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Autore: TittiGranger    14/05/2009    12 recensioni
Stavo tentando inutilmente di bloccare lo scorrere ininterrotto delle mie lacrime, quando Ron si avvicinò nuovamente a me, stavolta apparentemente tranquillo. Mi afferrò nuovamente la mano e se la portò alla bocca, posandoci su leggeri e delicati baci.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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L’aria era calda

L’aria era calda. Troppo

L’afa aveva deciso di punire tutti noi quel giorno.

Ma nonostante ciò, i volti delle persone che mi circondavano erano freddi, come pezzi di ghiaccio.

 

Fuoco e ghiaccio dominavano in quel giorno infernale.

In quel giorno che avrebbe segnato la fine.

In quel giorno che avrebbe segnato l’inizio.

 

Mi legai i capelli in una coda di cavallo, senza badarci troppo.

Non mi curai neanche delle ciocche che erano sfuggite dalla presa.

Tanto non aveva alcuna importanza. Nessuno ci avrebbe fatto caso.

 

Aprii la finestra, lasciandomi travolgere da un’ondata d’aria calda. La richiusi.

Notai che avevo lasciato dei vestiti sparsi per tutta la stanza.

Li ripiegai, uno alla volta e li sistemai nell’armadio. Come se importasse a qualcuno.

Come se servisse a qualcosa.

 

Adesso però, non avevo più scuse. Dovevo scendere.

Con riluttanza spalancai la porta. L’unico rumore era quello dei miei passi sulle scale.

Non trovai nessuno in cucina e neanche nel salotto.

Evidentemente, erano già usciti tutti.

 

Uscii, camminai, cercando di raggiungere il punto che mi aveva indicato Ginny.

Superai il boschetto, il lago e finalmente arrivai.

Finalmente…

Come se fossi contenta di esserci riuscita.

 

Un gruppetto di persone dalla sgargiante capigliatura rossa, era riunito all’ombra di un grande faggio.

Li osservai da lontano, per prendere coraggio prima di avvicinarmi.

 

- Hermione?

La voce di Harry mi fece sobbalzare. Il suo viso, segnato da profonde occhiaie, rifletteva la sofferenza che ognuno di noi provava in quel momento.

- Ciao, Harry… Ron e Ginny?

L’espressione di Harry, se possibile, si intristì ancora di più.

- Ginny è là, con la signora Weasley… Ron… stavo per chiederlo a te.

 

Non ebbi il coraggio di guardare verso il gruppetto di gente, verso la famiglia Weasley… verso Molly.

Quel maledetto magone che mi tormentava da settimane, si impadronì nuovamente della mia gola.

- Vado a cercare Ron, allora…

 

Non impiegai troppo a trovarlo.

Era vicino al laghetto, in piedi, fissava il vuoto.

Il suo volto non tradiva alcuna espressione. Era un pezzo di ghiaccio.

 

Mi avvicinai, senza sapere cosa dire.

Ma in realtà, non c’era niente da dire. Nessuno di noi aveva parlato tanto negli ultimi giorni.

O meglio, nessuno di noi si preoccupava di parlare quando l’unica cosa che veniva spontanea fare era piangere.

 

Ma non Ron.

Le sue lacrime erano sostituite dal silenzio.

Da un triste, logorante, tormentato silenzio.

 

Involontariamente, schiacciai con il piede un rametto, pochi passi diedro di lui.

Lo scricchiolio lo fece voltare. Mi rivolse un mezzo sorriso, ma non disse nulla.

Rimasi là, ferma al mio posto, dietro di lui.

Adesso sapeva che c’ero. Era quello che importava.

 

Per qualsiasi cosa ci sarei stata.

E lui ora lo sapeva.

 

- E’ iniziata la funzione?

La sua voce mi arrivò come un eco lontano.

- No - gli risposi.

- Bene.

 

Il suo sguardo tornò a perdersi nel nulla. O nell’infinito.

Chi lo sa.

 

- Sai cos’è stata la cosa più importante che Fred abbia mai avuto, Hermione?

Questa domanda mi prese alla sprovvista. Sia perché era una domanda strana, sia perché mi stava di nuovo parlando.

- No…

 

Si voltò di nuovo verso di me, porgendomi la sua mano. Mi avvicinai e gliel’afferrai.

Lui la strinse forte.

- Il tempo.

Annuii, incapace di rispondere qualcosa.

- Perche vedi… - proseguì lui - Fred è stato l’unico ad utilizzare bene il suo tempo! Ha fatto quello che voleva, ha portato avanti il suo progetto…

 

Vidi il suo volto incupirsi.

Allo stesso tempo percepii il bollore delle mie lacrime che scivolavano sul mio volto freddo.

Come fuoco e ghiaccio.

 

- E io, Hermione? Cosa ho fatto? - ira e sconforto trasparivano dalle sue parole - Ho sprecato… ho sprecato anni a fare casini, anni a… litigare con  te invece di…

Lasciò la frase in sospeso, distogliendo lo sguardo.

 

- Ho sprecato il mio tempo, Hermione. - mi strinse forte la mano - E sai cos’è che mi fa arrabbiare?  - il suo respiro si fece affannoso, agitato - E’ il fatto che io posso recuperare il tempo perduto!

 

- Ron, è così che deve essere… - tentai di calmarlo, avendo compreso dove volesse arrivare.

Ma non me ne diede il tempo.

- Ma Fred non può! - gridò - Perché il suo tempo gli è stato portato via!  - diede un potente calcio ad una pietra poco distante da noi, che partì, veloce come un razzo, stagliandosi sulla liscia superficie del lago.

 

Stavo tentando inutilmente di bloccare lo scorrere ininterrotto delle mie lacrime, quando Ron si avvicinò nuovamente a me, stavolta apparentemente tranquillo.

Mi afferrò nuovamente la mano e se la portò alla bocca, posandoci su leggeri e delicati baci.

 

- Fred non ha avuto altre possibilità, Hermione… e cosa avrei fatto io se non ne avessi avuta un’altra? - il suo volto era così angosciato che mi venne di nuovo da piangere - Avrei sprecato una vita senza fare quello che avrei dovuto fare da subito. Sarei morto senza aver realizzato neanche uno dei miei sogni, senza ringraziare la mia famiglia per quello che ha fatto per me… senza dirti che tu sei la cosa più bella che mi sia capitata di incontrare nella mia breve vita…

Sarei morto senza neanche aver detto una volta “ti amo”…

 

Scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli.

- Cosa ho fatto io per meritarmi altro tempo? E cosa ha sbagliato Fred? Cosa ha sbagliato, Hermione?

La sua voce si incrinò.

Sapevo che alla sua domanda non c’era risposta. E lo sapeva anche lui.

Feci l’unica cosa che potevo fare in quel momento. Lo abbracciai, tentando di comunicargli la mia personale risposta, senza usare le parole.

 

Comprese, rispondendo al mio abbraccio con lo stesso entusiasmo.

Rimanemmo così per qualche minuto. Quando fu il momento di andare, raggiungemmo gli altri, mano nella mano.

 

Per tutta la funzione mi tenne abbracciata a sé, quasi volesse proteggermi dalla tristezza che incombeva su tutti noi.

Ed in quel momento ebbi la certezza che quell’abbraccio sarebbe durato una vita intera.

 

Perché sapevo che nel dare l’ultimo arrivederci a Fred, lui ci aveva insegnato quale fosse l’unico significato del tempo.

 

 

Vivere.

 

 

Triste, lo so. Ma anche questo è parte di noi, purtroppo…

Prometto che la prox volta sarà qualcosa di più allegro!

Titti XD

 

 

 

   
 
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