Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: cioco_93    07/11/2016    2 recensioni
- Quando hai 25 anni ti sembra che il mondo è ai tuoi piedi.
Pensi che hai tutta la vita davanti per realizzarti, crescere, innamorarti, vivere.
Ma purtroppo non è per tutti così. -
Ritorno a scrivere con una storia più agrodolce del solito, dove Damon ed Elena incroceranno I loro destini in maniera forte e passionale ma con una data di scadenza.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

4. I like to beat the odds


Stavo vagando già da dieci minuti in quel cavolo di supermercato quando riuscì finalmente a trovare dove avessero messo gli smacchiatori.
Mio fratello mi aveva chiamato disperato nel bel mezzo di un incontro con dei clienti per pregarmi di portargli in ospedale, il prima possibile, uno smacchiatore ultra rapido, in modo da non dover buttare le sue costosissime scarpe italiane, sulle quali, a quanto pare, una ragazza ci aveva bellamente vomitato sopra. E così dopo essermi occupato della signora Fitzpatrick nel minore tempo possibile, ero andando alla ricerca dell’agognato smacchiatore.
Come predetto, inizialmente fu letteralmente un’impresa impossibile, ma la gioia di averlo trovato fu maggiorata dal fatto, che proprio a due passi da me, ritrovai lei: la ragazza dell’ospedale.
Mi sentì inizialmente come un ragazzino di 15 anni, eccitato e senza la minima idea di cosa fare, cosa che personalmente non mi capitava molto spesso, al che decisi di improvvisare non appena le fui abbastanza vicino.
- Quello al mughetto, se ci lavi l’intero appartamento, a una certa diventa nauseante. Personalmente ti consiglio la lavanda – affermai non cogliendola poi così di sorpresa come avevo immaginato.
- E se scegliessi il profumo di rose.?? – chiese divertita e con non chalance lei.
- Nessuno te lo vieta. Ma parliamoci chiaro, le rose le trovi ovunque e anche il loro profumo. La lavanda invece è più particolare, potresti immaginare di correre tra i campi della Provenza, mentre prepari delle crep in cucina – commentai stupito della sua repentina risposta.
- Hai decisamente un’ottima immaginazione – constatò lei prendendo il detersivo dallo scaffale - Lavanda sia allora – aggiunse voltandosi finalmente verso di me e regalandomi quel meraviglioso sorriso che cercavo da giorni tra la gente.
- Curiosità, ora che ti ho prestato l’accendino, consigliato il giusto detersivo, e soprattutto battuto ogni singola probabilità per la quale sono riuscito a tener fede al tuo “ci si vede”, posso sapere almeno il tuo nome.?? – domandai a quel punto divertito, in modo da scoprire almeno il nome della sconosciuta che tormentava da giorni i miei pensieri, facendola arrossire.
- Elena. Mi chiamo Elena – replicò porgendomi la mano.
- Finalmente un nome per questi occhioni da cerbiatta – commentai imbarazzandola una seconda volta e rendendola se possibile più bella – Allora Elena, sarai pure originaria della Virginia, ma deduco che sei di queste parti per venire a far qui la spesa – aggiunsi giocando con il mio sorriso sghembo migliore, per ottenere con il mio charme le risposte che volevo.
- Può darsi, oppure ogni settimana vengo qui da Mystic Fall a farmi un giro tra ospedali e supermercati – mi disse lei avviandomi verso le casse, come a sottolineare di quanto, nonostante il mio charme, non me l’avrebbe data subito vinta.
- Sarebbe un opzione possibile, ma se compri il pesce congelato posso trarre conclusione che in fin dei conti, un posto che non disti più di mezz’ora da qua, tu ce l’abbia. In caso contrario ti consiglio di non mangiarla quella sogliola una volta che approderai in Virginia – le feci notare a quel punto con finti toni seri.
- Buona immaginazione, buon intuito, ottimo osservatore… sarai mica un poliziotto.?? – chiese divertita.
- Peggio mia cara, sono un avvocato – risposi io sussurrandoglielo all’orecchio non appena ci fermammo in fila, per vedere quanto effetto comunque potessi avere anche su di lei – e tu.?? – chiesi poi lasciandola spaesata proprio come mia intenzione, quando la cassiera richiamò la sua attenzione.
- Sono 43.78 $ signorina – disse la donna divertita probabilmente da quella particolare scenetta tra preda e predatore.
- Si ecco, scusi – si riprese lei porgendole i soldi e iniziando a infilare tutto in una busta – Comunque gestisco una galleria d’arte – rispose finalmente, però oramai distratta a causa del cellulare che iniziò a suonare. Era incredibile come venissimo sempre interrotti.
Ovviamente a quel punto, come quando fummo colti dalla sua amica davanti all’ospedale, la ragazza perse nei miei confronti ogni minimo interesse, al che diedi quasi per scontato si potesse trattare magari del suo fidanzato, o addirittura marito.
- Si, lo so. Non dire niente. 5 minuti e sono a casa – affermò lei colpevole al telefono senza neanche aspettare risposta, e non appena prese la busta, mi diede un ultimo sguardo mentre la guardavo del tutto spaesato.
– Bhè, chissà che non ribattiamo le probabilità. Ci si vede Damon – disse divertita salutandomi con un cenno della mano, e in men che non si dica sparì dalla mia vista lasciandomi totalmente spiazzato. Dovevo assolutamente scoprire di più sul suo conto. Dovevo assolutamente conoscerla per davvero.

- Damon Salvatore, siamo a due visite in ospedale nell’arco di tre giorni, non è che stai pensando di passare anche a tu alla chirurgia.?? – mi prese in giro Rosie, la capo infermiera del reparto, talmente secolare da conoscermi fin da quando ero bambino.
- No Rosie, sono solo dei casi sfortunati e un fratello molto impaziente che mi hanno trascinato qui così frequentemente. Continuo a preferire i tribunali alle sale operatorie – commentai io salutandola con un baciamano.
- Sai che ci spero sempre – disse lei con gentilezze – comunque deduco dal tuo commento che stai cercando Stefan, e non il grande capo – aggiunse poi guardandomi di sottecchi.
- Mi ha trascinato qui per portargli uno smacchiatore, non ti dico altro. Dove lo trovo.?? – chiesi gentilmente, quando la figura di mio fratello apparve dietro al corridoio.
- Dio Dam.!! Quando ci hai messo per comprare quel robo – esordì non appena ci raggiunse.
- Ringrazia anche solo il fatto che te l’abbia preso – lo rimbeccai nell’immediato.
- Su voi due, non fate i bambini – ci rimproverò Rosie come d’abitudine – Non cambiate mai, sempre a bisticciare.!! Ci si vede Salvatore – aggiunse poi allontanandosi e salutandoci con la mano.
- Quanti anni avrà oramai Rosie.?? – chiesi del tutto seriamente guardando la sua imponente figura allontanarsi.
- Non lo so, ma non credo di volerlo sapere. È identica a quando eravamo bambini, deduco abbiamo fatto un patto con il diavolo – disse fingendosi spaventato lui – Su dai, vieni in ufficio così vediamo se quello che hai comprato funziona – concluse poi facendomi cenno di seguirlo.
Non dissi parola e li stetti dietro, ma non appena ci chiudemmo alle spalle la porta del suo studio, mi venne più che spontaneo chiedergli cosa fosse successo.
- Ora spiegami, com’è che non potevi approfittare della ragazza che ti ha vomitato sulle scarpe per farti prendere uno smacchiatore, e ho dovuto fare tutto io.?? Sarebbe stato il minimo per scusarsi – gli feci notare passandogli l’oggetto desiderato.
- Parte uno, era una dolcissima ragazza appena uscita dal trattamento di chemio. Stava male, ed era più che imbarazzata per l’accaduto, non mi pareva il caso di farmi ripagare le scarpe o preoccuparsi dello smacchiatore – iniziò a raccontare Stefan – e poi, caso vuole che avesse un’amica molto carina e simpatica, che nel pomeriggio mi ha chiamato per ripagarmi le scarpe. A quel punto ho approfittato dell’occasione e le ho detto che l’unico modo per sdebitarsi sarebbe stato uscire per un caffé con me ed ha accettato. Quindi ti dirò, non mi è andata tanto male che la ragazza mi abbia vomitato addosso – finì tutto sorridente.
- Ok, se tutto questo ti porterà a fare sesso ti perdono – dissi alzando le mani.
- Per carità divina Damon, non si tratta solo di sesso. Caroline è molto bella, ma anche decisamente simpatica e gentile – continuò a fantasticare lui con gli occhi a cuoricino.
- Ma guardati, ha già un nome.. Caroline – lo presi in giro io imitando i suoi toni da sognatore.
- Sei odioso quando ti comporti così – ribatté lui incrociando le braccia.
- Si, dai scusa… - mi arresi a modi scuse alzando le mani – piuttosto, ora ti lascio, devo fare qualche ricerca su delle gallerie d’arte. Devo trovarne una in particolare – iniziai a farneticare in prossimità della porta.
- Hai il nome.?? – chiese perplesso Stefan
- Assolutamente no – dissi divertito, come se fosse la cosa più logica al mondo.
- Damon siamo a New York, ce ne sarà una a ogni angolo della strada – mi fece notare sempre più incredulo delle mie affermazioni.
- Ho voglia di battere le probabilità – replicai semplicemente con un sorriso da chi la sapeva lunga, uscendo platealmente dall’ufficio.

- Lo sai vero che mi sento un emerito idiota.?? – domandò esasperato Enzo continuando a fissare il computer.
- Dovrei essere io a sentirmi un idiota, mica te – gli feci notare alzando lo sguardo verso di lui.
Era oramai più di un’ora che fissi sul divano stavamo perlustrando via internet le gallerie d’arte di tutta Manhattan, avendo davvero minime informazioni. Ma oramai ero fissato. Avevo sentito mio padre mentre tornavo a casa, e mi aveva avvisato di come, bionde ragazze tra i 25 e i 30, non risultassero all’appello di chi seguiva la chemio in ospedale. Fu così che mi ritrovai a obbligare il mio caro amico Enzo ad aiutarmi a trovare la misteriosa Elena seguendo il piano B: trovare la sua galleria d’arte. Mio fratello aveva ragione, la quantità di quei piccoli musei era innumerevole nella sola zona di Manhattan, contando che probabilmente, nonostante Elena potevo dedurre abitasse in prossimità dell’ospedale, non voleva dire che anche il suo posto di lavoro fosse nelle vicinanze.
Ma il fatto che fosse lei a gestirla, e non una sola dipendente, rendeva minimamente più facile la ricerca.
- E curiosità, una volta che trovi la galleria cosa fai.?? – mi chiese perplesso il mio amico.
- Semplice, mi ci presento e le chiedo di uscire – affermai con un’alzata di spalle.
- Come se fosse scontato che ti dica di si – mi fece notare perplesso.
- Direi che solo per l’impegno di averla ritrovata, me lo deve, non credi.?? – replicai come se fosse la cosa più logica al mondo.
- Ti rendi conto che è una pazzia.?? Potrebbe denunciarti per stalking – ribatté lui divertito.
- Ma smettila – gli dissi quasi rabbuiandomi – ci siamo incontrati in un ospedale, in un supermercato, per puro caso mi ritroverò nella sua galleria d’arte. Mica deve saperlo che ho setacciato internet per trovarla – aggiunsi prendendo l’ultima birra dal tavolo, ma Enzo me la tolse dalle mani in men che non si dica.
- Scordatelo, me la devi – disse aprendola e bevendone un sorso tutto fiera.
- Scusa.?? – gli chiesi stralunato e di risposta girò il pc nella mia direzione – Non ci credo è lei.!! – dissi entusiasta notando l’immagine di Elena come direttrice di una piccola Galleria nei pressi del Central park.
- Te l’ho detto, me la devi – constatò con un sorriso a trentadue denti lui.

Inutile dire che il giorno seguente, dopo una lunga riunione con i soci dello studio in mattinata, verso l’ora di pranzo mi capitò di vagare nei pressi del Central Park, precisamente sulla 5th Avenue, proprio dove si trovava la piccola galleria Art, Coffee & Gossip.
Una grande vetrata faceva intravedere quello che era l’ingresso di quel grazioso posto, dove tra l’altro al momento esponeva le sue opere uno come Steve Mccurry, fotografo di fama internazionale che faceva ben presupporre sulla qualità del posto. Una volta entrati l’aroma di caffè che arrivava dal fondo, ti faceva percorrere con piacere tutta la mostra, fino ad arrivare a quello che era un piccolo e inaspettato chiostro con tanto di bar e tavolini che rendeva il posto ancora più caratteristico.
Mi guardai intorno, ma non la intravidi, al che decisi di godermi momentaneamente il suo arrivo, prendendomi un caffè in quel piccolo cortile e visionando alcune pratiche di alcuni miei casi.
- Gradisce qualcosa Signore.?? – mi chiese una dolce ragazza di colore poco dopo che tirai fuori i documenti sul tavolo. Avrà avuto sui 23 anni, e dire che era bella era poco.
- Un caffè grazie – dissi cordiale – e complimenti, la vostra galleria è veramente graziosa – aggiunsi fingendo di non sapere che non era lei la proprietaria.
- Oh è molto gentile da parte sua, ma non è merito mio tutto questo, è opera di una mia cara amica – sorrise la ragazza confermandomi di esser probabilmente nel posto giusto.
- Bhe allora la prego, si complimenti con la proprietaria, a meno che non possa farlo di persona se è nei paraggi - affermai giocando subito la mia carta.
- Le farò avere i suoi complimenti. Purtroppo non so se oggi passerà – replicò lei nell’immediato con toni quasi tristi – Ma mai dire mai con lei – aggiunse rasserenandosi di colpo, e ritornando verso il bancone.
Rimasi momentaneamente perplesso dal suo cambio repentino d’umore, ma non ebbi troppo tempo per rifletterci su, quando vidi Elena apparire all’interno di quella che era l’area caffè.
- Elena.!! – sentì pronunciare allegra la ragazza al bancone.
Le amiche si salutarono calorosamente e notai di come iniziarono a cincischiare tra di loro. Decisi quindi di ritornare alle mie pratiche, lasciandole una momentanea privacy aspettando che la dolce cameriera si ricordasse del mio caffè e dei complimenti che avrei gradito fare alla proprietaria.
Mi persi così per qualche attimo in uno dei miei casi che stavo seguendo, quando la voce che non vede l’ora di risentire si fece incredibilmente vicina a me.
- Inizio a credere che tu mi pedini – affermò Elena posandomi il caffè sul tavolino, con una calma che non avevo previsto.
- Oppure semplicemente ho battuto l’ennesima probabilità – le risposi incatenando i suoi occhi con i miei.

 

Buona sera mie care.!
Rieccomi con un nuovo capitolo.
Mi scuso profondamente per il ritardo ma ho avuto problemi con il server :O
Allora a sto giro siamo alle prese con quello che accade a Damon, e scopriamo di come si sia ritrovato al supermecato per cercare lo smacchiatore per ripulire le scarpe di suo fratello sulle quali ci aveva vomitato proprio la nostra Elena. In poco parole i ragazzi sono già; connessi senza neanche saperlo. Escludendo questo però, il capitolo gira anche sulla modalità stalking del nostro protagonista, che munito di pazienza ed Enzo, riesce a trovare la galleria dove lavora Elena.
Cosa succederà ora che è riuscito nell'impresa di trovarla.?? Ovviamente sarà Elena a raccontarcelo nel prossimo capitolo :D

Ecco da qui in avanti preciso che i vari capitolo saranno temporaneamente sfalsati. Nel senso non ci saranno più le ripetizioni delle scene :)
Bon basta. Ringrazio ovviamente chi legge e commenta: davvero ragazze grazie :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.!!
Un bacione e a presto
A.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: cioco_93