Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lenemckinnon    03/11/2016    0 recensioni
"Sirius Black non era mai stato una di quelle persone che si possono definire brillanti, eppure aveva fin da subito capito che Marlene McKinnon non avrebbe mai potuto essere sua amica. Quello che non sapeva, però, era che quello che c’era tra di loro non era odio, bensì qualcosa di molto, molto più complesso."
Esistono molti modi per amarsi: cercarsi, incontrarsi, odiarsi, rimpiangersi...Sirius Black e Marlene McKinnon ne hanno sperimentati molti, attraverso le molteplici liti e il loro desiderio inconfessato di proteggersi. Ho progettato questa raccolta che ripercorre - non necessariamente in ordine cronologico - molti di questi momenti di sarcasmo, di follia, di amore e di vita.
Blackinnon/accenni Jily
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un grazie infinito alla mia Beta, lilyrose94, in attesa di leggere il suo piccolo esperimento.
 
 
 
21 agosto 1981, Quartier Generale dell'Ordine della Fenice
 
Nei dipinti realizzati con la tecnica della prospettiva c’è una cosa che si chiama punto di fuga.
È inutile dilungarsi troppo: non siamo esperti d’arte. Diremo soltanto che il punto di fuga è il punto verso il quale sembrano convergere tutte le linee del dipinto.
Se applichiamo il concetto alla vita di tutti i giorni, si può identificare il punto di fuga con quel qualcosa che ti attrae subito.
È il primo elemento che ti colpisce, il primo dettaglio di un volto che noti.
Succede così, molto più spesso di quanto sembri.
 
Drin! Drin!
"Che cos'è questo rumore?" Chiese Sirius a Marlene un pomeriggio di fine agosto.
La ragazza, mollemente adagiata su uno dei divani sfondati del salotto di casa Bones , era tutta intenta a svolgere un cruciverba particolarmente complicato, lasciato incompleto, qualche giorno prima, da Remus.
 
Drin! Drin!
Marlene alzò pigramente gli occhi con aria infastidita, puntando il dito contro uno strano aggeggio: "Non ne ho idea, ma sembra provenire da lì".
 
“Marls potresti rispondere, per favore? Sono occupata!” Entrambi udirono la voce di Lily che, sovrastando il pianto del piccolo Harry, gridava dal piano di sopra.
 
"Nessun problema!" Gridò di rimando la bionda in tono sicuro, ma rivolse immediatamente uno sguardo atterrito a Sirius.
"Io non ho idea di cosa fare adesso!" sussurrò.
 
Drin! Drin!
 
“Devi prendere questa parte e dire 'Albero Azzurro , un posto di amici, per favore attendere' ed é tutto fatto" Spiegò Sirius in tono serio
“Albero Azzurro???” sussurrò lei, prendendo in mano la cornetta e iniziando a fissarla con circospezione.
"É quello che dicono i Babbani quando rispondono a quella cosa a casa di qualcun altro, é una specie di rito di buone maniere, ma non ti ricordi niente di Babbanologia? Affrettati, non é cortese far aspettare!" Replicò Sirius in tono convincente.
 
“Okay, okay” disse Marlene agitata, portando il telefono all'orecchio e impostando la sua voce più seria: "Albero Azzurro, un posto di amici, per favore attendere".
Ci fu una pausa.
 "Cosa??? Lily???" Rispose, dall’altro capo del telefono, una squillante voce femminile.
“… Albero Azzurro, un posto di amici, per favore attendere!” ripeté Marlene, non sapendo che altro fare e iniziando, lentamente, a entrare in uno stato di panico.
“Marls?”
 
La ragazza al telefono parlò di nuovo: “Marls sei tu?”
 
“Mary???”
 
“Sì! Hai detto 'Albero Azzurro???”
Marlene poteva, ora, sentire distintamente Sirius cercare di nascondere la sua risata simile a un latrato.
“MI HAI PRESA IN GIRO! SEI UN IDIOTA, BLACK!" gli gridò addosso, cercando di colpirgli la parte scoperta del braccio con la cornetta.
Sirius iniziò a ridere più forte. "Era solo uno scherzo, rilassati. Almeno era solo Mary...che cosa voleva, a proposito?"
"Cosa intendi?"
"Perché ha chiamato?" Incalzò lui con curiosità.
"Perché dovrei saperlo?" Marlene spalancò gli occhi stranita.
"Perché le hai parlato e poi hai riattaccato." Spiegò Sirius, come se fosse ovvio.
“Che cos'ho fatto?” I suoi occhi - blu, veramente molto blu - ora raggiungevano all'incirca la misura della circonferenza del globo terrestre.
 
Un rumore forte e profondo squarciò l’aria di quella tranquilla sera di fine estate.
"Che cos’è stato?!" Esclamò Marlene con voce allarmata.
"Sembra...un'esplosione, qui vicino. Fammi controllare." Il tono di Sirius era basso e apparentemente molto calmo, ma Marlene aveva riconosciuto perfettamente quella leggera incrinatura della voce che rivelava una malcelata preoccupazione.
"Vengo con te." Non era una domanda.
 
Marlene si affrettò a recuperare una giacca scura dal tavolino del salotto e seguì il ragazzo addentrandosi in una strada particolarmente stretta e buia. Non una stella brillava quella notte.
"Prendiamo la mia moto, saremo più svelti in caso di fuga."
"Io su quella cosa non ci salgo un'altra volta!" Protestò veementemente Marlene.
Sirius non le permise di continuare oltre: con irruenza, la fece voltare e la baciò.
“Che modo idiota per cercare di zittirmi…”
"Mi piaci particolarmente quando indossi la mia giacca di pelle." Come se provenisse da un altro mondo, la voce di Sirius la raggiunse, facendola sobbalzare.
"Questo non mi impedisce di pensare che la tua moto volante sia stupida" soffiò Marlene, mentre le sue labbra erano a pochi centimetri da quelle di lui.
Sirius sembrò valutare la cosa, poi scoppiò a ridere. Era sempre così, con lui: era capace di cambiare umore nel giro di pochissimo tempo, passando sempre da un eccesso all'altro.
Marlene sapeva della ragione per cui il ragazzo era terribilmente attratto dalla sua moto: era bravo negli incantesimi, ma, se lo si lasciava all’aperto con un manico di scopa, il massimo risultato che si sarebbe ottenuto sarebbe stato un giardino pulito e privo di foglie. A differenza dell’amico James, il Quidditch non era certamente il suo sport.
Dopo pochi minuti di volo - non era certo la prima volta che Sirius forzava la sua volontà con metodi decisamente poco ortodossi - videro una grande fiamma levarsi dal centro di una piazza. Il ragazzo atterrò con grazia nei pressi di un angusto vicoletto, abitato solamente da randagi (sia gatti che umani).. Marlene si mise immediatamente a correre verso il fascio di luce che sembrava giungere dal centro della terra.
"Siamo a Charing Cross Station, Sir! C'è stato un attentato alla Metropolitana di Londra!"
Eccolo lì, il punto di fuga. Il dettaglio che ti colpisce così tanto che ti frega era il volto di Marlene affranto, ma splendente nella sua determinazione. Sirius impiegò un paio di secondi per rendersi conto del fatto che, effettivamente, Londra in fiamme poteva significare una sola cosa: quei bastardi questa volta avevano colpito davvero l’obiettivo giusto per mettere il mondo magico (e non solo) in ginocchio.
"Lène, cerca di arginare il danno, ma poi dobbiamo andarcene subito via di qui per avvertire l'Ordine!" urlò Sirius concitato.
Svelta, Marlene impiegò tutte le sue energie per creare getto d'acqua tale da poter essere indirizzato direttamente sull'origine della fiamma. A causa della potenza dell’incantesimo, Sirius fu costretto a chiudere gli occhi: ‘quella piccola streghetta é davvero un portento’ si ritrovò a pensare con un sorrisetto divertito, che contrastava completamente con il bizzarro e spaventoso evento, al quale, loro malgrado, stavano assistendo.
Marlene si allontanò dal fuoco nella direzione di Sirius, che continuò a tenere abbassati gli occhi, anche quando, arrivata alla sua altezza, le bisbigliò: "Bel lancio destro, McKinnon".
Lei, d'altra parte, continuò a camminare, mentre gli rispondeva con un basso ma deciso "Grazie".
 
Ritornarono insieme, un po' scossi ma ancora estremamente lucidi, verso la moto volante che Sirius aveva malamente appoggiato a un lampione. Senza dire una parola si dileguarono in fretta nel buio della notte, consapevoli che quello che avevano appena visto era solo un piccolo disastro, appartenente a un piano di dolore ben più grande chiamato Guerra. E loro, giovani e innamorati, pieni di speranze per il futuro, ci erano dentro fino al collo.
 
Volarono in alto, sempre più in alto nel cielo, dove si diceva che si trovasse l'amor che move il sole e l'altre stelle.

SPAZIO AUTRICE PERSONA CHE HA SCRITTO QUESTA STORIA COSA


Troppo romantico?
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lenemckinnon