Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: tenacious_deep_soul 99    05/11/2016    1 recensioni
Cosa faresti se un giorno dovessi essere costretta a cambiare la tua vita solo per dei pregiudizi sbagliati dettati da una mente pervasa dal bigottismo? Ecco, questo è un problema che affligge la vita della povera Lee Jieun la quale, per sfuggire alle costrizioni di sua madre e al periodo natalizio formato per lo più da un susseguirsi di interrogatori, si vedrà costretta ad affittare un ragazzo…
[Tratto dal Capitolo 1]:
-Non ho altra scelta…- disse lei sospirando mentre permetteva alle dita di scivolarle sulla tastiera. Apparsale in un lampo davanti agli occhi la pagina traboccante di risultati cliccò, senza pensarci due volte, il primo sito che le capitò sott’occhio: Affitta ragazzi, diceva.
[Tratto dal Capitolo 2]:
-Ma allora sei tu! No, non è possibile!- esclamarono entrambi indicandosi a vicenda con indici accusatori.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5:

Image and video hosting by TinyPic

I mercatini natalizi facevano sempre un certo effetto anche a chi, come Jieun, detestava il Natale con tutta la sua anima: vedere le bancarelle sistemate ordinatamente le une accanto alle altre piene di oggetti d’artigianato e le stradicciole decorate con migliaia di luci che si accendevano a ritmo di Jingle Bells, se non addirittura sentire l’odore dello zucchero filato che stava nelle mani di qualunque bambino scorrazzante per il vialetto la estasiava completamente.
Tutto ciò le riportava alla mente i giorni in cui si recava in quello stesso luogo con la sua famiglia con l’intento di comprare nuovi addobbi per l’albero di Natale, cosa che ormai in casa sua non si svolgeva più da chissà quanti secoli.
Nonostante tutto sul suo volto venne a formarsi involontariamente un impercettibile sorriso.

-Perché siamo venuti qui, Jieun?- chiese Jimin mentre studiava nel dettaglio con eccessivo interesse una palla argentata appesa su un alberello espositore in una delle tante bancarelle, col viso completamente appiccicato all’oggetto.

-Non lo so… mi è venuto in mente e ho pensato “perché non andarci?”. Mi sembra adatto dato il periodo in cui siamo, non credi?- si voltò verso di lui dopo aver ammirato tutti i suppellettili del bancone, colorato da una tovaglia rossa di velluto.

-Beh, effettivamente… anche se comunque io odio il Natale- fece spallucce raggiungendola più avanti.
Jieun scansò da sopra la sua testa una stella decorativa posta troppo in basso, guardando poi Jimin con aria stupita.

-Non sei l’unico allora- rispose guardando i suoi piedi che si muovevano nell’asfalto ghiacciato.
Jimin le rivolse uno sguardo strano, come se in fondo se l’aspettasse ma al contempo ne fosse sorpreso.
“Una ragazza a cui non piace il Natale? Dove si è vista mai?”  pensava aggrottando le sopracciglia.
La confusione del viale era quasi sopportabile, senza contare le urla di bambini piccolissimi e il continuo abbaiare di alcuni cani al guinzaglio.

-Continuo a non capire: se tu odi il Natale ed io odio il Natale, che siamo venuti a fare qui!?- cominciò ad agitarsi quello voltandosi di scatto verso Jieun. Il suo modo di fare alla Sherlock Holmes versione polverizza palle la stava facendo irritare.

-Ma che domande mi fai!? Era solo un pretesto per uscire, Jimin!- si bloccò lei sbattendo un piede per terra come fosse una bambina di cinque anni.

-Ssibal, come sei pesante! Sapevo che avrei dovuto lasciarti in asso quella volta al coffee shop!-.
Jimin portò tutt’a un tratto la testa all’indietro senza rendersi conto, come tutti i maschi del resto, di averle urtato i nervi con i suoi continui interrogativi.

-E’ stata una tua scelta, ricorda che non ti ho costretto ad aiutarmi-.
Jieun si voltò talmente di scatto verso di lui che per poco non cadeva a terra per i capogiri.
Jimin era la persona più egoista, narcisista, stupida e insensibile che lei avesse mai conosciuto, bisognava dare colpa al fato per quel bell’incontro basato sulla civiltà e il rispetto reciproco.
In effetti Jieun non aveva mica tutti i torti. Le sue braccia in quel momento erano più intrecciate di un cesto di vimini e la sua faccia era impegnata ad esibire la sua migliore espressione corrucciata.

-Perché dobbiamo sempre litigare e renderci le cose più difficili di quanto lo siano, Jimin?-

-Ah, non lo so… magari perché non ci tolleriamo a vicenda?- sbuffò lui camminando nervosamente accanto alla ragazza. Jimin si strofinava continuamente la nuca, cosa che usava fare sempre soprattutto durante gli attimi saturi di nervosismo passati con la persona sbagliata.
Quell’uscita non poteva certo fruttare a qualcosa che potesse aiutare Jieun data la forte incompatibilità fra le due parti, pensava che sarebbero riusciti a conoscersi per far sì che sapessero qualcosa l’uno dell’altra e risultare una coppia credibile agli occhi degli altri ma molto probabilmente si sbagliava di grosso.
D’altro canto, avrebbe avuto davvero voglia di conoscerlo più di quanto non avesse fatto involontariamente?

-Comunque cerca di immedesimarti nella figura del fidanzato ideale per piacere- disse Jieun sospirando esausta.

-Ci sto provando, credimi. Sai, non è facile stare accanto ad una persona che non sopporti- la punzecchiò quello assottigliando gli occhi, già di per sé simili a due sottilette, ed esibendo palesemente una perfetta bocca a papera.
La tentazione di volerlo pestare sotto ai piedi era fin troppo forte in quel momento, l’avrebbe fatto fuori in meno di due secondi se solo non le stesse tornando utile per i suoi scopi.
Continuando di questo passo, sarebbero mai riusciti ad andare d’accordo? E Jieun avrebbe potuto passare le vacanze di Natale come il cielo comanda? Sicuramente per entrambe le domande non poteva che esserci un’unica risposta negativa.

Everybody say N.O.

***

Inserita con colpo secco la chiave nel cilindretto della porta di casa Jieun si accinse ad entrare dato il freddo bestiale che predominava anche dentro il palazzo. L’appartamento era immerso nel silenzio più totale, cosa che fece seriamente pensare alla ragazza che madre e sorella fossero morte l’una per mano dell’altra… quasi quasi aveva paura ad addentrarsi, immaginando di trovarsi all’improvviso due cadaveri sotto i piedi.
Quei pensieri a dir poco macabri e fin troppo bizzarri fecero per dissolversi quando le solite urla da cornacchia della donna ultracinquantenne si fecero eco per i vani della casa.

-Mamma? Sono torna-!- esclamò a bassa voce Jieun bloccandosi non appena vide la figura della madre uscire dalla cucina con un mattarello in mano preceduta da Eun, la quale somigliava tanto ad una gazzella in preda ad attacchi di schizofrenia.

-Vieni subito qui Eun! Quante volte ti ho detto di lasciarmi in pace quando cucino!?- la si sentiva strillare come se dovesse morire il giorno dopo. Purtroppo questo accadeva quotidianamente, e quotidianamente il giorno successivo era sempre lì, a deliziare l’intero quartiere e la quiete pubblica con i suoi bellissimi acuti.
Notando con molta più attenzione, Jieun si rese conto che questa fosse cosparsa di farina dalla testa ai piedi: proprio a causa di ciò la ragazza si beccò un infarto pensando che potesse trattarsi benissimo del suo fantasma, tornato fra i comuni mortali per vendetta.

-Ehm… mamma?- la richiamò mentre quella continuava a correre la staffetta dei 100 metri per tutta l’area del salotto col mattarello facente le veci di testimone da sbattere contro la figlia.

-Mamma? Scusa poss-? Potresti fermart-?- domandava alzando un dito per poi bloccarsi di botto, dato che le urla di quella si addossavano alle sue parole che a mala pena si riuscivano a percepire all’interno di quel caos infernale.

-Dovrei… sai, c’è una cosa che… dicevo… argh!- ringhiò rumorosamente Jieun mentre si strofinava i capelli, quasi come stesse facendo lo shampoo a secco.

-Diamine mamma, ho un ragazzo!- le uscì di colpo dalla bocca involontariamente scatenando il silenzio più totale. Ecco, nonostante tutto aveva ricevuto le attenzioni che voleva ricevere.

-C-cosa? Dici seriamente o mi stai prendendo per i fondelli?- si fermò di botto la madre col mattarello in aria esaminando ad occhi sbarrati la figlia, guardandola dall’alto in basso. Un freddo silenzio calò in quella stanza dall’area di mezzo campo da calcio, causando un tremendo imbarazzo a Jieun la quale si ritrovava con quattro occhi fuori dalle orbite puntati costantemente addosso.

-No mamma, non scherzo- scaraventò la borsa per terra, diventata pesante nonostante dentro non vi fossero che cellulare e portafoglio.

-Ma scusami, non eri stata tu a dire “non ho bisogno di un maschio nella mia vita, mamma”?- le rivolse la parola metà parlando e metà storpiandosi apposta la voce per mettere il naso nella faccenda, cosa che fece rendere conto Jieun di quanto sua sorella fosse la fotocopia sputata di sua madre che nel frattempo saltellava dalla gioia per tutto il salotto.
Sfacciata ragazza rompipalle, non potevi tenere il becco chiuso?”

-Beh Eun, un colpo di fulmine è impossibile da ignorare non credi?- disse Jieun sospirando mentre sventolava le ciglia, recitando perfettamente la parte da inguaribile romantica e diventando talmente sdolcinata che se non avesse smesso le sarebbe venuto sicuramente il diabete.

-Se non vi dispiace adesso vado in camera mia a riposarmi, sapete sono sfinita dopo l’appuntamento di oggi. Fatemi un fischio quando è pronto in tavola-.
Con un tirato sorriso sornione in viso, Jieun prese la borsa da terra e contenendo il suo modo di camminare si diresse nella sua stanza sotto le occhiate rimbambite delle due, cui mascelle avrebbero raggiunto presto i loro piedi permettendo alle mosche di fare un giro turistico nei propri stomaci.

-Cosa cazzo hai fatto Jieun!?- si portò le basi delle mani alle tempie, poggiandosi di schiena contro la porta appena chiusa. Adesso sì che l’aveva combinata grossa: come ha potuto dire a sua madre che stava con un ragazzo il quale, in realtà, era un emerito idiota?

-Omo… Jimin non è ancora pronto! Non sa niente di me e io non so niente di lui! Devo chiamarlo… devo dirgli tutto: Jieun, che cosa hai combinato!?- 

►Angolo autrice:
Buonsalve armys! Ecco il nostro tanto atteso seguito, spero possa esservi piaciuto. Cosa succederà adesso? Chissà… *sfrega le mani* Voglio ringraziare di vero cuore coloro che seguono/recensiscono la storia, dedicando un po’ di tempo alla lettura della fanfiction… mi rende davvero felice! Spero di riuscire ad aggiornare la storia sabato prossimo: ho già messo in sospeso una fanfiction perché per i troppi impegni non riuscivo a dedicarmici, mi auguro vivamente di riuscire a finire almeno questa ahah *PREGATE PER ME VI PREGOH*
Beh, ho già detto tutto… meglio polverizzarmi ora haha vi abbraccio!
Fighting!!!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: tenacious_deep_soul 99