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Autore: AllysonTH    01/11/2016    0 recensioni
A volte capita che circostanze diverse portino comunque allo stesso fine: cambiare vita.
Vite parallele che questa volta faranno un'eccezione e si incroceranno, scopriranno che non c'è forza più potente dell'amore.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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1.






Bonn cominciava a starle troppo stretta. La perdita di mamma Elsbe ha in qualche modo cambiato la sua visione del mondo ed aveva capito che doveva fare qualcosa per non far si che il suo, di mondo, crollasse senza più possibilità di tornare indietro a recuperarlo. Oppure poteva fare diversamente: crearsene uno nuovo, cominciare una nuova vita ma, si sa, ricominciare da zero è difficile. Non si sa cosa riserva la vita, si sa solo che è imprevedibile. Ma Astrid era determinata. Doveva farlo per sua madre, ma soprattutto per se stessa.
 
 
 
 
 
 
 
 
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“Perché non l’America?” Bill saltellava di qua e di là per la camera. Un occhio truccato e uno no, intento ad applicare la colla per le ciglia finte. In quel periodo si limitava ad indossare skinny jeans e magliette attillate, un outfit a volte accompagnato da sempre più vistose scarpe col tacco.
“Ma lo sai quante possibilità avrei di sfondare?”
“Mh mh…” Tom non ascoltava mai suo fratello. Era sempre troppo impegnato a chattare con tre o quattro ragazze diverse sul letto, e in boxer. I capelli lunghi castano scuro che cadevano sul petto scoperto.
“Tom, la moda è il mio sogno… e poi ci pensi? Diventeremo ricchi!”
Tom si fece una grassa risata. La maggior parte delle volte fingeva di non ascoltare.
“Stai delirando, fratello.” Bill gli diede un’occhiata talmente furibonda che se in quel momento fosse stato il Dio dei fulmini, Tom sarebbe diventato cenere. Ma non era molto credibile con un solo occhio nero.
“Che c’è? Bill, ritorna alla fottuta realtà, per favore.”
Bill lanciò l’eyeliner sulla sua personale postazione trucco che, tra le altre cose, nemmeno sua madre ne aveva una così.
“Io almeno ho un sogno. Un sogno che sto cercando di realizzare e tu non fai altro che dirmi che sono matto! Tu cos’hai Tom? Cos’hai?”
Tom, dopo una lunga pausa di silenzio si limitò a dire “niente”, uscendo dalla camera e lasciando il suo adorato letto sfatto.
 
 
 
 
 
 
Effettivamente Tom non aveva un obiettivo ben preciso nella vita. Lui era molto diverso da suo fratello Bill che, al contrario, era una persona molto ambiziosa e con un’alta prospettiva del suo futuro. In cuor suo Tom sapeva che Bill avrebbe fatto di tutto pur di togliere dalla merda la propria famiglia. Infatti, Bill, Tom e mamma Simone non se la passavano molto bene. Simone era un’insegnante precaria e prendeva uno stipendio fin troppo basso per mantenere un nucleo familiare.
Quando nacquero Bill e Tom la situazione era diversa, il loro padre era ancora presente, e lavorava come un pazzo per far sì che un giorno i loro bambini avrebbero avuto l’opportunità di studiare e di realizzare i loro sogni.
Le cose tra Simone e Jörg con gli anni cominciarono a scemare e di punto in bianco Jörg non ne volle più sapere di Bill e Tom. Ovviamente all’inizio soffrirono molto per questo ma, crescendo, i gemelli, che erano sempre stati inseparabili, cominciarono a prendere percorsi di pensiero differenti. Avevano una percezione del dolore molto diversa. Bill si limitava a piangere in silenzio, per poi asciugarsi in fretta e furia le lacrime sulle guance e ritoccarsi il trucco. Tom invece non aveva mai accennato un segno di cedimento, forse perché aveva sempre pensato “tanto a chi importerebbe?” 
Da piccolo, Bill ha cominciato a scoprire la sua passione per i vestiti e la moda in generale. Simone l’aveva capito da subito che era un essere speciale e aveva sempre ammonito Tom che qualsiasi cosa sarebbe successa, lui avrebbe sempre difeso il fratello. E Tom, anche se da sempre era considerato lo scansafatiche della situazione, non si sarebbe mai tirato indietro quando si trattava di Bill.
Sì, è vero, Tom non aveva un sogno. Crescendo insieme a Bill, che di sogni ad occhi aperti ne faceva parecchi, si era arreso davanti all’idea di essere il fratello destinato a rimanere nell’ombra. Più precisamente, nell’ombra di Bill.
Non per questo Simone investì molto su suo figlio Bill, facendogli studiare quello per cui era più portato, sperando che magari un giorno avrebbe salvato la famiglia dal lastrico. A volte era come se Simone dimenticasse di avere un altro bambino ma si accorse troppo tardi degli errori fatti ed ormai le ali di Tom erano cucite e ricucite sotto la pelle. Non sarebbero mai uscite nel loro splendore.
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
 
Gli ultimi risparmi della madre avrebbero permesso ad Astrid di vivere decentemente fino al giorno in cui non avrebbe trovato un lavoro.
Astrid non aveva paura di stare sola, aveva più paura delle persone. Non riusciva più a fidarsi, non voleva che qualcun altro sparisse per sempre dalla sua vita proprio nel momento in cui questo qualcuno fosse diventato il suo tutto.
Astrid era tanto bella quanto diffidente. Quasi come una bambola di porcellana, la si guarderebbe tutto il giorno, ma si avrebbe paura di toccarla. Di farle perdere la sua lucentezza, la sua purezza.
Ma Astrid non era così pura come sembrava. Il suo corpo e la sua pelle lucenti ne avevano viste tante. Astrid si martoriava per sfuggire al dolore, alle fitte nel petto che ogni volta sembravano strapparle via il cuore. Avrebbe preferito che il cuore di sua madre battesse al posto suo. Sapeva che la sua esistenza era futile e cretina e non aveva niente a che vedere con quella di Elsbe.
I capelli lisci neri le sfioravano le scapole, e circondavano come una cornice il suo viso perfetto, che era la tela, una tela martoriata dalla propria pittrice.
Astrid non dormiva quanto avrebbe dovuto e si bucava come invece nessuno avrebbe mai dovuto fare. Non sapeva come rimediare. I suoi occhi verdi erano ormai spenti, come la sua anima.
Doveva prendere in mano la situazione. Non era sicura che ce l’avrebbe fatta da sola.Bonn cominciava a starle troppo stretta. La perdita di mamma Elsbe ha in qualche modo cambiato la sua visione del mondo ed aveva capito che doveva fare qualcosa per non far si che il suo, di mondo, crollasse senza più possibilità di tornare indietro a recuperarlo. Oppure poteva fare diversamente: crearsene uno nuovo, cominciare una nuova vita ma, si sa, ricominciare da zero è difficile. Non si sa cosa riserva la vita, si sa solo che è imprevedibile. Ma Astrid era determinata. Doveva farlo per sua madre, ma soprattutto per se stessa.
  
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