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Autore: VeniceWestenra    07/11/2016    0 recensioni
"In questo freddo abbraccio, trovo il calore che non ho mai ricevuto, che il mondo intero mi ha sempre negato. Ed io vorrei che non finisse, che questo magico delirio mai mi abbandonasse."
VW (c) 2015 RACCONTO PRESENTE ANCHE SU WATTPAD, SCRITTO E PUBBLICATO DALLA SOTTOSCRITTA.
Genere: Dark, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sentivo il tocco delicato e smanioso di quelle labbra sulla pelle trepidante del collo, e infine la pressione intensa di due denti affilati. Ho chiuso gli occhi in un'estasi languida e ho atteso... ho atteso con il cuore in gola."

Diario di Jonathan Harker, Dracula, Bram Stoker.
 

。・°。・°°
 

Mi solleva il mento, costringendomi a guardarlo. È un tocco gelido, quello delle sue dita, cauto, ostentano una delicatezza che faccio fatica a riconoscere nell'inferno delle sue iridi.

Deglutisco. Sembra la mano della Morte... che si posa sulla mia anima e si prepara a trascinarmi con sé. Questo dovrebbe spaventarmi. So che dovrei temere in maniera sviscerale la sensazione snervante, insistente, del tutto irrazionale, che il suo sguardo fiammeggiante e le sue dita fredde suscitano in me.

Ma non è così.

Inspiro: è quasi un doloroso rigonfiamento del petto, che sembra voler rifiutare l'aria; quella pulita, fresca, libera dall'odore acre del sangue. Sono forse pazza? Sono davvero così folle nel volere il tocco pungente della sua bocca sulla mia pelle?

Rilascio l'aria, il rumore della mia espirazione che si srotola nel silenzio come una lingua di fumo.

«Sei nervosa» mormora l'uomo, voce profonda che mi fa rabbrividire. Sta accarezzando il mio labbro inferiore con il pollice, e non sorride. No, non mi lascia scorgere i canini appuntiti; non mi lascia ammirare la sua bocca carnosa che si piega nel fascino di una mezzaluna, di labbra scarlatte e denti come avorio. Non mi concede niente; se non le sue fredde dita, il suo sguardo diretto e l'ansia di negarmi tutto il resto. Sono pazza? Mi domando ancora. Perché voglio così tanto sentire ogni centimetro della sua impeccabile epidermide contro la mia; toccarci, sfidarci, fino a rompere i confini della nostra pelle, lasciare che le nostre anime si intreccino nel profondo. Lui non ha un'anima, ricordo a me stessa, questa povera me sciocca e folle. Eppure... che Dio mi perdoni, perché non riesco ad arrendermi a questa idea. Mi sembra quasi di sentire il battito del suo cuore, vivo, forte e caldo. Come se avesse concesso a me soltanto un risveglio inaspettato, come se volesse donarmi un istante di totale umanità. Soltanto per me. Soltanto per la sua amante.

È incredibile pensare come in momenti così carichi di tensione, che smuovano le corde più nascoste dentro di noi, la nostra mente si diverta a fantasticare, a dipingere di colori brillanti una cupa realtà. Ed è qui che risiede il nostro peggior nemico, penso, nella nostra fantasia: si maschera di Onestà, quando non è altro che un enorme bugia a cui ci ostiniamo a credere perché ciò che è reale, risulta troppo difficile - se non impossibile - da accettare o da cambiare. Così mi lascio trascinare dalla mia immaginazione e fingo che ogni suo gesto, ogni suo sguardo, siano le prove inconfutabili del suo eterno amore nei miei confronti.

Lui non mi lascia mai sola, Lui è qui con me, Lui si nutre di me perché sono importante per Lui.

«Oh, Eleanor... » sospira, quasi mi avesse letto nel pensiero e fosse commosso dai miei sentimenti. Ancora lì sono le sue dita, a scivolare sulle mie labbra.

«La prego» bisbiglio. Deve essere il desiderio che mi consuma perché la mia mano piccola e fragile si muove, agguanta il suo polso con estrema rapidità. «Ho bisogno di sentirla, con le sue labbra, con...»

Lui guarda la mia mano e al che mi interrompo. La tolgo immediatamente, temo un'altra sua negazione, ma invece mi sorride. Oh, lo fa davvero! Ed è così bello!

La sua mano scivola lungo il mio collo e subito il mio cuore accelera, subito sento un leggero quanto piacevole pizzicore al segno del suo ultimo morso. Le cicatrici cominciano a bruciarmi quasi si stessero preparando ad essere trafitte ancora, violate nella loro guarigione. Ma non è ciò che succede, non sono i suoi pericolosi e appuntiti denti a perforarmi; mi perfora la delusione di vederlo indietreggiare, la delusione del suo tocco che scompare. L'uomo che ho davanti gioca con me, ormai è chiaro. Si allontana di passi e passi ed io penso che stia per uscire dalla camera, ma ancora una volta mi sbaglio. Si ferma al centro, sotto il candelabro appeso e mi osserva. Poi con un gesto secco che si riflette in una frustrata invisibile al mio muscolo involontario, si toglie la maglietta, la getta a terra. I miei occhi sono insicuri nel guardare il suo corpo, l'addome scolpito e la pelle pallida come quella di una statua.

Non trovo le parole per descrivere la meraviglia di un Essere immortale. Ma so che quest'apice di perfezione che Lui indossa, non è che l'armatura di un mostro. Ed io sono nelle sue mani, mi sono abbandonata a Lui, ho dato a questa creatura la mia più profonda fiducia. Mi sono aggrappata al suo aspetto, alla sua immane grazia, fingendo che sia davvero il mio angelo protettore, che veglia su di me con incredibile tenacia. E non me ne pento. No, non lo faccio. So che non lo farò nemmeno quando il suo corpo premerà contro il mio; quando la sua spaventosa forza verrà rilasciata su di me. Quando mi farà male, come so che succederà, io non rimpiangerò nessuna mia scelta. Sono pronta a rompermi, a spezzarmi in mille pezzi, per un momento di finto amore, per l'illusione di un legame infrangibile, profondo ed unico. È tutto ciò a cui posso aspirare.

Fa un passo, mi guarda, le sue iridi intense e magnetiche ipnotizzano ogni parte di me ed io svelo un sorriso. Lo mostro anche con gli occhi che mi frizzano, con le lacrime che non riesco a fermare. Esibisco il mio sorriso migliore.

«Sei bellissima» mi dice, girando intorno alla mia figura. Io ci credo. Credo alle sue parole e mi sento... felice. Nessuno mi ha mai fatto sentire come mi fa sentire Lui. Eppure, queste lacrime non sembrano volersi fermare. Provo ad asciugarmele con le mani, ma il mio tenebroso angelo è più veloce. Mi blocca i polsi, avvicina la bocca alla mia guancia sinistra e fa scivolare la lingua lungo il percorso salmastro della mia tacita sofferenza, di quella che cerco di respingere, di eliminare. Sento dolci brividi risalirmi la schiena. Il mio cuore che batte, batte, batte feroce e so che questo lo fa impazzire. Per quanto ostenti un autocontrollo ferreo, che più volte mi ha stupita, stavolta percepisco in chiare note il suo forte vacillare, la sua bramosia avvelenargli la mente e crescere ancora ed ancora.

Non mi sorprendo dei suoi rapidi movimenti. Del modo in cui mi tira i capelli e mi costringe a inclinare la testa. Sto tremando dall'eccitazione. Sta per farlo... sto per dargli un altro po' di me. Il mio sangue lo farà stare bene, lo sazierà. Sono importante per Lui.

Poi avverto quella sensazione, ed io annaspo, spalanco gli occhi. Aghi che pungono, aghi che si infilano nella mia pelle, tirano fuori il mio piacere con il dolore. Tremo, non smetto di farlo. Le sue dita contro la mia nuca, le altre sul mio fianco. Bruciano i miei pensieri, bruciano i miei ricordi, ed io ritrovo un'altra me stessa, una me stessa che apprezzo perché Lui l'apprezza; una me stessa senza delusioni, senza tristezze, senza rimpianti.

In questo freddo abbraccio, trovo il calore che non ho mai ricevuto, che il mondo intero mi ha sempre negato. Ed io vorrei che non finisse, che questo magico delirio mai mi abbandonasse; ma va bene così. La messinscena crolla, e va bene così. Verrò sepolta tra le sue macerie, nel profumo paradisiaco del sangue, con le impronte delle sue mani sulla mia pelle, delle sue labbra sulla mia gola. Pertanto, quando la Morte verrà a prendermi davvero stanotte, non mi sentirò sola. La solitudine sarà solo un vago ricordo di quella reale vita che io fingo di non aver vissuto.

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A/A

Buonasera! Questo è un unico racconto, non ha seguiti.

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