Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Florestan    04/11/2016    1 recensioni
Rieccomi, come promesso, con una nuova storia con gli eroi “storici” della serie del ’78 insieme a nuovi personaggi che ho già introdotto nei miei due racconti precedenti. Questa lunga storia è infatti il seguito delle due precedenti “L’inverno della Regina” e “Intermezzo Tripartito”. Questa volta il nostro capitano si troverà ad affrontare una nuova (ma proveniente dal passato…) e terribile minaccia in grado di mutare drammaticamente le sorti dell’intero universo! Ma gli eventi legati a quest’oscuro ed incombente pericolo lo coinvolgeranno in prima persona in modo molto stringente, come potrete presto scoprire…e poi si spiegherà finalmente perché Esmeralda abbandonò sua figlia, la piccola Mayu, lasciandola sola con Harlock…
Genere: Azione, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Mayu, Nuovo personaggio, Raflesia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                            8. Il ritorno di Maetel

 

 

 

 

La grande nave Queen Emeraldas navigava veloce e silenziosa alla volta del pianeta Technologia. Aveva da poco superato il ponte galattico al di la della piccola nube di Magellano e mancavano ormai solo poche ore all’arrivo. Esmeralda aveva già contattato un suo amico sul pianeta che l’avrebbe aiutata a far sottoporre Mayu al delicato intervento per estirpare il minuscolo dispositivo meccanoide senza che rimanessero danni di alcun tipo al cervello della ragazza. La piratessa era seduta sul suo scranno mentre sorseggiava un bicchiere di vino rosso. Mayu, come era ormai suo solito, stava al pianoforte, gli occhi socchiusi, ripassando alcuni passaggi particolarmente impegnativi di un nuovo pezzo che stava studiando. Durante tutto quel lungo viaggio il pianoforte era stato un prezioso rifugio per alleviare la morsa di ansia e di vero e proprio terrore che l’attanagliava da quando le era stato rivelato il terribile rischio che correva. Sentiva di potersi fidare ciecamente della sua ritrovata madre, al pari di Harlock, e sapeva che sarebbe stata affidata a mani esperte, capaci di trattare senza problemi quel diabolico tipo di tecnologia meccanoide. Avvertiva però come l’incombere di un non meglio definito pericolo, come una presenza maligna che aleggiava sopra di loro, nonostante ciò tentava in tutti i modi di cacciar via quella sensazione e quei pensieri e per questo il concentrarsi solo sulla musica le era di grande aiuto. Poteva svuotare la mente e riempirla solo della sua amata musica. Le note, le melodie, le armonie e le strutture dei pezzi si svolgevano regolarmente dipanandosi con ordine una dopo l’altra. Riusciva ad effettuare una sorta di visualizzazione mnemonica dei gruppi di note e dei suoni che doveva produrre quasi come in un film scomposto nei suoi singoli fotogrammi. Immagini che si succedevano, suoni e colori…già, colori… da i tenui ai più accesi, e proprio un colore le si affacciò alla mente, dapprima con delicata discrezione, poi via via sempre più insistentemente…un colore blù, strano, quasi metallico ma sempre più rilucente e sempre più abbagliante… la tonalità era sempre più viva e ricopriva ogni cosa, come un mare profondo che inghiottisse ogni cosa, ogni suo altro pensiero, un mare che la trascinava sempre più giù nell’abisso, come travolta da un’invincibile corrente alla quale non riusciva più ad opporsi. Quel blu era sempre più intenso, più profondo…

 

                                                                          **

 

-Harlock, stiamo per raggiungere la piccola nube di Magellano, da lì in poche ore saremo nella zona di ponte intergalattico dove s’incrociano le rotte dei treni della Galaxy Railways, annunciò Yuki.

-Non dobbiamo dimenticare che prima di arrivare al ponte intergalattico dovremo attraversare la nuvola di scariche elettromagnetiche, un settore dello spazio dove si scatenano continuamente tempeste elettriche che interferiscono fortemente con la strumentazione di bordo e soprattutto con i computer! Il capitano si rivolse allora a Tochiro: -Amico mio, sei riuscito a riprenderti bene dopo il nostro ultimo scontro, una volta eliminata la nave aliena quel segnale che interferiva con le tue capacità si è interrotto, il che conferma la tua teoria che provenisse da molto più lontano...ora però stiamo per attraversare la zona di tempeste elettromagnetiche, pensi di dover temere qualche danno?

-Non preoccuparti, Harlock, non credo di dover temere danni, le ultime migliorie apportate all’Arcadia la rendono molto più protetta rispetto a questo tipo di interferenze, grazie agli scudi di ultima generazione installati su mia indicazione da Maji. Tuttalpiù si potrà ballare un po’ ma questo non è certo una novità per questa nave e per il suo equipaggio!

Come previsto dopo circa sette ore entrarono nella zona d’interferenza. Questa zona di spazio era tanto pericolosa quanto suggestiva. Le polveri cosmiche e i gas presenti venivano fortemente eccitati da quelle spaventose scariche elettromagnetiche creando così delle nubi di plasma che assumevano le più disparate tonalità di colore. Era come immergersi nel mezzo delle nuvole di una tempesta, con tanto di paurosi e giganteschi fulmini, con la differenza che le nubi erano a temperature di parecchie migliaia di gradi ed i colori andavano dal rosso intenso al blu violetto.

Come previsto le interferenze bloccarono i sistemi di comunicazione e i radar e poco dopo la nave fu preda di violenti sussulti e forti vibrazioni ma i potenti stabilizzatori dell’Arcadia riuscirono a mantenerla in rotta senza grossi problemi.

-Dovremo continuare così per almeno due ore, sono comunque riuscito a comunicare con Maetel prima di entrare nella nube d’interferenza, ci incontrermo con lei incrociando la rotta del Galaxy Express 999 appena arrivati al ponte galattico, disse il capitano sedendosi al suo posto di comando. –Ora dobbiamo solo pazientare ed aspettare...

Finalmente, al termine di quelle due interminabili ore, la nave si trovò improvvisamente fuori della zona critica e, come quelle scintillanti e variopinte nubi si diraradarono, si aprì davanti a loro uno scenario di assoluta calma e tranquillità. Si potevano vedere chiaramente le scie luminose lasciate lungo le rotte dalle innumerevoli linee dei treni intergalattici che s’incrociavano senza sosta in quel settore dell’universo. L’assenza di stelle luminose e di pianeti rendeva quella vista ancora più sorprendente: quelle tracce sembravano sottili fili di luminose perle che di dipanavano su di un immenso panno di velluto nero.

E’ bellissimo! Esclamò Tadashi, -Chissà, quale di quei treni è il Galaxy 999, si chiese il giovane.

-Lo scoprirai presto! Gli rispose il capitano, -L’Arcadia sta per doppiare la sua rotta, e tra pochi minuti ci affiancheremo a quel fantastico treno!

Come previsto, dopo pochi minuti una di quelle scie divenne sempre più evidente fino a mostrarsi chiaramente: Una stupefacente locomotiva dalle antiche fattezze esteriori trainava una lunga colonna di vagoni i cui finestrini illuminati mostravano i molti viaggiatori che abitavano quelle carrozze. L’Arcadia si accostò quasi rasente al treno e, mantenendo la sua stessa velocità, gettò il ponte di collegamento che andò ad ancorarsi ad uno di quei vagoni. Nel frattempo Harlock si era spostato nella zona d’attracco per accogliere la sua ospite.

-Benvenuta Maetel! Sono lieto di riaverti a bordo, in genere era il contrario, ero io a venire sul Galaxy a trovere te e Tetsuro! I due si abbracciarono calorosamente. –Harlock! Quanto tempo! La dolce voce della donna risuonò nella camera d’attracco. I due s’incamminarono lungo i corridoi della nave mentre molti membri della sua ciurma si fermavano ad ammirare estasiati la bionda creatura la cui sfolgorante bellezza sembrava assolutamente immutata. Erano passati moltissimi anni dall’ultima volta che la principessa di Lamethal aveva visitato l’Arcadia e molti dei pirati all’epoca non erano nemmeno presenti. Si mormorava che la longevità della fanciulla dipendesse dal fatto che per secoli il suo corpo biologico era rimasto ibernato sotto i ghiacci di Plutone e che durante quel periodo avesse vissuto in un organismo artificiale al pari dei tristi meccanoidi che lei stessa aveva combattuto strenuamente insieme a Tetsuro. Solo di recente, si diceva, aveva riacquistato il suo vero corpo, ma aveva continuato la sua missione di angelo custode galattico a bordo del 999.

In quell’occasione sfoggiava il suo consueto abito, una pesante zimarra ed un grande colbacco con l’unica differenza che era tornata al colore azzurro invece del solito color nero, come ai tempi di Warrius Zero. –Ci sarebbero infinite cose di cui parlarci ma purtroppo la situazione è drammatica e non abbiamo molto tempo, riprese il capitano con tono di rammarico. –Harlock, so bene cosa stai passando in questo momento e tu sai quanto voglia bene a Mayu, ma per quanto possa andare fuori di testa mia sorella, sono certa che con lei non corre alcun pericolo, e questo in cuor tuo lo sai anche tu...

-Lo so, Maetel, conosco bene Esmeralda e la sua caparbia ostinazione quanto la sua natura solitaria, ma ciò che mi preoccupa veramente è quello che potrebbero trovare sulla loro strada, la situazione è molto più complicata, c’entrano i Metanoidi ed Helmatia!

–Helmatia! Ne sei sicuro? La voce della donna si incrinò. -Harlock, ho seguito per molto tempo le mosse di quell’essere ma ne avevo perso le tracce da più di un anno, tanto che speravo fosse tornata nel suo mondo. A questo punto mi sembra indispensabile che mi unisca a te nel rincorrere Esmeralda, ti darò tutto l’aiuto di cui hai bisogno!

 

                                                                         **

 

-Virna, facciamo uscire le squadriglie d’attacco, dobbiamo studiare più da vicino quella nave ed avere contemporaneamente agilità di movimento! Ordinò Raflesia. –Comanderò personalmente la squadriglia! –Ma, maestà, non pensate sia troppo rischioso? –Non tema Virna, non si dimentichi che come guerriera un tempo avevo una certa esperienza...

-Mia regina...permettemi di partecipare all’azione! Ariel era intervenuta in quella discussione, in qualità di alto ufficiale, peraltro, ne aveva piena facoltà...

-D’accordo Ariel, rispose la regina, -Ma adesso sbrighiamoci, non c’è tempo da perdere!

Uscirono con una formazione di venti navette suddivise in due ali capitanate da Raflesia ed Ariel.

La grande nave nemica aveva qualche difficoltà nei brevi e rapidi spostamenti e le sue armi, seppur estremamente potenti, non riuscivano a seguire bene i due stormi di navicelle che erano in grado di disporsi in agili e mutevoli configurazioni.  –Cerchiamo di danneggiare le loro batterie di cannoni e contemporaneamente raccogliamo più informazioni possibili sulla struttura di quella nave! Raflesia si buttò in picchiata in uno spettacolare tuffo con un’angolazione che risultava molto scomoda da seguire da parte del nemico...le altre navette la seguivano e a turno lanciavano raffiche di colpi indirizzate a tutte la batterie di cannoni dislocate sulla sezione superiore del grande vascello.

L’ala capitanata da Ariel eseguì la stessa operazione in maniera speculare andando a colpire le batterie della sezione inferiore. La grande nave accusò il colpo e tentò una manovra di allontanamento. –E’ il momento Virna, attaccatela dalla Leonore nei punti che i computer vi comunicheranno dopo aver analizzato i dati raccolti! Disse Raflesia all’ammiraglio. In quel preciso istante un vero e proprio sciame di piccole navicelle dalla foggia singolare si materializzò davanti a loro. –Maledizione! Sono arrivati i rinforzi! Esclamò Ariel. –Dovremo combattere corpo a corpo! Sibilò la regina a denti stretti. – Fate uscire la terza e quarta squadriglia!

Ne seguì una furiosa battaglia. Le navicelle nemiche erano molto rapide e la loro rapidità di risposta era formidabile tanto che la formazione mazoniana stava subendo parecchie perdite. –Non c’è da stupirsi, sono pilotate da esseri androidi la cui capacità di calcolo e reazione è sicuramente superiore a quella di qualsiasi umanoide, commentò Raflesia. –L’unico modo per batterli è operare manovre del tutto illogiche ed imprevedibili per la loro mente elettronica! Ariel, proviamo ad attaccare in maniera del tutto casuale! Le due navicelle incominciarono a muoversi compiendo giravolte senza alcun apparente ordine logico. Improvvisamente la regina incominciò a colpire le navicelle nemiche in maniera alquanto singolare mirando navi che si trovavano in posizioni scomode o lontane piuttosto che quelle che erano a migliore portata di tiro. Ariel adottò la stessa tattica muovendosi in maniera ancora più sconclusionata. L’effetto fu immediato e devastante, le forze nemiche sembrarono entrare in un sempre più crescente disorientamento e questo a sua volta generò un forte rallentamento delle loro risposte di difesa. Tanto bastò perche le altre navette mazoniane approfittassero di questo momento di incertezza per colpire i nemici nei loro punti deboli.

Le sorti del combattimente mutarono rapidamente e alla fine le navi nemiche superstiti insieme alla nave madre svanirono improvvisamente così come erano comparse.

-Ce l’abbiamo fatta! Esultò Virna, abbandonando per un attimo la sua composta tenuta militare.

-Ebbene sì, mie care! Disse la regina. -Ma è stata solo una battaglia e la prossima non sarà così semplice. Quegli esseri hanno una straordinaria capacità di riconfigurazione! Adesso raggiungiamo in fretta le colonie e soccorriamo i nostri fratelli e sorelle superstiti!

 

   
 
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