Capitolo 6- “Il demone e il koala”
Erano
passati già diversi giorni dall’inizio del nuovo
semestre e
l’arrivo dei nuovi studenti. Yomi aveva trascorso quei giorni
insieme ai due nuovi studenti del dormitorio rosso e aveva fatto del
suo meglio per farli sentire a proprio agio. Sentiva di doverlo fare,
in quanto sorella maggiore e studentessa del secondo anno. Zane,
invece, la pensava in maniera differente e continuava a ripeterle che
avrebbe dovuto lasciarli stare e permettere loro di fare le giuste
esperienze. Su questo punto non sarebbero stati mai d’accordo
e,
alla fine, avevano deciso che ognuno avrebbe fatto ciò che
riteneva
giusto. Per questo motivo, la ragazza aveva iniziato a frequentare
molto più spesso il dormitorio Slifer, molto più
di quanto avesse
fatto l’anno precedente.
Una
di quelle mattine, la studentessa del secondo anno decise di saltare
le lezioni e far di nuovo visita all’amico Slifer, per
cercare di
riallacciare i rapporti con lui e provare ad aiutarlo a tornare a
duellare.
-Chumley,
sono Yomi. Ho bisogno di parlarti…-fece la ragazza, dopo
aver
bussato alla porta della stanza. Erano le dieci inoltrate e, oltre a
lei, il dormitorio era completamente deserto.
-Non
c’è nessuno…-mormorò una
voce da dietro la porta. Yomi si
spazientì del tutto di fronte alla testardaggine del ragazzo
e, per
tutta risposta, tirò un calcio alla porta di legno,
facendola
tremare.
-Oh
andiamo, non penserai che sia una cretina totale?! So benissimo che
ci sei e vedi di aprirmi!
-Ti
ho già detto che non ho voglia di vederti…-fece
l’altro.
-Se
non mi apri, butto giù la porta a suon di calci!
-Non
lo farai…
-Mi
stai mettendo alla prova? Ti ricordo che Banner non
c’è e quindi
non può impedirmelo! Avanti, aprimi!
Il
ragazzo non rispose, né accennò ad aprire la
porta di legno.
-Chumley!
-Perché
insisti così tanto?-chiese l’altro, con un filo di
voce. Il tono
era talmente basso che era quasi impercettibile e Yomi faceva molta
fatica a capire cosa stesse dicendo.
-Perché
siamo amici! Tu sei uno dei miei più cari amici e non ho
alcuna
intenzione di lasciarti rovinare la tua stessa vita in questo modo!
-…
-Io
so come ti senti, ci sono passata anche io qualche tempo fa e so che
non è una bella sensazione. Però, a tua
differenza, io non avevo
amici che potessero sostenermi e aiutarmi e ho finito con il fare
cose di cui mi sono pentita e di cui mi vergogno tutt’ora.
Non
avevo nessuno e mi sono sentita abbandonata da tutto il mondo; mi
sentivo come se nessuno potesse capirmi e come se a nessuno potesse
importare qualcosa di me, ma mi sbagliavo di grosso. Credevo di
essere sola, però-
La
porta si aprì di scatto e il volto tondo e paffuto del
ragazzo-koala
fece capolino dallo spiraglio, interrompendo bruscamente la Obelisk.
-Entra…-fece,
poi, aprendo un po’ di più per permetterle di
entrare.
-Com’è
che hai cambiato idea così in fretta?-chiese
l’altra, mentre
richiudeva la porta alle sue spalle e si voltava verso
l’amico, che
nel frattempo si era sdraiato di nuovo sul suo letto.
-A
te non piace raccontare le tue cose ai quattro venti, no?
-Quindi
hai avuto solo un po’ di compassione nei miei confronti?
Detto
questo, Yomi si sedette sulla sedia, appoggiandosi allo schienale e
incrociando le braccia al petto, in attesa di una risposta da parte
del ragazzo che non arrivò. Chumley si sporse dal letto a
castello,
incerto su come rispondere, ma, alla fine, preferì restare
zitto.
-Vuoi
parlarmi?-chiese l’altra, fissandolo a lungo.
-Io
vorrei solo che tu smettessi di cercare di convincermi a tornare a
lezione. So che sono stati i professori a chiederti una cosa del
genere, ma voglio che tu capisca che non ho alcuna intenzione di
tornare a frequentare.
-Mi
dispiace, ma non posso farlo. E’ vero che sono stati i
professori a
chiedermi di convincerti a tornare alle lezioni, ma non lo faccio
perché me l’hanno chiesto loro. Lo faccio
perché ti voglio bene e
perché sei un mio prezioso amico. Non voglio che tu rinunci
al tuo
sogno, solo perché ti sei convinto di non avere speranze.
Credimi,
so bene quello che stai provando ed è per questo che non
voglio che
tu abbia le stesse brutte esperienze che ho avuto io. Sto cercando di
proteggerti da te stesso, tutto qui! E vorrei che tu mi
ascoltassi…
-Come
fai a capirmi?
Yomi
lo fissò per qualche momento, poi sospirò
rumorosamente e rispose:
-Probabilmente
avrei dovuto parlartene a modo un po’ di tempo fa…
Non è stato
corretto da parte mia non essere chiara su questa cosa e mi dispiace.
Mi sono sempre fidata di te e avrei voluto parlartene prima, ma
credevo che se tu avessi saputo a modo del mio passato ti saresti
allontanato. E non volevo farti preoccupare con i miei problemi,
né
coinvolgerti con i miei fantasmi.
-Stai
parlando del motivo per cui facevi duelli clandestini? Me ne avevi
accennato, una volta…
-Me
lo ricordo… Non ti ho mai raccontato tutta la storia,
però.
-Intendi
raccontarmela ora?-chiese l’altro, voltandosi verso il muro,
così
da dare le spalle alla ragazza.
-Prima
o poi avrei dovuto farlo. Sarebbe stato meglio se l’avessi
fatto
prima, ma ormai è andata così.-rispose Yomi. Poi,
lanciando
un’occhiata all’amico, continuò:
-C’è
stato un periodo nella mia vita in cui mi fu vietato di duellare.
All’epoca avevo tra sì e no una decina di anni e
quando mi dissero
che avrei dovuto rinunciare ai duelli per un po’, pensai che
non
sarebbe stata la fine del mondo. Amavo i duelli, però avevo
capito
che si trattava dell’unico modo per evitare che altre persone
si
facessero del male.
-Del
male?-chiese l’altro, stupefatto, mettendosi a sedere sul
letto,
con le gambe penzoloni.
-Le
persone contro cui vincevo finivano quasi sempre in ospedale, privi
di senso. E quelle volte che non venivano ricoverate perdevano di
punto in bianco tutte le loro energie. All’inizio non capivo
il
motivo, ma poi Pegasus mi disse che la causa ero proprio io e i miei
poteri. Avevo la capacità di assorbire l’energia
vitale delle
altre persone e lo facevo sistematicamente mentre duellavo, senza
nemmeno rendermene conto. Per questo motivo, per evitare che la
situazione peggiorasse, mi vietarono di duellare. All’inizio
pensai
di poter gestire la situazione, ma poi…
-E’
successo qualcosa?
-Tre
anni fa Seto Kaiba mi disse che avrebbe potuto risolvere il mio
problema e mi chiamò per testare un prototipo.
L’esperimento fu un
fiasco totale e mi disse che non avrebbe potuto fare di meglio e che
mi sarei dovuta rassegnare all’idea di abbandonare i duelli
per il
resto della mia vita. Da quel giorno iniziai a cadere in una
disperazione profonda. Iniziai a credere di essere maledetta,
abbandonata dal mondo, che nessuno potesse capirmi e cose simili.
Iniziai ad odiare le altre persone, soprattutto quelle che duellavano
felici e contenti e questa mia insofferenza si trasformò
presto in
rabbia e violenza. Ero diventata un demone che desiderava solo
scaricare le proprie frustrazioni sugli altri; mi faceva sentire bene
e per un attimo mi sentivo anche più felice, ma alla fine
non si
trattava di vera felicità. Iniziai a prendere parte alle
risse e a
duelli tra bande rivali. Non facevo parte di nessuna gang, ma mi
divertivo a passare da una all’altra a seconda di chi fosse
il mio
avversario o a ciò che mi promettevano per il mio aiuto. Non
m’importava di chi avesse ragione o torto, o di chi avesse il
diritto a occupare una certa zona; l’unica cosa che mi
interessava
era duellare contro avversari forti. Il mio ingresso in questo mondo
ha segnato l’inizio della mia fine; le cose non hanno fatto
che
peggiorare e io non mi resi conto del pericolo che stavo realmente
correndo.
-A
quel tempo andavi ancora alle medie, vero? Immagino che i tipi che ti
cercavano fossero più grandi…
-Sì,
ma non era quello il problema. Anche se erano più grandi,
anche se
ero una ragazza, loro avevano realmente paura di me e se potevano
cercavano di starmi alla larga. Se potevano evitare di incontrarmi
erano molto più contenti… Alla fine,
però, non ne potevano fare a
meno; io gli servivo per avere la meglio su un altro gruppo di
teppisti, perciò mi venivano a cercare promettendomi soldi,
carte
rare, nuovi avversari, e io accettavo.
-Hai
accettato anche soldi?-fece l’altro, sorpreso. Yomi si mise a
ridere, poi scosse la testa.
-Sì,
ma non li ho mai conservati. Quei soldi provenivano da estorsioni,
droga e roba simile, io li accettavo ma non li ho mai tenuti per me.
Li donavo al mio vecchio orfanotrofio…
-Orfanotrofio?
Quindi sei stata adottata? Jaden non è tuo fratello?-chiese
Chumley,
sporgendosi dal letto.
-No…
Io sono stata adottata quando avevo circa quattro anni e non so
nemmeno chi siano i miei genitori. Ho sempre vissuto in orfanotrofio
fin da quando posso ricordare.
-Non
me l’avevi mai detto…-mormorò il
ragazzo, risentito.
-Lo
so… Non ho mai pensato che potesse essere qualcosa di cui
valeva la
pena di parlare. Per me la mia famiglia adottiva è sempre
stata la
mia vera famiglia, sebbene non condivida con loro nessun legame di
sangue. Per questo motivo, non ho mai detto a nessuno questa mia
cosa.
-Nemmeno
al Kaiser?
-In
realtà, lui lo sa, ma non perché avessi voluto
dirglielo. Mi è
scappato detto, una volta, e se l’è presa
perché non ne avevo mai
fatto parola prima d’allora. Il motivo per cui non
l’ho mai fatto
era soprattutto perché non l’ho mai ritenuta una
cosa importante.
Comunque, dedicarmi ai bambini orfani era il mio modo per pulirmi la
coscienza e pretendere di non essere una brutta persona. Se ci penso
è ridicolo! Mi facevo pagare per fare del male a dei
perfetti
sconosciuti e poi donavo quegli stessi soldi a dei bambini
sfortunati. Ero decisamente un’ipocrita, ma non ci ho mai
fatto
caso se non molto più tardi. Ho trascorso diverso tempo in
questo
modo, poi, un giorno, mentre tornavo da scuola mi si
avvicinò un
tizio vestito da sera, con tanto di bastone e cilindro, dicendomi che
lui poteva aiutarmi a trovare avversari sempre più forti e
fu così
che iniziai i duelli clandestini. Non avevo idea di chi fosse quel
tizio, né cosa ci guadagnasse dal farmi partecipare a quel
genere di
duelli, ma sicuramente non lo faceva per beneficienza. Fu una
carriera molto breve, qualche mese non di più. Poi, qualcuno
dei
miei vecchi avversari decise di prendersi una rivincita nei miei
confronti e aggredì un mio compagno di classe, riducendolo
in fin di
vita. Chiunque sia stato deve aver pensato che fosse un mio amico o
il mio ragazzo e voleva farmi soffrire. Dopo quell’incidente,
decisi di smettere con quella vita e abbandonai tutto. Qualcuno,
però, non fu d’accordo e una sera mi
accoltellò per strada,
lasciandomi in fin di vita in un vicolo. Me la sono andata a cercare;
la colpa è mia per aver giocato con il fuoco e essermi fatta
coinvolgere con gente poco raccomandabile.
-Avresti
dovuto raccontarmela prima…
-Mi
dispiace, ma non volevo coinvolgerti. Per colpa di quello che ho
fatto alle medie, ho messo in pericolo troppe persone e non volevo
che potesse succedere qualcosa anche a te. Prima Shun, poi
Zane…
Non volevo che il prossimo fossi tu, tutto qui.
Chumley
la guardò per qualche secondo, pensieroso. Non sapeva bene
cosa
dire; era la prima volta che l’amica gli raccontava una cosa
del
genere e non aveva idea di cosa avrebbe dovuto dire. Dopo qualche
minuto di silenzio, si decise ad azzardare una domanda.
-Mi
hai raccontato la tua storia perché hai paura che possa fare
come
hai fatto tu?
-Non
essere ridicolo; tu non sei una cattiva persona e non farai mai una
cosa del genere. Io so bene che tu non farai mai del male a nessuno,
ma non voglio che inizi a credere di essere stato abbandonato,
perché
io ci sarò sempre. E non voglio nemmeno che tu rinunci ai
tuoi
sogni, solo perché non riesci ad ottenere i risultati che
hai
sperato, perché so che in te c’è del
potenziale e sarebbe sciocco
non sfruttarlo.
-I
professori non la pensano allo stesso
modo…-commentò l’altro,
abbassando lo sguardo.
-Invece
la pensano allo stesso modo, altrimenti non mi avrebbero mai chiesto
di convincerti a tornare a lezione. Non lo ammetteranno mai,
soprattutto Crowler, ma sanno che tu puoi ottenere dei risultati se
continui ad impegnarti. Hai solo bisogno di più tempo, ma
puoi
farcela!
-E’
inutile, io non ho talento e non sono portato, ma grazie lo stesso.
Mi fa piacere sentirti dire una cosa del genere… Grazie
davvero!
Detto
questo, Chumley scese dal letto a castello.
-Cosa
hai intenzione di fare? Tornerai a lezione?-chiese la ragazza,
alzandosi in piedi.
-Non
credo, ma grazie per esserti preoccupata. Grazie a te, ho capito che
non ha senso continuare a piangere e a lamentarmi; non è
così che
cambierò la situazione. Ho deciso di provare a cercare la
mia strada
e il mio modo di duellare, anche se per adesso non ho ancora
intenzione di tornare a lezione. Può darsi che prima o poi
riprenderò a frequentare, ma per adesso non mi sento
pronto…
-Chumley…
-Non
preoccuparti, non ho intenzione di trascorrere l’anno senza
fare
niente. Inoltre, credo che vivere insieme a tuo fratello inizi a
farmi bene. Il suo ottimismo e la sua passione per i duelli stanno
riaccendendo quella fiammella che si era spenta nella mia anima.
E’
veramente contagioso!
-Sono
contenta di sentirtelo dire!-esclamò l’altra,
sorridendo
all’amico. Chumley fece per aggiungere qualcosa, quando la
porta
della stanza si aprì di scatto ed entrarono Jaden e Syrus.
-Siete
già tornati?-fece lo Slifer grassoccio, voltandosi verso i
due
compagni di stanza.
-Accidenti!
Questa situazione è veramente assurda!-sbottò lo
Slifer iperattivo,
buttandosi a peso morto sul proprio letto.
-E’
successo qualcosa?-gli chiese Yomi. Jaden la fissò per
qualche
secondo e poi affondò la faccia sul cuscino, mormorando
parole
incomprensibili. La ragazza lo guardò interrogativa, poi si
volse
verso Syrus, sperando che almeno l’altro ragazzo avesse
voglia di
spiegare cosa fosse successo.
-Siete
nei guai, vero?-fece Chumley, spostando lo sguardo da un ragazzo
all’altro.
-Nei
guai?! Cosa avete fatto?
-Credo
che sia per quello che è successo ieri sera…-le
rispose il
ragazzo-koala, continuando a lanciare sguardi furtivi agli altri due.
-Cosa
avete fatto?!
-Ci
siamo intrufolati al dormitorio abbandonato per verificare le voci
che girano sul suo conto. Lì abbiamo trovato Alexis che ci
ha messi
in guardia, ma siamo entrati lo stesso. Ad un certo punto abbiamo
sentito delle grida e quando siamo giunti nella stanza da cui
provenivano abbiamo visto un tizio grosso e brutto che aveva rapito
Alexis per sfidare Jaden. Tuo fratello ha accettato la sfida,
l’ha
sconfitto e siamo fuggiti da lì. Stamani una donna dal
berretto
verde, credo che fosse del Comitato Disciplinare, è venuta
qui e li
ha portati con sé da Sheppard. A questo punto, ho paura che
li
abbiano beccati, ma non capisco perché solo loro due. In
fondo,
eravamo presenti anche io e Alexis...
La
risposta di Chumley era stata sufficientemente esauriente per la
Obelisk, la quale aveva perfettamente capito in che guaio si erano
cacciate le due matricole.
-Fammi
capire bene, sei entrato nel dormitorio abbandonato?! Ma
l’hai
letto il regolamento?! Non puoi fare come cavolo ti pare,
Jaden!-esclamò Yomi, afferrando il fratello per la parte
posteriore
del colletto della divisa ed alzandolo di peso dal letto.
-Sorellona,
mettimi giù! E non è colpa mia! E’
Crowler che cerca sempre un
modo per cacciarmi!-protestò il castano, divincolandosi e
cercando
di liberarsi dalla presa ferrea della sorella.
-Non
mi sembra che sia stato Crowler a mandarti là dentro! Mi
sembrava di
averti detto che dovevi evitare di farti notare, no?!
-Ero
solo curioso!
-Non
è una scusa!-lo interruppe l’altra, tirandogli un
orecchio.-Come
fai a non capire la gravità della tua situazione?! Per colpa
tua,
dovrò pregare Sheppard di chiudere un occhio!
-Non
ce n’è bisogno. Abbiamo ancora una
possibilità per evitare di
essere espulsi!-esclamò Jaden.
-Una
possibilità?-chiese la ragazza, sorpresa, lasciando andare
improvvisamente il fratellino.
-Esattamente!
Crowler ha detto che se riusciamo a vincere un Tag Duel chiuderanno
un occhio sulla faccenda.
-Un
Tag Duel? Quindi duellerete a coppia?-chiese l’altra,
lanciando
un’occhiata a Syrus. La matricola dai capelli azzurrognoli
era
rimasta in silenzio per tutto il tempo, continuando a fissare il
pavimento della stanza, immerso nei suoi pensieri.
-Già!
E ovviamente vinceremo!-esclamò Jaden, sorridendo alla
sorella e
facendo un gesto con le dite in segno di vittoria.
-Tu
hai fin troppa fiducia in te stesso…-commentò
Yomi. Poi, dopo
qualche secondo di silenzio, afferrò Chumley per un braccio
e fece
per uscire dalla stanza.
-Dove
stai andando?-le chiese Jaden, sorpreso e curioso allo stesso tempo.
-Da
Sheppard! Voglio vedere se riesco a sistemare questa faccenda. Noi
due facciamo i conti più tardi!
Detto
questo, i due ragazzi del secondo anno uscirono dalla camera e si
diressero verso gli edifici principali.
-Cosa
vuoi fare?-chiese Chumley, dopo diversi minuti di silenzio.
-Voglio
chiedere spiegazioni a Sheppard. E voglio provare a convincerlo ad
annullare il duello.
-Hai
paura che possano perdere?
-Esattamente…
-Secondo
me stai esagerando. Tuo fratello è veramente forte, non
credo che
avrà grossi problemi.
-Ti
ricordo che sarà Crowler ad organizzare il duello. Non mi
meraviglierebbe se chiamasse dei professionisti e, per quanto mio
fratello sia forte, non è all’altezza di gente che
si guadagna da
vivere duellando. Credimi, io so bene quali siano i suoi limiti!
-Bè,
ma non è detto che Crowler lo faccia. Ti stai preoccupando
per
niente!
-Il
motivo non è solo quello. Sono preoccupata anche per
Syrus… Lui
non vuole partecipare a questo duello, glielo puoi leggere in faccia!
Se duella in quelle condizioni, dubitando pure di se stesso,
perderanno di sicuro e questo non posso permetterlo!
-Forse
hai ragione… Inoltre, non capisco perché solo
loro due. Eravamo
presenti anche io e Alexis, avrebbero dovuto punire tutti e quattro,
no?
-Non
se lo scopo era punire solo Jaden… Ti ricordo che dietro a
tutto
questo c’è Crowler e che sta cercando di liberarsi
di mio fratello
dal primo giorno di scuola. Per quanto sia un buon insegnante, non
riesco a sopportare queste sue ripicche assurde!
Una
volta giunti di fronte all’ufficio del cancelliere, i due
entrarono
senza nemmeno bussare. Dentro trovarono Alexis e Sheppard parlottare
tra di loro.
-Yomi,
Chumley, cosa ci fate voi due qui?-chiese il cancelliere, sorpreso di
vedere i due studenti del secondo anno.
-Siamo
qui per la storia del Tag Duel di Jaden e Syrus. Vorrei che ci
ripensasse e che annullasse tutto.-gli rispose la ragazza, andando
subito al punto. Sapeva che non aveva molto senso girarci intorno; se
voleva ottenere una cosa, avrebbe dovuto essere chiara fin da subito.
-Così
siete qui per lo stesso motivo…-mormorò
l’altro, grattandosi la
testa.
-Anche
tu sei qui per lo stesso motivo?-chiese la Obelisk del secondo anno,
voltandosi verso l’altra studentessa.
-Mi
sento responsabile per ciò che è successo. In
fondo, sono
intervenuti per salvare me; non credo che sia giusto che siano puniti
solo loro due.
-Se
è per questo, non è giusto che anche io rimanga
impunito. Ero
presente e ho violato il regolamento esattamente come Jaden e Syrus,
anzi io sono del secondo anno e non ho attenuanti.-si
affrettò ad
aggiungere lo Slifer, avanzando di qualche passo verso la scrivania
dell’uomo.
-Ragazzi,
mi fa piacere che vi siate preoccupati per quei due, ma non posso
fare niente…
-Perché?!-esclamò
Yomi, cercando di mantenere i nervi saldi e non mettersi ad urlare di
fronte a Sheppard.
-Gli
insegnanti hanno già preso una decisione e non possiamo
tornare
indietro. Comunque sia, sono sicuro che sapranno cavarsela!
-Come
fa ad essere così sicuro?! Jaden potrebbe farcela senza
problemi, ma
Syrus no! Quel ragazzo non ha fiducia in se stesso e non è
in grado
di duellare in queste condizioni. Sbaglierebbe di sicuro e i suoi
errori potrebbero portarli entrambi alla sconfitta. Non possiamo
costringerlo a duellare!
-Capisco
le tue preoccupazioni, ma come ti ho già detto non posso
fare nulla.
Io ho fiducia in loro e sono sicuro che sapranno cavarsela
egregiamente, perciò vorrei che vi fidaste anche voi tre.
-E
se perdono? Ha davvero intenzione di espellerli?
-Se
succede, non avrei altre alternative. Tuttavia, sono sicuro che non
accadrà! Io ho fiducia in quei ragazzi e tu dovresti averne
molta di
più.
-Almeno
mi permetta di duellare al posto di Syrus! Lui non può
farcela!-insistette la ragazza del secondo anno, sporgendosi verso il
cancelliere.
-Non
capisco perché ti preoccupi così
tanto…-commentò l’uomo,
guardandola accigliato.
-Mi
sembra ovvio!
Sheppard
la fissò per diversi secondi, cercando di capire dove
volesse andare
a parare la studentessa. Poi, all’improvviso, ebbe una
illuminazione.
-Credo
di aver capito, ma non devi preoccuparti. Syrus non è un
bambino
indifeso e non lo aiuterai di certo continuando a proteggerlo in
questo modo. Inoltre…
Sheppard
si bloccò all’improvviso, poi, voltandosi verso
gli altri due,
chiese loro di uscire e lasciarli soli. Chumley e Alexis si
scambiarono un’occhiata, poi fecero un piccolo inchino ed
uscirono
dall’ufficio.
Non
appena i due furono usciti, il cancelliere continuò il
discorso che
aveva interrotto.
-Scommetto
che hai saputo che Syrus è il fratello minore di Zane e
scommetto
che sai anche che il loro rapporto ha qualche problema, vero?
Yomi
fece un cenno d’assenso, ma non aggiunse altro.
-Se
stai cercando di fare ciò che avrebbe dovuto fare Zane, stai
sbagliando. Sono problemi che non ti riguardano e sarebbe bene che tu
evitassi di farti coinvolgere. Syrus ha già un fratello e
non ha
bisogno di una sorella.
-Sta
dicendo che non dovrei aiutarlo?
-Sto
dicendo che non dovresti comportarti da sorella maggiore. Syrus non
ha bisogno di qualcuno che lo tenga chiuso sotto una campana di
cristallo; ha solo bisogno di acquisire fiducia in se stesso e questo
potrà avvenire solo quando riuscirà a camminare
senza qualcuno che
lo tenga per mano.
-Quindi,
fin’ora ho sbagliato?
-Syrus
soffre di diversi complessi e proteggerlo non è il modo
migliore per
aiutarlo a superarli. Parte di quei complessi sono stati causati
dalla figura di suo fratello e finché non capisce che lui
non è
Zane e che non ha senso che continui a cercare di emularlo, non
potrà
migliorare. Comunque sia, questo duello sarà un ottimo banco
di
prova per verificare le sue capacità. Durante il duello
dovrà
contare sulle sue forze ed avere fiducia in sé stesso e in
Jaden, se
vuole vincere. Per questo motivo, non posso sostituirlo con nessuno
di voi, né te, né Alexis. Capisci?
-Sì,
ho capito…-mormorò la ragazza.
-Non
preoccuparti, sono sicuro che riusciranno a superare la prova!
Yomi
fissò il cancelliere per qualche secondo, poi fece un
piccolo
inchino ed uscì dalla stanza.
“Dovrebbe
essere Zane a risolvere i suoi problemi con suo fratello, ma sono
sicura che non lo farà. Io, però, non ho alcun
diritto di
intromettermi. Sheppard ha ragione; non sono affari che mi
riguardano, non dovrei intromettermi tra loro due. Però
questo non
significa che non posso cercare di aiutarlo a vincere il
duello.”
pensò, mentre attraversava velocemente il corridoio, decisa
a
raggiungere le due matricole del dormitorio rosso.