo a cercarli.” In quel momento Regina si fermò. Si girò verso Emma. –Ha detto qualcosa?- Emma la guardò stupita. –No, niente.-
-Strano mi era sembrato..- Regina posò gli occhi sulla ferita. –Facciamo presto, la macchina ormai non è lontana.-
-Perché si preoccupa tanto?- Regina non si aspettava quella domanda e rimase spiazzata. Non sapeva cosa risponderle, dopo tutto era lei stessa a farsi quella domanda. “Già, perché mi dò tanta pena per te..”
- Le sembrerà assurda come risposta ma in realtà io non lo so. Mi viene naturale, credo..-
- E’ una persona dedita ad aiutare il prossimo insomma, è per questo?- Emma attese la risposta con il cuore in gola, sperava in una parola o in una frase che le facesse capire che c’era di più.
-No.. Diciamo che lei mi trasmette una strana.. simpatia- Non era proprio la parola che Regina avrebbe usato, ma non voleva dire di più.
-Forse la stessa che lei trasmette a me.- Disse Emma diretta, guardandola dritta negli occhi. Regina fu incatenata da quel suo sguardo magnetico. Emma sciolse la presa dalla mano di Regina, la sollevò spostò una ciocca di capelli dalla guancia di Regina portandogliela dietro all’orecchio. Un gesto semplice e banale che però servì a far emozionare Regina. Chiuse gli occhi.
-Forse..- Gli rispose piano Regina. Riaprì gli occhi. -E’ meglio andare, o potrebbe infettarsi.- Gli disse in un tono deciso riferendosi alla ferita. Le due si incamminarono nuovamente e dopo poco arrivarono alla cabrio. Regina aprì la portiera alla bionda, che si accomodò sul sedile, e poi andò a sedersi al lato guida. Mise in moto e sfrecciò in direzione di Storibrook.

-Non sono mai venuta qui, quindi mi guidi lei, dove devo andare per l’ospedale.-
-Deve continuare dritta così fino a che sulla destra non vede una farmacia, da li poi giri a sinistra e dopo qualche metro si trova l’ospedale davanti. – Regina cercò di seguire scrupolosamente le sue istruzioni. –le fa molto male?-
-No ormai il peggio è passato.-
-Il suo mestiere è pieno di pericoli, non ha paura? E i suoi cari? Non l’hanno per lei?-
-E’ un mestiere difficile come molti altri, ci metto il cuore nel farlo e questo mi consente di non avere paura per me ma solo per le persone che amo, è questo che mi spinge a fare questo lavoro, la consapevolezza di proteggerle e loro lo sanno. Sanno le mie motivazioni e che per nulla al mondo smetterei, perciò anche se avessero paura credo abbiano imparato a conviverci ormai.-
-Si capisco. Lei è ammirevole.- Disse con un tono d’orgoglio Regina. La macchina si fermò. Regina e Emma scesero dal veicolo e andarono all’entrata dell’edificio. Nonostante fosse la prima volta che mettesse piede in quella città e in quell’ospedale, Regina ebbe l’impressione di esserci gia entrata, di aver fatto diverse volte quei gradini. Questa sensazione l’aveva avuta anche mentre attraversava in macchina la strada guardando i vari negozi lungo la via. –Emma..-
La voce di un uomo in camice bianco distolse Regina alle sue sensazioni. Quello doveva sicuramente essere uno dei medici che operavano in quell‘ospedale. –Dottor Whale..-
L’uomo si avvicinò a loro e strinse la mano ad Emma. Poi con sguardò preoccupato saltellò dal viso di Emma a quello di Regina e la cosa la snervò parecchio, tanto che prese la parola. –La signorina avrebbe bisogno che le venissero rimessi i punti, la ferita al braccio si è riaperta.-
-Oh.. ma certo.- Fece il dottore corrugando la fronte. –Seguimi Emma.-
-Ti aspetto qui.- Le disse Regina con un piccolo sorriso. Vide Emma allontanarsi ed entrare in una stanza seguita dal dottore. A quel punto si sedette sulla sedia ad aspettare.
-Whale.. che nome familiare.-

Whale prese ago e filo, cotone e alcol e fece sedere Emma. Slacciò la benda improvvisata che gli aveva fatto Regina e cominciò a pulire e disinfettare la ferita. Portò i suoi occhi dritti sul viso della salvatrice e la guardò in silenzio. –Che c’è?- chiese lei innocente.
-Hai anche il coraggio di chiedermelo?! Sono sgomento lo ammeto. Dico ma sei uscita di testa? L’hai portata in città! Un conto è il bar di Granny, dove è andata lei di sua spontanea volontà, ma qui! E’ pieno zeppo di persone che potrebbero risvegliare in lei dei ricordi con un impatto così violento e in qualche modo forzato, me compreso!-
-Lo so, l’ho incontrata nel bosco, e la ferita ha cominciato a sanguinare e lei ha insistito per portarmi fino a qui? Cosa le avrei dovuto dire? Ho cercato di oppormi.-
-Si, posso proprio immaginare quanto- Disse in tono sarcastico Whale.
-Se mi fossi opposta di più lo avrebbe potuto trovare sospetto.-
-Oh ma per favore! Cosa le racconterai se le venissero dei flashback della sua vita passata?!-
-Andiamo è capitato altre volte che non si ricordasse di nessuno.-
-Si ma ogni volta era diverso! Lo sai meglio di me! Non sai come potrebbe essere stavolta-
-Beh se ti sbrighi a ricucirmi il braccio potrò tornare da lei e rimettere le cose a posto.-
Whale fece un sospiro esasperato. –Che intenzioni hai? Riavvicinarla così è pericoloso, per te e per lei.-
-Voglio solo riconquistarla, senza farle ricordare niente, e senza baciarla ovviamente.-
-Oh certo, e per raggiungere questo obbiettivo l’hai portata al centro di Storibrook dove vivono tutti personaggi delle favole, e dove tutto questo ha avuto inizio grazie a lei. Si direi che è un piano perfetto. Complimenti!- Disse battendole le mani ironicamente. Emma per tutta risposta alzò gli occhi al cielo. -Sei una calamità Emma Swan, altro che la salvatrice, non so più che fare con te, starti dietro è pressoché impossibile!- Gli disse esasperato.
-Grazie Whale, lo prenderò per un complimento.- E detto questo i due si zittirono.

Nel frattempo Regina aspettava nervosa sulla sedia nella sala d’attesa.“Ma che ci faccio ancora qui? L’ho accompagnata, sta bene, potrei lasciare qui la giacca e andarmene. Questo posto mi mette a disagio. Questo ospedale, queste persone, sembrano tutte così familiari… Beh forse è normale.. Insomma tutti gli ospedali si somigliano.. e le persone che ci lavorano forse a lungo andare assumono le stesse espressioni e gli stessi atteggiamenti.. Si deve essere questo.. Quanto ci mette ad uscire?..” Regina stava cominciando a considerare l’idea di andarsene, di fuggire. Per fortuna la porta che aveva attraversato Emma sparendo alla vista di Regina si riaprì e lei usci fuori accompagnata dal dottore. I due si salutarono frettolosamente ed Emma tornò da Regina.
-Allora che ha detto?-
-Vivrò ancora. E’ tutto a posto, ha disinfettato e ricucito la ferita, si è solo raccomandato di non fare sforzi o potrebbero riaprirsi.-
-Bene.- Regina era chiaramente a disagio.
-Va tutto bene?- Le chiese preoccupata Emma.
-Si certo.- Regina le porse la sua giacca, Emma la prese e la indossò subito.
-La ringrazio, mi sentivo quasi nuda senza.-
-Non c’è di che. Ora è meglio che vada. Grazie ancora di tutto.- Regina la salutò con un cenno del capo e si diresse verso l’uscita. “Non fermarmi... ti prego..” pensò come se si sentisse che Emma lo avrebbe fatto.
-Regina, per favore aspetti..- Emma fece qualche passo e la raggiunse. Regina si fermò e si maledisse per non essere andata più veloce. Non si girò subito. “Oh.. per favore è meglio che io vada..” Cercava di convincersi, mentre invece il suo cuore esultava, battendo come se stessa ballando una samba. Si girò lentamente e attese che parlasse.
–Senta, le andrebbe di venire a bere qualcosa da Granny?-
Dille di no! Non puoi andare, hai un appuntamento con Kathryn fra un po’ e poi se vai le cose potrebbero compromettersi!..” Regina sembrò tentennare. –Beh..- “Dille di no! Sono due semplici lettere. N-O!” –Si..- Emma sorrise entusiasta. –Bene, allora andiamo-
Le due uscirono dall’ospedale e andarono alla macchina. “Perfetto, brava Regina!”.
   
 
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