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Autore: Jess89     14/05/2009    10 recensioni
Emy corse alla finestra e urlò di gioia, aprì la porta e volò già dalle scale, sali sopra il divano e lo scavalcò in una corsa contro il tempo,aprì il portone lanciando le chiavi per aria e corse verso Bill. “Ahhhhhhh” entrambi urlarono in coro e si abbracciarono. Il rasta uscì con lentezza dalla macchina e salutò Andreas, che arrivava sul vialetto sorridendo. Bill ed Emy si misero a saltellare ovunque canticchiando una vecchia canzone della loro infanzia, la canzone di Nena da loro preferita. “Come cazzo stai biondino?”domandò Tom ad Andreas. Si abbracciarono e si sorrisero. “Bene e la tua attività?” “Non c’è male…gli isterici secondo te quando finiranno di salutarsi?” “Credo fra dieci minuti..”rispose lui incrociando le braccia a sé.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 60°

Emy respirava liberamente il profumo di quella pelle chiara, tanto desiderata, mentre il moro le accarezzava il viso con estrema delicatezza.

Ma il suono del cellulare di Bill li distrasse dai loro pensieri.

“Non rispondere..” suggerì la biondina.

“Fammi almeno vedere chi è” rispose lui.

Scivolò via dal letto, nudo e maledettamente perfetto e prese il cellulare sulla scrivania.

“Pronto?” disse coprendosi con le lenzuola.

Emy continuava a solleticargli il collo con i suoi baci ancora caldi d’amore e il moro continuava a parlare al telefono con voce sinuosamente sexy.

“Chi era?” domandò appena mise giù la chiamata.

“Una scocciatura..” continuò lui, poi la prese per i fianchi e la fece stirare nuovamente sul letto, mettendosi sopra di lei, strusciando la sua pelle contro.

Poi di scatto guardò l’orologio e si allontanò.

“Che succede?” chiese Emy stupita.

“Dovremmo rivestirci..”

“E perché?”

“Perché stanno arrivando Tom e Sophie..” rispose lui schiacciandosi verso il pavimento per cercare i suoi boxer.

Emy lo osservò ancora una volta, in ogni suo movimento.

Cercò di fermare il tempo per imprimere quella bellezza fra i suoi battiti e fra i suoi respiri.

Ma lui era già lì.

Incastonato come uno dei diamanti più rari al mondo.

“Stai cercando questi?” chiese lei sorridendo e dondolando gli slip del moro, ancora indaffarato a cercarli.

“Grazie tesoro..” disse appoggiando flebilmente le labbra contro le sue.

Si rivestirono in un attimo e appena Emy solcò l’uscio della cucina, udì il campanello lamentarsi.

Cominciò a correre verso la porta e aprì senza chiedere chi fosse.

Aveva già visto dal piccolo televisore Tom e sua cugina sbaciucchiarsi fragorosamente e la maglia del rasta andare vertiginosamente giù.

Hanno intenzione di farlo nell’androne?

Ma benissimo.

Non ricordavo che Sophie fosse così “calorosa”.

Sentì le braccia del moro accerchiarle i fianchi e il suo viso appoggiarsi ad una spalla.

“Non vedo l’ora di riabbracciarli”

E fu così, che appena l’ascensore si aprì una piccola creaturina cominciò a correre più veloce della luce.

“Papyyyyyyyyyy” urlò la piccola Emy andando verso di lui.

Il moro si abbassò e l’afferrò con tutto l’affetto che le era mancata in queste settimana a causa dei suoi malumori.

“Fai piano Emy, per favore!!” si sentì il rasta raccomandarla e uscire dall’ascensore con un maxi trolley e due borsoni, caricato peggio di un facchino.

“Vuoi una mano, Tom?” gli chiese la biondina afferrando una delle sue borse.

E infine Sophie.

Bella e radiosa come non mai, con solo la sua borsa fra le braccia.

“E tu cosa fai? La principessina?” le chiese la cugina.

“Sapessi..vieni qua!!” rispose abbracciandola forte.

Sistemarono i borsoni all’entrata, tutti avevano qualcosa da dire, da fin troppo tempo.

E tutti possedevano la stessa luce negli occhi.

Quella luce che ha il colore della felicità.

“Sono incinta, ecco perché non porto niente…” sussurrò Sophie fra i capelli della cugina.

“Oh Dio!!” esclamò lei portandosi una mano davanti alla bocca “E’ maschio o femmina?”

“Non si sa, dobbiamo aspettare fino al terzo mese, purtroppo…io sono curiosissima!! Tom sostiene che sarà sicuramente un maschietto per potergli insegnare a suonare la chitarra!!” scherzò lei.

“Siediti, Sophie!!” la invitò Emy.

Poi sentì la sua maglia diventare sempre più stretta e pesante, fin quando non abbassò lo sguardo e vide la piccola Emily tirarla giù.

“Tesoro!!” disse abbassandosi.

E appena lo fece, lei le saltò in collo e la strinse forte.

Emy guardò Bill inebetita, lui sorrise dolcemente.

La piccola si staccò e le stampò un tenero e bagnato bacio sulla guancia.

“Papà ha detto che sei la mia mamma, è vero?” le chiese con gli occhi lucidi.

Uno sguardo.

Uno solo.

Per capirsi.

Per intendersi.

Per amarsi.

“Ma certo, piccola mia!!” esclamò Emy.

La piccolina cominciò a saltellare per tutta la casa e a gridare che anche lei aveva finalmente una mamma, le ricordava tanto Bill in quel suo modo di fare. Poi si avvicinò nuovamente a lei e la chiamò.

“Mamma!!”

Emy si girò, quanto le faceva strano essere chiamata così da quella piccola e meravigliosa creaturina.

“Quand’è che mi regalate un fratellino?” chiese ingenuamente.

Tutti scoppiarono a ridere.

Emy accarezzò il suo ventre e guardò Bill.

“Prima di quanto immagini, amore mio”

Ti guardo.

Sei così bella mentre sorridi a mia figlia.

Mia figlia.

L’hai accettata come se fosse tua.

Hai perdonato quel maledetto sbaglio che feci quando non mi rendevo conto di quanto ti amavo.

Quello sbaglio si chiama come te.

Forse per renderlo meno grave.

Forse per renderlo un piccolo miracolo.

Perché in lei, rivedo il tuo sorriso.

In lei, rivedo i tuoi occhi.

Come se l’avessimo creata insieme.

Come se il nostro amore avesse prevalso su tutto, anche sulla scienza.

E adesso tu sei qui, davanti a me.

Le due donne della mia vita.

Le più importanti, adesso che mia madre è ancora più lontana.

Mi hai salvato dall’inferno.

Mi hai salvato dall’odio.

Mi hai salvato dal male.

Mi hai sempre raccolto e curato le ferite che avevano bruciato il mio cuore, come se fossero le tue.

Mi hai amato e mai odiato.

Mi hai desiderato, ma mai con prepotenza.

Ti sei imposta nella mia vita sempre e solo con un sorriso e con quegli occhi color mare.

Ti sei fatta amare lentamente e piano mi hai reso dipendente da te.

Le nostre famiglie, insieme, non si divideranno mai.

Ti amo Tom.

Ti amo, piccola Emily.

Ti amo, mia dolce regina.

Per sempre

Fine

Vi ringrazio per essere stati con me in questo viaggio.

Vi ringrazio per avermi letto, spero di avervi emozionato come ho fatto io quando scrissi questa storia.

E ricordate di credere sempre nelle favole

Jess

  
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