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Autore: Phoenix rouge    02/11/2016    1 recensioni
Nereus è un orfano di Glasgow cresciuto in un monastero. A diciotto anni decide di partire per stabilirsi altrove, finché non capiterà in una valle molto magica e particolare...
"Buonasera, Hagrid. Chi è il giovane uomo che porti con te?"
"Buonasera a te, Fiorenzo. Lui è Nereus, il mio aiutante... o, come dite voi centauri, il mio apprendista."
ATTENZIONE: STORIA INTERROTTA
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Rubeus Hagrid
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e luoghi della saga sono di proprietà di J.K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, nè intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright. 

                                                                                    Cap. 1: Il ragazzo del lago

Morbido e pungente, luce soffusa e calore.
Le palpebre sembravano incollate fra loro e il ragazzo non riusciva ad aprire gli occhi. Cercò di alzare una mano per strofinarseli, ma scoprì di non potersi muovere. Si agitò e riuscì a liberare un braccio dalla coperta che lo avvolgeva. Strizzò e sbattè le ciglia per abituare la vista alla luce calda delle candele e la prima cosa che osservò fu il soffitto: il tetto sopra di lui era ligneo e portava appesi fasci di erbe, insaccati e gabbiette vuote di varie dimensioni. La sua mente era ancora annebbiata e goffamente si sedette sul morbido letto per guardare meglio dove si trovava.
Alla sua sinistra vide una rozza credenza piena di pentole di terracotta, ciotole e boccali da birra, alla sua destra invece trovò la fonte di tutto il calore della stanza: un caminetto di medie dimensioni, in cui ardeva allegramente un bel fuoco che non faceva fumo. Davanti al letto c'era un tavolo molto alto, corredato da quattro sedie altrettanto fuori misura. Su una di esse Nereus riconobbe i suoi vestiti, messi palesemente ad asciugare davanti al camino e ormai asciutti e caldi. In un angolo c'erano una grossa cuccia, vuota, e un piccolo trespolo, dov'era appisolato un gufetto. In fondo alla stanza, infine, c'era la porta d'ingresso in legno massiccio.
Con un ampio gesto si tolse la coperta patchwork dalle gambe e posò i piedi nudi sulla pietra fredda che componeva il pavimento e le pareti. Prese i vestiti, si cambiò con un brivido e cercò il suo zaino per riporre il pigiama che aveva addosso fino a qualche minuto prima. Lo trovò vicino alla testata del letto, sopra un baule, e lo aprì, controllandolo: Erbario, provviste, cambio e pigiama. Sì, era tutto in ordine.
Ora che era nuovamente vestito, si risedette sul letto e cercò di ragionare. Evidentemente doveva essere capitato in una baita, com'era possibile dedurre dall'arredamento. Gli abitanti (il letto era un matrimoniale, quindi dovevano per forza essere due) che lo avevano accolto non erano in casa, ma lui non poteva certo andarsene senza aver ringraziato per l'ospitalità!
La sua mente confusa sembrò non allarmarsi per le evidenti stranezze presenti nella stanza (il gufo, le candele, i mobili troppo grandi...) finché non sentì un veloce raspare provenire dall'ingresso, corredato da sonori guaiti. La porta venne spalancata e un grosso cane nero, di quelli per la caccia al cinghiale, entrò a balzelloni e, quando si fu accorto della presenza sveglia e terrorizzata di Nereus, si lanciò verso di lui abbaiando. Il ragazzo si rannicchiò in fondo al letto, alzando le braccia e urlando, aspettandosi un assalto che però non venne. Infatti il cane era stato acchiappato per il collare da un energumeno che, dando la schiena al ragazzo, stava costringendo l'animale a cuccia con voce cavernosa.
Per poco il giovane non urlò di nuovo, quando l'uomo si alzò ("Era alto quasi due metri e si era solo accucciato?" Pensò sbigottito) e si voltò, posando una grossa cesoia e un cesto di vimini sul tavolo. Era alto almeno tre metri e mezzo e largo cinque volte un uomo normale. Aveva i capelli neri, ricci e ispidi, che si confondevano con la barba folta e i baffi cespugliosi. I piedi, nascosti in grossi stivaloni di gomma da giardino, erano grossi come piccoli delfini e le mani erano grandi come i coperchi dei bidoni dell'immondizia. Il proprietario della casa continuò a guardarlo, mentre indietreggiava e chiudeva delicatamente la porta con una spinta.
"Stai bene?" disse il gigante "Non hai più freddo?".
Nereus, ancora in preda ad un attacco di tachicardia e non al cento per cento sicuro della bontà di quell'uomo, rispose un tremante "No signore, grazie", stupendosi della sua voce rauca. Con fare preoccupato, l'altro gli posò una mano sulla fronte per sentirne la temperatura.
"La febbre è scesa, menomale, ho avuto paura che ci fossi rimasto secco. Eppure tremi ancora... tieni, rimetti la coperta."
Anche se aveva quasi caldo, il ragazzo non lo contraddisse e si lasciò avvolgere le spalle dalla lana colorata.
In silenzio osservò l'uomo versargli una tisana in un boccale dal bollitore di rame che era appeso sopra il fuoco. Bevve la bevanda calda, riconoscendola subito come tisana di foglie di castagno contro la febbre. Quante volte aveva dovuto berla in diciott'anni di vita! Per fortuna, veniva sempre dolcificata con il miele.
"Eri messo proprio male sai. Principio di congelamento, geloni e Merlino sa cos'altro! Mi spieghi cosa t'è venuto in mente di gettarti vestito nel Lago Nero?" le parole del suo salvatore lo fecero arrossire, mentre finalmente ricordava perché si trovava lì.
Dopo un intero giorno di cammino per le colline scozzesi era arrivato in questa verdeggiante valle circondata dai monti. Davanti a lui si trovava un enorme lago d'acqua blu pervinca, che dopo giorni di caldo e afa gli era sembrato un miracolo. Notando a malapena il grande castello sullo sfondo, aveva gettato lo zainetto sotto un albero e si era tuffato. Aveva nuotato per circa dieci minuti, sospirando di beatitudine, prima di accorgersi di quanto era fredda l'acqua. Stava tornando tremante a riva quando si era sentito afferrare per un piede ed era finito sott'acqua. Aveva cercato di divincolarsi, ma la cosa che lo aveva arpionato era straordinariamente forte. Dopo pochi istanti era svenuto. Ricordava poi pochi momenti di delirio: qualcuno che lo prendeva in braccio, il gusto della medicina antipiretica che doveva aver preso altre volte in quelle ore, l'odore del sambuco* e dolore, come tanti spilli in tutto il corpo...
Con una scrollata di spalle si distanziò da quei ricordi dolorosi e ritornò al presente, fissando i sui occhi verdi in quelli piccoli e neri del gigante.
"La ringrazio per avermi salvato la vita, signore. Sarei morto congelato se lei non mi avesse raccolto e curato."
L'uomo arrossì furiosamente e borbottò con voce burbera: "Chiamami Hagrid, non signore! Non ci sono signori qui, ragazzo."
Riconoscendo la tecnica che Hagrid aveva usato per combattere l'imbarazzo come propria anche del frate a cui era stato assegnato da neonato, Nereus sorrise e tese la mano: "Nereus Della Rovere, molto piacere". L'altro gliela strinse con un po' di esitazione e poi lo invitò a sedersi al tavolo, poggiando il suo boccale con la medicina davanti a una sedia. Il ragazzo si tolse la coperta dalle spalle e si sedette, riprendendo a bere mentre guardava Hagrid che estraeva due grosse zucchine, alcune uova e un coltello seghettato dal cesto di vimini e metteva tutto a posto, gli attrezzi da una parte e gli alimenti su un bancone da lavoro pulito, che dall'angolazione in cui era prima non aveva la possibilità di vedere.
"L'hai finita? Bravo, dai qua che dopo lo vado a lavare. Ora scusa, ma devo scrivere una lettera al mio capo, gli avevo promesso che lo avrei avvisato quando ti saresti svegliato e che ti avrei portato in Infermeria per un ultimo controllo. Sai, Madama Chips ti ha visitato spesso in questi due giorni in cui avevi la febbre alta."
Prese una penna di fagiano, una boccetta d'inchiostro nero e un foglio di spessa carta gialla (pergamena, realizzò Nereus, ricordando di averla vista in molti libri scritti nel medioevo dai monaci amanuensi conservati nella biblioteca del suo monastero) e scrisse:

Caro Professor Silente,
Il ragazzo si è svegliato, dice di chiamarsi Nereus Della Rovere e non sembra molto stupito dal nostro mondo. Forse è un Magonò integrato nel Mondo Magico. In ogni caso lo porto al castello, ci vediamo in Infermeria.
Hagrid

Legò il bigliettino arrotolato a un laccetto sulla zampa del gufetto, che aveva diligentemente posto l'arto interessato e poi era zampettato verso una delle finestre buie, prendendo il volo nel cielo stellato appena questa era stata aperta. I due presero i loro cappotti, che Hagrid aveva appeso dietro la porta, e uscirono. Mentre quest'ultimo si cambiava gli stivali, Nereus, con la sciarpa ben stretta al collo, si guardava in giro.
Vicino agli scalini dov'era seduto l'uomo, oltre ai suoi stivali di cuoio vide anche una balestra. Dietro alla capanna trovò un orto molto grande, sicuramente bastante per... tre persone per tutto l'anno, calcolò in base alla sua più che decennale esperienza in campo ortofrutticolo al monastero. Vide persino galline, maiali, mucche e pecore, tutti profondamente addormentati nelle loro stalle.
"Ner? Nereus, possibile che... ah, eccoti! Che facevi, curiosavi?"
"Scusami Hagrid, volevo solo vedere casa tua!" sorrise con fare innocente il ragazzo.
"Nah, la verità è che sei curioso come un grillo!"
Spingendolo con una mano sulla schiena, il gigante lo fece voltare e finalmente Nereus vide la maestosità del castello vicino a loro. Mentre camminavano per il parco, Hagrid dovette sostenere il giovane tre o quattro volte per evitare che cadesse nell'erba, dato che non guardava dove metteva i piedi ma l'enorme costruzione medioevale che aveva davanti. A metà percorso, finalmente, il ragazzo si rivolse al suo ospitante.
"Hagrid, ma tu che mansione hai in questo posto?"
L'uomo si gonfiò tutto e disse fieramente:" Sono Custode delle Chiavi e dei Luoghi, cioè sono colui che ha tutte le chiavi del castello e mi occupo della foresta e del parco. All'interno del castello ci pensa Gazza, che è il Custode. Ha una gatta spelacchiata, Mrs. Purr, che litiga sempre con Thor! Ma in fondo secondo me è solo un po' esaurito... tutti quei ragazzini da tenere a freno farebbero impazzire chiunque!"
Nereus chiese perplesso:"Ragazzini? Di che parli?"
"Oh, non te l'ho ancora detto? Il castello è una scuola! Mi sembra strano che tu non lo sappia, dopotutto è l'unica scuola di magia della Gran Bretagna e dell'Irlanda!"
Prima che il ragazzo potesse realizzare pienamente ciò che il suo nuovo gigantesco amico aveva detto, erano arrivati al castello e avevano salito le scale fino al terzo piano.
"Il tour lo facciamo un'altra volta con Gazza, eh?" disse Hagrid spalancando le doppie porte in vetro dell'Infermeria. Li accolse una donna di mezza età vestita come un'infermiera d'altri tempi, che si presentò sorridendo come Madama Chips. Dopotutto, riflettè Nereus, lì in quella valle tutto sembrava fermo al 1700. Chissà se conoscevano il telefono cellulare.
L'ala ospedaliera non era nulla di speciale: cinque letti per lato, ognuno dotato di comodino e separè, una porta che dava su una stanza piena di scaffali ricolmi di boccette colorate, due stanze chiuse (forse stanze dedicate alle malattie infettive?), l'ufficio con gli alloggi dell'infermiera e infine due bagni.
"Bene, signor Della Rovere, procediamo con un esame preliminare e poi viaggeremo più in profondità." disse affabile il medico, tirando fuori uno strano bastoncino decorato lungo una trentina di centimetri.
Con crescente perplessità il povero ragazzo se lo vide passare davanti, dietro e ai due lati. Poi fu fatto sedere e dal nulla comparve un foglio di pergamena con delle scritte sopra.
"Bene. Nereus Della Rovere, 18 anni e due mesi oggi (a proposito, auguri!), stato fisico: ottimo, stato psicologico: ottimo, stato mentale: buono. Livello magico 0,7**... normale, nel tuo caso."
Il bastoncino beige venne mosso di nuovo e una luce rosata avvolse il capo di Nereus, per poi dissolversi.
"Mh, come sospettavo, sei sotto lieve shock post-traumatico. Dovevo immaginarlo. In questo caso ti consiglio una terapia a base di..."
"Mi scusi..."
Madama Chips sollevò lo sguardo dal foglio di pergamena, stupita che quel ragazzo all'apparenza così timido avesse trovato il coraggio di interromperla. Ma, si disse, lui non era mai stato uno studente della scuola, quindi non aveva esperienza con la sua apparente severità.
"La sindrome da shock post-traumatico prevede allucinazioni visive e uditive? Perché credo di soffrirne da quando mi sono svegliato..."
La donna stava per ribattere costernata, ma poi si adombrò e si voltò verso Hagrid. Agitò furiosa il bastoncino e tutto ad un tratto le voci dei due erano scomparse, anche se dalla faccia di Madama Chips, stava sicuramente urlando. In Infermeria entrò di corsa un uomo anziano che Nereus non potè che paragonare a Mago Merlino.
Era alto e magro, con lunghi capelli bianchi e una barba dello stesso colore così lunga che gli arrivava alla vita e per fermarla doveva infilarla nella cintura della strana veste lilla che indossava. I suoi occhi azzurri luccicavano dietro gli occhialini a mezzaluna, ma si vedeva che era nervoso dalle occhiate che lanciava al ragazzo. I tre continuarono a discutere per una buona decina di minuti, poi evidentemente presero una decisione, perché anche Mago Merlino tirò fuori un bastoncino e Nereus potè sentire di nuovo.
"Piacere, signor Della Rovere, mi chiamo Albus Percival Wulfric Brian Silente e sono il Preside di questa scuola, ma tu chiamami solo Professor Silente. Ora, Madama Chips dovrebbe praticare ancora un incantesimo su di te, per farti capire meglio quello di cui stiamo parlando. La autorizzi?"
Il ragazzo, più confuso che mai, si fidò dei cenni di Hagrid, che annuiva entusiasticamente. Dopotutto, cos'aveva da perdere? L'infermiera creò un complicato arabesco in aria e poi puntò il bastoncino verso la fronte del malcapitato che, con la mente invasa da immagini, voci, odori e nozioni, cadde svenuto sul letto dalle coperte bianche.

*i fiori di sambuco vengono utilizzati per creare impacchi contro i geloni. (tratto dal mio Erbario)
** I Magonò hanno un livello magico da 0,1 a 0,9. Hogwarts accetta studenti a partire dal livello 3: il livello 1 e il livello 2 contengono così poca magia che è facile da controllare e non ha bisogno di essere canalizzata attraverso incantesimi o bacchette (ad esempio i prestigiatori o i monaci buddisti che levitano quando meditano sono maghi con un basso livello magico)
Hogwarts la immagino come un grande castello con a sud il villaggio di Hogsmeade, la stazione ecc. e a nord il Lago e la Foresta Proibita, che si estende a est e a ovest del castello e dietro il Lago.
   
 
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