Il chiarore della luna avvolgeva la stanza in un vapore azzurrastro, creando un'atmosfera pacifica, calma. Il letto era disfatto, coperte e lenzuola erano piegate e appoggiate con disordine, solo un quartetto di piedi si rivelava coperto.

La prima coppia apparteneva a un ragazzo alto, muscoloso, la pelle olivastra e i capelli bruni tagliati corti, a spazzola. Le palpebre stanche gli celavano lo sguardo, la bocca socchiusa emetteva, talvolta, sbuffi d'aria calda.

I secondi due piedi erano di proprietà, invece di un secondo ragazzo, le gambe lunghe, la pelle liscia, pallida, una peluria rada, chiara, il fisico asciutto e i muscoli addominali sviluppati. I capelli erano corti, arruffati, di un castano rossastro che gli ricadevano disordinatamente sul volto.

Il primo ragazzo, Hajime Iwaizumi, corrugò le sopracciglia e iniziò a sudare, quindi spalancò gli occhi e con un urlo soffocato si tirò sveltamente su a sedere. Aveva sognato di perdere lui, Toru Oikawa, il suo migliore amico, la persona più importante della sua vita, lo aveva visto morire, aveva visto il suo volto sfregiato, il suo bel volto ridotto a fiotti di sangue scuro e pelle maciullata. Hajime si voltò d'istinto a guardare Toru, a controllare stesse bene.

Lo scoprì dormire beatamente al suo fianco, la mano nella sua, le sue dita avvolgevano le sue. Gli angoli della bocca erano rivolti verso l'alto, in un dolce sorriso.

Il battito cardiaco di Hajime rallentò, il ragazzo si calmò e si sdraiò accanto all'altro.

-Iwa-chan- mormorò lui. Hajime non rispose, incantato dalla bellezza naturale del suo viso, dalla voce candida, che sin dall'infanzia lo aveva accompagnato nella sua vita -Sei qui?-

-Sì- rispose infine.

Toru sorrise -Bene.- constatò e poi riprese a dormire.