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Autore: Mel_mel98    04/11/2016    5 recensioni
Nata dalla lettura di una poesia di Hanna McHonnor, che ammiro e stimo nel profondo, una brevissima one shot sulla coppia che più ho amato della saga di Hunger Games.
Dal testo:
"Il fatto è che non mi importa molto di quello che pensa la gente di me, ultimamente. E ora non so se mi è mai importato qualcosa, ma so per certo che il brusio che si solleva quando attraverso il mercato cittadino col vestito di lino e i piedi scalzi, non mi infastidisce. Né mi dà pensiero. Mi spinge però ad aumentare il passo, quando nella mia testa riaffiora il rumore di Aghi Inseguitori e l’urlo degli Inseguiti."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finché un passo non vi separi

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È novembre.
Fa freddo fuori, eppure quando esco non sento il bisogno di mettermi le scarpe.
Non so se è pigrizia, distrazione, oppure un modo come un altro per far finta che l’inverno non sia arrivato. Fatto sta che lascio i sandali nella scarpiera ed esco, senza neppure pensare realmente al fatto che potrei risultare strana. Pazza. Fuori di testa.
Il fatto è che non mi importa molto di quello che pensa la gente di me, ultimamente. E ora non so se mi è mai importato qualcosa, ma so per certo che il brusio che si solleva quando attraverso il mercato cittadino col vestito di lino e i piedi scalzi, non mi infastidisce. Né mi dà pensiero. Mi spinge però ad aumentare il passo, quando nella mia testa riaffiora il rumore di Aghi Inseguitori e l’urlo degli Inseguiti.

È novembre, e la gente tiene in mano fiori bianchi, i cui piccoli e numerosi petali esplodono all’estremità dello stelo verde, quei fiori che da piccola ho sempre adorato, che trovavo buffi e che assieme a mia madre univo in composizioni mozzafiato.
I crisantemi, che per me sono sempre stati sinonimo di gioia e spensieratezza, sono i fiori dei morti. E io lo scopro solo a venticinque anni.
Stringo forte quel fiore che ho in mano, senza sapere esattamente come ci sia comparso. I petali si sgualciscono, alcuni cadono, altri, come offesi e impauriti, si stringono su se stessi, come per scappare dalle mie dita.
Sento nel pollice il mio battito incessante farsi più forte, più intenso, e la sensazione di potenza che avevo avvertito schiacciando quel povero crisantemo si dilegua immediatamente. L’anulare è circondato da un filo d’argento che molti mi hanno detto non ha più senso portare con me.
Dicono sia arrivato il grande freddo, oggi. Eppure io, io non sento niente. Oggi, secondo giorno di novembre. Il giorno dei morti, tradizione che affonda le sue radici nel passato più profondo. E questo, questo è il tuo giorno, Finnick.
Vorrei… vorrei che questo anello avesse ancora un significato. Per me, e per il mondo che mi guarda stranito.
Non voglio più che il mio cuore batta.
Non voglio più che questo vento, caldo contro le mie guance giacciate, mi tocchi la pelle. Cerca di consolarmi, come ha fatto altre volte in passato, cerca di mandarmi indietro.
Ma sono stanca, Finnick, e oggi è il tuo giorno. Oggi è il tuo giorno, mi hanno detto, e ciò nonostante tu non sei tornato da me.

Sono ormai nell’ultimo posto in cui posso cercarti, in cui posso sperare di trovarti.
Il mare ruggisce quando si infrange contro gli scogli, sui quali mi arrampico senza troppa difficoltà, abbandonando quel fiore ormai distrutto a terra.
Mi ergo sulla cima dello scoglio più alto, e gli schizzi che mi raggiungono mi ricordano quanto buona sia l’acqua di mare.
Stanno cercando di allontanarmi, il mare, il vento, cercano di spaventarmi, ma non capiscono. Io non ho più paura. Cosa dovrebbe spaventarmi, ormai?
Voglio unirmi al mare, al buio e freddo mare sotto di me, per un’ultima volta.
Voglio unirmi a te, per il resto della storia.
Basta un passo, un solo misero passo, per ricongiungere le nostre esistenze, per riallacciare insieme i fili dei nostri destini. Non c’è nessuno qua alla mie spalle, pronto a tirarmi indietro al momento giusto. Qualcuno forse grida, ma come potrebbe un grido umano sovrastare quello delle onde?

E poi, succede qualcosa.

Sei tu, sei tornato. Sei tornato nella spuma delle onde. Sei tornato, e brilli di preoccupazione, e io mi illumino con te.
Mi parli, ma non riesco a capirti. Sento il dolore ai piedi, il freddo mi si è attaccato addosso rendendomi pesante. Sento il battito nel pollice chiuso all’interno nel mio pugno.
Vivi” mi sembra di sentirti dire. E allora arretro di un passo. Quel misero passo che ancora ci separa.





Note dell'autrice
E nulla, sono mesi che non mi faccio effettivamente viva nel campo della scrittura, l’inizio della scuola mi ha semplicemente distrutta. Ma tra un ponte e un raffreddore, sono riuscita a pensare a questa breve one shot, gentilmente ispirata da questa poesia -> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3514990&i=1 scritta dalla dolce Hanna, che è stata anche la beta reader (la mia prima beta, a dire il vero!) della storia.
A tutti coloro che sono giunti fin qui, un grande grande grazie <3
Un commentino è sempre lieto, ma se non ce ne fosse il tempo, me ne farò una ragione.
Alla prossima,

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Mel

  
   
 
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