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Autore: Jess89     12/05/2009    4 recensioni
Emy corse alla finestra e urlò di gioia, aprì la porta e volò già dalle scale, sali sopra il divano e lo scavalcò in una corsa contro il tempo,aprì il portone lanciando le chiavi per aria e corse verso Bill. “Ahhhhhhh” entrambi urlarono in coro e si abbracciarono. Il rasta uscì con lentezza dalla macchina e salutò Andreas, che arrivava sul vialetto sorridendo. Bill ed Emy si misero a saltellare ovunque canticchiando una vecchia canzone della loro infanzia, la canzone di Nena da loro preferita. “Come cazzo stai biondino?”domandò Tom ad Andreas. Si abbracciarono e si sorrisero. “Bene e la tua attività?” “Non c’è male…gli isterici secondo te quando finiranno di salutarsi?” “Credo fra dieci minuti..”rispose lui incrociando le braccia a sé.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 58°

Emy toccò terra con la punta dei piedi.

Non le sembrava vero.

Lui.

Finalmente.

Davanti a lei.

Lo vide chiudere gli occhi e lo imitò.

Sentì le labbra sbattere dolcemente contro.

Volersi e amarsi anche dopo tutti questi anni.

Riaprì gli occhi e vide i suoi.

Avevano una strana luce.

Diversa.

Speciale.

“Vieni! Entra! Non voglio farti stare qui, potrebbero vederci tutti..” disse Emy trascinandolo per mano in casa.

“E così tu saresti l’uomo che si sogna ogni santo momento!!” esclamò Claine tendendogli la mano.

“Ciao Claine..” le disse sorridendo.

“Voi due vi conoscete??” chiese Emy stupita.

“Come vuoi che ti abbia trovato?” ammise il moro fissando il suo sguardo complice con la moretta.

“Brutti stronzi!! Eravate d’accordo!! Cioè tu sapevi che sarebbe arrivato?” domandò la biondina.

“Sì, mi ha chiamato stamattina dicendo che sarebbe venuto qui ed eccolo..!! Ma cosa ti importa?? Godetevi tutti questi momenti, tanto stasera io dormo da Josh!! A domani!!” disse la moretta facendole l’occhiolino.

Chiuse la porta dietro le sue spalle e il moro si lasciò andare sul divano.

“Sei stanco?” chiese lei sedendosi accanto.

“Non abbastanza per non abbracciarti, vieni qui!” disse mettendole un braccio attorno al collo e stringendola a sé.

Caldo più di un fuoco d’estate.

Bello più di una nevicata la notte di Natale.

Ancora così perfetto.

Ancora così magnetico e furbo da rubarle il cuore quando voleva.

Le passò la mano sulla guancia teneramente, avevano perso fin troppo tempo.

“Allora mi hai perdonato..” sussurrò lui.

Occhi dorati.

Profumo d’argento.

Tocco di seta.

Mani che s’intrecciano.

Sguardi che si mangiano.

Corpi che si abbracciano.

Voglia di stare.

Voglia di amare.

Voglia di guardarsi invecchiare l’uno riflesso negli occhi dell’altro.

Bill fissò gli occhi in quelli di Emy.

No.

Adesso non c’era più un mare in tempesta.

Adesso tutto si era placato e un tramonto cercava la sua casa fra gli infiniti abissi sotto

l’orizzonte.

Lei.

Lui.

Lui.

Lei.

Loro.

Adesso sì.

“Non ne voglio più parlare, Bill. Voglio solo stare con te..” rispose lei con gli occhi lucidi.

Il moro le prese il mento fra le dita e lo avvicinò al suo.

Poggiò le labbra sotto quelle di Emy e soffiò sopra.

“Quanto mi è mancato che il vento mi rimbalzasse addosso..quanto mi è mancato litigare con te, scherzare con te, ridere con te…” mormorava a fior di labbra, ma Emy lo fermò.

Un bacio.

Un altro.

E poi un altro ancora.

Così.

Sulla pelle.

La sua pelle profumata.

Quel profumo che non aveva mai dimenticato.

Sentiva finalmente la lingua del moro giocare con la sua, quel piercing che aveva visto nascere la stuzzicava nella più giusta maniera, facendola impazzire.

Non avrebbero smesso per nulla al mondo.

Adesso, si sentivano più forti che mai.

Emy strinse la mani di Bill, calda, grande e la tirò a sé.

“Andiamo a letto, dai, non riesci a reggerti nemmeno la testa!!” esclamò accarezzandogli i capelli.

Bill sospirò, sorrise e si alzò per primo.

“Scommetto che la tua camera è quella!” disse indicandola.

“Sì..”

La prese per i fianchi e la portò sul letto senza staccarsi da lei.

Il calore dei loro corpi, era tutto ciò che aveva sempre cercato di staccare da quei temibili ricordi, ma adesso le ritornava tutto chiaro in mente.

Il suo corpo dietro il suo.

Le sue braccia sulle sue.

Stretta in quell’abbraccio, non si sarebbe staccata mai.

Prese il pigiama dalla valigia e lo indossò mentre il moro si toglieva i pantaloni e si metteva sotto la coperta con i suoi soliti boxer scuri.

“Vieni qui!! Vieni qui!!” le ordinò aprendo leggermente le coperte verso l’alto.

Lei si infilò velocemente e ricadde fra le sue braccia.

“Adesso puoi dirmi da dove ti è saltata in mente quella storia del legale?” chiese Emy cercando la sua mano.

“Era l’unico modo per vederti” rispose lui sentendola girovagare sopra il suo petto.

La prese dentro la sua e l’appoggiò al suo cuore.

La biondina si alzò su un fianco e lo guardò dritto negli occhi.

“Stai scherzando spero!!”

“Pensavo stessi con qualcun altro, non potevo permettermi di sbagliare ancora e perderti..”

“Potrei soffocarti con il cuscino, lo sai?”

“Non lo faresti..” rispose lui provocandola.

“E perché?”

“Perché la piccola Emy ha bisogno anche di un papà..”

“Che significa anche di un papà?” chiese lei stupita.

“Che se qualcuno accetterà potrà diventare la mia bellissima regina..”

  
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