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Autore: RosaDraco    07/11/2016    1 recensioni
Questo è un AU in cui tutti i dragon slayer sono in realtà dei draghi. Lucy, la protagonista, vive in una metropoli moderna dove nessuno crede più all’esistenza della magia, ma lei è una maga e sa che niente è come sembra. Questa è la storia di un incontro che cambierà la sua vita per sempre e della sua lotta per salvare Magnolia e Fairy Tail.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Crime Sorcière

Eccomi qui per aggiornare Diario di una maga! Questo capitolo, così come i prossimi, è dedicato alla caccia al killer che tormenta Magnolia e al disperato tentativo di fermarlo. Mi rendo conto che qualcuno di voi forse si aspettava più fluff, ma mi sono fatta prendere la mano dall'azione, spero che non vi dispiaccia troppo XD

Il capitolo di oggi inoltre è dedicato ad una delle mie gilde preferite ad al suo master. Se qualcuno di voi ha mai letto la light novel, a ha visto Kara nokyokai , riconoscerà subito l'ufficio che fa da sfonfo a questo incontro (una volta avevo  cominciato a scrivere un Cross Over tra Kara no  kyokai  e Fairy Tail ma come al solito non ho avuto tempo per finirlo XD ) Per quanto riguarda invece Sieg Hart, beh, chi ha letto Rave Master capirà subito di chi sto parlando e chi non l'ha letto ... fate in fretta e andate ad aggiornarvi!

Buona lettura!



Crime Sorcière

Dalla riunione tra master erano trascorse soltanto quarantotto ore quando Erza ricevette la chiamata che stava aspettando, quella in cui Crime Sorcière le comunicava di avere una pista. - L’appuntamento è al nostro ufficio. Porta anche Gray, Lucy e il drago. Dovrebbero essere sufficienti. -

La ragazza fece subito come le era stato detto, contattò il suo team e diede loro appuntamento nel Bronx a qualche isolato da casa di Gray. Quando il gruppo arrivò, Erza gli spiegò sinteticamente le cose e si mise subito a camminare, indicandogli di seguirla. Il Devil Slayer aveva ancora la fronte fasciata e l’aria stanca ma non desiderava altro che scovare il bastardo che aveva attaccato Juvia. Aveva lasciato la ragazza a casa in compagnia di Gajeel e Levy e anche se sapeva che si trovava al sicuro non riusciva a tollerare l’idea che il suo aggressore fosse ancora a piede libero.

- Come si chiama questa gilda con cui collaboreremo? - Domandò Natsu costringendo Lucy a ripetergli il nome per l’ennesima volta.

- Crak ... Cris ...  Cus ... -

- Crime Sorcière. Sono un piccolo gruppo ma sono tutti maghi incredibilmente esperti. Il master si chiama Jellal. -

Ad un certo punto Erza abbandonò la strada principale per girare in un vicolo tra due capannoni industriali. Era piccolo e claustrofobico, buio e quasi completamente senza luce. C’era della spazzatura accumulata lungo gli angoli ed era evidente che nessuno passava lì da molto tempo, a parte qualche vecchio barbone.

- Siamo sicuri che sia questo il posto giusto? - Il tanfo era tale che Natsu fu costretto a coprirsi il naso con una mano; faceva fatica a respirare - Davvero una delle dodici gilde si trova in questo buco? Non riesco a crederci! -

- Nemmeno io! - Happy fece un salto quando un topo, molto più grande di lui, gli tagliò la strada prima di sparire in una grata. Il povero exceed si rifugiò in tutta fretta sulla spalla di Natsu.

- Che razza di tipo è questo Jellal che dobbiamo incontrare? - Chiese il drago.

- Hai presente quanto può essere spaventosa Erza? - Gli domandò Gray e Natsu annuì subito - Bene, Jellal è il suo ragazzo. - Lucy gli sferrò uno schiaffo dietro la testa per zittirlo prima che aggiungesse altro. Per fortuna Erza era parecchi passi più avanti e da quella distanza non riusciva a sentirli.

- Non è questo il problema. - Gli spiegò la maga celeste - Fino a sette anni fa tutta la zona del Bronx era sotto  il controllo di Grimoire Heart. Poi Jellal e Ultear hanno deciso di staccarsi e di formare una gilda indipendente. È stato un periodo molto turbolento per l’equilibrio di Magnolia, perfino noi di Fairy Tail ci siamo scontrati con loro. Parte del Consiglio non vede ancora Crime Sorcière di buon occhio e questo posto è tutto quello di cui si devono accontentare. -

- Perché non sono visti di buon occhio? - Le domandò ancora Natsu.

- Come sai una delle regole fondamentali stabilite dal Consiglio è quella di non mischiare il mondo della magia con quello civile ma in giro ci sono un mucchio di voci sul fatto che Crime Sorcière rompe le regole pur di tenere il distretto sotto controllo. -

- Sono solo voci o ... ? -

- È tutto vero. - Gli confermò Gray - Ma io trovo che non ci sia nulla di male quando usi un incantesimo per stendere un rapinatore prima che ammazzi un paio di persone innocenti. Per esempio prima c’erano quei tizi dei Trinity Raven che seminavano il panico. Non so se adesso sono sul fondo della baia o in un’altra città, fatto sta che la gente ora è più tranquilla. Anche se non sopporto per niente quella strega di Ultear, devo ammettere che grazie a lei le cose vanno molto meglio. -

- Chi è questa Ultear? - Ma Natsu non riuscì a strappare altre informazioni ai suoi compagni.

- Avete ancora molto da dirvi? - Erza li stava aspettando alla fine del vicolo con le braccia incrociate - Siamo arrivati. - L’indirizzo a cui erano diretti non era quello di una casa. Si trattava di un edificio abbandonato, o per essere più specifici, si trattava di un palazzo la cui costruzione era stata interrotta quando i lavori non erano arrivati neanche a metà. Era stato lasciato così com’era, abbandonato all’incuria e agli elementi. Se fosse stato completato probabilmente avrebbe avuto sei piani, ma in realtà non c’era più nulla al disopra del quinto, ridotto ormai alla funzione di tetto. Anche se era circondato da solide mura di cemento, entrare era un’impresa incredibilmente facile, dato che il cancello arrugginito era sempre spalancato. Di qua e di là si intravedevano delle scritte incomprensibili e delle figure grottesche alle pareti, teschi con cappelli da strega e ghigni malefici. Sembravano opera di un gruppo di writer, ma passando accanto ai disegni si percepiva facilmente la presenza di qualche magia nascosta, un sistema d’allarme o di difesa.

Mentre entrava Natsu si fermò per un attimo a leggere la targa sbiadita accanto all’ingresso. C’era ancora impresso il nome degli appartamenti che erano destinati a sorgere in quella zona: “Tower of Heaven”. Stonava incredibilmente con l’aspetto del luogo.

L’esterno era quasi ultimato, ma le condizioni all’interno erano decisamente peggiori: le mura ed i pavimenti non erano stati completati e le scale correvano verso l’altro senza la minima traccia di un passamano. Di tanto in tanto si intravedevano delle porte socchiuse e delle stanze in penombra in cui sarebbe stato meglio non guardare, colme di attrezzi di ogni tipo e di oggetti sospetti.

L’ufficio della gilda che stavano cercando si trovava al quarto piano, senza nemmeno un segno ad indicare che fosse quello il posto giusto.

Erza si fermò accanto alla porta ma qualcuno dall’altra parte l’aprì ancor prima che potesse bussare. Si trattava di un uomo con un lungo cappotto nero ed un viso dai tratti affilati. Aveva i capelli marroni e l’occhio destro chiuso da una lunga cicatrice, ma quello sinistro era ancora perfettamente aperto e li scrutava con attenzione. - Che sorpresa! - Esclamò l’uomo - Ecco perché il numero di passi che avevo sentito aveva qualcosa di strano. Oggi avete portato un ospite! -

- Cobra! - Esclamò Natsu, non riusciva a credere ai suoi occhi.

- Non chiamarmi più con quel vecchio nome. - Lo ammonì l’uomo - La gente ormai mi chiama Erik. -

- Voi due vi conoscete? - Sussurrò Happy all’orecchio di Natsu dal punto in cui se ne stava appollaiato sulla sua spalla. - Certo che ci conosciamo! - Gli spiegò lui - Quello che vedi è il Drago Velenoso: Cobra. -

Natsu sorrise tendendo la mano al compagno - Non immaginavo di rivederti qui. Credevo ti fossi fatto ammazzare negli ultimi cent’anni! -

- E invece sono vivo e vegeto. - Replicò Erik accettando la mano dell’altro drago per stringerla - Con me c’è anche Kinana. -

- Kin? -

- Cubellios. Ha deciso anche lei di cambiare nome dato che sembrava un po’ fuori posto in quest’epoca. -

Natsu fece un’espressione meravigliata ma anche questa volta non riuscì a chiedere altro. La voce di una donna riecheggiò dall’interno - Hai finito di chiacchierare Cobra? Vuoi farli passare? -

- Subito. - E l’uomo eseguì rapidamente il comando, facendogli spazio.

Era difficile dire cosa fosse il locale dove avevano appena messo piede: sembrava una sorta di incrocio tra un ufficio ed un laboratorio maledetto. Dei vecchi neon sfrigolavano in alto. In un angolo c’era una pila di televisori accatastati l’uno sull’altro, alcuni spenti o con lo schermo palesemente rotto, altri in funzione ma senza essere sintonizzati su nessun canale in particolare. Poi c’erano libri, faldoni e pile di fogli accatastati praticamente d’ovunque, sul pavimento e sulle mensole. In un angolo c’erano impilate una serie di assi di legno e rotoli di cartone. La porta della stanza accanto si apriva su una specie di cucina ma l’unica cosa visibile era un lavandino con tre bocche e attorno a quella centrale c’era una serie di fili elettrici tutti attorcigliati. La luce che filtrava dall’esterno era poca e grigia, troppo poca perfino per illuminare la scrivania che le stava di fronte.

- Sono contenta di vedervi. - La donna che li aveva chiamati se ne stava seduta con la testa appoggiata alla finestra e le gambe sulla scrivania. Aveva dei meravigliosi capelli corvini, lunghi e lisci e degli occhi scuri. Indossava una camicetta bianca e dei pantaloni neri, ma con un elegante foulard arancione attorno al collo. A giudicare semplicemente dal suo abbigliamento qualcuno avrebbe potuto scambiarla per una segretaria o un’impiegata d’ufficio, ma il suo sguardo pungente e la sigaretta che teneva stretta tra le dita dicevano ben altro. - Benvenuti nel nostro umile ufficio! - Annunciò la donna - Mi dispiace soltanto che non ci sia abbastanza spazio per farvi accomodare tutti. - Oltre a lei c’erano altre due ragazze in stanza. Una se stava appoggiata alla scrivania e l’altra accanto alla porta della cucina con una tazza fumante tra le mani. La prima aveva dei lunghi capelli rosa, morbidi e mossi ma Natsu non la vide nemmeno tanto era concentrato a guardare l’altra. Aveva dei grandi occhi verdi e portava i suoi capelli blu tagliati corti, quasi come un maschio. La ragazza gli schioccò un occhiolino e Natsu la riconobbe subito come la dragonessa di cui lui ed Erik avevano parlato un attimo prima: Kinana.

- Erza so che ti ho fatta chiamare in tutta fretta. - Disse la donna alla scrivania, mettendosi a sedere in maniera più composta - Ma per quanto riguarda quella questione, dobbiamo aspettare che torni Jellal. Per il momento voglio solo parlare con Gray. - La ragazza coi capelli rosa fece una risatina e si mosse come un lampo. Afferrò il mago per staccarlo dal gruppo e lo costrinse a sedersi davanti alla scrivania come un prigioniero in attesa del suo interrogatorio. Il ragazzo la lasciò fare con un sospiro annoiato - Che diavolo vuoi, Ultear? -

- Ti pare questo il modo di trattare la tua sorellona? - Lo canzonò la donna mentre spegneva il suo mozzicone in un posacenere stracolmo.

- Il fatto che sono stato un allievo di tua madre non ci qualifica come parenti. - Replicò lui - Che cosa vuoi improvvisamente da me? -

- Ma non è ovvio? - Ultear gli fece un gran sorriso anche se era evidente che si trattava di una sceneggiata.

- Volevo congratularmi! Ho saputo che tu e Juvia aspettate un bambino! -

- Come accidenti fai a saperlo? -

- Non scordarti che Crime Sorcière ha la migliore intelligence di tutta Magnolia. - Ridacchiò la donna - In ogni caso la notizia mi ha riempita così tanto di gioia che ho pensato di propormi come testimone di nozze e madrina del battesimo. Hai già in mente il nome del nascituro? Se si tratta di una bambina potresti chiamarla come me! -

- Non ho alcuna intenzione di chiamare mia figlia come te! - Sbottò Gray - E poi chi ha detto che voglio invitarti? -

- Oh, Gray anch’io sono così contenta per te e Juvia! - La ragazza coi capelli rosa lo zittì, serrandolo in un forte abbraccio - Voglio fare  da seconda testimone! -

- Mollami Meredy. - Sbuffò il mago - Non hai alcun diritto di proporti come testimone. Una volta non ero sulla tua lista nera? Avevi giurato di uccidermi. -

- Ma è stato quando le nostre gilde erano in guerra! - Replicò lei con nonchalance - E poi adesso siamo tutti parte di una grande famiglia! -

- Il fatto che io ho studiato dalla madre di Ultear e tu da Ultear, non ci rende parenti. - Provò a spiegarle di nuovo il ragazzo. Sembrava annoiato dalla stretta ma non aveva nemmeno l’energia per liberarsi, in fondo cose come quella gli accadevano spesso.

- Ho parlato anche con Lyon. - Continuò Ultear - E ha detto che vuole spaccarti la faccia per il modo in cui hai fatto soffrire Juvia. Ma dice che se è un maschio vuole che lo chiami Lyon Jr. e che gli fai fare da testimone. Lamia Scale sembra disponibile a darvi gratis una delle sale del loro hotel per la festa. -

- Ora stai organizzando perfino il mio matrimonio??? -

- C’è poco tempo Gray! Dobbiamo farlo fino a che Juvia entra nel vestito! -

Tutti e tre discutevano intorno alla scrivania come se in stanza non ci fosse stato nessun altro. La scena era così esilarante che Natsu fu costretto a tapparsi la bocca per non scoppiare a ridere - Ma quanto è grande la famiglia di Gray? - Lucy scosse la testa - Non lo sanno nemmeno quelli che ne fanno parte. - Erano tutti così assorbiti dalla storia del matrimonio di Gray che nessuno si accorse che qualcuno stava arrivando fino a che Erik tornò ad aprire la porta.

- Finalmente boss. - Ridacchiò il drago - Le ragazze qui si stavano facendo un po’ trascinare. -

- Come sempre. - Il nuovo arrivato indossava una pesante felpa grigia ma quando abbassò il cappuccio per poco il cuore di Natsu non perse un colpo. - Sieg ... ? - Quel nome gli scappò di bocca praticamente da solo. Da quando era tornato in città aveva continuamente l’impressione di imbattersi nei fantasmi del suo passato, ma quello che gli stava davanti non si chiamava Sieg Hart, era Jellal Fernandes.

- Mi dispiace. - Gli comunicò il ragazzo - Ma mio nonno non c’è più da parecchi anni. Tu devi essere Natsu Dragneel, giusto? -

- Sì, piacere! - Il drago cercò di mascherare l’imbarazzo con una risata, tendendo una mano al nuovo arrivato.

- È solo che vi assomigliate terribilmente! -

- Me lo dicono ... a volte. - Jellal strinse la mano di Natsu ma si dimenticò subito di lui per raggiungere Erza.

- Tu conoscevi il nonno di Jellal? - Gli sussurrò Lucy all’orecchio e Natsu annuì - Quando stavamo venendo qui avete che il master di Crime Sorcière era un mago formidabile, ma adesso ne sono più che convinto. Se il sangue di Sieg scorre nelle sue vene non ci può essere alcun dubbio. Sieg non faceva parte di nessuna gilda ma era famoso qui in città: un autentico mostro. Si occupava di tenere a bada tutti i brutti ceffi che minacciavano l’ordine a Magnolia. Una volta ha sgominato una gilda oscura tutta da solo, ancora prima che noi di Fairy Tail arrivassimo in zona. Sieg mi piaceva, sono sicuro che anche suo nipote mi piacerà. -

- Adesso che sei qui, Jellal. - Cominciò Erza - Vuoi dirmi perché ci hai fatti venire? -

Il ragazzo si appoggiò con la schiena al bordo della scrivania prima di annunciare - Io e gli altri abbiamo trovato qualcosa. - E di colpo il silenzio calò in stanza. - Abbiamo trovato la tana del mostro che sta terrorizzando Magnolia. - 

Gray scattò subito in piedi intimandogli di dirgli subito dov’era - Quel bastardo ha un conto in sospeso con me! -

- Ma ormai la tana è vuota. - Continuò Jellal fingendo di non sentirlo - Si vede che il suo proprietario non abita più lì da parecchie settimane. Il suo appetito si è fatto più forte, la bestia è diventata impaziente. Non gli interessa più nascondersi. -

- Ma nella sua vecchia tana potrebbero esserci degli indizi. - Lo incalzò Erza - Qualcosa che ci permetta di risalire a lui. Perché non ci porti a ... -

- Non vi consiglio di vedere quel posto. - Jellal la tagliò corto - Non è affatto un bello spettacolo. Erza, quando abbiamo iniziato a indagare su questa storia non avevamo veramente capito la sua portata. Nessuno lo aveva capito. -

- Che cosa intendi? -

Di colpo l’aria in stanza sembrava fosse diventata più fredda e più pesante.

- I casi di omicidio che hanno attirato la nostra attenzione sono cominciati meno di un mese fa. - Ricapitolò Jellal - Ma questa strage va avanti da molto più tempo. Silenziosamente e senza che nessuno se fosse accorto, né noi, né le autorità. -

- Da quanto tempo? - Gli domandò Erza e l’altro master scosse la testa prima di risponderle - Cinquant’anni, forse più. - A quelle parole un brivido attraversò la schiena di Lucy e la ragazza si strinse istintivamente al braccio di Natsu che le stava accanto. Gray tornò a sedersi con uno schianto ed Erza scosse la testa, incredula - Spiegati meglio. -

- Ti faccio un esempio. Ho controllato gli archivi della polizia: ogni anno qui in città spariscono in media dalle venti alle trenta persone. Ma stiamo parlando di quelle persone che hanno qualche legame e di cui qualcuno può segnalare l’assenza. A Magnolia c’è anche un esercito di invisibili. Questa è una grande metropoli, un posto di passaggio, dove arriva gente da tutte le parti che viene attirata qui come da un magnete. Quanta ne arriva? Quanti si perdono nell’oblio? I casi a quanto salgono ogni anno? Sessanta, settanta? Moltiplica settanta per oltre cinquant’anni ... -

- Che cosa hai trovato veramente? - La voce di Erza sembrava scossa, faceva fatica persino lei a tenerla ferma.

- Nella fogne di Magnolia c’è un autentico pozzo pieno d’ossa. Ossa di uomini e di animali. Ci sono scheletri e corpi mezzi divorati. È pieno fino all’orlo delle vittime di quel mostro. - Soltanto allora Jellal alzò la testa e nei suoi occhi apparve finalmente evidente quanto quella scena avesse disgustato anche lui - Credetemi quando vi dico che è meglio non vederlo. -

- Portami lì. - Ma la voce di Natsu spezzò il silenzio. Il drago aveva un’espressione incredibilmente seria.

- Se quello che hai trovato è davvero il posto da cui proviene quel mostro voglio vederlo. Sono sicuro che con il mio naso riuscirò a scoprire la pista che porta da lui. -
  
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