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Autore: Tony Stark    04/11/2016    2 recensioni
L’efficienza pagava sempre il suo prezzo e una personificazione efficiente era simbolo di un paese e di un popolo capaci sempre di trarre profitto dalla situazione senza che un qualche ostacolo li fermasse.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Preußisch Leistungsfähigkeit
Efficienza Prussiana


Quella mattina, Ludwig Beilschimdt, personificazione della Germania, era stato svegliato da un vociare concitato. Sul momento la nazione non riuscì a capire di chi fossero le voci e questo, unito ai suoi istinti da soldato lo avevano spinto a scattare in piedi e prendere la sua Luger.


Ci aveva messo qualche secondo a riconoscere le voci, una era più bassa e roca e aveva un tono più calmo, quasi freddo e privo di alcuna inflessione, era la voce di Gilbert, la seconda invece apparteneva di certo ad una donna e Germania si rese conto che era stata proprio quella la voce che l’aveva svegliato.
Ci mise solo qualche istante a rendersi conto che quella era la voce della Cancelliera Merkel.


Non riusciva a capire quello che stavano dicendo, sapeva solo che la Cancelliera stava cercando di far valere, in maniera errata, il suo discorso su quello di Gilbert parlandogli praticamente sopra.


E continuò fino a che Gilbert non perse la pazienza. Alzò la voce al punto tale che Ludwig lo sentì con una tale chiarezza che avrebbe potuto credere anche di trovarsi nella stessa stanza con loro.


<< Silenzio! >> aveva detto, con un tono tanto fermo che il suo era un ordine e null’altro e quando la Cancelliera si zittì, Gilbert continuò: << Ludwig non potrà presenziare al G8 e lo farò io in sua vece, e questo è tutto! Non stavo chiedendo l’autorizzazione, vi stavo solo rendendo partecipi della mia decisione. >>


La Merkel tentò di dire qualcos’altro ma venne immediatamente interrotta dal prussiano: << Se hai intenzione di dire ancora una volta che l’unico obbligo di “Herr Deutschland” è di servire la sua gente, farò in modo che ti venga tolto il tuo incarico, ci siamo capiti?! >>


Germania non sentì alcuna risposta, provenire dalla donna e poi la voce di Prussia si abbassò gradualmente fino a tornare a quel tono gelidamente calmo.


Un unica domanda si presentò alla mente del tedesco, “Per quale ragione Gilbert vuole sostituirmi?” ma che venne rapidamente seguita dalla risposta “Deve aver pensato che era troppo per me”
Per quanto la giovane nazione non volesse ammetterlo era da qualche tempo che non si sentiva bene, lo stress dovuto alle continue “emergenze” che gli venivano riferite e tutto il lavoro che il suo governo gli stava affidando lo stavano stancando ed in oltre gli impedivano di riposarsi a sufficienza. Era capitato più di una volta che finisse per addormentarsi nello studio e puntualmente la mattina si ritrovava con una coperta sulle spalle e con tutte le pratiche e i documenti ordinati e divisi per campi, (dall’economia al recente problema d’immigrazione) nonché compilati, ogni parola scritta con la chiara ed elegante calligrafia di suo fratello.


Certo alle volte suo fratello poteva essere terrificante, anche se il più delle volte, o meglio tutte, lui in realtà era solo una vittima involontaria della sua “riaffermazione”, come Ludwig aveva preso a chiamarla, in quanto era sempre diretta verso altre nazioni e mai contro di lui.


Più Ludwig ci pensava, più credeva che quella di suo fratello fosse una buona idea… aveva davvero bisogno di qualche giorno di riposo ed era più che certo che Gilbert sarebbe riuscito ad occuparsi di ogni cosa.




Il flusso dei suoi pensieri venne definitivamente interrotto quando Gilbert entrò nella sua stanza, Ludwig aveva già posato la Luger quando il prussiano aprì la porta.


Lo sguardo di Prussia si fece preoccupato e anche dispiaciuto quando lo vide sveglio.
<< Oh, ti ho svegliato… Scusami, Bruder. >> aveva mormorato, quasi troppo morbidamente. Al tedesco ricordava il tono che suo fratello usava quando lui era ancora la Confederazione del Reno…


<< Non scusarti… >> gli disse << Spero che tu sia riuscito a convincerla, Angela sa essere molto testarda nelle sue decisioni >> continuò, sorridendo appena.


Gilbert rise sottovoce, con quella sua risata strana e sibilante, << Oh, può starne certo, Ludz. >> gli sorrise << Ora torna a letto, kleiner Bruder, ne hai bisogno >>


Germania annuì, sussurrando un “Danke” in direzione del fratello, che per qualche istante sembrò anche sorpreso del fatto che lo stesse effettivamente ascoltando senza cercare di convincerlo che non aveva bisogno di preoccuparsi tanto e che dopo il lavoro si sarebbe preso un po’ di tempo(cosa che fin ora era sempre stata una menzogna da parte sua).


Ma prima di stendersi nuovamente, si fermò e si voltò verso Gilbert. Stava per dirgli qualcosa ma suo fratello lo zittì


<< Non preoccuparti di niente, Bruder. Ho già avvisato Italia e gli ho ricordato del meeting. >> disse come se già sapesse ciò che stava per dirgli… cosa che probabilmente era vera << L’unica cosa che devi fare, ora, è rilassarti e riposare. Va bene, Ludwig? >>


Il tedesco annuì ancora una volta, tornando, finalmente, a letto e lasciando per una volta che qualcun altro si facesse carico delle sue responsabilità.


Dopo aver chiuso gli occhi, cercando di allontanare dalla mente tutti i problemi che affliggevano il suo paese, sentì Gilbert allontanarsi ed uscire dalla sua stanza ma non prima di aver sussurrato qualcosa:
<< Gute Nacht und Schlaf gut, kleiner Bruder1 >>


La giovane nazione sorrise, aveva duecentodue anni eppure suo fratello continuava a trattarlo come se fosse solo un bambino e continuava a proteggerlo alla stessa maniera.






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La conferenza fra le nazioni sarebbe stata un fiasco come tutte le altre volte, fu a questo che pensava Inghilterra, Arthur Kirkland, mentre si dirigeva verso la sala conferenze. Preparandosi al fatto che avrebbe dovuto sopportare le avance di Francia e l’infantilismo completo di Alfred, la sua ex-colonia, nonché lo sguardo inquietante di Russia che probabilmente avrebbe come al solito guardato tutti loro sorridendo in quel suo modo vagamente inquietante.


Ben presto sentì il suono di altri passi unirsi al suo. Francia, America, Cina, Russia e Giappone si unirono a lui mentre si avvicinavano alla sala conferenze.


Probabilmente Germania era già lì, “Quel ragazzo è quasi troppo diligente” pensò il britannico. Mentre apriva le porte.


<< Good Morning, Ger- >> iniziò ma la voce gli bloccò in gola quando vide chi si trovava nella sala riunioni al posto di Germania.


E ognuno di loro ebbe la sua stessa reazione, nel vedere l’ex-nazione albina sedere al posto di Germania, la divisa prussiana, e non tedesca, indosso, lo sguardo serio e freddo che sembrava voler dire “Provate a contraddirmi e vi farò pentire di essere immortali


<< Guten Tag, Kollegen2… Siete in ritardo >> annunciò lapidario, non dando loro nemmeno il tempo di accettare il suo buongiorno formale che pareva quasi un obbligo di circostanza che altro.


Inghilterra ignorò il suo istinto che gli diceva di non dir nulla e contestò l’affermazione del prussiano: << Non siamo in ritardo, siamo in perfetto orario… e tu che ci fai qui? >>


Lo sguardo color sangue di Gilbert si puntò in quello verde del britannico quasi congelandolo sul posto. Prima che con molta calma dicesse: << Questo incontro sarebbe dovuto iniziare circa cinque minuti fa… persino Italia è arrivato qui prima di voi >> in quel momento l’italiano fece notare la sua presenza mormorando un “ciao~” e salutandoli con la mano, dopo qualche istante Prussia continuò << E per rispondere alla tua domanda, Inghilterra, sono qui per rappresentare la Germania… in quanto mio fratello non era nelle condizioni di farlo. Ora che abbiamo finito con le domande, prendete posto e diamo inizio a questa riunione. Abbiamo sprecato già abbastanza tempo >>


Senza dire nulla le nazioni fecero esattamente ciò che aveva detto Prussia, o meglio… solo per quel giorno(o almeno loro speravano) Germania.




La riunione fu forse una delle più produttive che le nazioni ricordassero. Forse per il semplice fatto che Prussia riuscisse a calmare qualunque inizio di discussione, non-produttiva come le aveva definite, con un solo sguardo fulmineo verso i due quasi-litiganti o forse perché era riuscito a fare in modo che tutti loro proponessero delle soluzioni utili e fattibili, persino Alfred, che per quella riunione sembrava essere diventato tutt’un’altra persona, di sicuro non era l’idiota mangia-hamburger che conoscevano. E anche Italia aveva fatto un intervento più o meno fattibile che non centrava con la pasta.


Forse un po’ di sano terrore era quello che serviva loro per lavorare bene… Anche se questo non significava che avrebbero voluto rivedere tanto presto Prussia nei panni di rappresentante di Germania.


Un’altra cosa che aveva confermato il loro terrore verso la, quasi troppo forte, ex-nazione era successa esattamente dopo la fine della riunione mentre le nazioni si preparavano a lasciare la sala.


Nessuno aveva capito cosa Russia avesse detto, ma Prussia l’aveva fatto. Il suo sguardo si era riempito di rabbia ed esattamente come al G20 sembrò che l’Impero di Prussia fosse tornato.


E per la prima volta le nazioni videro il grande Russia indietreggiare spaventato da qualcosa che non fosse sua sorella Bielorussia.


Con uno scatto fulmineo l’ex-nazione afferrò entrambi i capi di Kamchatka3 e cominciò a tirare, cercando di soffocare la nazione con la sua stessa sciarpa.


<< Rimangiati quello che hai detto, Russia >> ringhiò l’albino. La nazione più grande non si ribellava non volendo rischiare di rovinare la sua preziosa sciarpa.


E preferendo l’integrità di quel prezioso ricordo a qualunque altra cosa. Disse: << Mi dispiace, Prussia… Non dovevo permettermi di insinuare una cosa simile >>


Il prussiano lasciò la presa e sorrise, crudelmente, << Sei perdonato… per stavolta >>




Le altre nazioni ancora paralizzate, nuovamente alla dimostrazione di quanto quell’ex-nazione fosse forte, rimasero nella sala conferenze mentre Prussia la lasciava.


Pensando che al suo caro fratellino sarebbe piaciuto sapere che stavolta erano riusciti a trovare quasi un accordo e delle soluzioni utili…


L’efficienza pagava sempre il suo prezzo e una personificazione efficiente era simbolo di un paese e di un popolo capaci sempre di trarre profitto dalla situazione senza che un qualche ostacolo li fermasse.


Era questo quello che era lui, quello che era stata la sua nazione.




 

Preußisch Leistungsfähigkeit
Efficienza Prussiana












Note:
1)=”Gute Nacht und Schlaf gut, kleiner Bruder”, significa “Buonanotte e dormi bene, fratellino”
2)=”Guten Tag, Kollegen”, significa”Buongiorno, Colleghi” (e se non ricordo male, Guten Tag è la versione formale di Gute Morgen)
3)=”Kamchatka”, questo è un mio headcanon… In quanto penso che se gli occhiali di America sono “Texas” allora la sciarpa di Russia potrebbe essere “Kamchatka”….
   
 
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