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Autore: beat    13/05/2009    3 recensioni
Otae, una bella mattina come tante, arriva al punto di non ritorno.
Chi ne fa le spese, naturalmente, è il povero Kondo.
Da allora, una catena di eventi che porterà alla nuova coppia dell'anno: Otae e...
... Sorpresa! Leggete per scoprire!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kondo Isao, Otae Shimura, Toushiro Hijikata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Capitolo VI:
Le situazioni dove vorresti prenderti a schiaffi da solo fino a svenire!



Hijikata salì con fatica l'ultimo gradino delle scale. Era in giorni come quelli che ringraziava il fatto di abitare solo al primo piano.
Non ce l'avrebbe fatta a fare un solo altro gradino.
Era esausto, fisicamente e spiritualmente.
E l'idea che aveva avuto per risolvere tutta quella situazione gli aveva dato il colpo di grazia definitivo. Man mano che delineava il suo piano, si rendeva sempre più conto di quanto fosse stupido a volerci provare a metterlo in atto.
Sospirò, per l'ennesima volta in quella lunga, lunghissima giornata.

“Bentornato signor Hijikata!” lo salutò calorosamente come sempre Otae.

Hijikata cercò di raccogliere tutte le buone maniere che gli erano rimaste, e salutò a sua volta Otae.

“Buonasera signorina. Passato una buona giornata?”

“Io si, grazie. Lei, piuttosto, sembra stanco. Ha avuto una giornata difficile, immagino..!”

“Non ne ha proprio idea... Ah, a proposito: ho incontrato suo fratello e il resto della banda”

“Shin? Oh, che sbadata, mi sono dimenticata di chiamarlo!”

“Ecco, appunto. Era un po' preoccupato per lei..!”

“Scommetto che si è messo a frignare come un moccioso, vero?!” chiese lei, ridacchiando all'immagine del fratellino il lacrime e con il moccio al naso.

“In effetti...sì... Dovrebbe telefonargli...era davvero preoccupato. Temeva che non l'avesse  chiamato perché io l'avrei già fatta fuori!”

“Ah, che fratello pedante!”

“Sia brava, lo chiami e lo rassicuri!”

Otae mise su un'espressione abbastanza supponente, ma Hijikata era quasi certo che più tardi quella sera gli avrebbe telefonato.

“Oh, giusto, stavo per dimenticarmene” disse, mentre tirava fuori dal sacchetto la consueta ciotola di Katsudon per cena “Kondo ha ripreso conoscenza..!”

“Alla buonora!” commentò con una nota di irritazione nella voce lei.

“Signorina! L'ha quasi ucciso! Per forza ci ha messo qualche giorno per riprendersi..!”

“Ah, non ci sono più gli uomini di una volta!” proclamò lei, ridendosela di gusto “Sono tutti dei mollaccioni al giorno d'oggi!”

Hijikata preferì non ribattere sull'argomento.
Anche perché non aveva la minima intenzione di contraddire la ragazza.

“E allora...come sta l'idiota?” chiese Otae dopo aver quasi finito la cena.

“Abbastanza bene. Le ossa di gambe e braccia ci metteranno un po' a guarire, ma non dovrebbe avere dei danni permanenti...”

“Peccato..!”

“Signorina...”

“Ok, ok. Scherzavo! Piuttosto...per caso gli ha parlato?”

“In effetti si...”

“E che le ha detto?”

Hijikata prese tempo sorseggiando con estrema calma la sua tazza di the.
Sentiva lo sguardo di Otae fisso su di lui, in paziente attesa.

“Ha ribadito il fatto che è innamorato di lei, signorina. E non ha intenzione di lasciare perdere. Ho provato a farlo ragionare, e sono riuscito almeno ad ottenere la promessa che ci avrebbe pensato seriamente riguardo questa faccenda...ma purtroppo non posso garantire nulla...sa essere tremendamente testardo quando vuole..!” concluse Hijikata, sollevando solo alla fine lo sguardo per incrociare quello della ragazza.

Era curioso di vedere come avrebbe reagito.
Otae lo fissò a lungo, anche se non stava guardando direttamente lui. Gli occhi erano puntati nella sua direzione, ma lo sguardo era lontano, come se stesse guardando qualche cosa oltre. La ragazza si prese qualche minuto per riflettere.

“Sarebbe quasi da ammirare per la sua costanza...”

“No, è solo testardo peggio di un mulo!”

“A suo modo è tenero...”

Al commento di lei, a Hijikata andò di traverso il the che stava bevendo.

“Tenero?!” chiese, stupefatto.

“A suo modo. Non ho mai conosciuto un uomo così costante e dedito ad una solo donna! È  molto lusinghiero..!”

“Scusi se sono inopportuno...ma se lo trova così...”tenero”, perché non gli ha mai dato una possibilità?” domandò lui, curioso.

“Perché non è proprio il mio tipo. E il fatto che sia così insistente, non ha certo aiutato le cose. Avrei – e sottolineo il condizionale – avrei anche potuto dargli una chance, a suo tempo, se solo non fosse stato così precipitoso e insistente. So bene che è una brava persona...ma i suoi difetti purtroppo hanno prevaricato i pregi, e ormai quando lo guardo non riesco a vedere altro che lo stalker che mi ha perseguitata per più di un anno! Sono davvero stanca di questa situazione...” concluse lei, con una certa nota di tristezza nella voce.

Hijikata improvvisamente si sentì in colpa.
In colpa nei confronti di Otae, visto che non aveva mai veramente impedito a Kondo di esagerare. A causa di quello sconsiderato del suo capo, quella ragazza – davvero innocente – aveva passato un anno d'inferno.

“Mi perdoni!” esclamò, dal nulla, sorprendendo molto Otae.

“Di che cosa?”

“Di non aver fatto nulla fino ad ora per fermare Kondo. Se fossi intervenuto prima, lei non avrebbe dovuto subire tutto questo...”

Otae batté rapidamente le palpebre.
Quelle scuse – assolutamente non necessarie – l'avevano molto colpita.

“Oh, signor Hijikata...non deve scusarsi lei... Non ha colpa di quello che è successo...”

“Invece sì, purtroppo. Kondo è un idiota, ma tendenzialmente innocuo. Per questo non pensavo che avrebbe scatenato tutto questo putiferio. È mio compito assicurarmi che nessuno della Shinsengumi faccia casino, e questo vale anche per Kondo...avrei dovuto essere più attento, e rendermi conto che stava esagerando...”

“Signor Hijikata, la prego, non si colpevolizzi!”

Hijikata non rispose, si limitò a sospirare e a chiudere gli occhi.
Si passò una mano sul viso, come per cercare di schiarirsi le idee.
Quel discorso aveva preso una piega inaspettata.
Non si era mai reso conto prima di quel momento di quanto anche lui fosse responsabile di quell'assurda situazione.
Ma lo stesso, non riusciva a sentirsi totalmente in colpa. Perché aveva avuto la possibilità di conoscere Otae, e la cosa, faticava ad ammetterlo anche solo a se stesso, era forse la cosa migliore che gli fosse capitata da un sacco di tempo.

“Signor Hijikata...” lo chiamò piano lei, preoccupata nel vederlo così sconvolto.

Lui alzò una mano, come per dirle di pazientare ancora un momento.
Aveva ancora gli occhi chiusi, e stava ragionando febbrilmente sul da farsi.
Rimasero nelle loro posizioni per alcuni minuti.
Alla fine, Hijikata si sciolse dalla rigida posa in cui era stato. Si sistemò a gambe incrociate, rivolgendosi completamente in direzione di Otae.
Fece un profondo respiro e finalmente si decise a riaprire gli occhi.
Incrociò lo sguardo preoccupato di Otae, e i suoi profondi occhi scuri.
Si concesse non più di un paio di secondi per ammirare il suo volto, prima di cominciare a parlare.
Quello forse era l'ultimo suo discorso prima di venir condannato a morte, ma sentiva che era giusto così.
Per il bene suo, di Otae, di Kondo, della Shinsengumi, e forse di tutta Edo.
Doveva dirglielo.

“Signorina Otae” e per la prima volta da che lei lo conosceva, sembrava impacciato e tremendamente titubante per quello che stava per dire “A questo punto non credo di avere altre opzioni. Kondo non rinuncerà a lei. Lo conosco e so che non cederà mai, anche se lei continuasse a rifiutarlo. Però...sono quasi certo che si farebbe da parte se lei...se lei trovasse qualcun altro che la facesse davvero felice. Qualcuno che anche lui reputa...degno di lei.”

Otae lo stava ascoltando, rapita. Hijikata aveva ragione, per cui annuì.
Il ragazzo fece una breve pausa per riprendere fiato e proseguì.

“Per questo io...io credo che...ecco...”

Hijikata strinse le mani a pugno, cercando di controllarsi.
Era in difficoltà. Diamine se era in difficoltà!
Per il nervoso batté i pugni sul tavolo, pentendosene subito dopo, visto che aveva fatto sussultare Otae con il suo scatto improvviso.

“Otae, perdonami...” era passato a darle del tu, senza quasi accorgersene “...perdonami per quello che sto per dire, ma...credo di essermi innamorato di te..!”

Non ebbe il coraggio di guardarla negli occhi.
Come un codardo distolse lo sguardo.
Aveva una fottuta paura della reazione di Otae.
E non era tanto il timore di una rappresaglia fisica – anni di lotte lo avevano temperato, anche se in effetti non aveva mai avuto come avversario una ragazza. Quello che lo spaventava davvero era come avrebbe risposto alla sua dichiarazione.
Perché, dannazione a lui, volente o nolente le si era appena dichiarato!

Non lo aveva mai fatto in vita sua. O almeno, non in maniera così sincera.
E non sapeva che aspettarsi. Soprattuto visto come era imprevedibile la ragazza in questione.
Erano passati cinque lungi secondi.
E ancora non era accaduto nulla.
Ripreso un po' di coraggio – e minimamente fiducioso per il fatto di non essere stato ancora preso a schiaffi – Hijikata si azzardò a voltare un poco la testa, per vedere che reazioni aveva avuto Otae.
La ragazza stava fissando il tavolo.
Era immobile, gli occhi fissi e le pupille stranamente dilatate. Ogni tanto sbatteva rapidamente la palpebre, e schiudeva la bocca come per dire qualcosa, ma poi la voce non le usciva e lei sigillava di nuovo le labbra.
Passò un intero minuto.
Con cautela e massima attenzione, Hijikata si azzardò a prendere la parola.

“Otae...” la chiamò piano, dolcemente.

La ragazza alzò di scatto la testa, come se si fosse appena svegliata.
Incrociando lo sguardo di lui, involontariamente arrossì, e lui per rispetto distolse immediatamente lo sguardo.
Provò a mormorare qualche parola di scusa, ma prima che potesse dire altro, Otae lo interruppe.

“Signor Hijikata...” ma si interruppe quasi subito, come se si fosse resa conto improvvisamente di una cosa. Non sapeva il suo nome.

“Toshi...” indovinò lui.

“Toshi... Ecco, mi hai presa di sorpresa... Non mi aspettavo che tu...”

“Perdonami, Otae...”

La ragazza fu presa improvvisamente da una strana agitazione, e sentì il bisogno di muoversi. Si alzò velocemente in piedi, ma quando Hijikata provò a fare lo stesso, lei lo bloccò con un cenno della mano.

“No...non importa...ecco... Io credo di avere bisogno di rifletterci su...” e scusandosi, a passi veloci si diresse nell'altra stanza, chiudendosi dietro la porta.

Hijikata, che si era rimasto bloccato in ginocchio – né seduto, né in piedi – rimase qualche attimo a fissare la porta che si era appena chiusa alle spalle della ragazza.
Sospirando, si lasciò andare per terra, prendendosi la testa tra le mani.

“Sono un vero idiota..!”




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Angolo dell'Autrice:

Ed eccoci entrati nel vivo della questione! ^^
Aggiornamento abbastanza veloce...sono a casa malata e non ho molto da fare -.-"
Motivo per cui l'angolo autore oggi non si dilungherà molto.

Ci tengo però a ringraziare SesshomaruJunior, Gintokina e Saku89 che hanno commentato lo scroso capitolo!
Grazie mille ragazzi! ^__^


Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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