Sono le campane di Notre-Dame, quelle che si sentono nella notte: i loro rintocchi funebri risuonano, mescolandosi alla melodia triste e monotona della pioggia. Appoggio il palmo della mano sull'enorme vetrata ad arco che ho davanti e resto in ascolto. 

Ti sento Oscar, stai piangendo.  

Piangi per il Principe ereditario di Francia, il piccolo Joseph, che è salito al cielo. Gli volevi molto bene, vero? Certo Oscar, come ne vuoi alla tua Regina Maria Antonietta, nonostante tutto, e all'intera famiglia reale. Tu sei una donna - sì, una donna – dal cuore sensibile e puro, anche se le tue emozioni si manifestano con riserbo: vuoi bene ai tuoi amici, ai tuoi alleati, indipendentemente da chi essi siano, e soffri per loro, con loro. Nobili, figli del popolo o Reali … non ha importanza. 

Vorrei consolarti Oscar, non piangere. Mi piacerebbe stringerti a me e farti sentire che ci sono, come sempre per te, che in qualche modo posso aiutarti ad alleviare la tua tristezza, anche se non ho parole di conforto da dirti. Ho solo gesti per farti stare un po' meglio, abbracci, carezze tenere e ...baci; ma non mi muovo dalla mia posizione. So che tu non vuoi queste mie attenzioni e non farò un solo passo per allontanarti ancora da me. Non voglio sbagliare come quella volta e spaventarti, rischiando di farmi mettere da parte, non proprio ora che il tuo atteggiamento è cambiato – mi hai perdonato, Oscar? - e io ... io già tengo nascoste, in un angolo segreto del mio cuore, speranze che in qualche modo ostinato continuo a credere possano diventare certezze, realtà vissute e tangibili.
In questi ultimi tempi non mi allontani più Oscar, l'ho notato. Sembri premurosa nei miei confronti – poco fa ti sei preoccupata per il mio occhio – proprio come ai vecchi tempi. Com'eri spaventata quella notte, quando il popolo ci ha aggrediti … mi hai raggiunto a fatica - nonostante tutte le botte che avevi preso - dopo che la folla se n'era andata, mentre ero abbandonato a me stesso nel piazzale: il tuo sguardo era quello che avevi per me prima che io ti offendessi, prima del tuo amore per Fersen.  

"Mi vuole bene ancora" avevo pensato in quel momento. Che schiocco … certo che mi vuoi bene, tu sei affezionata ai tuoi amici. Solo che, Oscar, vorrei non essere solo un amico per te, vorrei poterti riempire di baci, toccare la tue pelle e vedere quanto sei donna. 

Forse dovrei semplicemente rassegnarmi, però … ecco, vedi? Perché adesso ti stai facendo più vicina a me, Oscar, e mi guardi con quegli occhi? Perché, quando mi volto completamente verso di te, trovo la tua fronte contro  la mia spalla, tanto che posso sentire l'odore buono dei tuoi capelli? 

Non dici nulla e nemmeno mi guardi mentre i tuoi pugni chiusi si poggiano sul mio petto e tu continui a piangere piano, in maniera quasi impercettibile. 

"Perché la vita è così ingiusta, André?" Mi chiedi. Non so cosa dirti, Oscar, davvero. 

"Non lo so Oscar …" Ti rispondo solamente. "Ma lascia che io ti dia un po' di conforto" Le penso soltanto queste ultime parole, non oso pronunciarle, ma non riesco a controllarmi del tutto. Passo un braccio dietro alla tua schiena, voglio farti sentire il mio calore. Tu sembri stranita per un attimo, e io ho paura di aver sbagliato, poi ti rilassi in quel contatto. 

Non mi hai mai permesso di consolarti in questo modo Oscar, mai. Né di sfiorarti i capelli come sto facendo ora, mentre ti stringo fra le braccia. 

Anche se ti sono stato accanto tante volte, per incoraggiarti, proteggerti, per farti sorridere … non hai mai cercato conforto nel mio abbraccio, nemmeno quando mi volevi vicino. 

Cosa dovrei pensare? 

Non dovrei pensare a nulla, mi dico. Non devo rovinare questo momento, non strapperò nessuna parola o verità sognata ad Oscar, non le farò dire nulla che non voglia dirmi. 

Rimango fermo, godendomi solo questo contatto, senza pensare ad altro. È così buono l'odore di Oscar, e sento il suo corpo di donna che sfiora il mio, maledizione, perché, perché non riesco a stare tranquillo? È quasi una fortuna che lei si stia scostando da me ora, senza dire nulla. Non so quanto tempo sia passato, qualche minuto forse. Ha smesso di piangere. 

Non mi guarda … ti vergogni di avermi cercato in questo modo, Oscar? Perché dovresti? 

"Vado dalla Regina, André." Mi dici. Io non ti fermo, ti seguo solamente con il mio unico occhio, so che andrai dalla tua amica, a porgerle le tue condoglianze, a dirle parole gentili. Non mi chiedi di seguirti e io non lo faccio, è giusto così. Fermo davanti all'entrata del palazzo, ti guardo allontanarti fra la pioggia fitta Oscar, in sella al tuo cavallo.  

Addosso ho ancora il tuo profumo, mischiato al mio … è l'odore più buono del mondo.






Ok sono in fase creativa ... potere alle flashfic! XD
Come da presentazione, questo è un missing moments dell'episodio 33. Assistiamo alla morte del piccolo Joseph (sigh) e si capiscie chiaramente che Oscar piange, anche se non lo fa in modo plateale, poi "saltiamo" direttamente al momento in cui Oscar parte al galoppo per andare a porgere le sue condoglianze. In quel breve lasso di tempo che non faceva parte dell'episodio, ho provato ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere ... e un abbraccio fra di loro non per forza intacca il resto della storia anticipando eventi vari, secondo me. Ho immaginato di inserirlo perché, insomma, dopo che Oscar comprende "la verità" sui suoi sentimenti, ok che la deve metabolizzare ... ma caspita, un qualche momento che fa capire questo cambiamento in lei ci dev'essere stato fra loro, prima della dichiarazione dell'episodio 37 ... quindi, ecco che mi è uscita questa breve fic. Spero abbiate gradito, ci si sente!