lui
Lo fissai a lungo, incapace di muovere un muscolo.
Lo fissai forse per anni, per secoli, incapace di muovere un muscolo.
Lo fissai tanto a lungo che gli occhi iniziarono a pungermi, doloranti.
Tanto a lungo che le palpebre cominciarono a tremare, socchiudendosi.
Tanto a lungo da non capirci più nulla.
E quando si alzò, quando anche lui mi guardò, quando anche lui non poté far a meno di sorridere, non ci capii più nulla.
E quando mi parlò, potei solo continuare a fissarlo.
Lo fissai ancora a lungo, incapace di muovere un solo muscolo del mio corpo.
Poi mi sfiorò una mano con la sua, calda, grande, perfetta, e io non ci capii più nulla.
Poi mi parlò di se stesso, del suo lavoro, della sua famiglia, del suo ufficio, del suo cane, e io continuai a fissarlo.
Poi mi chiese cosa guardavo, io non seppi rispondere, e disse lasciamo stare, ho capito, e mi prese per mano, alzandosi, camminando al mio fianco.
E io lo seguii, inerme, lo seguii e lo fissai a lungo, incapace di muovere un muscolo.
Lo fissai a lungo, finché non mi persi nel nero dei suoi capelli,
finché non m' immersi nell'azzurro dei suoi splendidi occhi.
Poi, quando il suo viso si avvicinò al mio, quando le sue labbra cercarono le mie,
mi sentii svenire, sopraffatta da emozioni troppo forti.
Perché da anni attendevo questo momento,
da anni mi chiedevo se e come, e mi ponevo troppi dubbi sconsolanti,
e ora mi sentivo una sciocca, perché era bastato un semplice gesto
che ogni sogno si era felicemente avverato,
ogni desiderio mi era stato dato.
Questo è l'avverarsi dell'impossibile!
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Spero che le mie frenetiche ed alquanto insipide parole vi abbiano detto già tutto quanto in prosa non serva ripetere.
Grazie^^