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Autore: tanjess    02/11/2016    1 recensioni
Non importa quanto ci vorrà, io ti ritroverò, e quando lo farò, saremo una cosa sola.. Avremo il nostro lieto fine. Non dimenticarti mai quanto sei speciale. Sei il più bello e raro dei fiori Regina... Solo io ti poso rendere felice, tu lo sai, devi solo farmi entrare nella tua vita… Ancora una volta..-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci. Sembra proprio che Regina non riesca a controllarsi, più vorrebbe riuscire ad ascoltare la sua ragione e allontanarsi da Emma più il suo cuore la porta da lei. Periamo che le cose riescano ad andare bene fra di loro perchè Malefica si sta dando da fare per intralciare il loro amore. Comunque vi auguro una bupona lettura. Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate. Vi lascio come sempre il link della canzone, per lasciarvi trasportare dalla magia del momento :)
Link:
https://www.youtube.com/watch?v=g2uPvxykFDM

Le due donne arrivate in macchina parlarono tranquillamente, come se fosse una cosa abituale, una cosa che facevano tutti i giorni. Regina si sentiva felice, il tempo che passava con Emma sembrava volare e lei ne voleva sempre di più. –Lo sa adesso so il suo nome a metà, mi manca ancora il suo cognome da sapere.- Le disse Regina.
–Se è per questo anche io non conosco il suo.- Controbatté Emma
-Un cognome per un cognome?.- Le propose lei.
-Questa volta comincia lei.- Puntualizzò subito Regina ed Emma scoppiò in una fragorosa risata. –Swan. Il mio nome è Emma Swan. Tocca a lei.-
-Il mio è Regina Milss.- Le rispose contenta del piccolo particolare in più di cui era venuta a conoscenza sulla donna di fianco a lei. Cominciava ad essere dipendente dalla sua presenza, la voglia di sapere di più su di lei cresceva, si faceva sempre più forte e questo infondo le dava di che preoccuparsi. Il breve viaggio continuò con loro che non smettevano un attimo di parlare, come se dovessero sfruttare al meglio ogni secondo che avevano a disposizione per potersi conoscere meglio. Arrivarono a destinazione. Scesero dalla macchina e si diressero verso l’entrata del bar. –E così, quando poi ha scoperto che ero lo sceriffo è sbiancato di colpo. Da quel giorno ci ha pensato due volte prima di molestare una donna.- Le disse ridendo serenamente aprendo la porta. –Si ci credo bene. Per fortuna che lo ha messo al suo posto- Rispose, sorridendole. Entrando nel locale il gruppo di persone che era già al suo interno si girò a guardarle, quasi increduli nel vederle insieme. Regina notò che l’aria che aleggiava all’interno del locale era molto diversa da come la ricordava. La prima volta che vi era entrata era pieno di musica, balli e allegria. Ora invece era piena di gente con il muso lungo, non c’era la musica e il locale sembrava per metà sotto sopra, come se fosse passato un uragano.
–Coraggio entri.- Le disse Emma facendo finta di niente. Cercò di mandare un segnale ai suoi compagni per fargli capire di fare come se nulla fosse e gli altri, recepito il messaggio, ripresero a pulire. Granny andò a mettere un po’ di musica alla radio e l’atmosfera si fece più leggera. –Venga, ci sediamo qui.-
-Un tavolo a caso.-
-Già-
Il tavolo su cui si stavano andando a sedere era lo stesso su cui erano sedute al loro primo incontro. A Regina tornarono in mente le scene di quella insolita giornata, in modo particolare si soffermò su il momento del ballo. Non voleva ammetterlo ma quel gesto aveva lasciato un segno profondo dentro di lei. –Ma cosa è successo qui dentro?- Chiese Regina riferendosi alla confusione che gli altri stavano cercando di sistemare. –Oh niente di che, ogni tanto avvengono delle zuffe amichevoli, solo che speso si lasciano trasportare un po’ troppo–
-Mhh capisco- Disse inarcando un sopracciglio contrariata.
-Posso ordinarle un sidro di mele?- Quella domanda portò Regina ad arrossire e a sorridere come una ragazzina. Emma fu contagiata dal suo sorriso imbarazzato tanto che sorrise anche lei. –Si lo gradirei molto grazie.-
-Granny ci porti un sidro di mele? E per me il solito, grazie.- Urlò Emma alla donna con il grembiule intenta a ripulire dietro il banco.
-In cosa consisterebbe il solito per lei ?- Domandò Regina curiosa, bramosa di saperne di più su quella donna che per lei, rimaneva ancora un gran mistero.
-Caffe alla cannella.-
-Cannella?- Domandò con faccia disgustata.
-Si, la adoro. La metterei praticamente ovunque!.-
-Io la odio.-
-Come io odio il sidro di mele.-
-Lo a almeno mai assaggiato?-
-E lei invece?- Le chiese Emma rigirandogli la domanda. Le due scoppiarono a ridere. Tutti gli altri nel locale si giravano a guardarle di tanto in tanto. A David e Mary Margaret gli si scaldò il cuore nel vederle così complici e felici insieme. Per un momento sembrò come se tutto fosse tornato normale.
-Allora siamo alla pari.- Disse Regina.
-Così pare..-  Le rispose Emma. I suo occhi si fecero leggermente più piccoli mentre la guardava accennando un sorriso. Regina cominciò ad agitarsi sulla sedia. Ogni volta che la guardava più profondamente le si formava un nodo allo stomaco che non le dava pace.
-Vuole scusarmi un momento?-
-Certo.- Emma si alzò e si diresse verso quello che doveva essere il bagno. Prese a rilassarsi in assenza della bionda per ritrovare un po’ di autocontrollo. “Tutto questo non sarebbe accaduto se le avessi detto di no.”  Regina si rese conto che il locale era tornato a splendere, avevano fatto un ottimo lavoro. Quel gruppo di persone sembrava davvero unito fra loro. Regina avverti una strana nostalgia farsi spazio nel suo cuore. Si sentì molto malinconica, come se un pezzo di lei fosse fra quelle persone che ora bevevano una bibita fresca per riprendersi dalle fatiche di poco prima. La porta si aprì e il campanello suonò. Da li entrò un ragazzino. Regina si sorprese, ma fu felice di vederlo. Era il ragazzino che aveva incontrato al parco insieme a Malefica. Lui non la vide subito, e lei decise di attirare la sua attenzione. –Ciao Henry.- Il ragazzino si immobilizzò, girò lo sguardo e gli occhi gli si illuminarono. – Mam.. Ah, voglio dire, salve.-
Regina sorrise. –Puoi darmi del tu Henry.-
-Grazie.-
-Allora come stai?-
-Io bene, e tu ?-
-Anche io, grazie. Tu vivi qui?-
-Ah si. Invece tu cosa ci fai qui?.- Gli chiese Henry felice di vederla a quel tavolo.
-Beh ho accompagnato lo sceriffo in ospedale, gli si erano riaperti i punti e mi a invitato a bere qualcosa. Quindi eccomi qui.-
-Sei qui con mia madre? E dov’è?- Domandò stupito Henry. Ma sicuramente molto meno di quanto lo era Regina nel sentire quelle parole dal ragazzino. “Sua madre?..”
-
Lo.. Lo sceriffo è tua madre? Ho capito bene? Emma Swan?.-
- S-si..- Proprio in quel momento Emma tornò da loro e si affiancò ad Henry.
-Hey ragazzino, che ci fai qui pensavo fossi a scuola.-
-Ci hanno fatto uscire un ora prima perché l’insegnante di storia è malata.-
-Ha ho capito.-
-Questo è suo figlio?- Le chiese Regina in attesa di spiegazione, come se glie ne fossero dovute.
-Oh si. Non c’è stata occasione di parlarne, le presento..-
-Non c’è bisogno mamma, io E Regina ci conosciamo già.- La interruppe Henry.
-Oh, e come?-
-Ci siamo conosciuti al parco.- Disse Regina rivolta a Emma in tono più freddo. “Allora è sposata! Mi ha mentito!.... Ok no calma, non ha senso. Magari sono separati e giustamente mi ha detto che non ci stava insieme… o forse..”
-Bene. Ragazzino, perché non vai a salutare i nonni?.-
-Si certo.- Herny si alzò e si rivolse a Regina. – A dopo- E andò verso il tavolo dove erano sedute le persone che poco prima avevano pulito il locale. Nel frattempo portarono le loro ordinazioni. Ci fu un attimo di silenzio fra di loro. D’improvviso c’era un aria fredda, quasi glaciale da parte di Regina. Bevvero in silenzio dalle rispettive tazze.
-Le chiedo scusa se l’ha importunata.- Disse Emma cercando di aprire un argomento sentendo la distanza di Regina
-No affatto. E’ un ragazzino in gamba.-
-Si è vero.. Ha preso tutto da sua madre..- Disse Emma. “Ha preso tutto da te..”
-E il padre?..- Chiese infastidita Regina. “ Ma che?! Non ti interessa!”
-
Il padre di Henry è morto qualche anno fa.-
-Oh.. mi dispiace- Disse in tono sinceramente dispiaciuto. “Era tutto vero allora.” Pensò felice all’idea che Emma non le avesse detto una bugia.
-Non fa niente ormai è passato molto tempo.- Regina guardò in direzione dl tavolo dove si era andato a sedere Henry ma lui non c’era più, probabilmente era andato al bagno.
-Le chiedo scusa ma adesso devo andare, ho un appuntamento molto importante.-
-Certo, non voglio farle far tardi.- Si alzarono insieme e prima che Regina potesse andarsene Henry la fermò. –Regina?-
-Si?-  Regina puntò il suo sguardo in fondo alla sala dove era Henry che a grandi passi si dirigeva verso di lei.
-Domani qui ci sarà una festa, di tanto in tanto ne organizziamo una per scacciare via i brutti pensieri e svagarci. Perché non vieni anche tu? Sarebbe divertente.- Regina sorrise. –Ah non lo so .-
-Henry, magari ha già altri impegni, sarà per la prossima volta, glie lo diremo un po’ prima magari.- Regina lesse il dispiacere negli occhi del ragazzo. “Beh, non mi scosta nulla far felice Henry. Domani Malefica non ci sarà quindi potrei anche venire qui e stare in sua compagnia invece di star sola.. lo fai per far felice Henry o per la compagnia di Emma?... Basta devo smetterla di parlare da sola”
-Va ben..-
Stava per dire Henry
-Ci sarò molto volentieri.- Rispose Regina  con gran sorpresa e felicita di Henry ed Emma
-Bene! Allora ci vediamo domani.- Disse entusiasta Henry, e si allontanò andando a sedersi a un tavolo.
–Va bene, allora a domani, Signorina Swan-
-Signorina Swan..?- Ripeté Emma in tono più dolce. Il petto le si riscaldò nel sentire quelle parole. “E bello sentirmi chiamare così da te..” –Però, mi piace.- Disse Emma corrugando la fronte con aria divertita. –Piace anche me.. come suona.- Chiarì subito Regina. Emma fece un sorriso a trentadue denti. –A domani, Regina.-
-A domani Emma.- Oltrepassò la porta e andò alla sua macchina.
12:30
-Kat sono in viaggio, dove ci vediamo- Regina chiamò Kathryn per sapere dove doversi dirigere.
-In viaggio?, perché da dove vieni scusa?-
-Lascia perdere, allora dove ci vediamo?-
-Io sono al solito ristorante davanti a casa tua.-
-Va bene aspettami, ti sto raggiungendo.- Chiuse il telefono e premette l’acceleratore.
Ma perché devo andare a impelagarmi in questa storia?! Io devo essere uscita di senno! Invece di stare lontano da quella donna finisco per avvicinarmici sempre di più.” Regina non si dava pace, il suo era un tormento continuo. Il telefono squillò. Lo prese e rispose.
-Pronto?-
-Tesoro, dove sei?-
-Mal.. Ah sono in macchina sto andando a pranzare con Kathryn, ricordi? Avevo appuntamento con lei.-
-Si lo so, la vedo seduta al tavolo del ristorante qui davanti. Ma tu dove sei?-
Non poteva certo mentirle. “Perché dovrei farlo poi?!” –Sono appena rientrata a Portland, ero andata a Storybrook per ridare la giacca allo sceriffo.- Disse cauta, timorosa di poter suscitare la gelosa della moglie.
-Capisco, l’hai trovata?.-
-Si..- Regina stava valutando l’idea se dire o meno a Malefica della serata che avrebbe passato in sua compagnia l’indomani.
-Bene, e come stava?- Le chiese con naturalezza Malefica.
-Bene.- Regina sentiva che, anche se cercava di non darlo a sentire, la moglie era irritata. Così cercò di spostare l’attenzione su qualcun altro.
-Sai ho incontrato Henry, il ragazzino che abbiamo incontrato al parco.-
-Oh, ma che bello . Ti ha riconosciuta?-
-Si si, Abbiamo parlato un po’. E ho scoperto che è il figlio dello sceriffo Swan.- Regina si maledisse subito per aver detto quel particolare in più.
-Ma che combinazione, quando si dice che il mondo è piccolo, no?-
-Gia..- Regina si intenerì difronte all’ormai evidente gelosia di Malefica. –Tu non hai nulla di cui preoccuparti, lo sai?- Disse in tono convinto, ma in realtà nemmeno lei credeva minimamente alle parole che aveva pronunciato.
-Lo so, ma non smetterò MAI di guardarmi bene da chi ti circonda.- Malefica marcò la parola mai, in modo molto duro. –Lo so..- rispose Regina quasi triste a quel pensiero.
-Per caso non ti fa piacere?- Le chiese subito Malefica.
–Certo che si lo sai!.- Si affrettò a rispondere Regina -Ora devo salutarti, sono arrivata.-
-Si ti vedo. Fammi uno squillo o mandami un messaggio quando finite.-
-Si, tu fa lo stesso per quando te ne vai.-
-Va bene. A dopo. Ti amo!-
-Anche io, ciao.- Regina chiuse il telefono. Scese e entrò nel ristorante. Le parole di malefica l’avevano messa in agitazione. “Ha ragione a preoccuparsi, io stessa sono totalmente preoccupata e confusa per gli ultimi avvenimenti. Dovrei fare un po’ di chiarezza… Ma che dico?! Mi dovrei proprio ascoltare! Insomma io e Mal stiamo cercando di avere un figlio.. Ho preso quella strana medicina per lei..” Vide Kathryn seduta a un tavolo al centro della grande sala da pranzo e le andò incontro. –Ciao-
-Hey finalmente, sai che mi devi delle spiegazioni si?.-
-Forse dopo ora concentriamoci sul lavoro.-
-Vaaa beeene, ma sappi che non te la scampi così facilmente.- Le disse facendole l’occhiolino. Ordinarono velocemente e Kathryn tirò fuori il “mattone” contenente ogni dettaglio delle varie costruzioni. –Allora da dove vogliamo cominciare?-
-Direi di iniziare da quello più semplice, che deduco sia lo spazio riservato all’orto.-
-Perfetto. Allora, nulla di complicato, vuole l’area circoscritta da una rete abbastanza resistente da tenere lontani gli animali selvatici con ovviamente una porticina da cui poter accedere, e vorrebbe costruito un piccolo deposito in cui poter tenere tutti gli attrezzi necessari, quindi potremmo piazzarlo qui, credo sia il punto migliore..- Kat tirò fuori una piccola mappa del terreno e puntò il dito verso l’area di cui stava parlando. Regina cercava di stare attenta il più possibile anche se le risultava difficile dato che, due donne e moltissimi dubbi e curiosità, le si presentavano a ogni due parole dette dall’amica. “voglio un figlio da te Regina” –l’unica cosa complicata che c’è in questo settore è che vorrebbe una cupola telecomandata, in modo che se ci dovessero essere delle piogge violente il raccolto on si possa rovinare-
-Beh bisogna vedere se è possibile. Sei certa che abbia abbastanza fondi. Tutte queste richieste costeranno un capitale, più che altro per i materiali sofisticati che richiede.
-Tranquilla, non è un problema, glie l’ho già detto e beh, è ben equipaggiato.-
-Ok..-
-Andiamo avanti. Le stalle, allora come già ti avevo accennato dovranno esserci quattro scompartimenti al suo interno, per ospitare i quattro cavalli, ovviamente anche li ci vuole una stanza da usare come deposito e vuole un punto sempre all’interno che funga da bagno, in modo da poterli lavare. Vuole installato anche una sotto specie di phon a posta per loro, in modo da sciugarli in fretta, non chiedermi dove lo troveremo perché non ne ho idea, spero infatti lo sappia tu..- “Henry è mio figlio.. suo padre è morto qualche anno fa”
-
Ah si, vedrò con le mi vecchie conoscenze cosa posso fare-
-Bene, meno male. All’esterno il campo dovrà essere completamente liscio per evitare che i cavalli si facciano male quindi dovranno essere tolti tutti i sassi. Ci sarà un gran bel lavoro da fare. Vuole un grande recinto circolare per poter addestrare i cavalli e un are libera piena di erba dove poterli lasciare liberi, ovviamente sempre delimitata dal recinto e..-  “ti amo Regina” Le parole di Malefica e di Emma le tornavano alla mente senza che lei lo volesse… “Forse la stessa che lei trasmette a me..” Regina si portò una mano alla testa. Kathryn si interruppe. –Regina tutto ok?-
-Si continua pure.-
-Ti vedo distratta.- Vuoi fermarti?-
-No no, preferisco continuare, il cliente certo non può aspettare noi.-
-D’accordo. Ti dicevo che infine gli edifici saranno principalmente tre, le posizioni dice che non gli interessano, possiamo farli dove e come li riteniamo più opportuni, l’importante è che siano in regola e che siano sicuri. I materiali per tutto dice che possiamo selezionarli noi, li porteremo alla sua attenzione e poi sceglierà. Mi ha detto esplicitamente che per ogni problema, cambiamento o decisione, che debba essere presa o cambiata vuole essere messo subito al corrente. Insomma parteciperà attivamente a tutto.-
-Beh ci mancherebbe altro, il lavoro lo facciamo per lui-
-Lei-
-Come?-
-E’ una lei.-
-Ah.- Non seppe perché ma subito pensò che potesse essere Emma. Il suo pensiero doveva essere palese perché Kethryn la smontò subito. –No, non è la tua bionda, ovvero è una ragazza bionda, ma è molto più femminile, veste molto elegante e porta una treccia.-
-Primo non è la mia bionda! E secondo io non ho detto niente.-
-No ma lo hai pensato, te l’ho si legge negli occhi.-
-Davvero?- Chiese Regina seria. Kathryn si limitò ad annuire con la testa. –Ci credo che Malefica sia preoccupata!- Disse furiosa con se stessa. –Oooook, mi vuoi spiegare che succede? Tanto che continuiamo a parlare di lavoro e tu non sei presente non concludiamo niente. Sputa fuori il rospo.- Regina si buttò con la schiena sullo schienale della sedia, e sbuffò poco elegantemente per il posto in cui erano. –Sto impazzendo! – Regina esplose di colpo -Malefica è gelosa e questo perché io sono una stupida! Mi sto lasciando trasportare da una donna che è sbucata dal nulla. Insomma, prima d’ora non mi era mai capitato di andare oltre Portland, neanche conoscevo il nome di quella stramaledetta città! E ora tutto insieme spunta fuori lo sceriffo, e quel ragazzino, che sembrano volermi vicina e sai qual è il problema è che anche io lo voglio!! Non riesco a reprimere il desiderio di passare il tempo con loro!- Disse tutto d’un fiato, poi si ammutò.
-Wow.. Direi che tu sei parecchio confusa amica mia.-
-Io vorrei solo dedicarmi a Malefica e alla nostra vita. Avevo pensato di troncare definitivamente questo sottospecie di rapporto, prima che potesse continuare, ma non ce l’ho fatta. L’idea di non rivederla mi ha spezzato il cuore, mi sono sentita male. Non riesco a rinunciare a lei..- Regina si passo una mano fra i capelli.
-Ma questa..-
-Emma.-
-Emma, è sposata, impegnata?.-
-No a quanto so no, ha Henry e basta, il padre del ragazzo è morto e che io sappia è sola.-
-Bene. Perché allora non ti prendi una bella pasa con Malefica, potresti anche provare a frequentare per un po’ questa donna e vedere come va.-
-assolutamente no!- Disse categoricamente. –Non rinuncerò a malefica!-
-Beh non puoi continuare così.-
-Beh io fin ora non ho fatto nulla di male, potrei semplicemente instaurare un buon rapporto di amicizia..- Azzardò a dire Regina.
-Amicizia? Dico, ma ti sei guardata? Sembri un adolescente alla prima cotta. Non è amicizia, tu ti sei invaghita di Emma.-
-No, sai cosa c’è non mi interessa. Non porrò fine al mio matrimonio per una questione di così poco conto.-
-Chiamala di poco conto. Non puoi tenere il piede in due scarpe non è giusto per loro e per te.-
-Non tengo il piede da nessuna parte! Io sto con Malefica. Emma è solo un’amica!.-
-Sssiii! Stai cercando di convincere me o te?.- Disse Kathryn alzando un sopracciglio.
In quel momento il telefono di Regina vibrò. Era un messaggio. “sto tornando in ufficio, se non sono tornata per le 20 non mi aspettare sveglia. Un bacio. Ti amo!”
 –Forse mi sento solo sola e quindi questo desiderio di avere qualcuno accanto mi spinge a credere che Emma per me sia fondamentale quando in realtà non lo è..-
-Ci vuoi credere fermamente vero?-
-Andiamo aiutami, si realistica!-
-Ok, diciamo anche che potrebbe essere solo questo, una volta appurato, che cosa cambia?-
-Cambia, vuol dire che è una cosa passeggera, dovuta all’assenza di Malefica, quindi significa che semplicemente sento la sua mancanza, che amo lei!-
-Spero che tu possa trovare il modo di fare chiarezza. L’importante è che, con Malefica o con Emma, tu sia veramente felice.-
-In questo momento non so più quale sia la mia felicità.- Regina asserii.
-Senti, che ne dici di cercare di mettere tutto da parte? Ci proviamo? Parliamo solo io e te. Delle cose più stupide. Non esiste ne Emma ne Malefica. Solo due amiche pazze, come noi.-
-Sembra facile a dirsi.- Disse sconsolata Regina.
-Provaci, accontentami.- Regina annuì e Kathry cominciò a raccontargli di alcuni momenti divertenti che aveva vissuto al suo ultimo appuntamento “romantico”. Per fortuna in qualche modo, Regina riuscì a concentrarsi solo sui racconti di Kathryn, anche se il pensiero di Emma Swan, non la abbandonò mai del tutto.

14:40
Emma e i suoi erano ancora seduti al tavolo del bar, avevano mangiato e parlato di quanto accaduto poco prima con Regina, Emma era entusiasta, si vedeva da lontano. Ma purtroppo per lei un nano in particolare aveva sempre avuto un tatto particolare. Infatti Brontolo prese parola interrompendo l’allegria di tutti. –Allora dolcezza, cosa facciamo?-
-Brontolo? Ma non puoi goderti due minuti di serenità?!- Gli disse Ruby, esasperata quanto il resto del gruppo, mentre serviva il dolce. –No se ciò che aspetta richiede molto, molto tempo!-
-Tranquilla Ruby. Ad ogni modo ancora non lo so. Devo prima sapere una cosa e poi allora deciderò il da farsi.-
-Nel frattempo cosa facciamo?- Gli chiese Elsa.
-Nulla, ci godiamo le giornate così come vengono, come abbiamo sempre fatto. Tu continua a occuparti del progetto con Kathryn, tienila tu aggiornata delle novità, e di ogni cosa si decida qui. Va tenuta informata dato che non è sicuro che venga fino a qua e si faccia vedere con noi.-
-Va bene-
-Ruby tu dopo vai da belle giusto?-
-Si perché?-
Emma si alzò e andò a parlare a Ruby in disparte. –Ci sono novità di Tremotino?-
-No, Belle è molto scoraggiata. Quando siamo tornate nella valle incantata abbiamo cercato informazioni, non so a quanti abbiamo chiesto di lui ma nessuno sembra averlo visto.-
-E’ impossibile. Insomma deve pur essere da qualche parte.-
-Hey tranquilla, lo troveremo, lo hai trasformato in un eroe, sa badare a se stesso ora. Ovunque sia e in qualsiasi guaio si trovi sono certa che sta bene e in qualche modo lo ritroveremo. Cerchiamo di non farci scoraggiare e di affrontare un problema per volta.-
-Si hai ragione è che tutte queste situazioni mi danno alla testa.-
-Dai fatti forza. Sei tu che devi guidarci.- Le offrì un sorriso sincero e tornò al banco. Emma tornò al tavolo, si sistemò alla sedia e si rivolse a Henry. –Ragazzino dimmi una cosa, l’incontro fra te e Regina è stato casuale o hai messo lo zampino.-
-No io non centro niente, è stato casuale.-
-Henry sai di non poter mentire.-
-Beh diciamo che sono stato io a proporre di andare in quel parco, che casualmente è vicino a casa loro. Ma non sapevo che ci sarebbero venute, quindi si può dire che è stato un caso effettivo al 70%-
-Oh addirittura.-
-Già-
-Va bene ragazzino, ma non forzare le cose. Come vedi vengono da sole. Se rischiamo dii andare troppo oltre..-
-Si lo so già, grazie.- Henry si alzò – Vado, Violet mi sta aspettando- Disse in tono un po’ scorbutico. E se ne andò.
-Cosa ho detto di sbagliato?- chiese esasperata.
-Nulla, solo che non devi dimenticare che anche Henry ha vissuto tutto questo insieme a noi. E per lui è più difficile. Vorrebbe avere un contatto con sua madre e non può.- Le spiegò Mary Margaret.
-lo so, mi preoccupo per lui, non vorrei che andasse storto qualcosa e che si sentisse in colpa. Conosco troppo bene la sensazione e non voglio che accada anche a lui.-
-Sta tranquilla, adesso è frustrato, lascia che gli sbollisca.-
-Va bene. Vado anche io. Ho un giro di ricognizione. Date un bacio al piccolo Neal appena lo andate a prendere.-
-Si certo, a dopo- Disse David. Emma se ne andò con in testa solo una persona, Regina.

15:30
Emma era a bordo del maggiolino che girava per le strade di Storybrook per il solito giro di ricognizione.  Quando all’improvviso, qualcosa la spinse a cambiare direzione. Si inoltrò nella foresta verso la cripta di Regina. Emma non seppe spiegarselo, ma sentiva che c’era qualcosa di strano. E aveva ragione. Arrivata li difronte, vide un donna dai capelli lunghi scuri aggirarsi intorno ad essa. Emma non perse tempo scattò fuori dalla macchina, impugnò la pistola e andò verso di lei –Ferma! Sono lo sceriffo, tu chi sei? Che ci fai qui?-
La giovane donna si voltò ed Emma corrugò la fronte. –Lily? Che ci fai qui?!-
-Nula, facevo un giro e mi sono imbattuta in questa cripta.-
-Dimmi la verità! Sai benissimo che questa cripta è di Regina! Perché sei qui? Che cosa cerchi?-
-Nulla che ti interessi Emma-
-Ti ha mandato Malefica non è vero?- Lily fece qualche passo verso di lei. Emma abbassò l’arma reputando di non averne bisogno.
-Sai Emma, dovresti smetterla. Regina non ti ama più e presto, non avrà neanche più tempo per guardarti o stare ai tuoi giochetti- Disse avvicinandosi sempre di più fino ad essere a un passo da lei. Erano vicinissime. Lily si sporse e avvicinò le sue labbra all’orecchio di Emma. Le parlò in tono più sensuale. –Sai c’è chi farebbe i salti mortali per te, potrei dati molto più di quello che può offrirti lei.- Emma rimase impassibile e le rispose con tranquillità. –Ti sbagli. Lei mi ha gia dato più di quello che chiunque altro avrebbe mai potuto dare per me. Lei mi ha dato la sua vita.-
-Appunto, ti sei risposta da sola. Ti ha gia dato la vita una volta, cosa pensi che ti possa dare di più? Credi che lo ripeterebbe? Io non credo- Continuò cercando di persuaderla, con tono sempre basso. Le posò le mani sui fianchi e avvicinò il suo corpo al suo.
-Emma è ora di voltare pagina. Potrete solo soffrire insieme. Non è questo che voglio e immagino che non lo vorrebbe neanche Regina. Se ti ha dato un'altra possibilità, forse sarebbe il caso che tu la sfruttassi.- Lily stava per avvicinare le sue labbra a quelle di Emma, ma lei girò la testa. –Lei mi ha dato una seconda possibilità, e non ho intenzione di sprecarla. Voglio rimediare ai miei errori, e se non sarà possibile stare insieme, vorrà dire che darò la vita per lei, per far si che lei ed Henry si ricongiungano veramente!- Disse minacciosa. –E ora, toglimi le mani di dosso Lily, non sono le tue che voglio sentire accarezzare il mio corpo.- Concluse freddamente. Lily obbedì, fece qualche passo indietro e rise malignamente. –Mi dispiace per te Emma, potevi avere una possibilità con me, ma così hai dimostrato solo quanto tu sia stupida. Ma voglio poterti lasciare una porta aperta. Perciò vieni pure a cercarmi, se mai cambiassi idea.- Lily si tramutò in drago e volò in alto nel cielo, scomparendo alla vista di Emma. “Che cosa era venuta a fare qui? Cosa cercava?-  Emma corse dentro alla cripta, scese le scale, e cominciò a guardare accuratamente in ogni angolo per vedere cosa potesse mancare. A un primo sguardo sembrava tutto al suo posto, ma era difficile per lei stabilirò con certezza, solo Regina conosceva ogni angolo, ogni oggetto, magico e non , che si celava in quel posto. Quindi il suo giudizio sarebbe stato sempre discutibile. Girò intorno per un po’ ma non vide nulla che potesse essere stato spostato. Se Lily aveva preso qualcosa sicuramente sapeva con certezza dove cercarlo.
Emma si arrese, continuare a guardare quegli oggetti era inutile se non riusciva a capire cosa potesse mancare. Si fermò qualche attimo a guardare quel posto, le venne in mente di quante volte Regina si fosse rintanata qui quando era triste, frustrata, o arrabbiata con lei. “Chissà dov’è che ti vai a rifugiare ora quando vuoi stare sola..” Si perché quello era sempre stato il suo rifugio, il suo posto sicuro. E ora vederlo vuoto, vederlo trascurato le faceva sentire quel vuoto che Regina aveva lasciato, sia dentro che intorno a lei. Ritornare li senza di lei, non era più la stessa cosa.. Ogni angolo di quel posto le faceva venire in mente un immagine diversa di Regina.. Rivide Regina che si muoveva là in mezzo… Regina intenta a preparare una pozione, o a sfogliare il libro delle favole seduta sullo sgabello. Regina seduta a terra disperata per le cose andate male.. I suoi occhi, poi, si soffermarono sul suo specchio e rivide una Regina frustrata e impaurita davanti ad esso… Ripensò al bacio che si scambiarono davanti a quello stesso specchio, fu un bacio dolce tenero…
Che Emma le aveva quasi rubato…

(*)-Che cosa ci fai qui? Credevo di essere stata chiara! Voglio stare sola!-
-Oh andiamo Regina, lo so ho sbagliato, ho fatto un errore madornale ma non l’ho fatto per ferirti. Io non sapevo chi era, l’ho vista li e sapendo che sarebbe morta ho agito di impulso.- Cercò di spiegare Emma.
-E’ questo il problema Emma- Sbottò Regina. –Tu agisci sempre di impulso non pensi mai alle cose e ancora una volta sono io quella che ci rimette!- Disse Regina infuriata. In quel momento avrebbe voluto incenerirla.
-Possiamo ancora rimediare.. Ti aiuterò te lo prometto.- Le disse con tono più calmo.
-Lasciami stare, va via Emma.- Il tono di Regina era un tono stanco.
-No, non posso andarmene lasciandoti così.- Emma si avvicinò a lei.
-Che cosa vuoi, ancora?- Le chiese scuotendo la testa guardandola negli occhi.
-Quello che sento vuoi anche tu..- Emma si fermò davanti a lei, inchiodando i suoi occhi dentro quelli di Regina. Poteva leggervi tutta la tristezza e lo sconforto che sentiva e che cercava di nascondere. Ma c’era anche molto altro.
-Ma di che parli?- Cercò di fingere di non sapere a cosa si riferisse.
-Non fingere con me Regina. Dobbiamo smetterla e accettare le cose per quello che sono..- Aumentò il tono della voce, si fece più decisa. -Tu non sei arrabbiata per aver perso Robin, sei arrabbiata perché questo non ti d’ha la possibilità di evitare di pensarmi e di negare i tuoi veri sentimenti. – Regina a quelle parole assottigliò lo sguardo, si fece minacciosa. Scosse la testa -Tu stai delirando Swan!- Rispose sorridendo ironica e alzando il tono della voce.
-Forse, magari questo mio delirio è la voce della ragione.- Rispose sorridendo
- Vuoi forse negare di essere contenta che io sia qui? Vuoi negare il fatto che ogni volta che siamo vicine il cuore ti batta all’impazzata o che i tuoi occhi brillino? So che è così, e non capisco, perché continui a negarlo, perché non lo accetti e basta? Ammettilo, anche a te palpita il cuore ogni volta che siamo insieme, ogni volta che incrociamo l’una lo sguardo dell’altra. Ci accontentiamo di piccoli gesti che ci rendono felici ma che ci lasciano un insoddisfazione dentro.-
-Swan fuori di qui!- Le urlò brutalmente Regina, ma Emma non si fece impressionare. Andò verso di lei spingendola contro lo specchio. Regina fu sorpresa da quel gesto e non ebbe la forza di reagire. Una parte, la parte che cercava di sottomettere ogni qual volta che la salvatrice le era accanto che la guardava con quel suo sguardo magnetico, voleva ciò che stava per accadere . –E’ vero sono impulsiva e ringrazio di esserlo, altrimenti non farei questo.- Le prese il viso fra le mani e le depositò un bacio sulle labbra. Regina avrebbe voluto respingerla, ma non riuscì a farlo. Si perse dentro quel bacio, proibito, odiato, ma desiderato. Da molto tempo soffocava quelli che erano i suoi veri sentimenti verso quella che era la figlia della sua nemica e ora, che avrebbe dovuto rinnegare ancora una volta quei sentimenti, vi si lasciò andare. Si concesse un solo momento di debolezza con Emma. Con colei che l’aveva salvata dall’odio. Emma da parte sua, cercò di assaporare fino in fondo quel magico momento. Finalmente dopo tanto tempo a desiderare un suo bacio, fra gesti, occhiate, e frasi lasciate a metà, aveva trovato il coraggio di prenderselo. E fu grata di avere la certezza che Regina condivideva i suoi stessi sentimenti. Le loro labbra, finalmente congiunte, ora bramavano qualcosa di più. Fu proprio Regina a cercare di trattenerle più a lungo. Entrambe avrebbe voluto che non finisse mai, avrebbero voluto che il tempo si fermasse in quel momento in modo che le loro labbra non avrebbero mai più dovuto separarsi. Emma staccò appena le sue labbra da quelle di Regina. –Grazie..- Pronuncio quelle parole con ancora gli occhi chiusi.
–Per cosa?..- Le chiese in tono soffocato Regina. - Per non avermi scaraventato via..- Appoggiarono le loro fronti, l’una contro l’altra. Regina teneva gli occhi chiusi, strizzandoli, come se ciò che avesse appena fatto fosse l’errore più grande della sua vita.
–Questo, non vuol dire niente… non è mai successo e non succederà mai più!- Disse categorica. Emma sospirò frustrata. –Regina ti prego, accettiamo l’evidenza.-
-Non c’è niente da accettare.- Regina la allontanò.
-Io non ti capisco, Io ti amo! E tu ami me allo stesso modo! Quindi perché non abbattere queste stupide barriere che ti sei imposta?!.. Perché con Robin si e con me no?! Che cosa cambia?!-
-Dimenticalo o dovrò fartelo dimenticare con la forza! Mettiti bene in testa una cosa Swan, tra me e te non ci sarà mai nulla!- Le disse duramente, mentre una lacrima le solcava la guancia. –E adesso vattene..- Emma esitò ancora qualche istante -Fuori!!- Urlò nuovamente Regina. Ed Emma decise di accontentarla.
-Farò come vuoi Regina, ma spero che un giorno, riuscirò a farti cambiare idea, a convincerti che fra noi può funzionare più che con Robin o con chiunque altro. E questo perché io sono il tuo vero amore..- Dicendo questo Emma uscì dalla cripta, lasciando una Regina del tutto distrutta.


Quei ricordi le procuravano un dolore intenso fin nel profondo del cuore, ma le infondevano anche grande speranza, perché le bastava pensare ai passi avanti che avevano fatto da quella notte. Emma era riuscita a far accettare i suoi sentimenti a Regina a Camelot “Devo ringraziare quel ballo..” Forse per il fatto che lei fosse in pericolo e Regina aveva paura di perderla, o forse perché non ce la faceva più a sopprimere i proprio sentimenti, ma fatto stava che Regina aveva ceduto, quindi Emma decise che non si sarebbe arresa, mai. Avrebbe fatto tornare Regina da lei, in un modo o nell’altro. Dopo tutto, lei era la salvatrice.
16:30
Driinn.. Driiin… Il telefono di Malefica squillò mentre era in ufficio intenta a preparare le carte da consegnare al suo capo. Lo aprì e rispose senza neanche guardare chi fosse.
-Pronto?-
-Sono io.-
-Lo hai preso?
-Si era esattamente dove mi avevi detto. Come facevi a saperlo?-
-Adesso questo non importa. Tieniti pronta, stasera vengo a prenderlo, ci vediamo al solito posto.-
-Si, ma dovremo stare attente perché è possibile che ora sarò tenuta sotto controllo?-
-Perché?-
-Ho incontrato Emma alla cripta. Per fortuna ero già uscita ma sicuramente sospetta qualcosa, e probabilmente mi farà seguire.-
-Questo non sarebbe dovuto accadere!-
-Lo so ma non ho potuto farci niente, in ogni caso ho cercato di depistarla, e la cripta è rimasta come l’ho trovata, nessuno potrebbe dire che manca qualcosa. -
-
Va bene ma da adesso dovremo stare più attente. Se sei certa che non ti farai seguire ci incontriamo al solito posto, altrimenti cambiamo punto.-
-No sta tranquilla, non c’è pericolo.-
-
Va bene, allora ci vediamo stasera.- Malefica chiuse la chiamata e si rimise a lavoro.
 
19:40
Regina, dopo il pranzo con Kathryn, si era chiusa in casa imponendosi di concentrarsi sui dati che le aveva lasciato l’amica per poter stilare un piccolo piano di lavoro. Aveva già adocchiato i giusti materiali da usare e il costo complessivo. Ovviamente aveva cercato di equilibrare prezzo e qualità, ma quando le richieste sono ambiziose si può cercare di risparmiare quanto si vuole che i prezzi sono sempre quelli. “Basta, ho lavorato abbastanza per oggi” Si alzò dalla scrivania, si stiracchiò e guardò l’orologio. “Ma sono gia quasi le otto! Il tempo è volato.” Gia, Regina aveva lavorato ininterrottamente per quasi cinque ore e mezzo senza pensare a niente e nessuno. “Lo sapevo, lavorare mi fa bene” Pensò entusiasta. Scese al piano di sotto e si diresse verso la cucina per prepararsi una camomilla. “Non credo che arriverà per l’ora di cena a questo punto, altrimenti mi avrebbe già scritto.” In quel momento si rese conto di non sapere cosa fare. O meglio, lei sapeva benissimo cosa avrebbe voluto fare, ma cercava di scacciare quel pensiero.
Lei aveva voglia di sentire Emma, e avrebbe voluto tanto avere il suo numero di telefono per poterle scrivere. “Dovrei voler scrivere a Malefica, non a lei..” Regina andò a prendere il suo pc, lo mise sul bancone di marmo dell’isolotto della cucina e lo accese. Aprì una cartella su cui c’era scritto “Matrimonio” e non appena vide le foto di lei e Malefica fu pervasa dalla tristezza. Aveva nostalgia di quei momenti in cui non aveva dubbi, ma solo certezze. Momenti in cui esisteva solo Mal e nessun altro. Si alzò per andare a versare l’acqua per la camomilla che bolliva, la versò nella tazza e mise l’infuso dentro. Lo girò e lo fece sciogliere. Tornò a sedersi, prese un sorso dalla tazza e riprese a scorrere le foto sul pc. Il suo occhio puntò su una foto in particolare. C’erano lei e Malefica davanti alla chiesa. Lei era davanti e Mal dietro, le circondava la vita con le braccia e aveva il mento appoggiato alla sua spalla e la guancia attaccata al suo viso. Sorridevano serene. A un certo punto, come in un flashback, sulla foto al posto del viso di Malefica si sovrappose il volto di Emma. Un volto sorridente, che esprimeva una gioia e una felicità assoluta. Chiuse la foto come se fosse spaventata da ciò che aveva appena visto. Chinò la testa e mise le mani fra i capelli. “Che cosa mi prende?..”  A Regina venne un improvviso giramento di testa. “Che dolore.. Ma che mi succede?..”  Regina si alzò a fatica dallo sgabello e a tentoni, appoggiandosi alla parete, arrivò fino alle scale. Un gradino alla volta, rischiando anche di cadere, riuscì ad arrivare alla camera da letto. Si premette la mano destra sulla testa, il dolore era più acuto di pochi attimi prima. Si distese sul letto e chiuse gli occhi cercando di rilassarsi, ma  il dolore non gli permise di prendere pace. Le scesero le lacrime per il dolore. Cercò disperatamente di calmarsi ma non ci riuscì, e alla fine,  fra lacrime e dolore, si addormento.
21:05
Malefica uscita dall’ufficio si diresse verso la campagna, facendo tutto il giro della città. Quando la superò continuò ancora per un po’ con la macchina finché non si ritrovò lontano da ogni traccia di civiltà. A quel punto scese si trasformò nell’incantevole e possente drago che era, prese il volo e si diresse verso le alte montagne, dietro la città di Storybrook. Volò si e no per cinque minuti buoni. Dopo aver superato la valle che veniva chiamata,  il respiro del drago e questo perché quel punto era sempre coperto da una fitta nebbia, Malefica atterò all’interno di una grotta nascosta, sulla montagna più alta della valle. Li si ritrasformò prendendo le sue sembianze umane. La grotta era avvolta completamente dalle tenebre, ma il suo essere, in parte drago, le permetteva di avere una visione diversa rispetto a quella di una qualunque persona normale, infatti poco più avanti intravide un gruppetto di legnetti mezzi abbrustoliti. Le bastò un soffio e subito si formò un fuocherell caldo che illuminò buona parte della grotta. Poco più a sinistra, Malefica scorse la figura di sua figlia in piedi che la guardava.
–Ciao Lily-
-Ciao mamma.-
-Allora, tutto ok? Ti ha seguita qualcuno?-
-No per ora è tutto tranquillo, ma per precauzione ho fatto un bel giro lungo prima di atterrare qui. Anche se penso che nessuno tranne noi possa arrivare fin quassù.-
-Se si parlasse di qualcun’altro si ma dato con chi abbiamo a che fare sono capaci di questo ed altro, e ci arriveranno, ma quando vorremo noi.- Disse sorridendo Malefica puntando un punto lontano, poco illuminato, della caverna.
–Come sta?- Disse riferendosi a quello che doveva essere un ragazzino. Aveva una benda sugli occhi e una coperta pesante che lo ricopriva facendolo somigliare a un involtino.
-Bene, non si ricorda niente.-
-Sei stata sempre attenta che non ti vedesse?-
-Si ovviamente.-
-Bene perchè fra poco sarà tempo di farlo trovare.-
-E’ assurdo dovergli spianare la strada così, che razza di salvatrice è?-
-Beh a noi fa più che comodo così credimi, almeno abbiamo la certezza che le cose vadano come vogliamo noi.-
-Mah, sarà.-
-Dammi l’anello ora.-
-Ah si certo. Sei sicura che sia il momento?-
-Si, dobbiamo limitare i danni e questo ci aiuterà-
-Ma sei sicura che funzionerà?-
-Si, qualcosa mi dice che presto Regina accetterà di essere inseminata-
-Quindi tutto sta avvenendo per come ci era stato detto-
-Gia, se ci si pensa è quasi inquietante ma è così. Noi dobbiamo solo seguire il piano.-
-Tu ti fidi?-
-Al 100%-
-Va bene.- Lily tirò fuori l’anello da una tasca e lo porse alla madre.
-Cosa vuoi che faccia con lui?- Disse riferendosi al ragazzo.
-Tienilo ancora d’occhio, prenditene cura come hai fatto fin ora, quando sarà il momento di lasciarlo a loro ti avviserò. Nel frattempo sta attenta ad Emma. Non deve scoprire più del dovuto.-
-Sta tranquilla, a lei ci penso io.-
-Molto bene. Mi farò sentire presto.- Detto questo si diresse verso l’uscita, si ritramutò in drago e volò verso il luogo dove l’aveva lasciato la macchina per poter tornare a casa.
   
 
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