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Autore: Shadeyes    13/05/2009    5 recensioni
Un amore impossibile. Ecco cos'è il mio. Un amore impossibile.
Fisso l’orizzonte ed immagino, sogno ad occhi aperti che oltre quelle colline, attraverso il mare, ci sei tu.
L’unica certezza che io ho di te.

Realizzata sulle note di "L'amore", Sonhora.
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’amore












Borchie sui bracciali, matita nera sugli occhi, capelli mossi che cadono ai lati del viso. E’ così che sono. I gruppi non mi interessano; c’è chi giura che sia Emo, altri Punk, altri ancora sarebbero pronti a scommettere su una mia tendenza Metal. Ma si sbagliano. Tutti. Perché essere me stessa è ciò che mi caratterizza, ciò che mi distingue.
Pensieri frivoli, parole inutili.
C’è qualcosa di più importante adesso. Qualcosa per cui valga la pena lottare, parlare, agire, respirare.
Mi appoggio al davanzale della finestra spalancata. Cuffie nelle orecchie, vento che leggero sfiora la mia pelle.
Guardo il cielo: non vedo altro che nuvole minacciose. Aria pesante, carica d’umidità pronta a trascendere.
Fisso l’orizzonte ed immagino, sogno ad occhi aperti che oltre quelle colline, attraverso il mare, ci sei tu. L’unica certezza che io ho di te.
Poche fotografie e lunghe conversazioni sono ciò che rimane.
La distanza che ci divide è lacerante, quasi insopportabile. Tre mesi di abbracci inconsistenti e baci bramati; lunghe serate al telefono per sentirti più vicino e notti insonne trascorse a pensarti per provare sensazioni più intense. Provo dolore, ma è un lamento dolce come la trepida attesa che scatena lieve tensione.



Guardo il cielo e non vedo altro colore
solo grigio piombo che mi spegne il sole,
l’unica certezza è gli occhi che io ho di te.




Ti penso. Un’ombra scura che non ha consistenza.
Non ho mai avuto un’immagine di te. Non ti ho mai affibbiato un volto che non ti appartenesse.
Non ha senso crearti dal nulla. La tua voce angelica è l’unica cosa che ha già un posto nel mio cuore. Ora, aspetto il resto di te.



Due fotografie è tutto ciò che mi rimane,
sul mio letto il vento le fa volare,
la distanza che ci divide fa male anche a me.




E’ una distanza, la nostra, che non si può calcolare.
A volte, quando sussurri al microfono, chiudo gli occhi per dimenticare. E lì, nei miei sogni, sei accanto a me. Le tue labbra sfiorano la mia guancia, respirano sulla mia pelle.
I chilometri si restringono, si piegano. E noi siamo i due poli opposti che inevitabilmente si attraggono.
Il vento mi sferza i capelli, ma è solo un soffio delicato che mi accarezza il corpo, piano. Come nell’impeto di un abbraccio. La gentile stretta di cui ho bisogno.



Sei un viaggio che non ha né meta né destinazione
sei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore
Sono solo anch’io, come vivi tu, cerco come te…
L’amore.




Non ha più senso stare qui, vivere di giorno in giorno, di speranza in speranza, nell’attesa di qualcosa che non sarà mai.
Meglio perdurare di sogni in un presente che vorrei fosse eterno, imperituro, perché il futuro non ha nulla da offrirmi. Perché so che tu non ne farai parte.
Ed è straziante sentire il vuoto dove una volta vi era un battito cadenzato. Colpa tua, che quella notte indimenticabile ti sei preso la mia anima. E il mio cuore.
Così ora mi sento davvero sola in questa terra senza significato, alla ricerca di ciò che mi riporterà all’esistenza.



Quel che so di te è soltanto il tuo nome,
la tua voce suona in questa canzone.
Musica e parole emozioni che scrivo di noi.




Musica e parole sono le uniche emozioni che ti posso dedicare. Non ho nient’altro che possa essere più vero.
E scrivo, scrivo, scrivo. Perché è l’unico modo per sentirti accanto a me, per aprire quella porta apparente che mangia massa e spazio, e per trovarti appoggiato allo stipite opposto.
E tu, figura senza nome, aspettami. Io giungerò.




Cambia il cielo i tuoi occhi no,
come vetro è l’amore che sei.




Con la mente attraverso fitti boschi, irte colline, tiepide spiagge e profondi mari.
I giorni si susseguono e la stanchezza inizia a pesare.
I cieli che osservo mentre cammino sono sempre diversi, alcuni anche sconosciuti, ma non ho paura. Ho solo una meta, e quella non tramuta mai.
Ho solo un’effigie nella mia testa, la visione più autentica. E desidero solo arrancare sino a varcare i confini della tua terra per guardarti e sciogliermi nelle pozze scure dei tuoi ipnotici occhi taciturni.
Sospiro. Chiudo la finestra ponendo quel freddo vetro tra noi e le nostre illusioni, alzando quelle barriere che abbasserò soltanto la sera, come ogni volta, quando mi chiamerai ancora per sentirmi urlare il tuo nome. Continuamente.
Quelle stesse barriere che ogni momento respingono l’insensibile giudizio della mia famiglia, dei miei amici, persino della gente che non mi conosce.
Solo perfide parole gettate alle mie spalle. Ipocrisia.
Il silenzio è l’unico rimedio.
E tu, paziente, mormori all’auricolare frasi deboli, senza consigli, consapevole di quanto la sola tua voce ha potere di asciugare tutte le mie lacrime.
Lo senti quanto è fragile il nostro amore, e temi il giorno in cui non sarò più capace di reggere questo peso. Ma io non cederò.
Non ora, non qui, non con te.
Non smettere mai di crederci, e forse, in una delle notti più intense, le nostre dita s’intrecceranno come ora le nostre speranze, e il calore dei nostri sospiri le renderà finalmente tangibili.






Per te, amore mio.


                                                                         












                                    Hilary






   
 
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