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Autore: Serendipity__    08/11/2016    12 recensioni
Quando Daryl decide di assecondare suo fratello Merle e di entrare in quella casa fatiscente che ha scelto tra tante altre, non ha idea che al suo interno troverà una persona in grado di cambiare il suo destino.
Quando Beth decide di nascondersi in quella casa fatiscente, sperando che il suo aspetto malandato faccia desistere eventuali visitatori, non ha idea che presto sarà invece raggiunta da qualcuno che stravolgerà la sua vita già così messa a dura prova.
*Dal testo:*
- Prendila, Daryl!
Il grido di quel Merle era risuonato come uno sparo nel silenzio spettrale e l'aveva raggiunta quando si era trovata già sugli ultimi gradini della scala che portava a pianterreno, convinta ormai di potercela fare ad oltrepassare la porta che le avrebbe permesso di dileguarsi nel buio della notte.
Solo che quella dolce illusione si era frantumata nel momento in cui un braccio le aveva circondato la vita, trattenendola in una presa d'acciaio che non le aveva lasciato nessuna speranza di potersi liberare.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno fanciulle!
Con un ritardo scandaloso, lo so, arrivo ad aggiornare questa storia. Posso solo sperare che il capitolo, con il suo contenuto, vi ripaghi dell'attesa.
Prima di lasciarvi alla lettura, devo fare una premessa: arrivate alla fine avrete in testa un sacco di domande, ma vi dico già che dovrete pazientare, perchè nei capitoli successivi arriveranno le risposte!
In fondo, per non anticiparvi nulla, inserirò delle altre note.
Mi ritaglio un altro secondo, per dirvi che mi piacerebbe poter sentire ogni tanto un vostro parere. E' vero che non aggiorno magari con regolarità le mie long, ma è anche vero che nel fandom sono comunque presente con molte shot. Nonostante le letture ci siano, sono davvero poche quelle di voi che si fanno sentire.
Se ho deciso di pubblicare le mie storie, oltre al piacere di scrivere, c'è sicuramente la speranza di potermi confrontare con voi lettrici. Non prendete questa mia esternazione come polemica, perchè diversamente non avrei più pubblicato, ma come un semplice invito ad esaudire, anche solo ogni tanto, questo mio desiderio.
E adesso, buona lettura!
Baci
Serena
 



                                  CAPITOLO  14




- Ci siamo già passati, vero?

Beth si era guardata bene intorno, e aveva riconosciuto il posto per via dell'albero caduto, che si era incastrato in una strana posizione tra altri due.
- Sì, due volte.
La risposta di Daryl era stata lapidaria, ma non derisoria. In effetti, le cose tra loro avevano preso ad andare meglio dopo la loro ultima litigata, tanto che poteva dirsi una vera e proprio tregua quella che si era stabilita tra loro.
Dopo che, infatti, avevano passato un altro giorno a cercare qualche traccia di Rick nella cittadina in cui si erano fermati, avevano deciso di ritornare nel bosco, visto che Daryl pensava che avrebbe garantito loro una minore visibilità.
Ovviamente non ne parlavano apertamente, ma la minaccia di suo fratello era qualcosa che entrambi non dimenticavano mai, per cui si guardavano bene dal credersi fuori pericolo in quel senso.
- E' più facile con la balestra, almeno lì ho fatto dei progressi.
Il giorno prima, infatti, era stata lei ad abbattere due vaganti, centrando entrambi al primo colpo. Si era esercitata tutti i giorni, sotto la sua supervisione, sia per poter cacciare anche lei in caso di necessità, sia per sapersi difendere anche con quell'arma.
- Imparerai anche il resto.
Il resto, era il sapersi orientare nel bosco, ed era di vitale importanza anche quello per poter sopravvivere.
- Però direi che abbiamo girato a vuoto abbastanza. Ti cedo il comando.
Lo aveva detto con tranquillità, quasi sottoforma di battuta, giusto per allentare un pò la tensione che aveva provato sino a poco prima, quando era stata lei a guidare i loro passi per tornare nel luogo dove avevano lasciato la moto e dove pensavano di accamparsi per trascorrere la notte.
- Va bene, torniamo.
Il loro modo di aggirarsi nel bosco era subito cambiato, facendosi più scorrevole e continuo, dato che non c'erano state tutte quelle pause in cui lei aveva cercato di ritrovare la strada per tornare al punto di partenza.
Era incredibile quello che riusciva a fare Daryl, perciò, non poteva fare a meno di ammirarlo. Si muoveva davvero come se conoscesse quei luoghi a menadito... come se ne avesse una mappatura esatta nella testa.
- Potremo accendere il fuoco?
Lo stomaco le aveva appena ricordato che non avevano messo sotto i denti più niente, dopo che avevano mangiato le ultime gallette quella mattina. E siccome Daryl era riuscito a catturare un piccolo coniglio, stava pensando se sarebbero anche riusciti a mangiarlo.
- Sì, farà luce ancora per un paio d'ore, dovremmo farcela a cuocerlo.
Ovviamente aveva capito subito lo scopo della sua domanda, perchè in realtà più che il freddo, era la fame quella che soffrivano di più. Il clima, fortunatamente, aveva continuato ad essere piuttosto rigido, ma non più gelido come nei giorni che aveva nevicato.
- Okay.
Grandi conversazioni tra loro non avevano comunque preso a farne, limitandosi a rapidi scambi di battute tipo questo, e sempre per informazioni di prima necessità.
Era stato più nella quotidiana vicinanza, che Beth aveva un pò iniziato a capire come fosse fatto quell'uomo. Il suo modo di agire, di osservare le cose, di osservare anche lei, a volte, le avevano permesso di vedere sfumature che prima, accecata dalla paura e dalla rabbia, non era riuscita a percepire.
- Hai sete?
Ad un certo punto si era fermato per bere, e come sempre, lo aveva chiesto anche a lei. I suoi modi non erano diventati proprio gentili, però non erano stati nemmeno più rudi e sbrigativi come prima, perlomeno.
- No, grazie.
Si erano concessi ancora qualche minuto di pausa, poi avevano ripreso a camminare per raggiungere la loro meta.



§§§§§§§§§§§§§§§§



Il buio ormai era diventato fitto e con la schiena appoggiata ad un tronco, Daryl aveva sollevato il viso verso l'alto, intravedendo spicchi di cielo stellato tra i rami degli alberi.
Avrebbe tanto voluto fumarsi una sigaretta, ma ormai quelle che aveva recuperato le aveva finite due giorni prima, perciò si era dovuto accontentare di mangiucchiarsi un'unghia, per smorzare un pò della tensione che non lo abbandonava mai.
- Posso venire lì vicino a te?
La domanda della ragazzina non l'aveva colto di sorpresa, semplicemente perchè gliel'aveva già rivolta anche nelle sere precedenti, quando puntualmente il freddo della notte si era fatto più intenso.
- Ah, ah.
Perciò lui aveva risposto nella stessa identica maniera, preparandosi mentalmente alla sua vicinanza, che rimaneva qualcosa in grado di farlo sentire parecchio a disagio.
Anche se era più che logico il motivo per cui la ragazzina cercava la sua vicinanza fisica, non poteva impedirsi lo stesso di provare una certa inquietudine nel vedere come le venisse sempre più spontaneo farlo.
Infatti, c'erano buone probabilità che finisse anche stavolta con il dormirgli appiccicata addosso, la testa appoggiata alla sua spalla. E lui, perciò, avrebbe finito con il non farlo affatto, rimanendo sveglio a rimuginare sulle solite cose.
- Posso farti una domanda?
Ecco, quella era stata una variante che lo aveva messo subito in allerta, perchè pareva che avesse proprio l'intenzione di intavolare un discorso.
- Uhm...
Gli era uscito un mezzo verso, che sperava potesse scoraggiarla abbastanza, ma a quanto pareva, aveva iniziato a sviluppare anche una certa resistenza ai suoi modi schivi, perchè aveva insistito.
- Non è niente di... personale, se è quello che ti preoccupa.
Cazzo, era stata più che diretta, lo aveva proprio colpito nel segno.
- Sentiamo.
A quel punto aveva ceduto, sperando che prima si fosse tolta dalla testa qualsiasi cosa avesse avuto in mente di chiedergli, prima sarebbe tornata in silenzio.
- Qual'è l'animale più pericoloso che potremmo incontrare da questi parti?
Ma che cazzo di domanda era?
- Eh?
Non era riuscito a nascondere il suo stupore, tanto che lei se ne era uscita con una specie di... risatina, o comunque un verso divertito.
- Sì, lo so che sembra strana come domanda. Ma oggi, ad un certo punto, mi è sembrato di aver visto delle... bè, delle orme piuttosto giganti.
Orme giganti?
- Dove?
- Vicino a dei cespugli, quelli con le bacche rosse che mi hai detto che non sono commestibili.
Sul serio, quella sembrava una conversazione ai confini della realtà. Erano accampati come disperati, esposti al pericolo dei vaganti, o a quello più letale ancora di altri sopravvissuti, e lei parlava di orme giganti nel bosco?
- Avrai visto male, non ci sono animali che lasciano orme giganti da queste parti.
Probabilmente era fuori di testa anche lui che le dava retta, ma tanto valeva chiarirle il dubbio.
- Sei sicuro?
- Sicuro.
Che le fosse tornata la febbre? Però non aveva osato toccarla, tanto se fosse stato così, presto se ne sarebbe accorto.
- Avrei dovuto chiedertelo subito, oggi. Anzi, avrei dovuto mostrartelo. E' che... mi sembrava stupido.
In effetti era stata una cosa stupida da pensare, ma se fosse stata vera, avrebbe commesso un errore imperdonabile a non parlargliene subito.
- Dovevi farlo e basta.
- E' che... non è facile chiederti le cose, Daryl.
Il modo in cui aveva pronunciato il suo nome, gli aveva procurato una fitta allo stomaco, perchè l'aveva fatta sembrare una cosa... familiare. 
- Spesso, mi fai sentire ancora più stupida di quanto probabilmente già lo sono.
Il fatto che gliel'avesse detto senza rabbia, ma come semplice constatazione, lo aveva fatto sentire cento volte più di merda.
- Sono nato stronzo.
Quella verità gli era saltata fuori così spontaneamente, che non c'era stato il tempo di ricacciarsela in gola.
- Io credo che siamo più il frutto di come cresciamo, che non di come nasciamo.
Non aveva detto che non sarebbe stato personale? Perchè erano partiti da delle orme giganti, per poi arrivare a questo, allora?
Cristo, quanto avrebbe voluto una sigaretta. ora più che mai!
- Come ti pare.
Non era una riposta quella, ovviamente, ma non voleva proseguire oltre. E non l'avrebbe fatto, aveva tutta l'intenzione di cucirsi la bocca.
- Lo penso davvero... che non sei stronzo.
L'impulso era stato quello di alzarsi, ma lei aveva fatto una cosa del tutto imprevedibile, perchè gli aveva passato un braccio sotto il suo, andando a stringergli la mano.
- Per essere del tutto sincera... lo pensavo prima, ora non più.
- Non sai un cazzo di me, ragazzina.
Ed era vero, non aveva la minima idea della merda che si portava dentro.
- So quello che ho visto sinora.
Cazzo, gli aveva appena stretto più forte la mano.
- E anche se ci sono stati dei momenti in cui ti ho odiato, bè, adesso ho capito che sei sempre stato davvero dalla mia parte.
Dalla "sua parte" significava che non era stato mai d'accordo con Merle. E le cose erano andate proprio così, lei era stata la spinta, non la causa, della loro definitiva separazione.
Si era appena reso conto di non averla mai incolpata di averlo costretto a prendere una decisione che, in realtà, sapeva di aver già maturato da tempo.
- Ecco... ci tenevo a dirtelo. E lo so che non ti piace parlare, perciò adesso chiudo la bocca e ti lascio in pace.
Non gli aveva lasciato andare la mano, però, e lui non si era liberato, perchè dopotutto, poteva anche ammettere con se stesso di volersi godere quel momento di pace con lei.



§§§§§§§§§§§§§§§§



Dopo quella notte nel bosco, in cui aveva confessato a Daryl di aver iniziato davvero a fidarsi di lui, erano passati altri quattordici giorni, in cui avevano ripetuto sempre le stesse azioni: spostarsi, procurarsi del cibo, difendersi dai vaganti, evitare i vivi, cercare un riparo dove passare la notte. Sopravvivere era stato sempre difficile, però lei aveva iniziato a sentirsi più sicura nel suo agire, ed era stato sicuramente merito di Daryl, che aveva iniziato a trattarla sempre meno da ragazzina, sebbene continuasse a chiamarla così, e più da persona adulta. Questo aveva reso il loro interagire meno burrascoso, a volte meno difficile anche parlarsi, fermo restando che c'erano degli argomenti che sapeva di non dover assolutamente toccare: il suo passato e di conseguenza, suo fratello.
Merle rimaneva un'ombra scura e minacciosa, quasi un'altra apocalisse che si sarebbe potuta abbattere su di loro all'improvviso, travolgendoli senza pietà. A volte, lo sguardo di Daryl si faceva completamente assente, proprio come se fosse stato risucchiato in un altro mondo, ed erano i momenti in cui sapeva di dovergli stare alla larga, perchè il rischio di essere presa a male parole diventava ancora possibile.
Così, in apparenza anche quel quindicesimo giorno era iniziato uguale ai precedenti, risvegliandosi su di una poltrona lercia, in una specie di capanno da  caccia che li aveva tenuti all'asciutto dal forte temporale che si era abbattuto con violenza per quasi tutta la notte.
Aveva intravisto Daryl, in piedi vicino alla finestra, intento a fumarsi una sigaretta.
- Piove ancora?
- Poco.
Di certo il bosco sarebbe stato una distesa di fango e l'idea di affondarci dentro non l'entusiasmava di certo.
- Ci muoviamo comunque?
- Possiamo anche prenderci una pausa.
Quella risposta le aveva fatto percepire più forte la sensazione di apatia che le si era già insinuata dentro da qualche giorno, e che la spaventava parecchio, perchè in cuor suo sapeva bene cosa fosse, cioè l'anticamera della presa di coscienza definitiva che non avrebbe mai più rivisto nessuno dei suoi compagni.
Tanto meno Maggie.
Non avevano più trovato nessuna traccia significativa, per cui sapeva che sarebbe arrivato il momento di dover abbandonare veramente qualsiasi speranza, accettando la dura verità che la vedeva definitivamente orfana di tutta la sua famiglia.
- Okay.
Era tornata a rannicchiarsi su stessa, chiudendo gli occhi e sperando di scivolare nuovamente nel sonno, in modo da poter allontanare ancora per un pò quei pensieri cupi e disperati.
- Stai bene?
Aveva socchiuso appena gli occhi, trovandosi Daryl ad incombere su di lei, lo sguardo vigile.
- Sì, sono solo stanca. Se non ti dispiace, dormirei ancora un pò.
- Okay.
Per qualche minuto aveva sentito il peso del suo sguardo addosso, poi era scivolata davvero nel sonno, guadagnando come aveva sperato ancora qualche altra ora di incoscienza.



§§§§§§§§§§§§§§§§



Lo aveva intuito subito che la giornata fosse iniziata peggio del solito per la ragazzina, solo che non aveva immaginato quanto. Così, adesso, ne stava pagando le conseguenze.
- Perchè fai così? Sei il solito guastafeste!
Aveva cercato di riprendersi la bottiglia che le aveva appena strappato di mano, ottenendo solo di inciampare e rischiare di finire lunga stesa per terra, se non l'avesse afferrata per una spalla.
- Hai bevuto abbastanza, ragazzina.
Sul serio, l'ultima cosa che si sarebbe aspettato tornando al capanno, era di trovarla ubriaca fradicia. Le bottiglie di liquore le avevano viste entrambi, la sera prima, quando avevano rovistato negli armadietti, ma visto il suo precedente con l'alcol non si era minimamente preoccupato della cosa.
- Guarda che non sei mica mio padre, per dirmi quello che posso o non posso fare, eh?
Bene, ci mancava pure che le prendesse male quella sbronza! Infatti, l'aveva vista dirigersi con passo malfermo verso l'armadietto dove c'era l'altra bottiglia. Questo significava che si sarebbe incazzata anche di più, dato che ci era arrivato prima di lei, piazzandosi davanti.
- Oh, ma dai, non ci credo!
- Basta bere.
- Ma vaffanculo, Daryl Dixon! Perchè vuoi rovinarmi il divertimento?
Proprio un divertimento il suo. Nonostante fosse ubriaca, riusciva comunque a vedere cosa c'era dietro, cioè il capolinea di tutte le speranze che era riuscita a tenere vive sinora. E si era maledetto di nuovo per non aver prestato maggiore attenzione al suo umore, lasciandola invece da sola.
- Ridimmelo quando vomiterai anche l'anima.
Gli aveva rivolto un'occhiata battagliera, che lo aveva convinto che non se la sarebbe cavata con poco, prima di riuscire a farla ragionare.
- Ah, perciò adesso ti interessa della mia anima?
Era ubriaca, ma era anche sempre la stessa dannata ragazzina dalla lingua troppo svelta e dal cervello fino, capace perciò di metterlo ko con poche parole.
- Devi mangiare qualcosa, il tuo stomaco starà annegando in tutto quell'alcol.
Avevano conservato delle scatole di fagioli per quando non fossero riusciti a cacciare nulla, e dato che era rientrato a mani vuote, quello era il momento buono di aprirne una.
- Io voglio un doppio cheeseburger. E intanto che vai a prenderlo, io penserò al bere.
La cosa l'aveva ovviamente fatta ridere molto, ma non desistere, perchè aveva cercato di scansarlo via per raggiungere l'armadietto dietro di lui..
- Dai, su... spostati.
Non è che gli rimanesse molta scelta, per cui aveva dovuto fingere di darle retta.
- Okay, va bene. Facciamoci questa bevuta insieme.
Si era attaccato alla bottiglia che ancora teneva in mano e l'aveva svuotata con un lungo sorso. L'alcol gli aveva quasi bruciato la gola, tanto era stato forte.
- Sììì, così si fa! Ehi, però non bertela tutta tu!
- Ce n'è dell'altro, no?
Lei aveva sfoggiato un sorriso molto soddisfatto nel vederlo aprire l'armadietto e prendere la nuova bottiglia, solo che anzichè aprirla, l'aveva scaraventata a terra, mandandola in frantumi.
- Ma che cosa hai fatto?
In un secondo si era di nuovo incazzata, e aveva pure tentato di mollargli un pugno.
- Brutto stronzo del cazzo!
Che fosse in cerca di uno sfogo, l'aveva ormai capito, e che fosse diventato lui, in assenza di altro alcol da ingerire, pure. Infatti, aveva dovuto scansare un altro pugno, o almeno quello che voleva esserlo, perchè non era stata ovviamente in grado di coordinare a sufficienza i suoi movimenti.
- Ragazzina, vediamo di darci un taglio.
Malferma sulle gambe, aveva continuato a guardarlo in cagnesco, per niente convinta che la cosa dovesse finire lì.
- Lo sai cosa ti dico? Che non mi rovinerai la festa.
Incespicando nei passi, gli aveva dato le spalle e si era diretta verso la porta.
- Dove vorresti andare?
- A cercare da bere.
Cristo, se era davvero una giornata di merda, quella. Gli era toccato andare a recuperarla, impedendole di uscire per davvero. Come minimo si sarebbe ammazzata sui gradini.
- Non mi devi toccare, okay?
Gli si era rivoltata di nuovo contro, cercando di spintonarlo ancora per allontanarlo.
- Okay, ma tu piantala di fare la stronza.
Stava iniziando a perdere la pazienza, ed era meglio che iniziasse a collaborare, invece di proseguire per la sua strada.
- Non fare tu, lo stronzo. Spostati e fammi uscire.
Dio, ma stava cercando veramente di litigare con lui? Non avrebbe potuto dirle bene quella cazzo di sbronza, invece?
- Ragazzina...
- Mi chiamo Beth, cazzo! B - e - t - h. Beth.
E va bene, sino a lì ci poteva arrivare, se fosse servito a calmarla almeno un pò.
- Beth...
- Uuhh! Signori  e signore, avete sentito? Mr. Dixon mi ha chiamato per nome!
Era scoppiata in una risata non proprio divertita, ma vagamente isterica.
- Allora sai veramente chi sono! Non sono solo una cazzo di "ragazzina" qualsiasi che ti trascini dietro come una palla al piede!
Se anche straparlava, le sue cazzo di parole mantenevano sempre un fondo di verità che le rendevano pericolose.
- Lo so benissimo chi sei, maledizione!
Era vero, non avrebbe più potuto dimenticarsi di lei, nemmeno a volerlo con tutte le sue forze. Gli era piombata addosso come un fulmine, stravolgendogli la vita e incasinandogli la testa.
- E allora chi sono?
- Una gran rottura di coglioni, ubriaca come sei.
A dimostrazione che lo era, era scoppiata a ridere, divertita sul serio stavolta, cambiando ancora umore.
- Hai una faccia...
Immaginava che faccia potesse avere, solo che lei non se ne rendeva molto conto, altrimenti sarebbe tornata sobria di colpo.
- Sai, Daryl, sono convinta che saresti ancora più bello se ogni tanto sorridessi un pò.
La cosa peggiore era che gli si era buttata addosso, nel tentativo maldestro di farlo sorridere, mettendogli gli indici ai lati della bocca per sollevarla appunto in un sorriso.
- Ecco, così...
L'aveva respinta immediatamente, ma lei aveva riallungato subito le mani, riuscendo nel suo intento.
- Lo sai che me lo ricordo bene che mi hai baciato?
Quella era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato di sentirle dire, e anche l'ultima di cui lui avrebbe voluto parlare, ubriaca o sobria che fosse.
- E tu, te lo ricordi?
L'aveva respinta lontana, fregandosene se fosse finita col culo per terra.
- Adesso basta!
Di alcol in giro non ce n'era più, quindi poteva mettere fine a quella stronzata.
- Ehi, ma... aspetta!
Perciò, era uscito lui da quel cazzo di posto, richiudendosi la porta alle spalle e trattenendola per la maniglia, dal momento che lei aveva provato subito a riaprirla.
- Daryl, cazzo, apri questa porta!
Era di nuovo incazzata, ma a quel punto, con la porta in mezzo a separarli, poteva anche fregarsene.
- Daryl!
I suoi tentativi di forzarla erano stati davvero inconsistenti, per cui ben presto erano cessati. Non la sfilza di parolacce che si era sentito rivolgere, e che gli avevano fatto pensare che la ragazzina comunque sapesse parlare sporco tanto quanto lui, se lo voleva.
Poi erano cessate anche quelle, ma lui di certo si era guardato bene dal mollare la porta. Aveva atteso ancora un bel pò prima di azzardarsi a ricacciare dentro la testa e quando lo aveva fatto, l'aveva trovata finalmente collassata sulla poltrona.



§§§§§§§§§§§§§§§§



Aveva vomitato anche l'anima, e quando aveva pensato che più di così non sarebbe potuta stare male, si era sbagliata, perchè c'era stata la faccia scura di Daryl ad accogliere la sua ritrovata sobrietà.
- Non dire niente, lo so già di aver fatto una cazzata.
Sperava che anticipare la cosa, le avrebbe risparmiato le sue critiche, peraltro giuste, visto che aveva fatto davvero una cosa da ragazzina immatura ad ubriacarsi in quella maniera.
Per giunta, lo aveva fatto proprio perchè si era ritrovata sola, diversamente, con lui presente non sarebbe mai arrivata a quel punto.
- E ti chiedo scusa, se per caso ti ho fatto... preoccupare.
Non ricordava molto, stavolta si era proprio ubriacata seriamente, però a giudicare da come era teso lui, doveva aver detto o fatto qualcosa di sbagliato. In realtà aveva più il timore di aver detto qualcosa, che non fatto. La paura più grande è che avesse parlato di Merle o avesse dato fiato a qualche teoria che aveva azzardato nella sua testa sulla loro passata vita di fratelli.
- Sul fatto che non toccherai più nemmeno una goccia d'alcol, ci puoi giurare, ragazzina.
Ecco, appunto, doveva sicuramente aver detto qualcosa, la voce di Daryl era stata troppo carica di... risentimento? Le sembrava così, anche se non era proprio sicura.
- Al momento, mi sento di dirti che sarà davvero così.
Si sentiva davvero uno schifo, e non solo fisicamente, ma anche moralmente. Tornare sobria, le aveva fatto capire ancora di più quanto fosse terrorizzata all'idea di dover fare i conti con la dura realtà.
- Forse dovrei mangiare qualcosa.
Però l'idea di mandare giù dei fagioli le aveva procurato un altro accesso di nausea, ricacciandola fuori, per tirare su dell'altra bile che aveva accentuato i già forti bruciori di stomaco.
- Hai fatto veramente una cazzata.
Daryl l'aveva seguita fuori stavolta, ribadendo il concetto. In un certo senso, aveva ragione di volersi sfogare, probabilmente a parti rovesciate, neanche lei gli avrebbe risparmiato niente.
- Lo so, sfogati pure, me lo merito.
Lo aveva guardato negli occhi, cercando di mostrargli quanto fosse veramente dispiaciuta per quel fuori programma.
- Pensa se fossi uscita in quelle condizioni.
Ci aveva pensato, eccome, ritrovandosi a sudare freddo per il pericolo corso. Perchè nonostante la disperazione, sentiva di non voler morire. Non era più la ragazzina vigliacca di prima, stava cercando di vivere con coraggio, nonostante tutto, proprio come aveva sempre fatto Maggie, o Carol, o Michonne. Tre donne, che con il loro esempio, le avevano insegnato molto.
Lo stesso Daryl, le stava insegnando molto, anche se pensava di non essere affatto un buon esempio per lei.
- Mi dispiace, sul serio. Non so cosa mi ha preso...
Lo sapeva, invece, ma non ne voleva parlare con lui, per non dargli l'impressione che fosse tornata indietro di colpo, annullando tutto quello che di buono si era venuto a creare tra di loro in quelle due settimane.
- Non rifilarmi stronzate, ragazzina.
Quello non se l'era aspettato, perciò aveva distolto lo sguardo, fissandolo sulla natura che li circondava. Stare in silenzio le sembrava una risposta che lui avrebbe saputo interpretare come "meglio non parlarne".
- Ce l'avevi scritto in faccia che ti girava male, stamattina.
A quanto pareva, però, Daryl Dixon predicava bene, ma razzolava male, alcune volte.
- Può darsi.
E siccome lei non era lui, le riusciva più diffile restarsene in silenzio, se non lo faceva anche lui.
- E' ancora così. Bere non serve a un cazzo.
- Parli per esperienza, giusto?
Visto che era stato lui ad insistere, si era sentita autorizzata a tirarlo in ballo, allora.
- Può darsi.
Ed eccolo che adesso cercava di fare un passo indietro. Tipico di lui, che dopo aver lanciato il sasso, provava a nascondere la mano, nel timore che poi il discorso lo coinvolgesse troppo da vicino.
- Devo accettare l'idea che non rivedrò più mia sorella. E nemmeno gli altri del mio gruppo. Nessuno.
Era vero, lei non era come Daryl, non riusciva a tenersi tutto dentro, e le era bastato davvero poco per cedere, solo che lui le lasciasse capire che si era accorto del suo stato d'animo.
- Anche accettare il fatto che... posso contare solo su di te, sempre che non deciderai di mollarmi pure tu.
Ecco, aveva confessato anche quello, il fatto che avesse iniziato a contare su di lui, e di conseguenza, anche che le fosse venuta la paura di perderlo.
Si stava affezionando ogni giorno di più, a lui, quella era la verità.
- Non ho intenzione di morire, ragazzina.
- Non ho detto quello. E l'hai capito benissimo.
Erano tornati a fissarsi, ma il primo a distogliere lo sguardo era stato lui. Col passare dei minuti, si era ormai convinta che il silenzio tra di loro fosse diventato definitivo, che come sempre, Daryl non avesse nessuna intenzione di esporsi come invece faceva lei. Così, aveva fatto per rientrare nel capanno, ed era stato quando gli era passata accanto, che lui era stato capace, invece, di smentire in pieno ciò che aveva appena pensato.
- Non ho nessuna intenzione di mollarti, Beth. Se lo avessi pensato... non avrei lasciato che le cose tra di noi arrivassero a questo punto.
Più che le parole, nonostante l'uso del suo nome, era stato lo sguardo con cui l'aveva fissata che le aveva fatto battere improvvisamente il cuore molto più forte.
- Quale... punto?
- Penso che tu l'abbia capito benissimo.
Mentre la risposta era stata volutamente poco esplicita come la sua prima, era in quegli occhi azzurri, per la prima volta assolutamente limpidi e sinceri, che aveva trovato la verità che andava cercando.
In qualche maniera, tra la rabbia, la paura, la fatica, la disperazione, l'incomprensione e le diversità, era successo anche a lui di iniziare a provare un pò di attaccamento per lei.





§§§§§§§§§§§§§§§§



Nell'ennesimo rifugio, dopo l'ennesimo spostamento, a conclusione dell'ennesima giornata in cui nessuno dei due era morto, Daryl si era ritrovato per l'ennesima volta a vegliare sul sonno della ragazzina.
Il giorno prima avevano camminato molto, sotto un sole eccezionale, per essere solo primavera inoltrata. Ad un certo punto, era stato quasi dell'idea di mollare, di accamparsi nel bosco, ma già lo avevano fatto per una settimana di fila, quindi sapeva quanto Beth desiderasse una sistemazione un pò più sicura e relativamente più comoda.
Non che si sarebbe rifiutata, se gliel'avesse proposto, perchè ormai era diventata "tosta" quasi come lui, su certe cose. Su altre, ci stava ancora lavorando, ma di sicuro era diventata molto più sicura di sè e di ciò che era in grado di fare per sopravvivere.
Quando dormiva, però, il suo viso tornava a mostrargli quello che non dimenticava mai, e cioè che rimaneva comunque una ragazzina che era stata costretta a crescere troppo in fretta e che quindi meritava tutto l'impegno che lui ci metteva nel tenerla al sicuro, anche a costo della sua stessa vita.
Perchè sì, era decisamente cambiata, ma non aveva perso del tutto la sua capacità di credere negli altri e nel futuro, mostrandosi perciò decisamente più aperta di lui nei confronti degli altri sopravvissuti. Questo aveva comportato che in un paio di occasioni le avesse dovuto salvare letteralmente il culo, perchè a differenza sua, rimaneva una preda più facile e, soprattutto, più appetibile.
- Ehi, buongiorno.
L'oggetto dei suoi pensieri, si era appena svegliata, e come sempre, i suoi occhi lo avevano immediatamente cercato, per sincerarsi della sua presenza.
- 'Giorno.
Davanti al sorriso che aveva accolto il suo saluto, lo stomaco gli si era contratto, perchè ancora stava facendo i conti con qualcosa a cui si era dovuto arrendere, nonostante in quei tre, lunghi, mesi avesse duramente lottato contro se stesso e contro di lei, che invece si era arresa molto prima di lui al fatto che quel principio di affetto tra loro, si fosse poi trasformato in altro.
- Hai dormito almeno un pò?
- Sì.
Non aveva mentito, anche perchè sarebbe stato inutile. Ormai Beth aveva imparato a conoscerlo molto bene, tanto quanto anche lui sapeva interpretare correttamente ogni sua espressione o parola.
- Fa già caldo.
Si era passata le mani sul viso già ricoperto, in effetti, da un velo di sudore.
- Ah, ah.
Anche lui sentiva già quel caldo soffocante togliergli il fiato. Anche se non era solo colpa del caldo. Erano anche quegli occhi azzurri, a contribuire alla sensazione.
- Che si fa? Caccia, esplorazione o un pò di tutti e due?
Non si era ancora alzata dal divano su cui si era lasciata crollare la sera prima, dopo che si erano assicurati che la casa fosse sicura, addormentadosi di botto.
Però si era girata a pancia in giù adesso, un braccio a sostenerle il viso, fissandolo con uno sguardo ancora un pò assonnato.
- Facciamoci un giro. Magari salta fuori qualcosa.
Si erano fermati in una piccola cittadina, anzi già chiamarla così forse era troppo. Però c'era stato comunque un piccolo minimarket, ed era a quello che aveva pensato nel risponderle.
- Okay.
Avevano continuato a fissarsi, una cosa che prima lo avrebbe portato a schizzare via, mentre ora aveva imparato a gestirlo meglio.
- Da zero a cento, quanto vorresti farti una doccia in questo momento?
Domande del genere gliene faceva a quintali. Ormai si era abituato anche a quello, anzi quasi gli piaceva, perchè nessuno gli aveva mai parlato così tanto e con la voglia proprio che ci fosse lui dall'altra parte ad ascoltare.
Poi, soprattutto, non pretendeva che lui facesse lo stesso, lo aveva accettato così com'era, taciturno e scorbutico. Quindi poteva ancora limitarsi all'essenziale, nel risponderle.
- Non è nelle mie priorità, ragazzina.
- Ah, no? Allora, cosa c'è nelle tue priorità, adesso?
- Andare a pisciare.
Era scoppiata a ridere, perchè sapeva anche che non si sarebbe mai sforzato di parlare "pulito".
- Mi raccomando, dopo tira l'acqua!
Le aveva risposto con il medio, strappandole un'altra risata e un'occhiata che aveva finito del tutto di rimescolargli le budella, perchè c'era dentro tutto quello che era stata capace di regalargli in quei tre mesi insieme: calore, condivisione... amore.
Sì, aveva ancora una fottuta paura solo a pensarlo, eppure insieme a lei, aveva iniziato a scoprire il significato di quella parola, perchè era stata capace di mostrargli che si poteva cambiare incontrando le giuste persone.
E siccome dalla vita non aveva mai avuto in cambio niente di così... bello, quello era il motivo per cui non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via.
Era capitata per caso, o meglio per disgrazia, nella sua vita, ma ora che c'era, voleva che ci rimanesse il più a lungo possibile.



§§§§§§§§§§§§§§§§



Il caldo soffocante di quei giorni l'aveva indotta a rimanere soltanto con un paio di jeans e una canotta. I capelli, come sempre, li aveva raccolti in una coda, ma adesso li aveva anche avvolti in una crocchia sopra la testa, per essere ancora più libera.
Avrebbe potuto tagliarli, ma a volte le capitava di vedere come Daryl li fissasse, ed era convinta che gli piacessero molto, lunghi come li portava. A dire il vero, dopo averlo notato, aveva provato ad immaginare come sarebbe stato sentire le sue mani scorrerci in mezzo, e come tante altre cose che aveva immaginato di fare con lui, le avevano provocato un tale sconvolgimento che aveva dovuto smettere di pensarci, o lui se ne sarebbe accorto, e l'avrebbe messo sicuramente in difficoltà.
Perchè in quei tre, lunghi, mesi passati con lui erano successe tante cose, ma una in particolare, ancora no.
La cosa più strana, vista la loro diversa età, era che non fosse lei quella più restia, ma lui. Se sentimentalmente si erano avvicinati, tanto da essere ormai chiaro ad entrambi che il legame tra loro fosse diventato indissolubile, sul piano fisico la distanza era ancora notevole.
A colmarla, era sempre stata lei l'unica a provarci, dormendogli vicino, o prendendolo per mano, o sfiorandolo ogni volta che ne aveva avuto l'occasione. Lui, in realtà, non l'aveva mai respinta, ma nemmeno aveva mai preso l'iniziativa per andare oltre.
Che Daryl Dixon fosse stato un uomo dal carattere difficile e dall'animo complicato, questo lo aveva capito subito, ma che poi in lui ci fosse stato anche tanto altro, e di molto positivo, lo aveva scoperto strada facendo, nelle settimane successive al loro tragico incontro.
Innamorarsi di lui, e in così poco tempo, era stato forse in parte il frutto della loro condizione, ma era altrettanto convinta, e in misura maggiore, che fosse successo proprio perchè si era trattato di lui.
Quindi, adesso, sopravvivere aveva preso un significato diverso per lei, era diventato voler rimanere il più a lungo possibile con lui, per vivere quello che aveva da offrirle.
- Ehi, dove vai?
Immersa nei propri pensieri, non si era accorta di aver preso una direzione diversa da quella di Daryl.
- Oh, pensavo di dare un'occhiata in quel negozio di vestiti. Magari trovo dei pantaloni più leggeri. Con questi jeans sto morendo di caldo.
In cambio aveva ricevuto un'occhiata incerta.
- Non ti preoccupare. Terrò gli occhi aperti. E poi è quasi di fronte al minimarket. Ci possiamo vedere dalle vetrine.
Non stava cercando di convincerlo a lasciarla andare, perchè nonostante continuasse a nutrire un forte istinto di protezione nei suoi confronti, Daryl aveva imparato a fidarsi delle sue capacità di cavarsela davanti al pericolo.
Infatti, aveva fatto molta strada in quel senso, anche grazie a lui e ai suoi insegnamenti. Non solo le aveva insegnato ad usare la balestra bene quasi quanto lui, ma l'aveva anche aiutata a migliorare con la pistola, fornendole anche qualche nozione di corpo a corpo.  Ora infatti sapeva, almeno in teoria, come tirare un pugno per rompere il naso a qualcuno.
- Va bene. Ma fa alla svelta, okay?
Gli aveva sorriso per rassicurarlo.
- Okay, sarà uno shopping veloce.
Era sbucato fuori un mezzo sorrisetto divertito anche a lui, prima che ognuno andasse per la sua strada.
Ovviamente prima di entrare, aveva guardato dalla porta se ci fosse stato dentro qualche vagante, poi aveva battuto sul vetro per richiamarli eventualmente in vista.
Passato un minuto, era entrata, coltello alla mano e sensi ben in allerta. Era certa che Daryl, nel negozio di fronte, stesse facendo lo stesso. Pensarlo, la rassicurava sempre e la incitava a prestare il doppio dell'attenzione, perchè aveva un buon motivo per rimanere sana e salva.
Certa che nel negozio non ci fossero stati nè vaganti, nè altri pericoli, si era messa a rovistare tra i vestiti, ma la ricerca non aveva dato i frutti sperati. Niente di leggero, era tutta roba invernale quella disponibile. A quel punto, poteva però prendersi un paio di jeans nuovi, sostituendo quelli ormai lerci che indossava.
In un retaggio di civiltà ancora dura a morire, le era venuto istintivo andarli a provare nell'unico camerino disponibile. Lo aveva pure richiuso, quindi era stato da lì dentro, che aveva capito di aver appena commesso un errore madornale.
Quando, infatti, aveva sentito la porta sul retro del negozio aprirsi, aveva realizzato di non essere andata a controllarla, per sincerarsi che fosse chiusa.
Ormai il danno era fatto, adesso poteva solo limitarlo. Aveva preso a respirare lentamente, cercando di rimanere il più silenziosa possibile, mentre impugnava la pistola.
Aveva cercato anche di non pensare al fatto che Daryl potesse essere nella sua stessa situazione, se non peggio, dall'altra parte della strada. Quando era stata sul punto di chinarsi a terra, per individuare da sotto la porta del camerino dove potesse trovarsi quel qualcuno che era entrato, una voce era risuonata forte e chiara.
- Ho sentito che sei lì dentro. Ti do soltanto una possibilità: tieni le mani ben in vista e vieni fuori.
Ma il suo cervello, sebbene avesse compreso la pericolosità del momento, era andato completamente in tilt.
Lei conosceva quella voce!
Anche il cuore aveva preso a batterle come un tamburo, mentre la gola le si era seccata di colpo, tanto da non riuscire nemmeno a parlare.
- Forza, mani in vista e vieni fuori.
Doveva parlare! Doveva riuscirci! C'era Daryl dall'altra parte della strada, e avrebbe potuto ucciderlo da un momento all'altro!
- Rick, sono io, Beth, non sparare!
Finalmente, come se di botto si fosse riavviato qualcosa dentro di lei, era riuscita a tirare fuori il fiato, mentre contemporaneamente aveva spalancato la porta del camerino.
Tutto era successo come al rallentatore: lo sguardo stupefatto di Rick, la sua pistola che la teneva comunque sotto tiro, la porta di ingresso che andava in frantumi, tanta era stata la violenza con cui Daryl l'aveva spalancata.
- Daryl, no, lo conosco!
Aveva spostato lo sguardo su di lui, riuscendo a bloccarlo un secondo prima che scoccasse la freccia, e un attimo prima che Rick si voltasse, puntandogli la pistola addosso.
- Abbassa quell'arma, brutto figlio di puttana!
La voce di Daryl era risuonata gelida e furiosa allo stesso tempo. Lei aveva cercato di intercettare il suo sguardo, ma era rimasto incollato su Rick, che adesso le dava le spalle, il braccio sempre teso e la pistola saldamente puntata contro Daryl.
- Abbassala tu!
Stavano per ammazzarsi, non aveva avuto dubbi che entrambi pensavano di doverla salvaguardare dalla rispettiva minaccia! Doveva muoversi!
- Rick, lui è con me. Daryl, lui è il padre di Carl!
Solo che nessuno dei due sembrava voler comprendere che lei conosceva entrambi! Perchè le loro armi erano rimaste puntate contro i rispettivi bersagli. Così, aveva fatto qualche passo in avanti, muovendosi con cautela, perchè le sembrava che qualcosa di molto grave aleggiasse comunque nell'aria. Qualcosa che non riusciva a comprendere, ma che sembrava rendere i due uomini assolutamente certi di non dover abbassare le armi. Aveva fatto qualche passo ancora in avanti, arrivando quasi all'altezza di Rick.
- Beth, allontanati da lui!
Daryl glielo aveva detto senza guardarla, ma con un tono di voce che non ammetteva repliche. E se doveva essere sincera, la sensazione era stata di avere davanti agli occhi lo sconosciuto che l'aveva braccata, una sera di tre mesi prima, mentre stava tentando di fuggire da lui e da suo fratello.
- Daryl lui è...
- E' quel figlio di puttana che ha lasciato Merle a morire come un cane sul tetto di un palazzo ad Atlanta. Te lo ricordi, vero, bastardo?
Si era sentita gelare il sangue nelle vene, perchè il viso di Rick non era stato meno cupo e determinato di quello di Daryl.
- Me lo ricordo sì, come mi ricordo di te, suo fratello.
Se non avesse fatto subito qualcosa, si sarebbero uccisi a vicenda! Era stata una certezza, quella provata, per cui aveva agito d'istinto, frapponendosi sulla linea di tiro di entrambe le armi.
- Levati, Beth!
Il punto in comune, era stata proprio lei, perchè entrambi gli uomini lo avevano esclamato nello stesso momento! E una fievole speranza le si era accesa dentro.
- Dovete abbassare le armi, qualsiasi cosa sia... sia successa in passato tra di voi.
Aveva guardato prima Daryl e poi Rick, cercando di trasmettere ad entrambi l'angoscia e la paura che la attanagliavano in quel momento.
- Vi prego!
Li aveva davvero supplicati, quasi sull'orlo di quelle lacrime che cercava di trattenere per non perdere la piena visibilità su di loro.
Aveva insistito su Daryl, perchè le era apparso davvero il più determinato, e sapeva quanto potesse esserlo, a fare fuoco. Le era sembrato che il tempo si fosse letteralmente fermato, ma poi, sentendosi quasi svenire dal sollievo, era successo.
Sia Rick, che Daryl, avevano abbassato le armi, permettendole di tornare a respirare.
- Beth, sei viva!
La voce di Rick, l'aveva riportata indietro di colpo nei ricordi e senza più riuscire a controllarsi, gli era volata praticamente tra le braccia, assaporando la gioia di rivederlo sano e salvo.
- Oh, Rick!
Si erano stretti in un abbraccio che aveva avuto il sapore di un ritrovarsi miracoloso, quale era stato in effetti.
- Beth, anche Maggie è viva. E sta bene.
Glielo aveva detto mentre erano tornati a guardarsi negli occhi, dato che lei aveva fatto un passo indietro, sciogliendosi dal loro abbraccio.
La notizia l'aveva letteralmente investita, quasi le fosse arrivato addosso un treno, e stavolta aveva sentito la necessità di condividere quella gioia immensa con chi le era stato vicino nell'altrettanto immenso dolore di quando credeva di averla persa per sempre.
- Daryl, hai sentito, Maggie è viva!
Stavolta, era volata tra le sue di braccia, sentendosi subito al sicuro in quella maniera che ormai conosceva così bene, e a cui non poteva rinunciare.
- Ho sentito, ragazzina.
Solo che la sua voce non aveva perso quella durezza che le aveva fatto subito sollevare gli occhi su di lui.
- Daryl...
Lui le aveva rivolto un'occhiata che aveva espresso tutto il suo tormento per la situazione in cui erano precipitati nel giro di qualche minuto appena.
- Daryl, l'affronteremo insieme, te lo giuro, ma dagli una possibilità.
Lo sguardo di Daryl, infatti, era tornato su Rick e una volta lì, si era di nuovo riempito di gelida determinazione.
- Ti prego, fallo per me.





*Note autrice che saltella felice*

Il motivo è che sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo, che è il capitolo (sì sottolineato!) di vera svolta nella storia. Da qui in poi, lo scenario cambia, perchè come avrete letto, è cambiato il rapporto tra Daryl e Beth.
So che molte di voi, almeno penso, avrebbero voluto leggere di più di quei tre mesi passati, ma ho sempre avuto in mente di dedicarmi più alla parte in cui il loro rapporto sarebbe diventato tale al cento per cento, soprattutto perchè sottoposto alla prova di dover "reggere" davanti al gruppo ritrovato di Beth (ma qualcuno, e più di Rick, rifletteteci, in realtà conosce anche Daryl!).
Forse non lo ricorderete, ma in qualche occasione vi avevo rammentato di tenere presente che Rick in questa storia sarebbe potuto riapparire, e visti i precedenti con Daryl, sarebbe stata una situazione ben differente da quella conosciuta nella serie.
Ecco, ci siamo, il momento è arrivato, e io non vedo l'ora di raccontarlo!
A questo proposito, cercherò di impegnarmi molto di più nel postare con una certa regolarità, perchè stavolta ho fatto passare davvero troppo tempo tra un capitolo e l'altro!
Se avete domande o dubbi da chiarire, non esitate a chiedere.
Per il lancio di pomodori, specie per i ritardi, potete farlo sempre nello spazio recensioni!
Ancora baci
Serena


  
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