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Autore: kiku77    04/11/2016    4 recensioni
Chi possiede la ricetta perfetta per crescere senza cadere, senza sbagliare?
Nessuno.
Non la conosce chi non sa bene cosa vuole, come Yukari.
Ma nemmeno chi sembra avere le idee chiare da sempre, come Genzo…
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lascia il suo acquisto per terra, nell’andito.
Si sfila le scarpe e si dirige in cucina per la cena.
Si siede senza parlare e mangia in maniera approssimativa.
“Non ti piacciono più i ramen di tua madre?” domanda il signor Nishimoto, dopo essersi scambiato vari sguardi con la moglie.
Yukari posa le bacchette, beve un po’ d’acqua, “sì, sì, mi piacciono sempre. Ma… non ho appetito stasera.”
“Che strano.”
“Già” si limita a dire lei.
“Yukari…” chiede ancora suo padre, “c’è qualcosa che non va?”
Lei scuote la testa con decisione, “no, no, niente. Scusatemi…” si alza e corre via.
Si chiude in camera e si stende a letto, quasi soffocandosi.
Non riesce a piangere, non riesce a gridare, a respirare.
Non riesce a fare la più banale delle cose.
Si domanda come abbia fatto a ridursi così. Si chiede perché, nonostante tutto il suo impegno, tutta la sua forza di volontà, non riesca a riemergere, a cancellare quello che, visto da fuori, può sembrare solo un flirt insignificante.
Si sente lacerare dentro.
Sente che il mondo finisce a Tokyo.
Finisce qui, a Nankatsu.
Non c’è alcun posto in cui non finisca.
Perché dentro, è il vuoto. Il vuoto più assoluto.
E si odia, perché non vuole arrendersi all’evidenza, non vuole restare immobile per sempre.
Non vuole rinnegare la donna che vorrebbe diventare.
Ora lo sa che non è necessario essere schiavi dell’amore.
Lo sa che può fare ciò che vuole, può andare dove vuole.
No, il mondo non finisce a Tokyo.
Non finisce a Nankatsu.
Non finisce in nessun posto.

Resta lì qualche minuto, quando sente suo padre che bussa alla porta.
Yukari non risponde, così lui entra.
Resta nei pressi della soglia, convinto che quello sia uno spazio personalissimo e speciale, da non violare mai, se non in casi estremi, come questo.
“Yukari… posso, posso parlarti?”
La ragazza si solleva, si siede a terra, sistemandosi i capelli, lasciando il volto libero.
“Certo, certo che puoi.”
Lui allora fa qualche passo timido, si mette le mani in tasca, si guarda intorno.
“E’ da tanto che volevo… è da tanto che ti vedo diversa, sai?”
La ragazza si alza immediatamente, va verso la finestra, dando le spalle all’uomo, “sto crescendo, papà. E’ normale che io sia diversa.”
“Non intendo… non mi riferisco a quello.“
“Allora non capisco. Sono sempre io. Sono sempre la solita Yukari. Un pesce che vuole un’ampolla entro cui nuotare. Tutto qui.”
L’uomo indietreggia, fa quasi per andarsene e rinunciare.
In fondo che diritto ha di indagare? Di chiedere?
Yukari non è più una bambina.
Poi si ferma.
“Da quando hai iniziato l’università, sei letteralmente sbocciata. Non hai neanche vagamente idea di quanto tu sia brillante nelle conversazioni, di quanto sia piacevole starti accanto e ascoltarti o parlarti. Non stai semplicemente andando bene all’università: tu quello che studi lo vivi sulla pelle…”
Yukari s’illumina: per un istante, un brevissimo momento, ha la sensazione di essere completamente capita.
“E’ così, papà. E’ così. Sono molto felice delle scelte che ho fatto, anche se all’inizio ero spaventata.”
Lui annuisce e improvvisamente diventa serio.
Yukari se ne accorge, avanza per guardarlo meglio in faccia.
“Allora perché i tuoi occhi sono così tristi, Yukari?” chiede, dal nulla.
La ragazza si appoggia al muro.
“Io ti conosco. Io e tua madre conosciamo il tuo volto, lo conosciamo alla perfezione. Non ci servono spiegazioni, non ci serve niente per avvertire il tuo malessere. E’ il tuo volto che parla. Parla anche quando sta zitto.”
Silenzio.
Silenzio assoluto.
E Yukari si lascia andare: lacrime leggere scivolano giù, partorite dal suo ventre fragile e vergine.
“Io sono stato molto rigido su certe cose, specie sul fatto dell’università. E sono ancora convinto che sia la miglior scelta che tu abbia potuto fare. Ma se per un qualche motivo tutto questo ti dà dolore, sono io il primo a dirti di mollare. Rivoglio la mia Yukari. Quella che forse non sa bene cosa vuole, ma ha occhi limpidi, grandi e vivaci.”
Lei abbassa la testa.
“L’università non c’entra.”
Il signor Nishimoto respira, sollevato.
“Anzi… se non ci fosse stata l’università, non so, non so cosa avrei… non so come avrei fatto.”
Lui allora la fissa, impietrito, attonito, perplesso, “a fare cosa?”
C’è una pausa che si espande, come ad inglobare tutta la stanza.
Yukari si solleva, sedendosi sul letto. Stringe i pugni sulla coperta.
Si morde il labbro, guardandosi i piedi.
Ormai non può più nascondersi. Ormai non c’è più nulla, nulla di segreto da custodire.
Non si può cambiare la faccia, non può rinnegare il suo animo.
“Non so come avrei fatto con Genzo. Voglio dire... a restare a galla senza Genzo.”
Ora che ha pronunciato quel nome e che in due parole ha raccontato la sua storia, si sente improvvisamente leggera.
Ma è un'impressione che dura un attimo.
Abbassa la testa, vergognandosi di aver parlato di una cosa così intima, personale, proprio con suo padre. Avverte subito che se lui non se ne andrà, rimarranno impigliati ad una rete d’imbarazzo difficile da sciogliere.
Il signor Nishimoto ha un moto del corpo, le sue braccia si muovono in modo imprecisato e irregolare.
Resta un momento così, in silenzio.
Inizia ad indietreggiare lentamente; senza volerlo, è già scivolato alla fine della stanza, nei pressi della porta.
Si schiarisce la voce perché sa che non lo ripeterà due volte.
“I sentimenti hanno la priorità su tutto.”
La ragazza inarca lievemente la schiena al suono di quelle parole.
“Non dimenticarlo mai, Yukari” dice ancora suo padre, prima di richiudere la porta e sparire.

--
Ciao a tutti^^
Quando sembra che nessuno possa ascoltarci, che tutto vada a rotoli, c’è sempre una piccola luce che si accende.
Ogni volta che Yukari si  sente al fondo di sé, ecco che trova il modo di risalire, di riemergere.
Le parole di suo padre pesano sul cuore. Svegliano le coscienze.
Rispolverano una verità che Yukari non può proprio più ignorare…

Grazie a tutti^^
A presto
kiku

 

   
 
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