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Autore: Plando    05/11/2016    2 recensioni
Nick è in un momento difficile, riuscirà a venirne fuori con l'aiuto di una nuova conoscenza?
Genere: Dark, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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Dopo essersi scambiate il numero di telefono, Jessica andò verso l'auto e partì per tornare a Zootropolis, Judy si buttò sul divano pensando a tutta la discussione che c'era stata, osservando il modulo d'iscrizione all'accademia di polizia.

“E adesso?” Il sogno che pensava di aver abbandonato tredici anni prima davanti la casa di Gideon si ripresentò dinnanzi a lei sotto forma cartacea, era sufficiente qualche scritta e una firma, ci avrebbe pensato ma quello non era il posto adatto a chiedere consiglio, nonostante la lunga lontananza coi suoi genitori sapeva benissimo come avrebbero reagito a una notizia del genere.

Dopo una lunga e accesa discussione ottenne di poter tornare a Zootropolis e trovare un impiego in città con l'aiuto di Sofia, infatti la sorella lavorava come cassiera nel negozio dove tre mesi prima si erano riconosciute, Judy aveva ben altro per la testa, a lei interessava chiarirsi una volta per tutte con Nick e chiedergli consiglio sulla proposta che le aveva fatto Jessica.

Dopo aver preparato le valige e preso il treno Sofia pensò che era venuto il momento di parlare alla sorella.

“Dimmi la verità, non è tua intenzione venire a lavorare con me vero? Ho visto il foglio, sei sicura di volerlo fare?”.

“Non lo so” Rispose lei “Sto andando li proprio per trovare le risposte, devo chiedere consiglio a una persona, mamma e papà non sono i più adatti a tal scopo”.

“Stai parlando di quel poliziotto vero? Quella dannata volpe”.

Judy la fissò con aria di rimprovero “Quella volpe ha un nome, si chiama Nick, se non fosse stato per lui non sarei mai tornata a casa, quindi fammi un favore, se hai intenzione di accompagnarmi porta rispetto”.

“Per come la vedo io mi ha impedito di parlarti e di convincerti a tornare, ed io come una cretina ho creduto veramente che una volpe potesse tenere al bene di un coniglio, che ti avrebbe protetta, gli ho dato fiducia per poi scoprire dal telegiornale che sei quasi morta”.

“Sofia” Judy prese la zampa della sorella e la guardò dritta negli occhi “Nick e Jessica sono i due mammiferi che hanno più ragioni al mondo per odiarmi, per colpa mia lei ha rischiato di morire e lui di perdere la sua migliore amica, che ora diventerà sua moglie, nonostante questo mi ha chiesto di fargli da testimone al matrimonio, glie lo devo”.

A questo punto non gli restò altro da fare che cedere “Ok, va bene, non mi arrabbierò, ma non sperare che mi scuso con lui”.

“Mi va più che bene così” rispose lei con un sorriso.

Arrivarono in città con largo anticipo, decisero quindi di andare fino alla centrale di polizia senza prendere mezzi di trasporto, secondo quanto detto da Jessica Nick aveva parecchio da fare in ufficio, quindi lo avrebbero trovato la per tutto il giorno salvo emergenze particolari, arrivate a destinazione si fermarono dinnanzi all'imponente edificio.

Sofia guardava la sorella ferma davanti la scalinata, pareva indecisa se entrare o meno “Non dirmi che adesso hai cambiato idea”.

“Certo che no” Disse Judy “Solo che lì dentro forse c'è qualcun'altro che mi conosce, spero che sia di pattuglia”.

Varcata la soglia la prima cosa che constatarono furono le dimensioni dell'edificio, se da fuori sembrava immenso, visto all'interno non era sicuramente da meno, poi lo sguardo cadde sul bancone della reception “Oddio nooooo” Il ghepardo grasso era proprio lì seduto e la fissava con uno sguardo che diceva “Dove l'ho già vista quella li?” Ormai era fatta, lo vide alzarsi ed avanzare verso di loro, l'aveva sicuramente riconosciuta.

“Posso aiutarvi signorine?” Clawhauser si avvicinò ancora aspettando una risposta che non arrivava, Sofia che non capiva che problemi avesse la sorella parlò al posto suo “Stiamo cercando l'agente Wilde, dobbiamo parlargli”.

“L'ufficio è quello la” Lo disse indicando una porta ad una decina di metri di distanza, Sofia lo ringraziò, cominciando poi a spingere le ruote della sedia a rotelle verso la direzione indicata, Judy stava per andargli dietro quando si senti bloccata per la spalla da una zampona soffice.

“Allora, piccola ladruncola di ciambelle, sei venuta a costituirti?” Lentamente Judy si voltò verso il ghepardo, timorosa che rimediasse al suo errore nel lasciarla andare anni prima quando l'aveva beccata a rubare, constatando poi che il poliziotto se la rideva di brutto al vedere il viso sconvolto della coniglietta capì che non aveva nulla da temere.

“Ahahahah lo so che non si dovrebbe dire ma sei veramente tenera lo sai?”.

In altre circostanze avrebbe risposto dicendo che non era tenera o cose simili, magari con un tono vagamente infastidito, ma stavolta decise di lasciar correre, limitandosi a sorridere.

“Vai pure, ma ti avviso, in questi giorni è parecchio stressato dal lavoro” Arrivata davanti la porta dell'ufficio la coniglietta bussò aspettando una risposta che arrivò subito dopo con tono esasperato “Oddio che c'è ancora? Avanti”.

“Sofia, aspetta un attimo qua, voglio parlarci da sola” La sorella annui facendogli cenno di entrare.

La volpe dava le spalle alla porta e dopo essersi portato il palmo sulla fronte si rivolse a chiunque avesse bussato “Spero che si tratti di un’apocalisse zombie, o di una guerra nucleare, in caso contrario non ho tempo per niente”.

“Ciao Nick”.

All'udire quella voce le orecchie della volpe guizzarono all'insù, girò la testa quel tanto che bastava per vedere la coniglietta sulla soglia della porta, puntò le zampe sul bordo della scrivania e dopo aver allontanato la sedia con uno scatto scese, gli andò davanti e gli posò una zampa sulla testa.

“Sono contento di vedere che stai bene, ma avrei preferito che te ne fossi rimasta a casa tua, che sei venuta a fare qui?”.

“Volevo vederti, so di aver sbagliato a non dirti tutto subito, ma devo parlarti di una cosa, è importante”.

Probabilmente anche a causa di tutto lo stress che il lavoro gli scaricava addosso in quei giorni, Nick pensò subito che la questione importante riguardasse la sera che i due avevano passato a letto, con le possibili conseguenze, si sentì il sangue raggelare ed era convinto di essere sbiancato, un solo pensiero si fece largo nella sua testa “Merda merda merda, sono fottuto, tra l'altro lei è un coniglio, come minimo saranno da quattro a dieci, stavolta Jessica mi uccide davvero”.

Judy continuava a fissarlo non capendo per nulla l'espressione sconvolta della volpe “Sei sicuro di stare bene?”.

“NO” Urlò sconvolto Nick “Come potrei stare bene dopo aver saputo una cosa del genere?”.

La coniglietta chinò il capo, le orecchie, che fino a quel momento erano sempre state dritte, gli si afflosciarono dietro alla testa “Allora Jessica te lo ha detto, vuol dire che non mi ritieni in grado di riuscirci?”.

“Aspetta, cosa?” Per un attimo le preoccupazioni di Nick vennero meno, cosa centrava la sua fidanzata? E soprattutto a cosa cavolo si riferiva la coniglia?

“Questo” Dicendolo gli porse il modulo d'iscrizione all'accademia di polizia già completamente compilato “Volevo chiederti un consiglio su cosa fare, ma a quanto pare non mi ritieni all'altezza, in fondo non lo credevo nemmeno io”.





Nel frattempo una lepre varcò la soglia della centrale andando verso Clawhauser “Ciao Ben, Nick è in ufficio?”.

“Si, devo dire che stamattina è molto ricercato” Poi distolse lo sguardo dal suo viso per portarlo verso la pancia della ex-collega “Come vanno le cose lì sotto?”.

“Va tutto bene, dovrebbero mancare tre settimane e ho una paura fottuta”.

Benjamin se la rise di gusto guardando il viso non proprio soddisfatto di Jessica davanti a questa reazione “Bè, che c'è adesso da ridere?”.

“Scusa, ma detto da te, non hai avuto paura di una mitragliatrice calibro .50 puntata sul muso, che dovrei fare?”.

“La situazione è decisamente diversa, a quel terrorista potevo sparargli”.

Detto questo cominciò ad incamminarsi verso l'ufficio quando si voltò verso il ghepardo “Ah si, ho trovato la testimone per me, sarai affiancato da una bella coniglietta il giorno delle nozze”.

“Una conigl... ok adesso ho capito tutto”.

“Che vuoi dire?” In quel momento arrivò una chiamata alla postazione del ghepardo che si limitò a salutarla con un gesto della zampa invitandola allo stesso tempo a dirigersi verso l'ufficio, non ci volle molto perché capisse cosa volesse dire, davanti la porta di Nick vide Sofia che aspettava il momento di entrare, Jessica le si avvicino con sguardo serio e braccia incrociate.

“Che succede? Non ti fanno entrare perché non sei la benvenuta?” La coniglia inizialmente guardò male la sua interlocutrice, per poi rendersi conto che erano le esatte parole che lei le aveva detto quando era venuta a casa sua in cerca di Judy tre giorni prima, probabilmente se lo meritava.

“Io...scusami, mi sono comportata come una stupida, mi dispiace” La lepre la osservava sempre seria, sembrava davvero dispiaciuta “Va bene, scuse accettate, Judy è dentro?”.

“Si, da circa cinque min...” Venne interrotta dalle urla della sorella da dentro l'ufficio.

“E SECONDO TE IN UN CASO DEL GENERE NON MI FAREI SENTIRE PER TRE MESI? SEI UN PAZZO”.

Le due leporidi si fissarono negli occhi e senza dirsi una parola decisero di aprire la porta e capire cosa stesse succedendo lì dentro.






Note
Finalmente ce l'ho fatta a finirlo, tra impegni di lavoro e bronchite che mi ha massacrato per una settimana non son riuscito a fare niente.

Alla prossima
Davide

1516 parole
   
 
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