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Autore: KillerGirl    12/05/2009    5 recensioni
«Dopo la morte di Sasuke pensavo che tutto sarebbe finito, invece tu, tu mi hai raccolto nel tuo caldo abbraccio e mi hai portato via con te, e adesso, sto rivivendo la storia da capo, perchè il mio amore per te adesso non finirà mai» *Perdonate l' orrore, è la prima fic* [ItaNaru]
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il letto era ancora caldo, aveva ancora il suo odore, il rumore della doccia interferiva con i miei pensieri, ma nonostante questo pensavo alle lenzuola immacolate che si muovevano sopra i nostri corpi appiccicati. Sentivo ancora le suo mani fredde sui miei fianchi, esperte e sicure che si muovevano nel nostro impuro atto. Chiusi gli occhi e poggiai la guancia sul suo cuscino. Rimasi statico in quella posizione non so per quanto, mi sembrarono giorni, quando sentii le sue mani percorrermi dolcemente la schiena, poi mi strinse in un abbraccio, feci per voltarmi ma mi fermò, quindi mi sussurrò all’ orecchio parole che non compresi, sentii le sue labbra morbide e carnose sul collo poi sulle spalle, i suoi capelli lunghi mi sfioravano la pelle, poi finalmente mi concentrai sulle sue parole «Naruto… Naruto» Il mio nome pronunciato da lui sembrava il secondo suono più bello del mondo, il primo era il suo. Non sapevo se mi amava veramente, se le sue parole durante il sesso erano per esigenza o sentite, ma di una cosa ero certo, io lo amavo più di quanto abbia mai amato qualcuno, dal primo bacio capii che non sarei più stato lo stesso, ormai il mio corpo era dipendente da lui non potevo astenermi dal vederlo, dal toccarlo…

Quando ancora le sue labbra mi sfioravano fui rapito da un flashback, riconobbi lo sguardo di Itachi in quello del fratello minore, Sasuke mi guardava ostile con i suoi occhi infuocati di rabbia, poi trasalii da quell’ immagine che per tempo mi aveva fatto soffrire, Itachi mi voltò di scatto sentendo il mio sospiro, mi guardò turbato, poi si alzò e iniziò a vestirsi, cercai di fermarlo tendendo in avanti una mano ma non mi guardò neanche, si rimise la lunga veste nera e rossa e aprendo la porta mi disse con voce neutra «Quando smetterai di pensarlo sarà sempre troppo tardi perché avrai già perso anche me».

Una lacrima argentea mi solcò lentamente la guancia sinistra strinsi forte il lenzuolo con la mano destra e mi accasciai sul materasso, piansi gemendo piano in modo che nessuno mi sentisse, ma tanto non c’ era nessuno che potesse consolarmi, ero solo, solo come sono sempre stato, ormai la solitudine era la mia amica più cara, da quando anche i miei migliori amici mi avevano abbandonato non aveva più senso continuare a vivere soffrendo continuamente per colpa del ragazzo che amo.

Il sonno mi rapì lentamente tra le lacrime i miei occhi si chiudevano con sincronia e lentezza fino a che l’ oscurità non si impossesso di me.

 

Mi svegliai agitato, completamente bagnato di sudore, percepii un rumore proveniente dalla cucina, mi alzai e coprendomi la parte inferiore del corpo con il lenzuolo camminai lentamente verso la cucina «Non volevo svegliarti» spalancai gli occhi per lo stupore, Itachi era nella cucina di casa mia la sua veste da akatsuki era appoggiata svogliatamente sul divano, i suoi capelli erano sciolti e gli ricadevano sulle spalle «Cosa fai qui? Non eri arrabbiato?» annodai il lenzuolo alla mia vita poi mi avvicinai lentamente al ripiano di marmo grigio  della cucina, agilmente mi ci sedetti sopra e guardai incuriosito il lavoro di Itachi sul fornello, come pensavo, un toast quando doveva smaltire la rabbia mangiava toast al formaggio o al prosciutto. Mi carezzo dolcemente la guancia poi dal primo cassetto prese un coltello e tagliò il toast in diagonale quindi ne prese un pezzo e lo addentò voracemente, mi fece cenno di prendere l’ altra metà, rifiutai educatamente. Andai in camera e presi dal cassetto un paio di boxer, uno qualsiasi, non faceva differenza, dopo averli indossati presi dall’ armadio un paio di pantaloni da ginnastica, prima una gamba, poi l’ altra quindi li feci salire per la vita e li fermai saldi con un fiocco. Mi diressi nuovamente verso la cucina Itachi era seduto al tavolo e stava per mordere l’ altra metà di panino, lo osservai per qualche secondo poi parlai «Non mi hai risposto» alzò lo sguardo intento a divorare il formaggio fuso quindi si tolse le molliche di pane dalla bocca e dalla maglia emi si avvicinò, scostandosi i capelli dal volto mi diede uno di quei baci che non si scordano facilmente, cercai di staccarlo ma la sua lingua era più forte della mia volontà. «Infatti lo sono» Si stacco delicatamente dalla mia bocca, mi guardò fisso per qualche attimo poi tentò di riprendere ma la mia mano lo fermò bruscamente, retrocesse stupito, non aveva mai subito un rifiuto da parte mia, quindi portando le mani ai fianchi mi guardò scocciato «Che c’è?»  presi fiato e sfuggendo al suo sguardo cominciai a parlare velocemente farfugliando le parole «Io.. mi sento... usato, quando sto con te, mi sento bene, ma, mi sembra di essere un oggetto che tu manipoli a tuo piacimento e volontà…» mi guardò torvo per qualche secondo, sicuro che su quelle parole ci avessi riflettuto a lungo, avevo lo stesso tono di voce meccanico che avevo il giorno del funerale di Sasuke e Sakura mentre parlavo di loro ai presenti in un discorso preparato. Itachi si scostò i capelli dal volto, quindi si voltò e dal pensile della cucina prese altro pane per preparare un’ altro toast, prese da frigorifero del prosciutto e lo poggio su una delle due fette di pane, poi vi posò sopra la seconda e accese il fuoco, sistemò il panino sulla brace e si voltò a parlarmi «Davvero pensi questo?» Sorpreso della sua domanda annuii lentamente, chiuse gli occhi e si portò alla fronte la mano sinistra massaggiandosi le tempie «Naruto… tu sei importante per me, quanto lo era mio fratello, anche se voi due avete sempre voluto mantenere le distanze da me. Forse non abbiamo esternato prima il nostro amore perché tu eri follemente innamorato di Sasuke e… la gente parla, dicono che tu abbia sostituito Sasuke con me. Ma io so che non è così, insomma io non ho mai mostrato il benché minimo interesse per te, e ora invece ti amo, più di quanto abbia mai amato me stesso… non devi pensare che io non ti ami,  forse a occhi estranei può apparire come un amo0re fasullo nato solo per sostituire una persona che non esiste più, ma io e te sappiamo che non è così, non dire mai che non ti amo.» Rimasi allibito dalle sue parole, sembravano stranamente sentite, non c’era nessuna sfumatura di indecisione nel suo parlare, anche lui come me evitava gli sguardi, sembrava… imbarazzato, si voltò e rigirò il toast, una faccia era bruciacchiata, era stata troppo sulla brace, si strinse nella spalle, poi si voltò di nuovo verso di me e mi abbraccio, e mi diede un bacio, e poi un altro, ci sedemmo sul divano accoccolati, accarezzandoci il viso l’ un l’ altro mentre il sonno ci rapiva, chiusi gli occhi e mi addormentai dolcemente tra le sue braccia.


  
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