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Autore: channy_the_loner    02/11/2016    2 recensioni
[Human!Characters]
Amy Rose ha da poco scoperto di avere talento nel mondo della musica, grazie anche alla sua band preferita: gli Hedgehogs. Il suo entusiasmo contagerà anche le sue più care amiche così da formare un vero e proprio gruppo musicale. Le possibilità di incontrare quei ragazzi di Hollywood per realizzare il sogno di una vita sono davvero poche, eppure...
TRATTO DAL PROLOGO
"La musica ce l'hanno nel sangue, ed io ho deciso di diventare come loro."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Rose, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Generalmente, di lunedì un normale studente del liceo darebbe i numeri; ecco, oggi non è il mio caso.

Sono stranamente di buon umore, nonostante il clima non sia per niente bello e le materie di oggi lasciano parecchio a desiderare. Credo che questa mia pseudo-felicità sia dovuta alla conoscenza di Wave: insomma, quella di ieri, è stata una bella giornata, allegra e piacevole. Ci sono rimasta solo un po’ male quando Rouge mi ha confessato che, con noi, sarebbero dovute venire anche Cream e Cosmo – e, volendo, anche Blaze. Purtroppo, però, le ragazze sono state costrette a rifiutare: Cream perché doveva aiutare sua madre con alcuni servizi, Cosmo per oscuri motivi e Blaze ha rifiutato l’invito solo per far crescere ulteriormente il suo essere asociale.

In questo momento sono seduta sul mio letto e mi sto pettinando i capelli con la spazzola, facendo attenzione a non creare dei nuovi nodi, che ho accuratamente sciolto poco fa con il pettine. Una volta finito, mi guardo allo specchio, abbastanza soddisfatta: tutti i capelli sono in perfetto ordine, legati in un’alta coda di cavallo, tranne un ciuffo, che mi ricade dispettosamente davanti agli occhi. Provo a soffiare per scostarlo, ma poi decido di usare una molletta rossa, intonata con la maglia che ho deciso di indossare.

Indosso velocemente gli stivali corti e prendo lo zaino, per poi fare una carezza a Milù e dirigermi al piano di sotto, dove saluto zia Ella con un bacio sulla guancia, lasciandole una sottile impronta di lucidalabbra rosso; lei mi sorride amorevolmente, dicendomi che, quand’ero piccola, era lei a baciarmi sulla guancia e a lasciarmi sporca di rossetto. La saluto nuovamente ed esco di casa, chiudendomi la porta alle spalle.

Osservo il cielo: è nuvoloso, ma non verrà a piovere, secondo le previsioni che ho visto ieri in televisione.

Percorro il vialetto, oltrepasso il cancello e inizio a camminare sul marciapiede con passo né troppo veloce né troppo lento. Osservo il paesaggio che mi circonda che, man mano che mi avvicino al centro della città, cambia: piccole villette si trasformano in condomini di pochi piani, per poi diventare veri e propri palazzi con una decina di piani.

In lontananza vedo una ragazza con capelli verdi e, dalla camminata quasi leggiadra, la riconosco: è Cosmo. Lei abita da queste parti, al secondo piano di un piccolo condominio gestito da un signore anziano amico del padre; non sono stata molte volte a casa sua – dato che, di solito, ci organizziamo per andare da me o da Cream – ma ricordo che aveva un arredamento minimalista e pulito, perfettamente adatto al carattere suo e dei genitori.

Aumento il passo e la raggiungo in poco tempo, così da poter andare a scuola insieme. La mia amica mi saluta e mi fa i complimenti, dato che le piacciono molto i miei stivali: effettivamente li avevo comprati qualche mese fa, ma non avevo ancora avuto occasione per metterli.

Per tutto il resto del tragitto le parlo di quello che ho fatto ieri al centro commerciale, di Wave e del suo trasferimento.

<< Quindi oggi tu e Rouge potrete farcela conoscere, giusto? >> dice, per poi strofinarsi una mano sul braccio.

<< Giusto. >> le rispondo << Frequenterà hip-hop ed educazione artistica. Figo, eh? >>

<< Figo sì! >>

Il tempo passa in fretta e, senza che ce ne accorgiamo, arriviamo davanti scuola; facciamo il nostro ingresso nel cortile principale e salutiamo alcuni ragazzi e ragazze che frequentano le nostre stesse lezioni. Poi vediamo Cream seduta su un muretto da sola. Mentre ci avviciniamo a lei la osservo meglio: è rannicchiata su se stessa, stretta nel suo cappotto color cenere, i capelli stranamente legati in una coda di cavallo bassa e disordinata e gli occhi fissi nel vuoto.

“Cosa le è successo …?” penso assottigliando gli occhi.

Non so se Cosmo se n’è accorta, ma oggi Cream sembra essere in un mondo tutto suo …

<< Buongiorno, Cream! >> esclama Cosmo con un sorriso che le va da orecchio a orecchio.

“Eee non se n’è accorta!” penso sarcasticamente, per poi dare anch’io il buongiorno alla mia migliore amica, fingendo di niente.

<< Oh, buongiorno ragazze. Scusate, non vi avevo viste. >> dice con un sorriso che mostra i denti.

“Sorriso troppo tirato”.

<< A che pensavi? >> le domando, vaga.

<< Stavo ripassando per l’interrogazione di biologia. >>

“Oggi Cream non ha biologia oggi e ha anche già fatto l’interrogazione.”

<< Hai cambiato acconciatura? >> chiedo ancora.

<< Sì, avevo voglia di novità. Sto male? >>

<< No, ma rifalla, quella coda. >>

<< Okay. >>

“Cream è troppo affezionata ai due codini per cambiare acconciatura di punto in bianco.”

Cosmo, al settimo cielo, comincia a parlarle di Wave e Cream non la interrompe nemmeno una volta per porgerle una domanda.

“Cream fa sempre un sacco di domande”.

Ora lo so, ne ho la conferma: a Cream è successo qualcosa questo weekend. Ma cosa? Sono indecisa: vorrei chiederglielo e farla finita, ma mi piacerebbe anche che sia lei a parlarmene per prima.

“Cosa posso fare?”

<< Qualcosa non va, Amy? >> mi chiede Cosmo, sia lei che Cream con gli occhi puntati su di me.

Devo essermi incantata ancora.

<< Sto benissimo. Pensavo solo … Le altre? >> dico, improvvisando.

<< Sticks entra alla seconda ora e Blaze è di nuovo in un’aula deserta a leggere. Ha comprato un nuovo libro. >> mi risponde la mia migliore amica mettendo i gomiti sulle ginocchia e appoggiando il mento sui i palmi delle mani.

Roteo gli occhi al cielo. Per carità, leggere è molto importante, ma Blaze è esagerata!

Decido di raggiungerla per parlare di Wave anche se, indifferente com’è, non credo che le interesserà più di tanto. Avverto le mie due amiche di quello che sto per fare – cioè andare da Blaze – e, mentre Cream si limita ad annuire – “Cream non si limiterebbe mai ad annuire” – Cosmo arriccia le labbra.

<< Non aspetti Sonic, Tails e gli altri? >> domanda e giurerei che, anche solo per un attimo, Cream si è incupita ancora di più.

Vorrei davvero tanto dirle di sì, ma non posso: primo, perché devo raggiungere Blaze – perché, sicuramente, anche lei ha qualcosa che non va ed io devo scoprire cosa – e secondo, perché credo che Sonic sia ancora arrabbiato con me … Dovrei scusarmi? No, mai e poi mai!

Sbuffo: stupidissimo orgoglio …

<< No, vorrei raggiungere Solitude subito. >> rispondo, poi le saluto con un cenno della mano ed entro nell’atrio.

L’unico problema, ora, è trovarla, Blaze. Mentre cammino per i corridoi sbirciando nelle aule, ridacchio, ripensando a “Solitude”, il soprannome di Blaze: la prima a chiamarla così fu Cream, quando avevamo all’incirca dieci anni. Un soprannome che le si addice a pennello, direi, dato che se ne sta sempre da sola, anche mentre ci siamo noi a tenerle compagnia: vive perennemente in un mondo tutto suo, con le sue regole, con i suoi ideali, con i suoi desideri, con tutta sé stessa. Un po’ la invidio: riesce perfettamente a non dare segni evidenti di cedimento, anche se sta stringendo i denti con tutte le sue forze. Lei riesce a fingere che vada tutto bene anche quando tutto va storto. Anche se è per questo motivo che, parecchie volte, noi altre non sappiamo se starle accanto oppure no.

A destarmi dai miei pensieri è Helen Scott, una ragazza che ho conosciuto l’anno scorso e con cui sono andata subito d’accordo: ha i capelli biondi, gli occhi azzurri che le piace decorare con il mascara nero e, purtroppo, è costretta ad utilizzare una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale accaduto tre anni fa.

<< Oh, ciao Enny! >> la saluto dandole un bacio sulla guancia.

L’ho sempre chiamata e continuerò a chiamarla “Enny” perché, come mi ha detto tempo fa, le fa sembrare di essere una persona più dolce.

<< Cerchi qualcuno? >> mi domanda spostandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.

<< Sì. Sto cercando Blaze. >>

Si porta una mano al mento e inizia ad accarezzarlo, gli occhi chiusi in due fessure.

<< Credo di averla vista dirigersi in palestra. >> mi dice schioccando le dita.

"Oh, giusto! A quest’ora non c’è mai nessuno in palestra!"

<< Grazie tantissimo, Enny! >> dico sorridendole entusiasta.

<< Di niente, Candy. >>

La saluto e inizio a camminare velocemente verso la palestra. Devo sbrigarmi: tra poco più di cinque minuti inizieranno le lezioni e, lo so già, non avrò più occasione di parlarle. Ma, poi, come faccio ad essere così convinta che accetterà di parlarmi senza fare troppe storie?

Arrivo in fretta in palestra e, fortunatamente, la vedo: è seduta sugli spalti, sul gradino più alto e più angolare, la testa incastonata tra i due muri, il libro sulle ginocchia leggermente piegate. La coda alta sembra che le stia strappando i capelli, e gli occhi, senza trucco, sembrano dei serpenti, talmente che si muovono veloci tra le righe del romanzo.

Mi avvicino lentamente per non spaventarla e, quando sono abbastanza vicino, le dico: << Ehilà, Solitude! >>

Lei alza lentamente gli occhi dal libro e mi congela con lo sguardo.

<< Non chiamarmi così, per favore. >> dice, poi ricomincia a leggere.

<< Di buon umore, eh? >> scherzo, tentando di farla rilassare.

<< Mh. >>

Mi vado a sedere accanto a lei, ma non mi degna neanche di uno sguardo.

<< Che hai? >>

<< Niente di che. >> mi risponde e gira una pagina.

<< Almeno mi dici perché te ne stai per conto tuo ogni singola mattina? >>

<< Perché così mi va. >>

Blaze non è mai stata una ragazza di tante parole, anche se quando eravamo piccole chiacchierava molto di più. Ricordo che passavamo pomeriggi interi a parlare: io parlavo senza neanche riprendere fiato, Cream rideva fino alle lacrime e Blaze continuava a chiedermi di raccontare di più. Quelli erano davvero bei tempi … Dopotutto, eravamo ancora all’oscuro di tutto, non eravamo a conoscenza di tutti i mali del mondo …

Ripenso alle nostre madri: se ne stavano sedute all’ombra di un albero, su una panchina, e ci guardavano mentre correvamo sul prato, tra le margheritine e il polline, per far volare i nostri aquiloni colorati e deformati. Ci osservavano sorridenti e ridevano quando Cream inciampava o Blaze starnutiva per colpa della sua allergia, o quando io vedevo un’ape – e poi scappavo, terrorizzata. Ed erano tutte belle sensazioni, sensazioni che mi rendevano conscia del fatto di essere ancora viva. Perché, non potevo ancora saperlo, qualche anno dopo, mi sarei sentita davvero morta, morta dentro …

<< Hey, ci sei ancora? >> dice Blaze riportandomi alla realtà.

<< Ehm, sì, certo. >> le rispondo sforzandomi di sorridere un po’.

<< La campanella è suonata e non te ne sei nemmeno accorta. >> m’informa alzandosi e porgendomi la mano, invitandomi silenziosamente a fare lo stesso.

Subito dopo essermi alzata, lei afferra il suo zaino e se lo mette sulle spalle, il libro stretto al petto; si avvia verso l’uscita, lasciandomi indietro. Ad un tratto, prima di varcare la porta d’uscita, si ferma e si volta appena, quel poco per guardarmi con la coda dell’occhio.

<< Dovresti smettere di pensarci. >> dice, serissima.

<< A cosa? >> le chiedo, anche se so perfettamente che ha capito tutto.

<< Al passato. >> mi risponde, risoluta, girandosi completamente verso di me.

<< Non posso farci niente. È come se dovessi pensarci almeno una volta al giorno. >>

Blaze sospira e, subito dopo, scuote la testa rivolta verso il basso.

<< Dici sempre che bisogna guardare avanti, che dobbiamo pensare al nostro futuro … E poi? Sei la prima a deprimerti. >> dice, guardandomi negli occhi. << Non dovresti comportarti così. >>

<< Ero in pensiero per te, prima. >> le confesso.

<< Non cambiare argomento, Amy. >>

Mi avvicino a lei, che non si muove di un millimetro.

<< Blaze, so che c’è qualcosa che non va in te. >>

I suoi occhi diventano due piccole fessure, le sue sopracciglia si aggrottano e le sue labbra si contraggono.

<< Io sto benissimo. Sei tu quella che deve migliorare moralmente. >>

Se ne va, in silenzio, facendomi capire che la conversazione è finita qui e che non ha intenzione di riaprirla.

“Ti sbagli, Blaze. Sei tu a nascondere qualcosa.”

Ed io scoprirò cosa, non importa quanto tempo ci vorrà.

***

Suona la campanella che, ogni giorno, mette fine alla pausa pranzo e invita gli studenti a tornare nelle classi per partecipare ai corsi pomeridiani. Ma non ho voglia di andare a lezione di musica. Ho mangiato da sola, oggi, con i miei due sandwich a base di tonno e insalata con un po’ di maionese e, da bere, l’acqua minerale in una bottiglina che porto sempre con me. Su mia richiesta, Cosmo ha convinto Cream, Rouge e Sticks a non venirmi a cercare, mentre ho gentilmente rifiutato l’invito a pranzo di Helen e Chris che, fortunatamente, non hanno chiesto spiegazioni, dato che li ho liquidati con un “Devo ripetere degli appunti che ha dettato Eggman qualche lezione fa”; non sono ancora riuscita ad incontrare Wave, mentre di Blaze non ho notizie, ma immagino che sia ancora un po’ … Come dire … Delusa, ecco, dal mio comportamento di stamattina.

Sospiro e tengo lo sguardo puntato sui piedi: sto deludendo un po’ tutti in questi giorni. Non so cosa mi stia prendendo e non riesco a controllare bene le mie emozioni. Chissà perché? Spero di riuscire a trovare una risposta il più velocemente possibile, in modo da tornare a concentrarmi sulla scuola e sulla mia vita sociale.

Proprio mentre sto per alzarmi e andare da Eggman – non sia mai che mi mettesse una nota in condotta – si avvicina Tails, titubante e rosso in viso, così decido di rimanere seduta dove sto.

<< H-Hey Amy … >> mi saluta, accompagnato da un piccolo cenno della mano.

<< Hey Tails. >> rispondo mostrandogli un sorriso.

Lui mi fissa attentamente, poi mi rivolge uno sguardo stranito: capisco che, più di un sorriso, ho dato vita ad una smorfia.

<< Come mai sei qui? >> mi chiede mettendosi a sedere di fianco a me.

<< Potrei farti la stessa domanda. >> gli rispondo scostandomi di qualche centimetro, per fargli capire che può mettersi comodo e rilassarsi.

<< Be’ … Stavamo pranzando tutti insieme e tu non c’eri. Le r-ragazze hanno detto che eri impegnata a fare qualcosa e-e-e così … >> abbassa lo sguardo << Ti ho vista qui e sono venuto pensando che ti servisse qualcosa … Ma è stato un caso averti vista! >>

Si è agitato di nuovo.

<< Okay. >> gli rispondo, cercando di farlo calmare.

<< Okay. >> ripete, facendo un respiro profondo, per poi stare in silenzio.

Passa circa un minuto, interrotto solo dalle chiacchiere degli altri studenti in lontananza.

<< Senti … >> inizia lui ed io lo ringrazio mentalmente, dato che questo silenzio stava iniziando a diventare pesante.

<< So che hai avuto una piccola discussione con Sonic … >> dice, vago, ed io perdo un battito. << Be’, non dare troppo peso a quello che dice. Sai, la popolarità delle volte gli da alla testa … Lui è … Come dire … Un … >>

<< Un pallone gonfiato. >>

Lui mi guarda con perplessità per alcuni secondi, poi inizia a ridere, facendo crescere man mano l’intensità della risata, così tanto da coinvolgermi.

<< Sì, un pallone gonfiato! >> dice dopo essersi calmato e asciugatosi una piccola lacrima all’angolo di un occhio.

<< Proprio perché è un pallone gonfiato, non dargli troppa retta, tanto farà sempre come gli dice la testa, anche se dovesse prendere la decisione più sbagliata che ci sia. >> continua il discorso, tornando serio. << Lascialo perdere, perché poi si renderà conto da solo di quello che ha fatto. Te lo dico io, che sono il suo migliore amico. >>

Mi fa l’occhiolino, come a volermi rassicurare ma, ormai, quelle nove parole si sono ripetute nella mia mente già una decina di volte: “Poi si renderà conto di quello che ha fatto” … Ma fino a che punto se ne renderà conto? E in quali campi? Se prima avevo decine di domande in testa, ora ne ho una centinaia.

<< Tails? >> lo chiamo, anche se era concentrato sui miei occhi persi nel vuoto già da prima. << Come fai a sapere che abbiamo avuto quella discussione? Te l’ha detto lui? >>

Contro ogni mia aspettativa, lui fa una risata.

<< Figurati, Sonic parla solo di sport, musica e cavolate varie. >>

Poi sorride. << Me l’ha detto Cosmo. >>

Commento con un’esclamazione qualunque, poi ci alziamo per andare insieme a lezione. Come un fulmine a ciel sereno, mi assale un dubbio.

“Ma come faceva Cosmo a saper-- … Ah, Rouge, certo …”

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Ehm … Ciao, gente con le motoseghe e le accette puntate su di me! ^^’

*si guarda intorno in cerca di una via di fuga ma la folla inferocita la circonda*

Allora, posso spiegare il motivo della mia assenza! Innanzitutto, essendo ricominciato in pieno il periodo scolastico, non so perché, i prof si stanno accanendo su di me come le formiche su un pic-nic eeee … Sapete, ho scritto la lista dei classici buoni propositi a cui non dovrò rimanere fedele. Lo giuro sul tasto CTRL della mia tastiera!

CTRL: Ma cosa ti ho fatto di male T.T

Hehehe … *risatina nervosa con tanto di gocciolone dietro la testa*

Non credo che passerà molto tempo prima del prossimo aggiornamento (le ultime parole famose) quindi … Sotto con le recensioni e giù quei forconi!

(Ho fatto la rima yeeeeah)

See Soon Everyone!!

Channy

 

PS

Vi piace il Tails random? X’D

  
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