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Autore: sara_gi    04/11/2016    0 recensioni
Jordan ha afferrato la sua grande occasione, la possibilità di realizzare il suo sogno ora è più vicina. Aiuto regista in una grande produzione Holliwoodiana si trova in Tunisia per delle riprese. Il lavoro è tutto per lui, ma l'incontro casuale con una sconosciuta, uno sguardo scambiato per caso, cambierà la sua prospettiva...
Dal testo:
Stava controllando gli ultimi preparativi prima del ciak, quando l’aveva vista. No, non era esatto, non aveva visto lei, solo i suoi occhi. Due pozze scure, profonde ed ardenti. Occhi neri, intensi, che ti osservavano, ti scrutavano, scavando fino in fondo alla tua anima. Illuminandola.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Occhi neri


    Stava controllando gli ultimi preparativi prima del ciak, quando l’aveva vista. No, non era esatto, non aveva visto lei, solo i suoi occhi. Due pozze scure, profonde ed ardenti. Occhi neri, intensi, che ti osservavano, ti scrutavano, scavando fino in fondo alla tua anima. Illuminandola.
    Il richiamo di uno dei sui subalterni lo riscosse. Si affrettò a ultimare i controlli e raggiunse il suo posto presso la ‘giraffa’. Era aiuto regista nella seconda unità di ripresa di uno dei più attesi blockbuster dell’anno. Un’ottima occasione per dimostrare il proprio talento, talento che possedeva e che, a tre settimane dall’inizio delle riprese, era stato notato. Il regista, e creatore, del film gli aveva proposto, un paio di giorni prima, di dirigere la terza unità di ripresa, quando la troupe al completo si sarebbe trasferita in Italia, sede di una delle location prescelte. Se tutto fosse andato bene, entro un paio d’anni avrebbe diretto il suo primo film. Un sogno che diventava realtà. Diventare regista era sempre stato il suo più profondo desiderio, l’unica cosa che gli interessasse. Fino a quel momento…
    Lei non si era accorta della sua presenza fino ad un attimo prima di scomparire. Non che avesse fatto qualcosa per passare inosservato, neppure per essere notato, d’altro canto. Semplicemente era stata distratta dal movimento sulla scena dove gli attori stavano provando la sequenza che sarebbe stata girata di li a poco. Quando la radio che lui portava sempre aveva emesso una scarica statica, un istante prima che un tecnico gli parlasse, lei aveva guardato dalla sua parte ed i loro occhi, per un attimo, si erano incontrati. Un attimo lungo un’eternità.
    Ma lui aveva dovuto rispondere alla radio e, quando era tornato a guardare verso il punto dove si trovava la ragazza, lei era scomparsa. Aveva dato un’occhiata veloce in giro, cercandola, ma non l’aveva più vista.
    Era dovuto tornare al lavoro, ma il ricordo di quegli occhi non lo aveva più abbandonato. Gli sembrava di vederli ovunque: confusi nel gruppo di curiosi, prevalentemente turisti stranieri, che sostava in prossimità dell’area delle riprese, riflessi nei vetri della telecamera, ammiccare nel miraggio che il sole ardente creava sulla sabbia delle dune… Ebbe un moto di sorpresa nell’incrociare lo sguardo dell’attrice protagonista perché, anche lei, aveva gli occhi scuri. Ma non erano quelli che cercava…
    Quando, finalmente, il sole calò dietro la curva dell’orizzonte e le riprese, per quel giorno, ebbero termine, si ritirò nella sua tenda desideroso di stare un po’ per conto suo. Nella solitudine del suo alloggio si riaffacciò alla sua mente il ricordo della ragazza dagli occhi neri.
    Chi era? Da dove veniva? Queste domande gli turbinavano nella mente, ma non aveva risposte. Non conosceva neppure il suo nome… Ma esisteva poi, quella ragazza? Nelle ultime ore era arrivato a pensare che, forse, si era trattato solo di un miraggio. Dopo tutto stava lavorando nel deserto… Ma il cuore lo contraddisse: non poteva trattarsi del frutto della sua fantasia. Non lei e, soprattutto, non i suoi occhi, poiché mai nella vita aveva immaginato che, al mondo, potessero esistere occhi come quelli: in grado di farti sentire vivo ed importante, capaci di mozzarti il respiro in gola, accelerare il battito del cuore. Perfino sentire freddo sotto il cocente sole del deserto tunisino. Lei esisteva, di questo era sicuro, ma le domande ed i dubbi rimanevano insoluti…
    Dopo una notte di sonno inquieto, prima dell’alba, uscì dal suo alloggio e prese ad aggirarsi per la tendopoli che era stata allestita a poche decine di metri dai set, finchè giunse nei pressi del luogo delle riprese del giorno prima. Incontrò uno dei tecnici, un ragazzo del posto più o meno della sua età di nome Jamal, e si fermò a parlare un po’ con lui. Improvvisamente, spinto più da un inconscio desiderio di sentirsi confermare che l’incontro del pomeriggio precedente non era frutto della sua fantasia che da un impulso razionale, gli chiese se, per caso, avesse visto la ragazza dagli occhi neri.
    E, sì, Jamal l’aveva vista. Faceva parte, gli disse, di un piccolo gruppo di turisti impegnati in un Tour Adventure attraverso il sud della Tunisia. Avevano fatto una deviazione dalla pista consueta per assistere a qualche ripresa, si erano fermati appena un paio d’ore poi erano ripartiti per raggiungere la tappa successiva: l’accampamento berbero nei pressi dell’oasi di Kasar Ghilane. A poco più di venti chilometri da li.
    Senza fermarsi a riflettere, salutato Jamal, salì a bordo della sua jeep e partì puntando verso sud alla volta dell’oasi. C’era abbastanza tempo per andare, trovarla e tornare prima dell’inizio delle riprese. Guidò il più velocemente possibile stando attento a seguire la pista segnata nel deserto per non rischiare di perdersi.
    Quando arrivò all’oasi, però, comprese che era troppo tardi: le tende dell’accampamento erano troppo poche perché tra esse fosse ospitato un folto gruppo di turisti. Scese comunque dal fuoristrada e raggiunse alcuni uomini seduti al centro dell’accampamento. Aiutandosi col suo fluente italiano, che aveva imparato tempo prima durante un soggiorno di un paio d’anni a Cinecittà, venne a sapere che coloro che cercava erano partiti da meno di un’ora. Erano diretti a Kairouan, città santa dell’Islam e famosa per la manifattura di pregiati tappeti.
    Sedette nuovamente al posto di guida della jeep e guardò il deserto verso nord. L’orologio sul cruscotto, e la parte razionale della sua mente, gli dicevano che doveva tornare al lavoro, il cuore gli imponeva di mettere in moto ed inseguire la sua Chimera…
    Fu il buon senso a prevalere. In fondo non sapeva nulla di lei, non poteva mandare all’aria la sua grande occasione per correre dietro ad una ragazza che non conosceva: poteva anche essere già felicemente sposata, per quello che ne sapeva. Girò la chiavetta avviando il motore e ripartì verso la location del film.

Due settimane dopo, finite le riprese nel deserto, la troupe al completo si trasferì in Italia, sul lago di Como: il Lario. Li, in una splendida villa d’epoca i cui giardini digradavano dolcemente fino all’acqua, sarebbero state girate alcune delle scene più importanti del film. La durata della lavorazione nella location italiana sarebbe stata, secondo le previsioni, di quattro, massimo cinque settimane.
    La supervisione della terza unità, affidatagli dal regista, assorbì tutto il suo tempo: era il suo primo incarico da ‘protagonista’ e voleva che ogni cosa fosse perfetta. Il più possibile, per lo meno…
    In un momento di pausa tra due riprese scese fino alla terrazza in riva al lago per controllare le macchine da presa che sarebbero servite di li a mezz’ora. Il posto era splendido, magico, un piccolo angolo di Paradiso. Nuovamente ammirò l’occhio del regista che era riuscito a scoprire quel sito incantato tra i tanti possibili.
    Osservò per qualche istante il riverbero del sole sulle acque blu, le rive collinose coperte dai boschi, i paesini arroccati sui pendii che si specchiavano nel lago…
    Davvero un luogo magnifico. D’altro canto era stato scelto proprio per profondo romanticismo che, quella vista, trasmetteva. Era la cornice perfetta per le scene che stavano girando.
    La poesia di quel panorama richiamò alla sua mente gli occhi meravigliosi intravisti in Tunisia, quegli occhi la cui memoria, da allora, lo accompagnava giorno dopo giorno. L’emozione che ancora adesso gli suscitava il ricordo della loro intensità risvegliava in lui passione e rimpianto. Chissà dov’era adesso quella ragazza…
    Il lavoro riprese. I due attori protagonisti nonostante la giovane età, avevano appena una ventina d’anni, erano molto bravi, perfettamente calati nei ruoli e capaci di trasmettere sentimenti ed emozioni a chi osservava le scene. Il casting era stato lungo, soprattutto la ricerca del ragazzo era stata difficile, ma i risultati non si erano fatti attendere.
    Soddisfatto del lavoro svolto fino a quel giorno, il regista, concesse un fine settimana di riposo per tutti.
    Il mattino seguente, era sabato, l’abitudine lo svegliò come sempre alle sette. Un po’ irritato con se stesso riuscì a costringersi a rimanere a letto per un’altra mezz’ora poi, sconfitto, si alzò e si vestì deciso a visitare Como di cui non aveva visto che poche porzioni.
    Passeggiò pigramente per le stradine ammirando la deliziosa architettura delle case antiche a due, massimo tre piani. Abituato ai grattacieli di Los Angeles, quella città gli sembrava uscita da un’altra epoca. Giunse infine nei pressi di un mercato e, spinto dall’impulso del momento, vi si addentrò. Si accorse subito della quasi totale assenza di turisti, era chiaro che quel mercato non era ‘dedicato’ a loro.
    Un po’ più avanti il passaggio tra le bancarelle si fece più affollato e, senza volere, scontrò qualcuno.
- Scusi.- disse, in italiano, voltandosi.
Rimase pietrificato. Lei era li, davanti a lui. I suoi occhi incontrarono quelli scuri della ragazza ed un moto di piacere lo pervase vedendoli spalancarsi nella sorpresa e nel riconoscimento. Si ricordava di lui!
    Si guardarono qualche istante senza proferire parola, entrambi increduli di essersi incontrati nuovamente a chilometri di distanza. Addirittura in un altro continente…
    Poi lui sorrise e le porse la mano.
- Jordan Scott.- si presentò un po’ emozionato.
- Beatrice Foscari…- rispose lei arrossendo.
La sua voce, soave quanto il suo viso ed intensa quanto i suoi magnifici occhi neri, tremò appena. Lui trattene dolcemente la sua mano e sospirò.
    L’aveva trovata…
  
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