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Autore: The Awesome Tomato    08/11/2016    0 recensioni
Cosa accadrebbe se un orgoglioso e burrascoso italiano come Romano dovesse fronteggiare un triangolo amoroso di cui sua sorella è il vertice? Scopritelo in questa avventura scritta a quattro mani piena di risate e lacrime. Caterina vargas scritta da Eliot Nightray e Romano Vargas scritto da The Awesome Tomato
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il giorno seguente Caterina si svegliò trovando Arthur aggrappato a lei come fosse stato un bambino. Scese dal letto con calma e si guardò allo specchio confusa, aveva la divisa di Arthur addosso e non si ricordava perché. All’improvviso si ricordo del whisky e delle solite cazzate di Scozia, doveva esserci andata pesante per non ricordarsi più niente se non qualche flash. Arthur sopra il letto borbottò qualcosa , ma lo lasciò perdere. Si sfilò la divisa e la lasciò piegata sul letto. Si aggirò nella stanza alla ricerca di qualcosa di comodo da portare per casa e quando lo ebbe trovato si vestì rapidamente. Il borbottio si trasformò in uno squittio e quando si voltò vide Arthur ad occhi spalancati rosso come un pomodoro. Caterina gonfiò le guance furiosa e lo lanciò fuori facendolo sbattere a terra. Quando uscì fuori , indossando un paio di calzoncini e una vecchia t-shirt di Romano, Arthur la fissò furioso a sua volta per il trattamento subito.
  • PORCO!!
  • Io? È colpa tua ti sei spogliata davanti a me
  • Stavi dormendo!
  • Avresti dovuto controllare!!
  • Tsk gli occhi ce li avevi aperti..
  • Perché dovevo tenerli chiusi secondo te? Cioè…
  • A… - Caterina scoppiò a ridere mentre l’inglese si imbarazzava sempre di più mentre si mangiucchiava il pollice. – sei carino quando ti imbarazzi o ti arrabbi… scusa se ho riso… stavo scherzando dai, è come se mi avesti visto in costume dopo tutto..
  • Un costume di pizzo nero…
  • Hai pure notato di cosa era fatto
  • No..cioè..e…
  • Ho fame
  • ODDIO
  • Che c’è?? Quello che mangia il collo della gente sei te , mica io…
  • L… lunga storia … lascia perdere…
  • Ok… come vuoi, adesso andiamo?
  • Si.. ovvio…. – Caterina finse di tossire un paio di volte ad alta voce ed Arthur la osservò confuso – che c’è?
  • Voglio il bacio del buongiorno… - le scoccò un leggero bacio sulle labbra e l’italiana sorrise, non poteva che incominciare in modo eccellente quella giornata. – ora sono felice… forse è meglio se ti vai a fare una doccia dopotutto hai dormito con questi vestiti… Romano ti darà un suo cambio
  • No… oggi c’è il meeting … vorrà dire che indosserò la divisa militare..
  • Ma… puzza di me
  • Odora di te… te l’ho detto ieri sera no? Con il tuo odore sopra potrò pensarti per tutto il giorno..
  • A….. è una cosa stupida e poi Francia..
  • La rana può dire ciò che vuole… vado a lavarmi…
Caterina osservò Arthur allontanarsi e fece altrettanto. La cucina di Romano le sembrò un labirinto da quanto era agitata. Saltellò nelle più svariate direzioni e quando finalmente riuscì a trovare delle uova iniziò a cucinare. Non sapeva cosa preparare al crucco così optò per qualche salsiccia ben cotta, tanto per rimanere in tema cruccolandia. Preparò la tavola, canticchiando a bassa voce come suo solito, fino a quando non vide Arthur osservarla di soppiatto. La sua prima reazione fu quella di stritolare la pentola, ma l’altro sbucò fuori rosso in viso e quindi si limitò a stringere il manico. L’inglese, già vestito ma con i capelli sgocciolanti, la aiutò, contro il suo volere, a preparare i piatti.
  • Sei brava..
  • Eh?
  • A cantare dico..
  • A…n…non è vero..
  • Si invece… un bambino sarebbe felicissimo di sentire una tua ninna nanna… cioè.. ehm..
  • M..m.. grazie
  • Co..comunque grazie per la colazione… ti andrebbe di uscire dopo? Tanto io e Romano dobbiamo andare al meeting..
  • Già… vorrà dire che io uscirò con qualcuno
  • CHI?
  • Non Spagna tranquillo..
  • Nemmeno Francia… diciamo pure nessun uomo ok??
  • Ma… sei geloso?
  • You don’t say!!
  • Tsk… - gli altri due rientrarono e si accomodarono in cucina tranquillamente. Caterina sorrise a Romano per poi lanciare uno sguardo acido a Prussia e cominciò- allora come vi siete conosciuti? Sono curiosa..
  • Che domanda è? Si conoscevano di già…
  • Intendevo dire da quando e come vi siete messi insieme…
  • Poi rispondiamo pure noi come minimo..
  • Se vuoi..
  • NO
 
 
Si svegliarono entrambi richiamati dal profumo proveniente dal piano terra, il primo fu Prussia che aspettò pazientemente l’italiano anche perché era sopra di lui e se l’avesse svegliato, sarebbe morto sicuramente. Per sua fortuna, Romano aveva dormito bene ed il suo risveglio fu tranquillo, questo voleva dire solo una cosa: coccole.
Romano aprì gli occhi e si ritrovò davanti la faccia del suo amato, si allungò e gli diede un bacio mentre se lo stringeva a sé
  • Buongiorno… - sbadigliò
  • ‘giorno, dormito bene?
  • Si, sei fottutamente comodo… - gli diede degli altri baci sul collo
  • Hehehe andiamo? – chiese dopo qualche minuto, non andava pazzo per queste cose ma una volta ogni tanto piaceva anche a lui essere trattato bene
  • Ok… - si alzò e si diresse barcollando al bagno intanto che l’altro si vestiva.
Quando furono tutti e due pronti, scesero le scale e si unirono agli altri due, a Romano sembrava quasi che stessero discutendo ma probabilmente, pensò, si trattava del fatto che fosse ancora un po’ intontito, Caterina gli sorrise e lui ricambiò mentre si sedeva al suo posto
  • Ma quello che prova tua sorella verso di me, è un odio irreversibile o posso sperare che un giorno non mi guardi più come se volesse ammazzarmi? – sussurrò Prussia all’italiano accanto a lui
  • No, ti vorrebbe morto.
  • Ma anche noi una volta, io ti vole-
  • Quella era “tensione sessuale” come la chiama l’arrapato, lei ti vuole proprio sotto terr- venne interrotto dalla sorella che gli chiese come si fossero messi insieme ed arrossì di botto – e-emm… ecco… e…
  • Hai una faccia fantastica! Hahaha! – Romano lo fulminò con lo sguardo e fece un respiro profondo, guardò altrove e parlò
  • Estate… - fu l’unica cosa che riuscì a dire
  • Estate? Non era primavera? – si guardarono entrambi negli occhi
  • Davvero?
  • Credo di si… però forse hai ragione te – intervenne Inghilterra
  • Ma come?! Non sapete nemmeno quando vi siete messi insieme? Che idioti!
  • Però mi ricordo che siamo insieme da tre magnifici anni!
  • Non erano due?!
  • O forse quattro mmm… - si mise a pensare
  • Sono sicuro che non possono essere più di tre, ma che cazzo non possono essere così tanti! – pensò anche lui poi si guardarono negli occhi – Sinceramente Prussia, che cazzo ce ne frega?
  • Appunto
Scoppiarono a ridere entrambi sotto lo sguardo confuso e sconcertato degli altri due, da questa conversazione si poteva certo capire che i due non si facevano molti regali o cose simili ma che erano felici, indifferentemente da quanto tempo si erano messi insieme.
 
 
Caterina e Inghilterra si scambiarono uno sguardo di intesa, quei due erano strani. La loro conversazione era stata assurda, semplicemente senza senso, come potevano non ricordarsi di quando si erano messi insieme? Prussia e Romano erano una coppia perfetta , eccentrici e opposti. Inghilterra osservò l’italiana di sott’occhi , sembrava pensierosa.
  • Siete idioti
  • Concordo con Caterina
  • Insomma… non ve ne ricordate e poi un momento da anni? Perché non me ne hai parlato prima? Mi sento offesa…
  • Beh.. forse volevano tenere nascosta la cosa no?
  • Perché secondo te sarei andata a spifferarlo?
  • No… però..
  • Però cosa? Lasciamo perdere va….
  • Kesese siamo fatti così….
  • Cioè… siete assurdi…
  • Si inglese… insomma tu e Caterina?
  • Noi?
  • Voi?
  • Credo di essermi innamorato di Caterina nel periodo delle conquiste di Cesare… nei secoli avanti Cristo in breve.  Anzi non credo lo so… poi siete andati via, ma nel periodo adolescenziale ho avuto modo di incontrarla ancora.. persino di rapirla…
  • È stato un incidente quello
  • Un incidente divertente
  • Soprattutto grazie a Scozia che mi ha buttato in mare..
  • Dopo ti ho salvata…
  • Vero anche questo
  • Voglio sapere la storia RACCONTATE
  • NO , non sono affari tuoi stupido prussiano
  • Caterina dai…
  • Per te sono Italia del Centro… solo Arthur può chiamarmi Caterina e i fratelloni ovviamente
  • A… solo io posso?
  • Ovvio….
  • Voglio sapere la storia ehi Caterina
  • CENTRO ITALIA
  • Si senti Centro hai visto il regalo dello spagnolo?
  • Che regalo?
  • Quello di ieri sera…
  • Non ricordo niente di ieri sera…
  • Ah ah ah eri molto divertente
  • Non ascoltarlo Caterina…
  • Ma che ho fatto Arthur?
  • Hai spiegato la vostra serata a Romano
  • HO DETTO CHE SIAMO STATI BECCATI DA SCOZIA?
  • Questo mancava Caterina…
  • Oddio scusa Arthur…
  • Tranquilla
  • E poi era affamata dell’inglese…
  • Eh? Nella tua versione di fame Arthur?
  • M..a…… c..
  • Scusatemi , non volevo è colpa dell’imbecille scozzese
  • Ehi non parlare male del mio amico
  • Prussia quel coso è mio fratello e per me si potrebbe anche dargli fuoco..
  • È un coglione…
  • Non dire queste cose del povero Nathan…
  • Povero Nathan un corno
  • Solo perché ti ha rovinato la serata non puoi trattarlo così è il tuo fratellone…
  • Ritorniamo sul regalo..
  • È qualcosa per dimostrare il suo ardore per te
  • COSA HAI DETTO?
  • Arthur calmati..
  • Kesese è divertente vederlo così
  • Al meeting io lo ammazzo, te lo giuro lo pesto
  • Su Arty….
  • Dai Romano aprilo tu, dopotutto è tua sorella…
  • Ti ha pure fatto la serenata – continuò Inghilterra furioso
  • Pure? Che tristezza… ma un no non gli basta?
  • Kesese ti ama tanto
  • Ottimo ma la cosa non è ricambiata…
  • Voglio ucciderlo…
  • Arthur…
  • Inghilterra…
 
 
Rimase immerso nel suo mondo “Cazzo è già così tanto? Non è possibile!” fissò per un po’ il suo ragazzo che stuzzicava sua sorella chiamandola per nome “Com’è fottutamente possibile che sia riuscito a resistere così tanto?!” decise di lasciar perdere, non ne valeva certo la pena. Fu richiamato alla realtà e gli fu chiesto di aprire il regalo di Spagna quindi nel bel mezzo della loro conversazione, si alzò ed andò a prendere quel pacchetto, quando tornò si voltarono tutti verso di lui a fissare ciò che aveva in mano
  • Preferirei buttarlo via direttamente ma magari si può rivendere… - iniziò ad aprire il pacchetto
  • Ammettilo che sei solo curioso! Hahaha!
  • Fottiti!
Il pacchetto conteneva una collanina d’oro con un ciondolo a forma di toro, Romano l’estrasse e la fece penzolare dalla mano per farla vedere bene anche agli altri
  • Sembra costosa…
  • Kesesese! Deve aver lavorato come un matto per quella collana!
  • Gliela restituirò al meeting – la rimise dov’era appena prima che l’inglese l’afferrasse per distruggerla e sentì qualcosa – c’è dell’altro!
  • Che diavolo ha ancora?
  • È un biglietto in spagnolo…
  • Avanti Sud leggilo, sembra interessante! – Romano sospirò ed iniziò a leggere il foglietto evitando di fare commenti, tutti stavano aspettando con ansia ciò che avrebbe detto
  • Mia amata Caty, non posso lasciarti nelle mani di quel maniaco teppista – fece una piccola risata ed Inghilterra lo riprese – Tsk!... Sappi che ti salverò da lui, sono sicuro che ti abbia fatto un incantesimo ed un giorno, non molto lontano, il mio ardente… amore per te mi permetterà di sconfiggerlo… così da essere libera di potermi ricambiare… accetta questo ciondolo in segno della mia fedeltà a te… la prossima volta che ci vedremo, mi darai la risposta… - passò il foglietto all’inglese che gli avrebbe fatto fare una fine più che giusta – che si fotta quel maledetto spagnolo!
  • Sud non pensi di star esagerando un po’? è soltanto innamorato di tua sorella, chiunque si comporterebbe così… forse in modo meno idiota…
  • Se invece di Caterina se la prendesse con la patata-macho?! – la sua faccia disse tutto – appunto
Il telefono di Romano squillò, come vide il numero, gli venne un colpo ed estrasse l’aggeggio infernale dalla tasca
  • Come minimo è quell’asin- MA CHE CAZZO?!
  • Che c’è? – Prussia scattò subito verso Romano per vedere chi fosse – Francia?!
  • Rispondi tu! – l’italiano lanciò il cellulare al prussiano
  • Perché? – lo prese al volo
  • Perché è tuo amico!
  • Non frignare e rispondi, non ti può fare niente se è dall’altra parte del telefono!
  • Quel maledetto vinofilo è capace di tutto! – l’intervento di Inghilterra non aiutò molto
  • V-va bene… - rispose  - che cazzo vuoi?
  • Hohoho! Così adesso lo sa anche Spagna eh? Certo era meglio se lo scoprisse in un altro modo… anche se mi sarebbe piaciuto assistere hohoho!
  • Quindi te l’ha già detto… - la sua espressione era spaventosa, avrebbe tanto voluto ammazzare entrambi
  • Oui ma lo sapevo già~ - spalancò gli occhi
  • COSA?!
  • Cosa? Sud che ha detto?
  • Mon petit chéri, non penserai mica che non me ne fossi accorto? Così mi offendi!
  • Come cazzo hai fatto?
  • Semplice mon amour, la vostra tensione si è affievolita parecchio, ho solo tirato le somme~
  • Bastardo
  • Ora devo andare, ho un appuntamento galante, félicitations et profiter! Hohoho! – riattaccò e Romano disse semplicemente
  • Fottutissimo bastardo arrapato…
 
 
La catenina sembrava costosa, di certo aveva impiegato molto tempo per comprarla, sembrava di oro. Romano teneva la collanina fra le mani quasi a volerla allontanare da lei. Inghilterra sembrava turbato, quando si voltò lo trovò a fissarla pensieroso e cupo. Cosa stava passando in quel cervello bacato? Con il biglietto dello spagnolo fra le mani Arthur lo stritolò digrignando i denti con forza. Caterina gli sfiorò la mano e quello la strinse con forza. La porta suonò e Romano raggiunse il nuovo ospite assieme a Prussia. Caterina gemette a bassa voce iniziando a sentire male e l’altro la lasciò, ma non smise di stringere il pugno con violenza.
  • Arthur…
  • Non sono un buon fidanzato..
  • COSA?
  • Non ti ho fatto regali costosi.. non ti ho scritto bigliettini… i fiori che ti ho comprato li ho buttati perché non potevi uscire e non ti ho mai cantato niente..  – Caterina lo bloccò tenendogli il viso fra le mani.
  • Perché dici così?
  • Ho paura…
  • Ma di cosa?
  • Che tu alla fine sceglierai lui.. e non me…
  • Io amo te Arthur Kirkland. Ti ho amato da quel giorno in cui mi salvasti da un attacco francese, ricordi? Da allora ho sempre pensato a te… quando Romano mi propose di sposare qualcuno, ho pensato subito a te…
  • Avresti accettato la mia proposta?
  • Certo..
  • La accetteresti anche adesso…
  • Mi… stai…
  • Ora non è ben costruita la cosa, ci vuole l’atmosfera giusta…  io… ti comprerò dei fiori e una collana.
  • ARTHUR a me basti te… sei il regalo più grande e magnifico che avessi mai potuto desiderare…
  • E l’amor trionferà!! Nei sogni e nella realtà..
  • NO
  • LUI
  • NO
  • Ciao a tutti , eravate dolcissimi avanti continuate come prima.. mancano i cuoricini nello sfondo..
Scozia davanti a loro sogghignava contento di vedere il fratello felice come non mai. Sembrava in attesa di qualcosa , ma ne Caterina ne tanto meno Arthur riuscì a capire che cosa. Lo scozzese si accomodò delicatamente sulla sedia accendendosi un sigaro , a cui dette un paio di boccate , e poi spostò lo sguardo verso Caterina. Alla vista del collo dell’italiana scoppiò a ridere con maggior fragore buttandosi la cenere del sigaro sui pantaloni della divisa. Quell’uomo iniziava ad irritarla furiosamente. La fissò ancora una volta mentre si risistemava sulla sedia e riempì la stanza di fumo, tanto che Caterina, non abituata all’odore, fu costretta ad aprire le finestre.
  • Ehi Center…
  • Mm?
  • Tu hai una divisa militare vero?
  • Certo.. perché…
  • Così.. tanto per chiedere…
  • Ma che domande fai dude?
  • Shut up England! Comunque siete maledettamente carini , io l’ho sempre detto che dovevate stare insieme. Quante serate a macchinare intrighi per farvi trovare, ho dovuto persino lanciare Center in mare per farvi parlare di nuovo..
  • Era volontaria la cosa?
  • Ma non ha portato a niente.. Cristo santo siamo nel 21° secolo…
  • Si può sapere che vuoi?
  • Dare spettacolo mi sembra ovvio – Romano e Prussia entrarono nella stanza e Scozia sorrise un’ennesima volta. – voglio dire al piccolo italiano come ho trovato sua sorella insieme al mio fratellino..
  • COSA?? BROTHER.. – Caterina accanto ad Inghilterra si tenne all’armadietto a muro per non cadere…
  • Gli ho trovati distesi sul divano
  • SCOTLAND
  • Con tanto di mano morta di Inghilterra… if you know what i mean..
  • Penso di stare per svenire.
  • CATERINA..
  • Si stavano baciando , cioè lui lo stava facendo.. e mordendo… Caterina devi avere un ottimo sapore… le stava sfilando il vestito, ma sono intervenuto io.. Di un po’ puoi chiamarmi fratello adesso non credi..
  • YOU… - Arthur tentò di afferrare lo scozzese ma quello lo placcò prima
  • Per non parlare della bellissima discussione con tanto di palpeggiamento da ubriaca
  • Oddio.. me lo ricordo..
  • Te lo ricordi Center??
  • Oddio.. scusami Arthur.. mi spiace..
  • Ehm.. non ti devi scusare.. a lui non è dispiaciuto.. Insomma puoi chiamarmi fratellone Scozia o the bro, come preferisci.
Scozia si avvicinò a Romano e gli cinse i fianchi sorridendo. Caterina dall’altra parte del tavolo si nascose dietro la teiera mentre Arthur la fissava sconsolato.
  • Smetterò di bere.. lo giuro…
  • Mi ricorda qualcuno…
 
 
Il campanello suonò e Romano andò ad aprire seguito a ruota da Prussia, chiese chi fosse ma non ottenne alcuna risposta, la porta fu spalancata dalla persona misteriosa e si trovò davanti lo scozzese nella sua solita posa da bastardo
  • Ciao cicci!
  • Scozia?! Che ci fai qui?
  • Vattene subito da casa mia, brutto bastardo!
  • A cuccia piccoletto!
  • Tsk!
  • Hahaha! Dai, andiamo dagli altri – si avviarono ma Prussia fu fermato da Romano – uh?
  • L’hai invitato tu? – non riusciva a guardarlo in faccia, era furioso
  • No, la mia magnificenza non c’entra niente, perché?
  • Che cazzo ci fa qui?
  • Cosa vuoi che ne sappia?! Senti ti stai comportando in modo strano, che hai?
  • Non lo voglio in casa, tutto qui! – il prussiano fece un sorrisetto e lo spinse contro alla porta facendola chiudere
  • Sei geloso? Hehehe
  • M-ma che stronzate s-stai dicendo… p-perché dovrei esserlo?!
  • Non lo so, dimmelo tu~ - gli si avvicinò e lo baciò – non preoccuparti niedlich, non c’è nessuno abbastanza magnifico per starmi vicino, oltre a te! – questo fece arrossire furiosamente Romano
  • B-bastardo…
  • Kesesese! Torniamo di là, poco fa ho sentito delle urla
Raggiunti gli altri, Scozia iniziò a raccontare di cosa stavano facendo quando i due se ne erano andati ad aprire, ovviamente Romano non la prese affatto bene, sbiancò dalla rabbia e si irrigidì del tutto. Mentre Prussia gli accarezzava leggermente la schiena per cercare di calmarlo, Scozia si avvicinò e cinse per i fianchi Romano… “Il MIO Romano?! Ma non scherziamo!” prese per il braccio l’italiano e lanciando un’occhiataccia all’amico, se lo tirò bruscamente verso di sé
  • Hey! Che cazzo fai?
  • Già Prussia, che combini? – chiese mentre si riprendeva il povero Romano che ora si sentiva tanto una corda da “tiro alla fune”
  • Lui è mio! – rispose semplicemente in tono minaccioso il prussiano
  • Ah si?
  • Si.
Continuarono a tirare le braccia di Romano che si stava arrabbiando parecchio ed a fissarsi, uno con lo sguardo omicida, l’altro con un’espressione beffarda. Scozia si chinò su Romano e gli diede un bacio sul collo facendolo saltare e Prussia si infuriò, lasciò andare il braccio del suo ragazzo per spingere contro il muro lo scozzese che se la rideva sotto i baffi
  • Sei morto! – gli sussurrò con fare minaccioso, dai suoi occhi si poteva vedere tutta la sua rabbia e la voglia di uccidere.
 
 
Caterina si tuffò sulla sedia mentre Romano veniva sballottolato qua e là fra Prussia e Scozia. Si voltò verso l’inglese cercando il suo aiuto, ma quello si stava tranquillamente versando una tazza di tè. Gli tirò un pizzicotto e come se nulla fosse Arthur le allungò una tazzina chiedendole cortesemente quante zollette desiderasse. Girò un paio di volte il cucchiaino nella tazza , senza fare alcun rumore, e tornò a godersi lo spettacolino messo in scena da Prussia. Non le dispiaceva di vedere un po’ di lotta di prima mattina, solo che la frase Romano è MIO l’aveva innervosita e non poco. Si alzò elegantemente dalla sedia , appoggiando la tazzina in parte piena sul tavolo e si avvicinò a piccoli passi ai due combattenti. Una volta giuntagli davanti staccò Prussia da Scozia e con tutta la sua forza lo scaraventò contro il muro, Inghilterra piegò leggermente la testa per schivare una scarpa volante dell’albino senza scomporsi affatto. Scozia la fissò incuriosito dalla ragazza e quella gli tirò una testata così forte da farlo cadere per terra, aveva preso da Romano in questo tipo di cose. Arthur dietro di lei applaudì lentamente per poi tornare al suo tè. Non aveva alcuna intenzione di far toccare suo fratello da qualcuno.
  • Tu… Pippi calze lunghe come ti sei permesso di toccare mio fratello, per non parlare di te pupazzo di neve satanico..
  • Center… hai la testa dura..
  • Taci.. vediamo di mettere in chiaro la cosa.. mio fratello è proprietà privata…
  • Quindi concordi con me? – domandò il prussiano già in piedi.
  • No…
  • COSA?
  • Romano è di Romano, punto.
  • Quindi Center è di Center… sei un baricentro insomma…
  • Io non ti riguardo, la mia persona è proprietà privata
  • Concordo – aggiunse l’inglese mentre continuava a bere placidamente.
  • Non ho capito… tu puoi essere di Arthur, ma lui deve essere di se stesso?
  • Scotland… perché non torni a raccogliere margheritine o a fumare?
  • Ragazzina stai forse pensando di sfidarmi?
  • Sfidare te, Pippi? No … lo sto facendo
Lo scozzese dette una grossa boccata di sigaro prima di espirare una grossa nuvola in faccia a Caterina, quella si irrigidì mentre la rabbia cresceva e tornò a guardare Romano.  Sembrava scombussolato, poveretto era normale, dopotutto era stato mezzo rapito da uno scozzese arrapato come Nathan, anzi lo Scozzese con la s maiuscola. Prussia si sedette comodamente accanto all’inglese per gustarsi la scena, dopotutto sapeva che Caterina poteva essere spietata quando ne aveva voglia. Si ricordò di una battaglia combattuta fianco a fianco con l’italiana, niente di rilevante chiaramente, però ricordava ancora la sete di vittoria e la completa assenza di pietà nei suoi occhi. Scozia la fissò intensamente, se voleva una sfida di certo lui non si sarebbe tirato indietro. Si spostò verso Inghilterra e spense il sigaro ancora fumante nella tazzina mentre l’altro lo fissava sconsolato e Prussia ridacchiava. Le si avvicinò nuovamente sollevando Romano da terra in modo gentile, come fosse stato un suo amico. Inghilterra e Prussia dietro di lui si fissarono sconvolti, non andava bene. Il sorrisetto perfido di Nathan si allargò e i due italiani non ebbero il tempo di reagire che subito si ritrovarono bloccati fra le braccia dello scozzese. Inghilterra e Prussia scattarono sulla difensiva, portandosi davanti allo scozzese , ma quello indietreggiò divertito dalla situazione senza lasciare andare i due fratelli Vargas.
  • Adoro i negozi convenienti ed i saldi
  • EH? – proruppe Caterina
  • Prendi due paghi uno, questo è il sale della vita..
  • Non ho intenzione di farmi prendere da te..
  • Quanti doppi sensi
  • CHE???
  • Scotland lascia andare Caterina ORA
  • Che paura fratellino.
  • Natahan.. lascia andare Sud..
  • No la ragazzina mi ha sfidato
  • Stupido uomo carota lasciami andare!!!!
  • No!
  • Nathan!
  • Scotland!
  • Perché vi potete divertire tutti con questi due eccetto io?
  • Perché loro sono i nostri ragazzi!!! Idiota arancione!
  • Bah..
  • E poi te hai Cornovaglia
  • E una dozzina di amanti – aggiunse Arthur
  • Cosa? Ma che…
  • Tranquilla Caterina
  • SONO CENTER PER SCOZIA QUINDI PIANTALA!!
  • Bah… prima mi devo divertire.
Lo scozzese rise un’ennesima volta verso i due poveretti, Prussia ed Inghilterra e preparò la sua vendetta. Si piegò verso Romano e gli morse il collo per poi spostarsi verso Caterina e fare lo stesso con il lobo dell’orecchio.
  • Dovevo capire perché tutti siete ossessionati con i morsi… non siete nemmeno cannibali , ma li mordete continuamente..
  • YOU..
  • SIE
  • TO
  • STERBEN!
  • Si sono alleati contro di me…
  • Sei masochista brutto idiota, come ti sei permesso di mordermi eh??? Eh?? PIPPI!!!
  • … sei una peperonata proprio Center eh?
  • Caterina permettimi di ucciderlo ti prego..
  • Fai pure Arthur…
 
 
Scozia lo prese sollevandolo da terra facendogli fare un gridolino che fortunatamente, fu ignorato da tutti poi prese anche sua sorella ed indietreggiò subito non appena i due si alzarono dalle sedie e cercarono di prendere i propri compagni
  • Lasciala andare, brutto bastardo! – ringhiò Romano, non voleva che sua sorella venisse molestata dallo scozzese, si doveva ancora abituare alla relazione con l’inglese, figuriamoci come si sentiva in quella situazione!
  • Che fratello rompi palle che hai, Center!
Continuò a dimenarsi cercando di scappare ma lo scozzese sembrò non accorgersene nemmeno, osservò il prussiano furioso davanti a lui, non l’aveva mai visto così poi si sentì i denti di Scozia sul collo e spalancò gli occhi
  • C-CHE CAZZO FAI?! – raccolse tutte le forze per scappare ma ancora niente, per ogni spinta che dava, veniva stretto sempre di più, non sapeva più che fare e gli vennero le lacrime agli occhi – P-Pru…ssia… - disse con un filo di voce, a quel punto l’albino si mosse velocemente senza nemmeno lasciare il tempo all’inglese di intervenire, scattò in direzione dello scozzese che scappò dalla parte opposta delle stanza
  • No Gilbert, non si fa! – ridacchiò alla faccia infuriata dell’amico e si rivolse ai suoi ostaggi – che ne dite di andare a divertirci un po’ in camera? – si diresse verso le scale
  • Fottiti bastardo! Appena riuscirò a liberarmi, vedi come te le suono!
  • Nathan, ti do dieci secondi per metterli giù entrambi! – il rosso si fermò e si girò per guardare in faccia l’amico
  • Altrimenti che vuoi fare?
  • Zehn
  • Oh che paura! – scoppiò a ridere ed aspettò la fine del conto alla rovescia dell’altro dando qualche bacio ogni tanto ai due italiani che aveva ancora tra le braccia, continuando a fissare gli altri due
  • M-mettici subito giù maledetto beone in gonnella! – riprese a dimenarsi, Romano è un tipo parecchio energico quando serve.
  • Senti piccoletto, sta zitto un po’ e smettila di agitarti tanto – detto questo, con il braccio che usava per tenerselo stretto, gli prese il mento girandolo dalla sua parte e lentamente, si chinò su di lui con un sorrisetto divertito
  • Dreizweiein! – seguito dall’inglese, scattò nuovamente verso Scozia e questa volta riuscì a colpirlo in pieno volto e caddero entrambi in terra mentre l’altro, prendeva i due italiani.
Quello che seguì dopo fu una scazzottata tra i due amici, gli altri tre rimasero a guardare mentre Scozia e Prussia rotolavano sul pavimento e si insultavano a vicenda nelle proprie lingue madri, lo scontro durava ormai da parecchio tempo e nessuno dei due sembrava volesse cedere, erano entrambi molto forti e Romano decise di non intervenire, non voleva di certo andarci di mezzo e rompersi qualcosa!
 
 
Ora, gli inglesi sono persone tranquille, pacate, possono persino vedere un cadavere e continueranno comunque a leggere il giornale, ma provate a toccare la loro fidanzata e vedrete uscire una bestia. Inghilterra fissò il fratello in modo così feroce, che non fece alcun effetto sullo scozzese. Caterina era annoiata, diversamente da Romano, non era spaventata. Tuttavia quando lo vide morderle l’orecchio Arthur scattò , ma Prussia lo precedette. Se ne stavano a terra a rotolare l’uno sull’altro mentre Caterina si allontanava rapidamente. Temeva che Romano lo uccidesse considerate le confessioni di Scozia, ma decise comunque di prenderla in collo per appoggiarla ad una sedia. Le porse un bicchiere d’acqua e l’altra gli sorrise sorseggiandone un poco. A quel punto si voltò verso Scozia e riprese la sua bacchetta, di certo gli avrebbe combinato qualche scherzetto. Fermò Prussia e con un sorriso sadico formulò una breve formula magica. Scozia si trovò trasformato in un innocuo pinguino che lo fissava in modo arcigno. Caterina dietro di lui sorrise alla vista dell’animaletto che, incapace di volare, zampettava saltellando sul posto.
  • Scusami.. ma… dovevo farlo
  • Adoro i pinguini…
  • Non abbracciarlo!
  • La smetti di fare il geloso anche con i pinguini!!
  • È un maschio…
  • Che tristezza basta…
  • Prussia sta zitto…
Il pinguino borbottò qualcosa e becchettò le scarpe di Arthur, mentre quello se la rideva accanto a Caterina. Entrambi sentirono dei passi e poi lo videro, per l’ennesima volta. Spagna se ne stava sull’uscio con tanto di divisa militare inglese, Inghilterra sbiancò mentre Caterina si preparava già a bloccarlo. Antonio le sorrise e le ricambiò con un cenno della mano.
  • Ti vorrei chiedere che cosa diavolo stai facendo Antonio..
  • Oh… voglio dimostrarti che non è l’abito a fare il monaco
  • Che senso ha?
  • Non voglio che tu pensi che solo perché lui è inglese è meglio di me.. ecco tutto.
  • Non c’entra il fatto che Arthur è inglese… lui è Arthur fine del discorso.
  • Tutto questo non ha alcun senso logico come fai ad amare lui? Un teppista che non sa nemmeno che cos’è l’amore? Io invece sono la nazione della passione.
  • Io so cos’è l’amore.
  • Tsk non sapresti descriverlo, in più hai fatto un sortilegio a Caterina
  • Ridillo e ti gonfio…
  • È la verità, guardala! Come fa a stare con uno come te?
  • Me lo sono chiesto pure io… però ama me, fattene una ragione..
  • NO
  • Voi due.. piantatela per favore
  • Come puoi dire una cosa così Caterina? Non vedi che ti sta usando?
  • Usando? Ora cosa ti vuoi inventare stupido asino?
  • Lui non ti ama! È impossibile, Inghilterra è una nazione priva di cuore ecco tutto.
  • Ora mi hai rotto – a rispondere fu Caterina che si alzò per schiaffeggiarlo con forza. – non ti permetto di dire una cosa del genere ad Inghilterra!
  • Lo vedi TI STA CONTROLLANDO!
Il pugno che seguì fu quello di Arthur, non ne poteva più di quell’imbecille e delle sue cazzate. Lo buttò per terra e scoppiò una scazzottata, per l’ennesima volta. In quella casa non si poteva stare tranquilli. Prussia accanto a Romano dondolò la testa in segno di disappunto. Altri passi, chi era questa volta? Francis entrò con un gran sorriso mentre Caterina fissava sconvolta i due , come definirli, contendenti? Francia le si avvicinò e scosse anche lui la testa.
  • Io glielo avevo detto di non venire…
  • Non so che fare… ho paura di ferirli
  • Rinunciando ad uno dei due?
  • No mettendomi in mezzo, idiota, non mi importa niente di Spagna, lo odio!
  • Quanta crudeltà..
  • Non piangere..
  • Non posso farne a meno oh! Cos’è quel frugoletto!
  • Quello è Scozia versione pinguino
  • Scozia?
  • Già..
  • Oh oh finalmente ho la mia opportunità..
  • Di che parli? – lo scozzese scappò via mentre tornava alla normalità con indosso uno smoking.
  • Scozia, Nathaniuccio mio torna da me
 
 
Prussia venne fermato dall’inglese che teneva in mano la sua bacchetta, si tolse dall’amico e se ne andò da Romano che, cercando di sembrare indifferente, gli osservava il volto sporco di sangue
  • Che c’è Sud? – l’italiano arrossì e guardò altrove prima di rispondergli
  • S-stai bene?
  • Kesesese! Certo che sto bene, il tuo magnifico ragazzo è abituato a queste cose, non devi preoccuparti per me niedlich
  • N-non sono p-preoccupato, bastardo!
Inghilterra riprese a fare il geloso, questa volta di un pinguino ed i due piccioncini iniziarono una piccola discussione, l’albino trovava tutto questo ridicolo, il battibecco fu interrotto dall’entrata in scena di Spagna in divisa militare inglese, Romano si fece un’appunto mentale “Chiudere SEMPRE ogni tipo di possibile contatto con l’esterno” e vedendo lo spagnolo, non riuscì a trattenersi dal fare un piccolo commentino su quanto sembrasse più scemo del solito e ridacchiare mentre Prussia, approfittando del momento di distrazione di tutti, prese il mento dell’italiano e girandolo dalla sua parte lo baciò, in quel momento non gliene poteva fregar di meno delle pene amorose del suo amico spagnolo, aveva cose più importanti
  • M-ma che cazzo ti prende così all’improvviso?! – sussurrò Romano dopo averlo spinto via
  • Tu sei mio
  • Che diav-… Pru-… aspetta! – riprese a baciarlo, non riusciva a capire nemmeno lui il motivo della sua scenata ma aveva bisogno di sentire che Romano gli apparteneva, non doveva essere di nessun’altro
  • Sud… rispondimi – si fissarono negli occhi, l’italiano riusciva a vedere perfettamente tutto quello che provava il suo compagno – tu mi appartieni, vero?
  • M-ma che – guardò altrove, era troppo imbarazzato per riuscire a sopportare il suo sguardo così intenso – i-io…
  • Ascolta io non ho più niente, tutto ciò che mi apparteneva me l’hanno preso, mi rimani solo tu… è per questo che reagisco così. Ora rispondi, ti prego…
  • Prussia, io-
  • Hohoho! Ma guarda un po’ chi c’è qui, la coppia iperattiva! – Si girarono a guardare Francia che vedendoli, aveva smesso di inseguire lo scozzese e gli lanciarono entrambi un’occhiataccia
  • Francis, vattene…
  • Eeeeeh? E se non lo facessi? – si avvicinò al suo amico con un sorrisetto – ora che la cosa è diventata ufficiale, direi che posso intromettermi, oui?
  • Te lo dico ancora una volta: VATTENE
  • Ma come sei cattivo Gilbert!
Francia accarezzò il braccio a Prussia che per tutta risposta, gli diede un forte pugno sul naso facendolo cadere a terra, lo prese per un braccio e lo trascinò fuori di casa prima di ritornare da Romano e poter continuare così il loro discorso.
Intanto Spagna era alle prese con l’altra coppia…
  • Tu non ti meriti il suo amore, brutto teppistello beone!
  • Se è per questo nemmeno tu, jerk!
  • La merito molto più di te!
  • Che cazzo hai detto?! – ripresero a rotolare e colpirsi, sembravano ancora più energici degli altri due che si erano battuti poco prima – prova a ripeterlo! – Inghilterra teneva lo spagnolo per il collo della maglia e continuava a fargli sbattere la testa sul pavimento
  • bastrado maldita sea, ahora me hiciste enojar! – la situazione si capovolse, ora Spagna stava prendendo a pugni la faccia di Inghilterra con uno sguardo omicida
  • B-bloody Hell! – lo spagnolo si mise a ridere come un pazzo ma all’inglese venne in mente qualcosa, si mise a pronunciare delle strane parole e fluttuando in aria, venne avvolto da una strana luce – ora vedrai di cosa sono capace!
Quando il bagliore se ne andò, Spagna si ritrovò davanti il famosissimo “Angelo Britannico”.
 
 
Caterina si voltò verso Prussia e Romano cercando il loro aiuto , ma erano troppo presi dalla loro conversazione per notarla. Tornò su Arthur e lo vide a terra mentre si faceva prendere a pugni dallo spagnolo. Non sapeva più se essere arrabbiata o triste. Quando vide Arthur trasformarsi in angelo non resistette più. Si alzò dalla sedia facendola cadere a terra con un tonfo e sia Spagna che Inghilterra si voltarono nella sua direzione. Non le capitava spesso di essere così arrabbiata, ma in quel momento avrebbe solo voluto uccidere qualcuno. Così mentre Arthur se ne tornava nella sua forma normale, Caterina usciva dalla cucina con passo felpato circondata da grida. Non sopportava più tutto quel casino, era assurdo pensare che avesse causato tutto lei e senza nemmeno rendersene conto. Inghilterra le corse dietro afferrandole il braccio, aveva la faccia sporca di sangue e probabilmente il naso rotto. Quando lo vide gli tirò uno schiaffo che lo fece urlare dal dolore. Non gli dette il tempo di reagire, che già stava ripulendo il volto dell’inglese con un fazzolettino. Quando ebbe finito si voltò nuovamente facendo l’atto di andarsene, ma l’altro la bloccò di nuovo incapace di comprendere il comportamento dell’altra.
  • Dimmi almeno perché te ne vuoi andare, so di non aver vinto però..
  • Stupido..
  • Cosa?
  • Inghilterra sei uno stupido!
  • Ma….
  • Non voglio essere difesa, non voglio essere protetta, ho sempre fatto da sola e così farò per sempre. Tu non devi metterti in mezzo.
  • Senti io capisco che tu sia stata sempre indipendente però..
  • Quando uno è stupido non riesce a capire anche le cose più evidenti…
  • Smettila di offendermi!!
  • Io ti offendo quanto voglio capito?
  • Per niente
  • Va a fare nel culo capito?
  • Vacci pure tu allora
La lasciò andare mentre se ne tornava nella cucina per ritrovare Spagna tutto preso a ripulirsi il viso. Ghignò verso lo spagnolo, ma dopo poco quel sorrisetto sarcastico si trasformò in una smorfia di dolore al pensiero che Caterina fosse arrabbiata con lui. Non capiva dove avesse sbagliato, era stato un cavaliere , aveva difeso la dama in pericolo mentre viene attaccata dal drago con forza e vigore degno di un re. Si accomodò sulla sedia con la testa appoggiata pesantemente sulla mano, senza riuscire a collegare. Così mentre Spagna gli urlava in faccia qualcosa in spagnolo lui si limitò ad annuire sperando che fossero solo insulti. Se non riusciva a capire Caterina per una cosa così banale, come avrebbe mai potuto restare assieme a lei? Spagna se ne uscì dalla casa grugnendo , ma quando intravide la sagoma di Caterina la rincorse. Non si sarebbe scoraggiato così facilmente. Tuttavia quando tentò di prenderle la mano l’altra si voltò con uno sguardo che avrebbe scosso il più temerario fra i guerrieri. Antonio giurò che i suoi occhi fossero diventati rossi mentre lo faceva barcollare indietro. Si allontanò a piccoli passi mentre l’altra non perdeva il contatto visivo, come a volersi accertare che l’altro sparisse per sempre. Caterina lo osservò fino a quando non scomparve del tutto e rimase alcuni istanti a fissare il cielo nuvoloso, in quel momento avrebbe semplicemente voluto che la pioggia la trascinasse via, inabissarsi per sempre tanto era scossa. Era successa la stessa cosa, quando anni prima Veneziano si era permesso di difenderla in battaglia, non era orgoglio quella che l’aveva spinta ad urlare contro il fratello, era amore e questo chiunque, a parer suo, sarebbe stato in grado di comprenderlo. Così anche Arthur, si era permesso di mettere a rischio la sua incolumità per una futilità come quella. Non voleva un eroe, non voleva uno spadaccino ne un cavaliere. Se c’era una cosa che le guerre e le sconfitte le avevano insegnato era che l’eroe deve sempre sacrificarsi per essere considerato tale. Il fruscio alla sue spalle la fece voltare spaventata ed eccolo ancora lì, come il becchino che sorride davanti alla terra appena smossa così se ne stava lui, la sua ombra. Si voltò del tutto e l’altro sorrise di gusto nel vederla così scossa, le vesti imbevute dell’altrui sangue , lo sguardo vitreo. Era apparsa così ai suoi occhi molti secoli prima, il giorno in cui Caterina aveva ucciso Emilio. In realtà non avrebbe mai voluto farlo, rimaneva sempre una nazione e questo gli garantiva una certa incolumità. Tuttavia a sera, quando era rientrata a casa aveva trovato le candele spente ed un malsano odore di morte nella stanza. Aveva pensato di essersi portata dietro la puzza della morte dal campo di battaglia , però quando scivolando a terra aveva sentito il cuore, ancora pulsante, nelle mani si era spaventata. Quell’antica amica che da secoli si portava appresso come un cane randagio che rantola nelle strade l’aveva seguita fino a lì. La morte che da secoli conosceva e osservava con rispetto adesso era giunta nella sua vita. Lucca, persino la piccola Bologna se ne stavano a terra immersi nel sangue e nei resti delle proprie carni. L’urlo lacerante, che aveva spaccato in due Firenze quella sera , era stato il suo. Tuttavia il suo dolore, la sua rabbia non erano bastati a fermare Emilio, che era rimasto fermo ad osservarla, impugnando la spada ancora sporca di sangue. Le aveva puntato la lama contro macchiandola con uno schizzo di sangue e le aveva sorriso. Raggiungerai la tua famiglia, non ne sei felice, le aveva chiesto allora. Ricordava poco di quello che era successo, la vendetta e la voglia di sangue le avevano coperto gli occhi. Sapeva soltanto che al mattino la sua identità era stata quella di Italia del centro e le esistenze dei suoi cari erano svanite nel nulla. Le sorrideva anche adesso indossando una abito firmato con quella nauseante colonia di scarso prezzo.
  • Ciao.. Italia..
Inghilterra dentro la stanza continuava a grattarsi la testa preso dalla disperazione. Perché rincorrerla se lei era già fuggita via, forse aveva ragione Spagna, lui non la meritava affatto Caterina, dopotutto lui era solo una nazione sul tracollo finanziario con un passato burrascoso e violento. Scozia, che fino ad allora si era tenuto fuori dalla conversazione dell’italiana col fratello, lo prese per il colletto tirandolo a se.
  • Pensi che questa apatia ti aiuterà a cambiare le cose?
  • Non capisco nemmeno cosa stesse dicendo
  • Non voleva che tu soffrissi, non mi sembra tanto difficile.
  • Ma..
  • Italia non ha mai avuto un eroe, Arthur, e gli unici che ha visto erano morti sparsi sul campo di battaglia. Capisci adesso?
  • Caterina…
Quando lasciò andare il fratello minore, quello quasi si precipitò fuori dalla porta. Gli era sembrato di volare quasi e quando uscì non poté che domandarsi chi fosse l’uomo che fissava con fare così famelico Caterina. Le si avvicinò stringendole la mano e l’altro lo guardò confusa di rimando. Gli ci volle un po’ per rimettere assieme i pezzi , ma alla fine riconobbe Pisa nell’uomo bene vestito davanti a loro.
  • Tu..
  • Buongiorno Regno unito.. avete dei nomi così interessanti..
  • Come..
  • Come faccio ad essere vivo? Lunga storia un giorno te la spiegherò, beh entriamo no?
Emilio li lasciò dietro di se mentre entrava nella casa ed Arthur tornò sull’italiana che sembrava presa dal panico. Non ebbe il tempo di domandarle niente che già quella se ne stava contro il suo petto a piangere come una bimba spaventata dal buio. Le sollevò il viso e l’altra continuò, senza riuscire a fermarsi. Le sciugò le lacrime e l’altra sussurrò un ti amo a bassa voce prima di fuggire via. Non ci stava capendo niente. La seguì di corsa e la ritrovò impassibile ad osservare la sagoma di Pisa davanti a lei.
  • Non pensi che sia meravigliosa Arthur?
  • Che cosa?
  • La sua espressione dico, questo volto di Madonna contorto in una smorfia di dolore ricorda quello di una vergine appena deflorata ..
  • Che linguaggio è mai questo! Smettila di parlare così ADESSO
  • Così è lui.. il tuo amante Firenze?
  • Parla con me, lascia stare lei!
 
 
Il rumore della sedia di Caterina, attirò l’attenzione dei due che si girarono appena in tempo per vederla scappare fuori di casa, Romano scattò per seguirla ma fu preceduto dall’inglese e si risedette, sicuramente sarebbe stato di troppo, poco dopo l’inglese rientrò e sembrava parecchio abbattuto e nonostante la situazione in cui si trovava in quel momento, non riuscì a trattenere un sorrisetto alla vista del poveraccio che intanto, era preso a parole dallo spagnolo… Spagna, ora gli aveva davvero rotto le palle con la sua insistenza, non riusciva proprio ad arrendersi.
  • Estúpido gilipollas que eres! te mataré! Cómo te atreves a hablar en contra de mi bella Catherine?!
  • Cazzo Spagna, dacci un taglio e fammi un favore, và a farti fottere!
Romano era ancora furioso con lui e di certo, sentire costantemente la sua voce non aiutava affatto, il discorso del prussiano lo aveva buttato parecchio giù di morale, ora ci si metteva anche la preoccupazione per la sorella, tutte queste cose assieme non facevano che diminuire la sua già scarsa capacità di sopportazione. Lo spagnolo guardò per qualche secondo Romano per poi lanciare un’occhiataccia ad Inghilterra ed uscire di casa tutto furioso. Una volta uscito, l’italiano spostò il suo sguardo verso l’inglese che se ne stava lì a piangersi addosso, la rabbia aumentava sempre di più e non poteva fare niente, se non insultare un po’ il biondino e dirgli di muoversi ad andare da sua sorella e chiedergli scusa per quello che le aveva detto di qualunque cosa si trattasse, non gli importava voleva soltanto che Caterina stesse meglio. Aprì la bocca per parlare ma da chissà dove, sbucò lo scozzese che una specie di discorso motivante… non proprio motivante ma dopo, il damerino corse fuori per raggiungere nuovamente Caterina e questo, fece rilassare un po’ Romano, si rivolse a Prussia che se ne stava tutto zitto a guardare il vuoto con un’espressione triste sul volto
  • Prussia senti, perché non vai a farti un bagno e ti rilassi un po’? Mi sembri…
  • Sei preoccupato per me? Hehehe… - cercò di sembrare rilassato ma si vedeva lontano chilometri che c’era qualcosa che lo preoccupava, si alzò stancamente dalla sedia – va bene, devo anche togliermi tutto questo sangue di dosso, non mi fa certo sembrare più figo, no? Hahaha!
Prima di andarsene, diede un profondo bacio all’italiano, lo guardò dritto negli occhi e si avviò verso il bagno. Romano si appoggiò allo schienale della sedia e sospirò pensando a cosa avrebbe potuto fare per farlo sentire meglio
  • Potresti sempre dirgli di amarlo una volta per tutte, non credi? – Scozia l’aveva raggiunto e si era seduto silenziosamente di fianco a lui
  • Che cazzo vuoi ancora, bastardo in gonnella! – gli lanciò un’occhiataccia che l’altro ricambiò più che volentieri mentre si fumava l’ennesima sigaretta
  • Senti ciccio, non voglio farti niente quindi datti una calmata.
  • Tsk!
  • Ecco bravo, voglio solo parlarti di Prussia – quando lo scozzese pronunciò il nome del suo amante, Romano arrossì e guardò l’altro incuriosito
  • Quindi?
  • Quindi mio bel pomodorino, vorrei che tu capissi quello che lui prova per te.
  • E che cazzo ne sai tu di quel-
  • Io sono un suo caro amico, se non quello più importante, usciamo spesso insieme a bere dovresti saperlo
  • Vai avanti…
  • Adesso sei interessato eh? Bene, da quello che ho visto dal mio piccolo test di prima-
  • Quello era un test?!
  • Certo, che credevi? Comunque una volta, quand’era ubriaco fradicio, mi ha detto di come fosse terrorizzato all’idea di perderti – fissò l’italiano per vedere la sua reazione che fu quella prevista, divenne ancora più rosso e si irrigidì tutto
  • M-ma… P… e… i… - Scozia si mise comodo, e si voltò completamente verso di lui
  • Ha anche detto di amarti
  • C-c-c…
  • Sta un po’ zitto! – Romano chiuse la bocca e rimase a fissare l’uomo che si ritrovava davanti, era parecchio scosso e non riusciva nemmeno a formulare un pensiero che fosse coerente – quello che sto cercando di dirti piccoletto, è che sarebbe meglio se gli dicessi ciò che provi per lui, così almeno la smette di farsi tanti problemi e di assillarmi con questa cazzo di storia, ok?
Aspettò invano una risposta da parte dell’italiano, dopo qualche secondo Romano aprì la bocca per rispondere allo scozzese ma fu interrotto dall’entrata nella stanza di Caterina, Inghilterra e… Pisa, lo riconobbe quasi subito nonostante fossero passati secoli dall’ultima volta che si erano visti “Ma dovrebbe essere morto!” pensò e continuò a fissarlo con un’espressione che mostrava il suo stupore nel trovarselo lì in piedi in mezzo alla stanza.
 
 
Pisa sembrava sicuro di se, con quella sua andatura rapida e costante. Caterina fissò Romano e poi sgattaiolò in bagno per serrarcisi dentro, ma Arthur fu più veloce di lei. Entrò nella stanza assieme all’italiana e la tenne stretta. Sembrava così piccola, così minuta e debole. L’altra lo fissò negli occhi e sorrise, con quel suo modo di fare dolce e spensierato. Si sentì le guance arrossire al tocco leggero di Caterina e spostò lo sguardo altrove perso nei suoi pensieri. Lei gli voltò il viso così da trovarselo davanti e quando ancora una volta lei sorrise Arthur giurò di essere diventato bordò. Non capiva perché , ma trovava quel sorriso unico al mondo, forse perché era stata  lei la prima persona a sorriderle aiutandolo ad alzarsi. Per la prima volta Caterina lo strette a se, quasi fosse stato un bambino nelle braccia della madre. Lo strette e Caterina respirò piano, quasi volendo bloccare il tempo per sempre, senza staccarsi più da Inghilterra. Quest’ultimo la sentiva tremare contro di se, ma non capiva il motivo di tutta quella agitazione.
  • Andiamo Arthur..
  • Dove..
  • Via.. insieme…
  • Cos’hai? Come fa quel tizio ad essere ancora vivo?
  • Non è più Pisa… con tutto quello che è successo da noi è nato lui, il simbolo delle nostre controversie .. ecco tutto..
  • Perché ti parla così?
  • È un tipo brusco… davvero
  • Allora perché sei così agitata..
  • Una strana sensazione, ecco tutto.
Le si staccò ed uscì dalla stanza, l’altro la seguì di fretta e la fermò tenendola stretta ancora una volta. Non si oppose e la cosa gli puzzò non poco. Quei sorrisi così allegri li aveva visti in poche, anzi rare occasioni.
  • Arthur…
  • Oh?
  • Ti ho mai detto perché mi sono innamorata di te?
  • ..
  • Beh.. quando tu sei con me riesco a sentire l’odore delle foreste, della caccia, della corsa.
  • Sono un buon deodorante..
  • Fammi finire dai.. scemo..
  • Mm..
  • Quando mi guardi mi sembra di cadere in un abisso di smeraldi e basta un tuo semplice tocco per farmi volare via, lontano da questo mondo di schiavi , lontano dalle grida. Così mi sono innamorata di te Regno Unito e mai in vita mia avrei pensato che proprio io , Italia del centro, sarei caduta in una rete simile. Ho sempre creduto che l’amore non esistesse, ma tu me l’hai fatto ricredere quindi ti ringrazio, perché mi hai fatto provare questo sentimento incredibile..
  • Beh.. perché me lo stai dicendo? Tu.. continuerai ad amarmi
  • Per sempre…
  • Si.. per sempre, come io farò con te… ma aspetta – l’altra si staccò dandogli la schiena e si incamminò nuovamente per le scale. – dammi il tempo di dirti perché ti amo…
  • Un altro giorno, Arthur… andrà bene un altro giorno…
  • Ma..
Così Inghilterra, fermò nel bel mezzo del corridoio rimase a fissarla mentre si allontanava. Caterina scese le scale rapidamente senza mai perdere il contatto fra la mano ed il corrimano, proprio come era abituata a fare da giovane e saltò l’ultimo scalino con un gran sorriso sul volto. Prussia dalla cima della rampa la fissò con fare apatico, sembrava perso in qualche pensiero, in uno di quelli tristi e cupi dove si vuole solo trovare una mano da stringere per scappare via. Emilio la fissò a sua volta ed il suo sorrisetto malefico si trasformò in un riso lieve. L’italiana fece un passo, un altro e si frappose fra la ex nazione e Romano.
  • Mi spiace.. – iniziò Caterina senza smettere di sorridere. – mi spiace di essere stata così sciocca da non capire, davvero, mi spiace. Tutti i vostri tentativi di esseri liberi, di essere voi stessi , io li ho sempre distrutti, i tuoi sogni e le tue speranze buttate via come fossero state cartaccia. Non ti ho mai guardato con gli stessi occhi con cui guardavo gli altri.
  • .. davvero sei riuscita a capirlo?
  • Beh.. con un po’ di ritardo
  • A… ah.. ah ah DAVVVERO?  Pensavi sarebbe bastato questo? – Emilio scoppiò a ridere , ma Caterina non si mosse, si aggiusto delicatamente il ciuffo e spostò lo sguardo verso Inghilterra che scendeva le scale.
Ci fu uno scricchiolio metallico, uno scintillio e poi un’esplosione. Arthur perse la presa scivolando per le scale, mentre Scozia si lanciava in avanti con ritardo. Mentre ancora la pistola di Pisa scricchiolava e fumava Caterina si reggeva in piedi a fatica. Non ricordava più quale odore il sangue potesse avere, ma adesso che lo risentiva poteva solo provare una strana sensazione di stanchezza e nostalgia. Si sentiva leggera e probabilmente era la sua lenta scomparsa a darle quella sensazione. Così mentre il suo corpo svaniva rapidamente si voltò verso Romano, sorridendo, per non dargli il tempo di piangersi addosso.
  • Scusami – sussurrò nell’abbracciarlo – non posso permettere che ti accada niente, sei il più grande, ma hai sempre avuto bisogno di un eroe, ed eccomi qui. Ti ho amato con tutta me stessa, mi spiace Romano, ci siamo divertiti no?
Avete mai visto un vetro frantumarsi in mille pezzi? Beh così accade ad una nazione appena scomparsa, così accadde a Caterina. Emilio grugnì infastidito dalla scenetta e si allontanò a lunghi passi.
  • Lavoro finito… siamo pari ora..
Ci fu solo silenzio, un interminabile silenzio fino a quando Inghilterra non tirò un pugno contro il muro, uno dopo l’altro fino a farsi sanguinare le mani.
  • Mi hai mentito, MI HAI MENTITO. Ora non potrò più dirtelo.. perché… ti odio.. IO TI ODIO
 
Fissò il ragazzo che stava di fronte a lui per un po’, non riusciva a credere ai suoi occhi
  • Pisa… sei tu? – gli si avvicinò, non aveva mai sentito parlare di regioni che una volta morte, tornavano in vita
  • Si e no – Romano fissò l’altro un po’ confuso – è vero, sono ancora Emilio ma non sono più Pisa, sono rinato dalle vostre divergenze
  • Le nostre… divergenze? Ma che cazzo vuol dire?
  • Semplicemente quello che ho detto, sei così stupido da non capire nemmeno quello che dico? – inutile dire che a Romano non piaceva molto quel tizio, lo aveva visto poche volte ma di lui, si fidava ancora meno che degli altri
  • E che cazzo vorresti?
  • Che cafone, sei e resterai sempre uno zoticone! – lo guardò con un’espressione sdegnosa
Proprio mentre Romano stava per ribattere, apparve Caterina tutta sorridente, si mise tra loro due e parlò con Emilio sembrava che tra i due, ci fosse stato un malinteso o cose simili, non ci capiva dentro molto anche perché un tempo, lui non aveva alcun contatto con i comuni presenti sul territorio.
Uno sparo e Caterina si voltò a guardare suo fratello che con gli occhi sbarrati, sbiancò e la prese appena prima di cadere a terra, ascoltò attentamente le parole della sorella che poi si frantumò nelle sue braccia, gli crollò il mondo addosso… Pisa se ne andò tutto soddisfatto mentre Inghilterra urlava, prendeva a pugni il muro e lentamente, scompariva anche lui
  • England! – si sentì la voce di Scozia che intanto correva dal fratello ma purtroppo, non poteva fare altro che guardarlo sparire, poi iniziò a tremare e si accasciò a terra, la sua corporatura cambiò leggermente e quando si rialzò, se prima sembrava un uomo sulla trentina, adesso sembrava aver guadagnato cinque anni, lo scozzese si guardò a lungo incredulo… era diventato Regno Unito.
  • Sorella… - continuava a sussurrare l’italiano “Ma che cazzo?! Perché l’hai fatto? Ti ho forse chiesto di fare l’eroe? No, non l’ho mai fatto e tra tutti, quello che doveva morire ero io, non tu! Che stupida che sei” la rabbia continuava a crescergli dentro, non ricordava di essersi mai sentito così
  • Sud… - Prussia era andato da Romano.
Il prussiano posò una mano sulla spalla all’italiano che se ne stava a terra guardandosi le mani vuote, poi scattò in camera sua a prendere la pistola, quando scese chiunque l’avesse guardato negli occhi, non avrebbe visto altro che rabbia e voglia di uccidere, aveva uno sguardo tale che anche Prussia si bloccò non appena lo vide, era impazzito.
Uscì di corsa da casa pronto ad ammazzare l’uomo che gli aveva appena portato via la sua amata sorella, non avrebbe avuto pietà, era deciso e nessuno sarebbe riuscito a fermarlo, lo trovò poco distante da casa che se ne stava tranquillamente passeggiando come se non fosse successo niente
  • Tu, bastardo! – Emilio si girò per guardare con un’espressione scocciata Romano e notò la pistola che stringeva tra le mani
  • Cosa vorresti fare sentiamo, vendicarla? – rise – non ne avresti il coraggio, non fai più queste cose
  • Vuoi scommettere?
  • Prego – allargò le braccia in segno di sfida ma Romano non si mosse – come previsto.
  • Perché lei? Potevi benissimo uccidere me, PERCHE’ CAZZO HAI UCCISO LEI?!
  • Avevamo un conto in sospeso, cose che un’ ex regno come te non può capire – gli sorrise – sai, mi sono sempre immaginato il momento ma la realtà supera di gran lunga la fantasia! – rise di nuovo, a quel punto Romano non resistette più, gli si buttò addosso con tutta la forza che aveva ed iniziò a colpirlo violentemente sul viso, l’altro in un primo momento non reagì a causa della sorpresa ma dopo, cercò di spingerlo via – Tsk! Sei solo uno stupido e volgare contadino ignorato da tutti, persino dal proprio stesso popolo! – Romano lo prese per il colletto e lo alzò
  • Non me ne fotte un cazzo di quello che pensi di me e sai perché? Perché non sei altro che un cadavere che cammina. – sussurrò all’altro che in tutta risposta gli rise in faccia
  • Si, sei proprio rozzo senti, perché non mi molli e te ne troni nel tuo bel orticello? – lo lasciò andare e l’altro si girò per andarsene, come sentì il suono della pistola però si rigirò lentamente a guardarlo – ci provi ancora? – scoppiò di nuovo in quella risata che avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque
  • Fammi un favore, và all’inferno e vedi di restarci! – sparò e l’altro cadde a terra morto, passò qualche secondo ed il corpo si frantumo proprio come quello di Caterina ed Inghilterra, ora finalmente Romano poteva piangere la sorella in pace, la sua vendetta era stata veloce ma era come se tutta la sua rabbia, fosse morta con l’uomo con il quale aveva appena parlato – Sorella… - le lacrime iniziarono a scorrergli sulle guance e non riusciva a fermarle – CATERINA!
 
Non capiva esattamente dove fosse, ne tantomeno perché continuasse a sentire la mano stretta in quella di un altro. quando riuscì finalmente a riaprire gli occhi Arthur era davanti a lei e le venne quasi da piangere all’idea di averlo perso per sempre, ma l’altro la precedette urlandole in faccia. Mi hai mentito continuava a dire con voce isterica, mi hai mentito e ti odio. Quando la strette Caterina capì che Arthur l’aveva seguita in quel viaggio e non capiva come fosse stato possibile. Poi si ricordò dell’alleanza, di quel primo bacio e lo spinse via con ferocia mentre lo strattonava e picchiava sul viso. Lo odiava anche lei, odiava che lui lo avesse fatto davvero, che fosse svanito assieme a lei. Alla fine si fermò e lasciò che l’altro la stringesse, con le guance rosse ancora brucenti.
  • Interessante.. non ho mai conquistata una inglese in vita mia..
  • Tu… - quando Caterina si voltò trovò suo Nonno a guardarla con un sorriso ebete stampato sul viso, lo stesso di suo fratello Veneziano..
  • Ciao Caterina sei diventata così bella , quasi mi emoziono. O ciao tu devi essere il nanetto biondo che mi lanciava frecce e dardi incendiari contro
  • Lei…
  • O su dammi del tu! – Inghilterra si ritrovò assalito dall’antico e prestigioso Impero Romano e non sapeva cosa fare. Gli portava rispetto poiché era stato una delle nazioni più potenti, ma adesso era una specie di parente considerata la sua relazione con Caterina.
  • Arthur..
  • MADRE???
  • Aaak! – l’urlo fu una specie di coretto dei due italiani che si guardarono esterrefatti. Per Caterina le cose iniziavano a complicarsi, non aveva mai visto la madre di Inghilterra prima. Una donna alta , i capelli rossi legati come una treccia si ergeva davanti a loro con fare nobile impugnando ancora il vecchio arco.
  • Uhhh Britannia è sempre un piacere vederti..
  • Così tu sei Etruria… Arthur mi ha parlato molto di te…
  • MADRE!
  • Taci figlio, sto parlando con questa giovane fanciulla..
  • A… si.. lo sono stata un tempo molto lontano…
  • Io e tuo nonno vi abbiamo sempre seguiti..
  • SEMPRE – irruppe Inghilterra con un urletto. La madre lo fissò storcendo il naso e gli lanciò un’occhiataccia.
  • Sempre figlio mio, devo ammettere che il tuo comportamento con questa giovane donna è stato fino ad ora inaccettabile ed inappropriato..   mi chiedo come ella possa resistere alle tue stranezze..
  • Lo amo.. – Caterina fece un piccolo passo avanti, ma allo sguardo dell’altra chinò il capo rossa in viso. L’antica nazione le accarezzò il viso e le sorrise con fare dolce.
  • Lo so e devo ammettere che il nostro piccolo inglese ha un modo tutto suo per dimostrare il proprio amore, ma avresti dovuto vederlo da piccolo come chiedeva consigli a Caledonia tentando di non dire il tuo nome.. ma era così scontato, eri l’unica nazione femminile sul nostro territorio, anche se ci hai tenuto compagnia per poco tempo.
  • Cesare doveva lavorare, adoravo quell’uomo così pieno di se , mi regalava sempre il migliore vino per non parlare delle donne
  • Romano ti pregherei di tacere mentre termino questa conversazione assieme a questi due innamorati
  • Ma io so tutto dell’amore..
  • Ancora una volta ti pregherei di tacere prima che il ferro della mia lama ti recida il capo.
  • Sempre così dolce… mi commuovo Britannia…
  • Voi due siete nati pe essere uniti , per essere insieme per sempre. Ora la vostra situazione vi ha trascinati in questa landa isolata, dimenticata da Dio, un limbo come voi potreste dire.
  • Non troverai Enea però qui mia dolce bambina..
  • Affatto potresti trovare il buio , ma se sarete accorti e vi terrete stretti l’uno all’altra potrete sopravvivere..
  • Come possiamo fare madre per tornare indietro?
  • Solo chi vive ancora può desiderare il vostro ritorno, anche se solo un grande cuore può formulare quella formula magica.
  • Capisco. – i quattro si allontanarono ed Arthur si avvicinò un’ennesima volta a Caterina – Caterina.. non ti lascerò mai ricordalo per sempre , che sia nel buio o nella piena luce continuerò a stringerti la mano.
  • Costasse l’uso di un intero flaconcino di attack tu mi resterai sempre appiccicato
Scozia se ne stava seduto per le scale. Prussia lo fissava terrorizzato , mentre Romano fuggiva. Sentì uno sparo, uno solo e questo lo fece arrabbiare. Non avrebbe dovuto limitarsi ad un colpo, gli avrebbe dovuto sparare alla femorale e poi lentamente alla testa , o lasciarlo lì a soffocare nel proprio sangue. Quando vide che l  ’italiano tardava a  rientrare la sua rabbia scoppiò improvvisamente senza che avesse il tempo materiale di dire qualcosa. Si alzò di scatto, ma fu subito fermato da Prussia. Non badò all’amico, se lo trascinò dietro quasi fosse stato un bambolotto di pezza. Lo calciò via non curante di quanto lo avesse ferito e si lanciò fisicamente su Romano. Strette le mani attorno al collo stringendole con forza mentre Prussia cercava di staccarlo urlando il suo nome.
  • Tu.. hai lasciato che morisse così in fretta.. non l’hai fatto soffrire.. non hai fatto NIENTE. La tua stupida sorella mi ha portato via… il.. mio fratellino e tu sei solo riuscito a sparargli un colpo UNO SOLO avresti dovuto lasciarlo a marcire da solo!
  • Sc… UK! Basta
  • Io.. NON SONO UK! Mio fratello è vivo , è vivo.. io lo.. so.. io sono Scozia quindi piantala! – lasciò andare Romano e si alzò per avviarsi alla macchina. Prussia dietro di lui controllava che Romano stesse bene e che non fosse ferito. – tu… Italia vieni con me… forse ho avuto un’idea , ma mi servi… quindi muoviti o vengo a prenderti io e la cosa non ti piacerà..
  • Scozia smettila di arrabbiarti con lui.. cosa c’entra?
  • Cosa c’entra? Già… mi ha tolto il piacere di ammazzare colui che ha ucciso mio fratello , ma cosa vuoi che sia…
  • Senti Nathan mi dispiace per la tua perdita ma..
  • Ti dispiace? E di cosa sentiamo? Del fatto che la SUA stupida sorella si è fatta ammazzare da un vecchio rottame di nazione senza opporsi? Ti dispiace del fatto che mio fratello , quello stupido minchione, si è innamorato di una imbecille capace solo di farsi piantare un proiettile nel cuore?
  • PIANTALA! Caterina non c’entra..
  • Cosa?  Lei è la causa di tutto questo se quella non si fosse comportata da bambina non sarebbe successo niente, se lei lo avesse detto ad Arthur fin dall’inizio lui avrebbe fatto qualcosa. Ora entrate in macchina e vediamo di andare a fare questo lavoro.
 
 
Scozia arrivò in fretta e furia scaraventandosi contro Romano che non si oppose, aveva ragione e se lo avesse strozzato lì ne avrebbe avuto  tutto il diritto. Prussia cercò di calmarlo ma chi l’avrebbe fatto dopo aver visto morire il proprio fratello ed inoltre chi ha vendicato le vittime, se l’è sbrigata con un solo colpo. Scozia si avviò verso la macchina dicendo di volerlo portare a casa sua per fare una specie di rito, ancora prima di alzarsi però, arrivò una macchina italiana che si fermò proprio davanti a loro e dalla quale, scese Veneziano tutto agitato e guardò il fratello che se ne stava a terra con le lacrime agli occhi
  • Fratello, cos’è successo? – probabilmente, aveva sentito anche lui l’orribile sensazione provata al momento della scomparsa della sorella – dov’è Caterina? – si guardò intorno tutto agitato
  • N-non c’è…
  • Romano dimmi tutto, ti prego! – Veneziano si avvicinò al fratello fissandolo dritto negli occhi, immaginava già cosa fosse successo ma non riusciva ad accettarlo, voleva sentirlo dire da Romano anche se la cosa gli avrebbe arrecato un dolore immenso
  • È… morta, l’hanno u-uccisa… – la voce di Romano rimbombò nella testa dell’italiano più piccolo, in una manciata di secondi si sentì crollare il mondo addosso, si infuriò come non mai e non fece nemmeno nessuno sforzo per trattenersi e senza nemmeno rendersene conto, lasciò scappare fuori il lato peggiore del suo carattere
  • UCCISA?! - si alzò di scatto con un’espressione terrificante
  • Si…
  • Dov’è andato? Giuro che lo ammazzo!
  • L’ho ucciso io…
  • Quel cretino ha usato solo un colpo di pistola! – Intervenne Scozia che era tornato sui suoi passi non appena comparve Feliciano
  • Fratello, come hai potuto lasciarlo morire così in fretta?! – Veneziano stava piangendo, era un pianto disperato e pieno di rabbia che concentrò tutta sul fratello, lo prese per il colletto ed iniziò a colpirlo e l’altro non reagiva, subiva silenziosamente – perché… - lo lasciò cadere a terra – perché l’hai lasciato andare così?
  • Avevo paura… - Scozia stava per ribattere ma fu preceduto dall’italiano
  • DI COSA CAZZO AVEVI PAURA, SPIEGAMELO!
  • Che mi sarebbe piaciuto… come in passato… - a quelle parole, Veneziano non poté far altro che fissare il fratello, anche Romano avrebbe voluto dargli una morte peggiore, lui sapeva essere spietato però aveva sempre quella paura di ricadere in quel vortice di violenza e morte
  • Fratello…
  • Andiamo.
Scozia si diresse nuovamente verso la sua macchina, Prussia si chinò a prendere Romano che sembrava un corpo inanimato, continuava semplicemente a fissare il vuoto, aveva pure smesso di piangere, Veneziano invece seguì gli altri tre senza chiedere nulla, era ancora troppo furioso per parlare e comunque, avrebbe scoperto tutto una volta arrivati a destinazione, in macchina non fiatava nessuno, c’era un silenzio insopportabile, ad un certo punto parlò Scozia
  • Arthur amava davvero vostra sorella, molto più di quanto possiate immaginare, l’ha aspettata per molti secoli e quando finalmente si sono rincontrati, ne era felicissimo – si ammutolì, continuava a guidare immerso nei suoi pensieri, questa volta a parlare fu Veneziano
  • Anche lei, me ne sono accorto subito che provava qualcosa per lui però, non ho mai detto niente perché mi avrebbe picchiato – ridacchiò
  • Tu piccoletto, non hai niente da dire? Nessuna lamentela?
  • Nathan lascialo stare, l’hai già trattato abbastanza male!
  • Davvero? Io dico di no! – Scozia guardò nello specchietto retrovisore per lanciare un’occhiataccia al suo amico che ricambiò molto volentieri
  • Smettila Prussia, ha ragione lui…
  • Sud-
  • È tutta colpa mia, avrei dovuto fare qualcosa o perlomeno dagli la giusta vendetta – si mise una mano a coprire il viso – se solo non fossi così debole… maledizione!
  • Fratello non dire così, non è affat-
  • Certo che è colpa tua, stupido moccioso frignone!
  • Scozia ora basta, mi sto arrabbiando! Non è colpa di Sud e lo sai benissimo, smettila di scaricare la tua rabbia su di lui.
Il silenzio cadde di nuovo e nessuno fiatò più per il resto della durata di quel viaggio, ognuno era immerso nei propri pensieri, c’erano rabbia, disprezzo, rassegnazione ma anche un barlume di speranza, per qualcuno non tutto era perduto.
 
 
Scozia rallentò fino a parcheggiare. I quattro uscirono trascinandosi tutto il peso del corpo dietro, Prussia era l’unico a mantenersi tranquillo, almeno esternamente. Entrarono nella casa e subito trovarono gli altri Kirkland con gli occhi rossi ed i visi pallidi, un vaso rotto giaceva sul pavimento. Galles fece un passo avanti e Scozia lo respinse con forza incamminandosi verso il sottosuolo. Tutti seguirono il rosso in modo meccanico, ma Patrick non riuscì a trattenersi e scoppiò a piangere contro Veneziano. Quest’ultimo se lo scrollò con forza di dosso e ci vollero sia Galles che Charles per impedire a Nathan di uccidere l’italiano. Veneziano si scusò con l’irlandese e quello annuì col capo lentamente. Quando Scozia iniziò a disegnare a terra dei cerchi magici Galles lo aiutò e quando terminarono imposero agli altri di disporsi attorno ai centri dei disegni. Nathan sussurrò qualche parola a bassa voce ed una nebbia sottile invase la stanza. Qualcuno tossì e due piccole ombre si fecero largo nella stanza. Il piccolo Inghilterra si fece largo nella nube, si guardò intorno e poi fece un gesto con la mano all’ombra dietro di lui, come ad indicarle di non passare. L’altra però non si fermò spuntò dal niente come un folletto ed il piccolo Arthur gonfiò le guance. Veneziano fece un passo indietro alla vista della sorellina. La bambina saltellò sfuggendo alla presa del bambino fino a trovarsi davanti a Romano.
  • Ci conosciamo , signore?
  • NO CHE NON CONOSCI QUESTO TIZIO..
  • Arthur.. – fece Scozia a bassa voce..
  • Tu chi sei? Che vuoi ? – il bambino puntò uno spadino contro lo scozzese e l’altro ridacchiò – io… io.. posso ucciderti..
  • Arty! Smettila di fare il bruto.. sei cattivo e noioso
  • EH? Io cerco di proteggerti cioè..
  • Ih…
  • Non fare quel risolino che odio
  • Ih ih
  • Smettila stupida ragazzina
  • Arty è scemo, Arty è scemo
  • Smettila
  • Arty è tutto rosso , Arty è tutto rosso. Lo sai una cosa?
  • Eh?
  • Sei carino così..
  • EEEEK?? – l’altro arrossì violentemente mentre la bambina tornava su Romano.
  • Lo sai che tu hai un ciuffo proprio come il mio fratellone? Eh? Si chiama Romano .. – si voltò verso Veneziano e trovando lo stesso ciuffo corse nella sua direzione – anche tu!! Tu hai il ciuffo di Veneziano.. anche io ne ho uno guarda!! – la bambina si arruffò i capelli da cui sbucò un ciuffetto tondeggiante – forse siamo parenti
  • Florentia smettila di parlare con gli sconosciuti..
  • Uffi!!
  • Non fare la bambina… potrebbero rapirti, questi tizzi non mi piacciono soprattutto quello rosso è brutto!
  • Eh??
  • A me piace ha una bella faccia
  • COSA DICI FLORENTIA???
  • Smettila di usare il mio secondo nome Arty, uffi…
  • Ca…. C… Caterina.. quel tizio è brutto
  • Arthur …
  • Come fai a conoscere il mio nome? Sei una spia di Francia? Guarda che ho un arco e delle frecce e..
  • Arty non fai paura
  • IO TI STO PROTEGGENDO
  • Ma i miei fratelloni servono a questo..
  • I tuoi fratelli non sono bravi come me… e poi io lo faccio per altri motivi
  • Che motivi..
  • A…
  • Tipo??
  • Non potresti capire sei femmina…
  • Uffi.. è tardi..
  • Si.. andiamo via..
  • No voglio restare a giocare con i signori, sembrano carini… dove sono Romano e Veneziano?
  • Per ora hai me ACCONTENTATI
  • Ok.. ma non urlare scemo..
I due bimbi si tennero mano nella mano mentre si allontanavano. Caterina salutò i due signori mentre Arthur faceva festi omicidi all’altro. Passarono pochi secondi e poi ricomparvero tutti e due, ma erano adulti, forse adolescenti. La prima con abiti medievali, la sua vecchia divisa medievale, un abito blu ricoperto da una solida armatura, e l’altro con la sua divisa militare rossa , quella dell’Indipendenza Americana. Entrambi piegati su se stessi , l’uno sul fucile l’altra sulla spada conficcata nel suolo. L’unica cosa che gli altri nella stanza riuscivano a sentire erano preghiere, sussurri contenenti i nomi dei fratelli di cui chiedevano l’aiuto. i due Vargas ed i rimanenti Kirkland si lanciarono in avanti , ma furono nuovamente avvolti da una luce. Adesso al centro c’erano Arthur e Caterina, quelli veri, quelli adulti con gli stessi abiti con cui se ne erano andati.
  • Sasso, carta o forbice?
  • Ma sei scemo?
  • Perché..
  • Se sapevo che dovevamo passare il tempo in un abisso senza svaghi mi sarei abbracciata un risiko prima di morire..
  • Torneremo a casa tranquilla
  • Abbi fiducia in loro…
  • Ehi.. senti qualcosa…
  • Tipo?
  • Tipo quella malsana sensazione intestinale che i tuoi scones comportano
  • EH??
  • Ma..
  • Che…
Le nazioni nella stanza furono sbalzate via e finalmente al centro apparvero l’inglese e l’italiana. Caterina strinse la mano di Arthur e questo contraccambiò con un lieve bacio sulla testa.
  • Che ti avevo detto?
 
 
La macchina si fermò e Romano, si trascinò in casa Kirkland  in modo quasi inconsapevole, il suo corpo si muoveva da solo al suo fianco, Prussia continuava a lanciargli occhiate come per controllare se stesse per crollare da un momento all’altro. In casa c’era un silenzio insopportabile, i proprietari sembravano delle anime dannate e tutto ciò che esprimevano i loro occhi, era disperazione nient’altro.
Seguirono lo scozzese nella cantina e questo, assieme ad uno dei suoi fratelli si mise a disegnare dei cerchi alchemici sul pavimento, non si vedeva bene a causa della poca illuminazione ma Romano riuscì a scorgere l’espressione seria e speranzosa di Scozia che velocemente ordinò a tutti di posizionarsi nei vari cerchi, l’unico che rimase fuori fu Prussia perché lui non aveva fratelli da rievocare “Poveraccio, questa cosa non servirà ad un cazzo, i morti non possono tornare in vita… ma Pisa c’è riuscito no? Perché Caterina non potrebbe? No, non va affatto bene, mi sto riempiendo di false speranze, tutte cazzate! Lei non ritornerà mai…” si coprì il volto con le mani e prese dei respiri profondi, non voleva piangere ancora tantomeno davanti a tutta quella gente praticamente estranea. Improvvisamente, Scozia si mise a parlare in un modo strano tenendo in mano un libro altrettanto strano, a Romano non piaceva la situazione ma non aveva nemmeno le forze per aprir bocca, la stanza si riempì di nebbia ed al centro del cerchio più grande, quello in mezzo agli altri, comparvero due figure di bambini che uscendo dal fumo, si scoprirono essere la sua piccola sorellina ed Inghilterra a quella visione, Romano si bloccò e continuò ad osservare la bambina che ora si trovava davanti a lui, gli sorrideva e chiedeva diverse cose come se conoscesse il suo fratellone di nome Romano o se fossero parenti, gli venne da sorridere davanti all’innocenza di quella piccola ed allegra Caterina che correva in continuazione da un fratello all’altro, poi se ne tornarono nell’ombra e Romano non riuscì a non allungare la mano per cercare di fermarla, avrebbe anche voluto dirle qualcosa ma ormai, era sparita.
Ricomparvero nella loro fase adolescenziale, nel momento più difficile e doloroso della loro vita, uno quando subì la sconfitta da colui che considerava il suo amato fratello minore e l’altra, probabilmente era colpita dalla sua guerra interna, quella tra Guelfi e Ghibellini entrambi provavano un’enorme sofferenza e pregavano chiedendo ai propri fratelli la forza per andare avanti, per essere abbastanza forti e poter continuare, a quella visione Romano non poté far altro che correre verso la sorella ma ci fu una luce accecante che lo bloccò, non appena riuscì a vedere attraverso quel bagliore, vide i due nella loro età attuale, portavano vestiti che indossavano quando erano ancora vivi, l’italiano continuava a fissarli incredulo ed ormai, non riusciva più a controllare i suoi pensieri “È viva, non sto sognando? È davvero lei, la mia amata sorella? Caterina…” si sentì scorrere le lacrime sulle guance ma non gli importava, voleva stringerla, baciarla e dirle quanto la amasse, non gli importava niente del proprio orgoglio o che qualcuno lo avesse considerato un debole, sentiva il dovere di dirglielo. Fece un passo in avanti verso i due ma fu scaraventato contro il muro e se non fosse stato per la prontezza di riflessi di Prussia, probabilmente si sarebbe fatto molto male.
  • S-sorella – sussurrò continuando a fissare le due figure davanti a lui, si sentì una mano sulla spalla e si voltò a guardare il suo compagno che gli sorrideva, nei suoi occhi c’era quasi la stessa incredulità e gioia che provava lui
  • Lei è tornata e tu che fai? Te ne stai qui a fissarla come un coglione? Questo non è da te! Kesesese!
  • Ma lei è-
  • CATERINA! – Veneziano si mise a correre da lei in lacrime, gli saltò addosso e nell’abbraccio prese anche Inghilterra – sono così felice di rivedervi! – solo a quel punto, Romano si accorse che tutti si erano riuniti intorno ai due, erano felici e cercavano il contatto fisico con i fratelli che fino a qualche attimo fa erano morti
  • Vuoi muovere quel culo ed andare da loro? Sono un magnifico persuasore ma se non mi assecondi non posso fare molto! – guardò di nuovo il Prussiano
  • Questa frase non ha un cazzo di senso, te ne rendi conto? – si alzò ed andò verso il gruppetto – sorella… - i due si fissarono per qualche secondo poi il resto delle persone presente, strinse tutti in un’enorme abbraccio ma poi Scozia si mise ad urlare al prussiano che se ne stava contro il muro a godersi la scenetta
  • Hey Gilbert, come on! Facciamo un bell’abbraccio di famiglia!
  • Veeeh? – Veneziano sembrava molto confuso a riguardo poi esclamò – Ah giusto, vieni Prussia! Praticamente siamo parenti, lo sai che Germania ed io-
  • Veramente non era quello che intendevo North Italy… - a questo punto Romano si irrigidì e diede un’occhiataccia allo scozzese – che c’è piccoletto, vorresti tenerlo segreto per sempre? Io non te lo permetterò – rise e si rivolse all’italiano più piccolo – vedi, Romano sta insieme a Prussia da un paio d’anni
  • Eeeeeeh?! – per la sorpresa aprì gli occhi e fissò il fratello – Romano, è vero? – in tutta risposta, l’altro si rivolse allo scozzese
  • Sei un fottutissimo bastardo in gonnella…
  • Grazie nanerottolo – sorrise e si rivolse al prussiano – allora, vieni o no?
  • Kesesese! Quando la mia magnificenza è richiesta, rispondo sempre!
Si avvicinò al gruppetto ed ignorando le grida di Romano che intanto era diventato più rosso di un pomodoro, si strinsero tutti in un lungo abbraccio.
 
 
Inghilterra strizzò gli occhi accecato da tutta quella luce, ma non ebbe il tempo di realizzare che accanto a lui ci fosse ancora Caterina. Nell’abbraccio soffocante e puzzolente di Scozia Arthur si dimenò come fosse stato un’anguilla. Si sentiva il viso bagnato dalle lacrime, in parte di gioia ed in parte di tristezza. Voleva solo sentire Caterina stringergli la mano, non voleva altro. parlavano tutti, urlavano tutti, i suoi fratelli lo stringevano quasi fosse stato un pupazzo. Scalciò un paio di volte, ma la pressa che i fratelli avevano creato era indistruttibile, e se lei non ce l’avesse fatta? Se fosse rimasta sola in quel buio, in quell’oscurità. Il pensiero di Caterina abbandonata a se stessa lo fece rabbrividire e dimenare con maggiore vigore. Caterina continuava a stringere gli occhi, accecata com’era dalla luce. Romano se ne stava a pochi passi da lei, fra le braccia di Prussia ed accanto a loro ecco Veneziano. Il fratello le si lanciò contro avvinghiandola con forza e Caterina rise a bassa voce contro la testa arruffata dell’altro. l’italiano le baciò la guancia senza smettere di piangere contro il suo petto.
  • Ca… - fece a bassa voce Arthur senza riuscire a vederla.
  • Su ragazzi tutti insieme Arthur è deficiente
  • No , Nathan dobbiamo cantare come Caterina…
  • Vero Galles
  • Concordo con voi..
  • Anche Patrick si unisce… tutti insieme
  • CATERINA!
  • Arthur.. – la mano dell’italiana si allungò verso la sua intrecciandola , come fossero stati una cosa sola. – sono qui
L’inglese si voltò e si tuffò quasi contro di lei, nascondendo la testa fra le braccia dell’altra. Aveva il viso così rosso che Scozia non poté farne a meno di farlo notare con un risolino, però.. però Arthur si sentiva così felice che non poteva contenersi. In quel momento non gli importava più di niente, c’era Caterina e questo bastava. Veneziano continuava a stringere la sorella baciandola sulle guance, ma si bloccò con un sorrisetto strano alle parole dello scozzese.
  • Vee che cosa ridi Scozia?
  • .. sei inquietante North..
  • Vee se vuoi ti faccio il solletico..
  • …n….non… è.. non importa..
  • Ok.. Romano… dove sei?
Romano se ne stava nel gruppetto, ma in disparte, quasi fosse in imbarazzo. La sorella si voltò verso di lui e nei suoi occhi vide tristezza, amarezza , ma anche gioia. Un insieme di emozioni così diverse, così eterogenee.  Perché non era lì, con lei? Perché non la stava stringendo? Nord la strinse con maggiore forza , seguito a ruota da Arthur e Caterina si ritrovò per terra. Sembrava essere l’unica a sorridere in quel momento. Scozia si alzò per fissare la coppietta con nano italiano annesso e ridacchiò sotto i baffi. L’inglese lo fissò sollevando un angolo della bocca. Sembrava tutto alla rovescia, Scozia premuroso, lui che piangeva, che dire, gli mancava.
  • Oh oh … vedo una lacrima..
  • Eh? – Scozia lo pestò con forza e Galles gli scaraventò contro un libro. – io non piango
  • SCOZIA non picchiare Arthur..
  • Sai Caterina sei adorabile quando difendi mio fratello
  • Non è Caterina per te…
  • Rimani comunque adorabile, per non parlare di quando eri piccola… eh eh..
  • Nathan… sei un gran rompi…
  • Ripeto che dobbiamo festeggiare il nostro Romano, dopotutto ha detto ufficialmente di stare con Prussia
  • Brother.. you said that..
  • Concordo con Arthur, mio fratello non ha detto niente…. Hai fatto tutto da solo..
  • Dovevo rallegrare la serata … mi sembra ovvio..
Caterina si alzò frastornata con al fianco Inghilterra e Veneziano e si impose davanti a Romano. Gli sorrise e fece un saltello nella sua direzione per poi restare un’ennesima volta ferma davanti a lui. Arthur fu trascinato via dagli altri Kirkland ed in breve si ritrovò al centro di un triangolo, tutti a chiedergli che cosa avesse visto , se gli fosse piaciuto. Ho visto nostra madre, continuava a dire l’inglese fra un urlo e l’altro dei fratelli. Caterina continuava a guardare Romano pensando che fosse arrabbiato con lei. Fece un ennesimo passo in avanti e Veneziano la spinse da dietro sul fratello. Caterina si raggomitolò sul fratello maggiore e subito dietro si attaccò Veneziano. Quest’ultimo continuava a piangere rumorosamente, come solo lui sapeva fare mentre Caterina se ne stava col capo contro il petto di Romano, a caccia del suo odore.
  • Mi spiace… ti giuro.. mi spiace tanto.. non volevo sparire.. non lo farò più..
Arthur fu trascinato via nelle altre stanze , mentre Scozia complottava ad alta voce strepitando ed affermando che avrebbero organizzato una festa meravigliosa a base di scones. La porta si chiuse e Caterina poté finalmente restare con i suoi fratelli, poteva finalmente piangere in pace contro il petto caldo di Romano. Strinse i pugni contro la camicia dell’altro e Feliciano si staccò per poter stare al fianco di Romano e fissare la sorella.
  • Mi dispiace… tanto.. – non riusciva a trovare altre parole , ma solo a singhiozzare ad alta voce. Veneziano sorrise timidamente a Romano e si allontanò verso la porta. Caterina scattò indietro e allora anche Veneziano si voltò e nel vederla così impaurita tornò da lei. – Emilio..
  • È morto.. – rispose Veneziano con un sorriso.
  • Cosa??
  • L’ha ucciso Romano..
  • Ma… tu non vuoi più uccidere..
  • Sorellina mia , quando perdi un pezzo di cuore non puoi che cercare sangue per farlo battere ancora..
  • Io.. non volevo che Romano.. so che a te non piace uccidere fratello, ti ricorda la mafia.. mi dispiace… - Veneziano li lasciò soli e Caterina tornò ad frizionarsi il petto con forza. – però… non posso che dire.. grazie.. perché hai mantenuto la promessa.. hai ucciso il mio mostro.. ti amo Romano
 
 
Una volta liberato dall’abbraccio, Romano scattò indietro per evitarne altri, non era affatto un tipo da contatto fisico, tutto quello che voleva era stare da solo con la sua amata sorella e tornare alla vita di prima. Ora si ritrovava faccia a faccia con sua sorella, non riusciva a muoversi o a dire una parola, dentro di lui c’era un vortice di emozioni talmente forti che lo paralizzava, Veneziano spinse Caterina contro di lui che seguì a ruota, il contatto improvviso lo fece irrigidire in un primo momento ma poi, ascoltando le parole della sorella e sentendo il suo calore si sciolse e strinse a sé entrambi i fratelli, non riusciva ancora a crederci ma Caterina era lì tra le sue braccia e non sul punto di scomparire per sempre come l’ultima volta.
  • Sarà meglio per te! Giuro che se lo fai ancora, ti odierò per sempre… - rincominciò a piangere – sei una cretina… - intanto, i fratelli Kirkland se ne erano andati seguiti subito da Prussia che borbottava qualcosa del tipo che la sua magnificenza era necessaria altrove, Veneziano decise di imitare gli altri, gli fece un piccolo sorriso e si staccò dall’abbraccio e prima di andarsene, informò la sorella della morte di Pisa e questa la sconvolse un po’ – ti amo anche io Caterina, sappi che sarei pronto ad uccidere anche la nazione più potente mai esistita per te, ciò che conta è che tu sia al sicuro – le fece un piccolo sorriso e la strinse ancora più forte e si mise a cantare un pezzo preciso della canzone dedicata a lei, intanto che le accarezzava i capelli – Anche se sarò destinato alle fiamme dell’inferno non mi importerà perché saprò che tu sarai salva, non ho paura delle conseguenze, non mi importa gran ché della mia anima… - ricadde il silenzio e stettero lì abbracciati per molto tempo poi, la porta si aprì mostrando uno scozzese in grembiule e tutto sorridente
  • Allora cicci, cos’è questo mortorio? Su un po’ di allegria! – ficcò ad entrambi uno scones in bocca e rise – da parte di quel deficiente di Arthur! – era visibilmente di buon unore… fin troppo…
  • MA CHE CAZZO STAI FACENDO, CI VUOI AMMAZZARE?!
  • Calmati piccoletto – gli diede qualche pacca sulla testa – ho seguito tutto io, sono commestibili
  • Fottiti bastardo!
  • Adesso che hai? – sospira divertito – Sapevo che Prussia è un po’ strano però non pensavo che gli sarebbe piaciuto un tipo simile
  • Tsk!
  • Came on, let’s go!
Prese in braccio i due italiani che iniziarono a dimenarsi e se diresse al piano di sopra, ora la situazione che si presentava, era completamente diversa da prima niente più disperazione e dolore, solo gioia e voglia di festeggiare
  • Mettimi giù brutto beone assatanato in gonnella!
  • Se non la smetti, te la metto su io la gonnella! – questo fece tacere definitivamente Romano, l’ultima cosa che voleva era mettersi un Kilt
  • Tsk!
  • Hahaha! Nathan amico mio, hai già capito come fare a farlo stare zitto eh? – ed ecco che arriva ad infierire pure il prussiano – ora se non ti dispiace, il magnifico me si riprende il suo bell’italiano – risero entrambi e Prussia, dopo essersi fatto passare Romano, se lo mise in spalla e si diresse in cucina dove c’erano tutti gli altri, Veneziano gli andò in contro tutto felice
  • Veeh~ allora è vero che state insieme!
  • A te questo sembra stare insieme, idiota di un fratello?! Io direi che è un fottutissimo sequestro di persona!
  • Hahaha! Si Nord, per una volta Scozia ha detto la verità – Romano diede un ceffone al prussiano – però come vedi, è sempre manesco – si rimise a ridere mentre metteva giù l’italiano
  • Ma fratello, tu non odiavi-
  • FATTI I CAZZI TUOI, MALEDIZIONE!
  • Ma quel nanerottolo è sempre così? – apparse di nuovo Scozia e scaricò l’italiana tra le braccia del fratello, questo arrossì furiosamente ma se la strinse coprendola con il corpo, come se volesse difenderla dallo scozzese o da chiunque si sarebbe avvicinato troppo
  • No a volte diventa davvero tenero, devi vedere com’è carino~
  • B-brutto coglione che non sei altro, ti sembrano cose da dire?!
  • Ja – gli diede un bacio e scappò via – Kesesese!
  • Bastardo!
Divenne bordeaux e si mise ad inseguirlo bestemmiando e minacciandolo nei più svariati modi possibili mentre gli altri, si godevano la scena ridendo e mangiucchiandosi qualche stuzzichino preparato da Veneziano.
 
Lacrime.. lacrime di gioia , di tristezza cadevano copiose dagli occhi di Romano. Adesso era tornata non c’era alcun motivo di piangere. si conficcò nel suo piccolo spazio personale in ascolto delle parole del fratello. Amava la sua ninna nanna, la melodia che lui aveva composto per lei e non poteva che provare nostalgia. Nathan entrò trascinandosi dietro la puzza di scones e pesce fritto. Le ficcò qualcosa di commestibile in bocca e fu interdetta se sputarlo in faccia o meno allo scozzese, ma l’altro accennò ad Arthur e lo trangugiò del tutto. Si sentì sollevare ed ecco di nuovo quello stupido scozzese, tentò di difendersi, di scendere, ma l’altro sembrava troppo felice. Ci fu una breve discussione in cui come al solito Veneziano si era dimostrato un betolone imbecille.
  • Lascia andare Caterina stupido fratello!
  • Te la lascio sta tranquillo
  • Sarà meglio
Caterina restò fra le braccia di Arthur che la difese come se davanti a loro ci fosse stato un mostro.
  • Arthur…
  • Dimmi …
  • Non devi aver paura, nessuno mi porterà via da te..
  • Pensavo ad una cosa…
  • Dimmi tutto..
  • Ti andrebbe…
  • Si?
  • Cioè…
  • Arty… parla
  • Vuoi sposarmi?
  • ODDIO IL nostro piccolo Arthur l’ha chiesto, Patrick dammi le venti sterline
  • Cavolo Arthur non potevi farne a meno..
  • Veneziano… - Caterina fissò il fratello disteso a terra- è morto?
  • Chi se ne frega del maccherone Center ora saremo parenti e potrò entrare nella tua stanza
  • Eh?
  • Si dobbiamo condividere tutto!
  • Nathan.. mi stai spaventando…
  • Galles canta per noi
  • Marcia nuziale ?
  • Ovvio
  • Na n ana
  • Basta stupidi idioti…
  • Arthur stai calmo su, siamo i tuoi fratelloni – Nathan lo colpì in testa con forza e quello sveni fra le braccia di Caterina
  • Arty!! Cosa gli hai fatto stupido scozzese?
Arthur rinvenne dopo poco furioso come non mai. Prussia e Scozia si sedettero e lo scozzese si trascinò Arthur sulle gambe. Nathan giocherellò con la radio fino a farne uscire un suono melodioso che Caterina riconobbe subito come la voce di Pavarotti. Galles e Irlanda uscirono dalla stanza ingurgitando qualche scones ed i tre Vargas si ritrovarono soli con gli altri tre. Arthur sembrava agitato perché continuava a muoversi sulla sedia come un bimbo impaurito. Nathan sollevò una bacchetta, la stessa che Inghilterra aveva portato a casa di Romano. Prussia e Scozia si fissarono per un paio di secondi con un sorrisetto malsano stampato sulla bocca. La bacchetta si mosse rapidamente e i tre Vargas si ritrovarono vestiti da camerieri, cameriera nel caso di Caterina. Scozia era tornato lo stesso stronzo di prima.
  • Vee..
  • L’unico felice qui è Veneziano..
  • Ehi Nathan puoi far apparire bruder? Kesese
  • Sure…
  • NO IL PATATONE NO! – invece ecco pure Ludwig lì a fissare Veneziano con una faccia da beota. Caterina non poté che lanciargli contro una caffettiera che lo fece cadere a terra mezzo morto. Veneziano si gettò su di lui mentre Scozia e Prussia le lanciavano qualche sguardo impaurito. Arthur invece sembrava magnetizzato. Si sbatté la mano contro la fronte ed evitò di distruggere le teiere di casa Kirkland sulle testoline delle tre nazioni.
  • Kesesese bruder è mezzo morto..
  • Caterina perché??
  • Veneziano, dovevo farlo perdonami…
  • Un momento – Arthur sembrava essersi ripreso – perché state guardando Caterina?
  • Io non guardo lei kesese
  • A me piacciono le donne.. quindi
  • Quindi tappati gli occhi stupido fratello!
  • Devo bruciarti un sigaro addosso?
  • Non me ne frega niente tappati gli occhi malato pervertito scozzese
  • Arthur, non essere cattivo con il tuo fratello maggiore. Sono coccoloso
  • Oddio…
  • Non me ne frega Nathan – Arthur rosso in viso continuava a passare lo sguardo da Caterina a Scozia – falla tornare come prima!
  • È solo un vestito..

 
L’inseguimento di Romano durò poco e si ritrovò inspiegabilmente bloccato ad un angolo del soggiorno con Prussia che ridacchiava, la cosa non andava affatto bene
  • Lasciami andare, bastardo
  • Nein, dopo mi picchi~
  • Mi sembra fottutamente logico, brutto coglione!
  • Ti ho detto un milione di volte di rilassarti, non essere sempre così aggressivo, non piace alle ragazze! – detto questo, il prussiano si mise a baciare il suo ragazzo incurante delle proteste di quest’ultimo, si sentirono delle voci provenire dalla cucina che incuriosirono non poco Prussia – che sta succedendo di la?
  • E-e che cazzo vuoi che ne sappia io?
  • Aww Sud, sei così carino quando arrossisci in quel modo, Kesesese!
  • Tsk!
  • Andiamo, se si stanno divertendo, la nostra magnifica presenza è obbligatoria! – iniziò a trascinare Romano per il braccio
  • Parla per te, stupido crauto vivente! – arrivarono in cucina e si trovarono davanti un inglese furioso, il resto dei Kirkland che se la rideva ed i due Vargas rimasti in cucina che guardavano lo scozzese non molto divertiti
  • Hey ragazzi, che è successo qui? – Prussia si sedette vicino a Scozia lasciando andare Romano che corse dai suoi fratelli, lanciando un’occhiataccia ai due
  • Vieni amico mio, ora ci divertiamo un po’ – si lanciarono uno sguardo d’intesa ed una luce con tanto di fumo, avvolse i tre poveri italiani che si ritrovarono pochi secondi dopo, in abiti da camerieri
  • MA CHE CAZZO?! – Romano si guardò, poi spostò lo sguardo su sua sorella – C-C-Caterina?! – subito dopo ci fu un casino con l’apparizione del crucco biondo che venne subito messo a tacere da sua sorella… adorava quel lato di lei, stava per farle i complimenti per la mira quando fu distratto da ciò che disse il prussiano, si girò verso di lui e si accorse che lo stava fissando con uno sguardo strano – c-che minchia hai da guardare?!
  • Il tuo bel culo, ecco cosa – inclinò la testa per una miglior visuale
  • S-smettila, bastardo! – gli si avvicinò e gli diede un ceffone sulla testa – ora, se proprio volete fare questo fottutissimo gioco, va bene io non mi tiro certo indietro – superato l’imbarazzo dovuto a Prussia ed iniziò a sentirsi a suo agio in quei vestiti in fondo, all’insaputa di tutti, lavorava in un bar il fine settimana, giusto per racimolare qualche soldo in più
  • Was? – l’albino sembrava parecchio confuso, Romano arrossì ancora e gli rispose cercando di non sembrare troppo imbarazzato
  • Zitto e dimmi cosa vuoi che ti porti, stupido mangia patate numero due!
  • Du! – sembrava parecchio convinto della sua risposta ma Romano, decise di non farci caso e di ripiegare sulla sua solita scusa
  • Mi spiace ma non capisco la tua cazzo di lingua quindi, parla in modo comprensibile!
  • Veeh ha detto che vuole te, fratello~
  • LO SO ANCHE IO CHE CAZZO HA DETTO, DEFICIENTE! – gli urlò contro arrossendo
  • AAAK! M-ma hai appena detto-
  • Italia, lascia perdere – il tedesco iniziò ad accarezzare sulla tasta il povero Veneziano che aveva ormai le lacrime agli occhi
  • Germania…
  • Figuriamoci se il crucco non si impiccia, tsk! – tornò a rivolgersi al prussiano – allora, che cazzo vuoi? – a quella domanda, l’albino fece uno strano sorriso
  • Il tuo, schön! Hahaha!
  • E dillo prima che vuoi crepare, brutto coglione! – Romano iniziò a strozzarlo e prenderlo a testate mentre la presunta vittima, continuava a ridere di gusto.
 
Caterina si voltò verso Romano e non poté che titubare prima di rispondere, considerata l’affermazione del prussiano. Si ammutolì di colpo e cercò di non badare ai due maggiori dei Kirkland che si rotolavano a terra prendendosi a pugni, l’uno sorridendo divertito e l’altro furioso come un toro. Afferrò una padella e, per il semplice piacere di rilassarsi, la lanciò contro il tedesco, che stranamente la schivò. Quando Ludwig si voltò verso di lei sembrava avvolto da un’aura oscura, ma la cosa non la toccò, semplicemente se ne tornò ai due Kirkland. Arthur teneva la testa di Scozia stretta in una morsa da vero lottatore, ma l’altro sembrava contento. Pensò che fosse dovuto alla prematura scomparsa di Arthur o qualcosa di simile. La bacchetta se ne stava sul pavimento e Caterina ci pensò un po’ prima di sollevarla. A quel punto sia Arthur che Nathan le si lanciarono addosso , ma alla fine se ne uscì con gli stessi abiti che portava prima dello scherzetto dello scozzese.
  • Scozia smettila di schiacciarmi!
  • Sorry Center..
  • Shut the fuck up i hate you Scotland
  • So lovely…
  • Ragazzi perché non vi togliete di dosso?
  • Io sto comodo
  • Scozia togliti prima che ti uccida..
  • Arthur perché mi dici queste cose?
  • Perché voglio trasformarti in un coniglio per fare di te la vittima dei mie cani…
  • Ok.. mi sposto.. – Scozia si sollevò trascinandosi dietro Caterina che lo fissò inviperita
  • Il concetto è che devi lasciare Caterina..
  • Nope..
  • Ok ora mi sto ufficialmente arrabbiando
  • Ragazzi non è che potreste arrabbiarvi fra di voi.. noi Vargas dobbiamo andare
  • Vee.. davvero?
  • STAI ZITTO IDIOTA
  • EEEK!
  • Quanto adoro questo lato malvagio di Italy..
  • Oh grazie Arthur..
  • Prego…
  • Ragazzi con tutte queste smancerie finirete col farmi venire il diabete
  • Almeno creperai stupido fratello
  • Tsk.. ci vuole molto di pe.. – Nathan non ebbe il tempo di concludere la frase che Caterina lo aveva già colpito con una teiera
  • Tanto era di Nathan quella – commentò Galles masticando uno scone
  • Tu..Veneziano andiamo avanti…
  • Te ne vai di già?
  • Non fare il broncio Arthur
  • Vee.. siete carini.. vee Inghilterra
  • Eh?
  • Se le fai del male ti uccido
  • ….
  • Veneziano, torna normale.. il tuo lato spaventoso mi inquieta..
  • Scusa sorellina – le prese la mano afferrando con l’altra Romano e tirandolo verso di se – siamo al completo possiamo andare…
  • Bye Italy..
  • Ci vediamo al meeting Arthur.. – Inghilterra le venne incontro per baciarle dolcemente la fronte mentre dietro di lui Scozia starnazzava come un’anatra, contorto su se stesso per le risate. – I love you..
  • A.. – Caterina si guardò intorno e Veneziano le sorrise aggiungendo un che carino per il suo rossore che comportò un’immediata capocciata sulla testa del fratello maggiore – anche.. io..
Veneziano la spinse divertito mentre l’altra continuava a restare rossa. Quando varcarono la soglia Caterina notò come Romano se ne stesse dietro di loro osservando i passanti cosa a cui non riusciva a dare una spiegazione logica, dopotutto erano tornati normali no? Veneziano accanto a lei sembrava in procinto di dire qualcosa o comunque nel bel mezzo di un qualche piano malefico in vero stile Feliciano. Non sapeva perché, ma aveva una strana sensazione. Un bambino dai capelli color grano le passò correndo fra le gambe e non poté che soffermarsi su di lui.
  • Ti piacerebbe avere un piccolo Arturo? – domandò Veneziano sorridendole
  • Eh? – Caterina non riusciva a capire..
  • Il bambino.. ha i capelli come Inghilterra..
  • A.. non.. l’avevo notato..
  • In realtà si.. eh eh
  • TACI
  • Nah, non posso fare a meno di parlare di queste cose..
  • Sei tu il romanticone di casa, non io..
  • Veee non essere così, solo perché è stata scelta la mia terra come culla della triste vicenda amorosa di Giulietta e Romeo..
  • Tsk.. che c’entra? Io ho pur sempre Paolo e Francesca…
  • Sono stati uccisi.. dal marito di lei.. e sono pure finiti all’Inferno..
  • Che c’entra? Meglio dei tuoi mammalucchi che si sono ammazzati per sbaglio..
  • Tanto lo so che sotto quel guscio di roccia c’è un cuore palpitante
  • Grazie al cavolo, sarei morta altrimenti..
  • Peccato che ormai tu lo abbia donato ad Arthur, come Inghilterra ha regalato il suo a te
  • E.. – Caterina arrossì con tanta violenza da lasciare Veneziano di stucco. Si voltò da una parte per non trovare lo sguardo del fratello e cercò di parlare – non ce l’ha tutto.. è diviso fra voi tre…
  • Che cosa dolce!!! VEEE – le si lanciò contro abbracciandola con forza mentre Caterina scalciava..
  • Ro..Rom..Romano salvami
  • No Romano vieni anche tu guarda com’è carina quando è rossa!!
 
 
Finalmente erano usciti da quella casa di matti, la città in cui si trovavano era piena di vita, la gente continuava a passare senza nemmeno notarli e Romano era immerso nei suoi pensieri, a come i suoi fratelli si relazionavano con il proprio compagno ed a quello che gli aveva detto Scozia poco prima della scomparsa di sua sorella: “mi ha detto di come fosse terrorizzato all’idea di perderti” questa frase continuava a ronzargli in testa. Suonava strano ma lo scozzese pervertito aveva ragione, doveva fare qualcosa per sbloccare la situazione, non poteva permettere che il suo ragazzo avesse dei dubbi, doveva farlo sentire sicuro della loro relazione altrimenti, Romano sarebbe stato considerato l’amante peggiore del mondo e questo non poteva permetterselo, in fondo era italiano! “Che cazzo potrei fare…” continuava a pensare a qualcosa quando gli venne un’idea, la cosa difficile era riuscire a realizzarla e per realizzarla, intendeva riuscire a trovare il coraggio di farlo. Le urla di Caterina, lo riportarono alla realtà e si ritrovò davanti i due fratelli avvinghiati che lo guardavano, Caterina sembrava chiedergli soccorso mentre Veneziano, era tutto allegro e sorridente come suo solito quindi, sicuramente era in torto lui, si avvicinò ai due e prese la sorella per un braccio tirandosela a sé e con la mano libera, diede un ceffone al fratello
  • V-vee fratello, perché? – lasciò andare la sorella, le fece un piccolo sorriso e tornò a guardare Veneziano con un’espressione seria
  • Te lo meriti!
  • Ma non ho fatto niente! – aveva già le lacrime agli occhi
  • Le sei saltato addosso, direi che questo è più che un buon motivo per picchiarti, idiota di un fratello!
  • N-non stavi nemmeno ascoltando! – Romano si fermò e guardò altrove
  • Certo che stavo ascoltando, che cazzo credi?
  • Vee~ allora che stavamo dicendo? – l’unica cosa che aveva capito, era la parte delle varie storie d’amore raccontate nelle opere, quindi ne sparò una a caso
  • Di Renzo e Lucia? – Veneziano sospirò e scosse la testa
  • Fratello, perché non ci dici che ti prende?
  • Perché non ho niente, non rompere le palle!
I tre fratelli, arrivarono a casa del maggiore in tempo per la cena, si misero a prepararla tutti insieme e mangiarono, la cena fu molto tranquilla a causa delle varie cose successe nell’arco di così poco tempo, erano tutti molto stanchi e non vedevano l’ora di andare a riposarsi in’oltre, il giorno dopo ci sarebbe stato un meeting dove dovevano partecipare tutti, non venivano accettate scuse perché l’argomento era troppo importante poi Romano doveva parlare con Prussia, doveva assolutamente mettere le cose in chiaro.
Finita la cena, i tre si misero a rilassarsi un po’ sul divano, era da molto che non se ne stavano una sera tutti assieme e nonostante la stanchezza, non volevano separarsi così presto
  • Fratello, mi dici perché sei così pensieroso? Mi fai preoccupare così – si guardarono negli occhi poi Romano prese Toma e se lo mise sulle gambe per poterlo accarezzare
  • Non è niente, stavo solo pensando al meeting…
  • Vee ti conosco fin troppo bene, sei preoccupato per qualcosa! – adesso, sia Veneziano che Caterina lo stavano fissando, si erano impuntati e lui non poteva più scappare, sospirò ed iniziò a parlare
  • Sono un po’ preoccupato per la mia relazione con il coglione… - Veneziano inclinò la testa di lato, sembrava confuso
  • Prussia?
  • No, il pomodoro che ho raccolto questa mattina! Ma certo che sto parlando di Prussia, idiota di un fratello!
  • V-veee
  • Tsk! – fece un altro respiro profondo e riprese a parlare – credo che sia un po’ incerto dei miei sentimenti… - arrossì furiosamente
  • Perché, non gli hai mai detto di amarlo?
  • A-AMARLO?!
  • Non lo ami forse? – a quella domanda non riuscì a rispondere, si sentiva troppo imbarazzato a parlare di quelle cose, specialmente con i suoi fratelli. L’unica cosa che riuscì a fare fu coprirsi la faccia con una mano e guardare altrove mentre le sue guance andavano in fiamme – fratello tu-
  • N-non sono cazzi tuoi! B-buona notte! – detto questo, corse su per le scale e dritto in camera sua a nascondersi sotto le coperte, aveva gli occhi lucidi ed il ciuffo aveva preso nuovamente quella sua imbarazzante forma a cuore – maledettissimo ciuffo! – si addormentò quasi subito per la stanchezza. Il giorno dopo si ritrovò nel letto Veneziano e Caterina, non si era nemmeno accorto che erano entrati in camera sua “Che cazzo ci fanno qui?” guardò l’orario e si accorse che mancava qualche minuto al suono dell’allarme, decise di andare a farsi una doccia calda e preparare la colazione, intanto si sarebbe preparato il discorso che avrebbe fatto quello stesso giorno.
Al meeting si sedette al suo solito posto di fianco a Veneziano e Spagna, era molto teso e continuava a scattare per ogni singolo movimento, fece molta fatica a stare attento ma finalmente, il crucco biondo decise che era arrivata l’ora della pausa, si stavano già alzando tutti e così fece anche Romano
  • Scusate un minuto, avrei una cosa da dire – tutti si misero a fissarlo, sembravano parecchio scocciati dall’interruzione, decise di non farci caso ed arrossì mentre volse lo sguardo verso il prussiano – i-io e… e Prussia stiamo insieme da un po’… - ci fu un attimo di silenzio poi tutte le nazioni, a parte quelle che lo sapevano già ovviamente, parlarono contemporaneamente
  • CHEEEEE?! – si risedettero tutti
  • Q-questo è tutto, ciao – fece per andarsene ma fu fermato dal prussiano
  • Sud, che ti è preso?
  • N-niente volevo solo dirlo, mi ero rotto le palle a tenerlo segreto, tutto qui – guardò altrove mentre sul viso dell’altro apparve un ampio sorriso
  • Ma come… quando... bruder?! – Germania sembrava il più sorpreso
  • Kesesese! Si West io e Sud siamo insieme, sorpreso eh? Non siamo una coppia magnifica? – rise ancora prendendo sotto braccio l’italiano che stava andando a fuoco
  • Da quanto tempo? – ora la sua sorpresa aveva lasciato spazio alla curiosità
  • Non te ne può fottere un-
  • Vee anche a me interessa!
  • HAHAHA! Came on dude, lo vogliono sapere tutti!
  • Hohoho! Calmati America, ora ce lo diranno~ oui?
  • Ma perché cazzo non ve ne andate a mangiare, io quello che dovevo dire l’ho detto!
  • Visto che i due piccioncini non lo sanno, ci penso io – tutti si girarono verso Scozia che si era alzato anche lui dal suo posto, stava tenendo in mano un blocco per appunti e mostrava uno dei suoi sorrisetti – stanno insieme da due anni e mezzo circa – si sorpresero tutti, anche i due interessati
  • Scusa amico ma… come fai a sapere da quanto stiamo insieme?
  • Perché è da tutto questo tempo che quando ti ubriachi, ti sento parlare del tuo “piccolo italiano sexy” – arrossirono entrambi e guardarono altrove – e se gli altri leggessero la mia rivista, lo saprebbero già da un po’! – l’attenzione fu spostata di nuovo su Scozia
  • Vero, io la prendo sempre e di fatti, sono il più informato~ est un magazine fantastique! – Francia si rivolse a Scozia – a proposito mon ami, devo ancora acquistare quella di questo mese
  • Niente paura Francia, te l’ho tenuta da parte! – estrasse dalla sua borsa una rivista chiamata “hump sheep” – in prima pagina c’è “Dopo secoli, finalmente i due imbranati si sono rivelati!” con tutte le varie scoperte e foto scandalistiche, in più la rubrica “Come picchiare…” è tornata!
  • Davvero? Merveilleux! – Francia sembrava molto eccitato all’idea
  • Il soggetto, questa volta è my little brother Arthur!
  • What the Hell?! – Inghilterra si alzò di scatto dalla sedia sbattendo le mani sul tavolo e fissò il fratello con sguardo omicida, lo scozzese lo ignorò semplicemente e passò una copia al francese che se la rideva
  • Hey dude danne una copia anche a me! HAHAHA!
Ormai Scozia aveva manipolato il resto della pausa pranzo ed anche della riunione che finì come sempre, tra urla, azzuffate e minacce. Nel tornare a casa Romano e Prussia, decisero di fermarsi a parlare per qualche minuto.
  • Veneziano, io devo fare una cosa quindi tu e Caterina potete andare, non so quanto cazzo di tempo ci metterò quindi, non state qui ad aspettarmi capito?
  • Veee~ va bene fratellone, ciao! – Veneziano si incamminò e Romano tornò dal prussiano che lo stava aspettando all’entrata della sala conferenze
  • Ti va di andare in un bar? Ne conosco una Magnifico!
  • Però paghi tu!
  • Va bene, niedlich – gli mise un braccio intorno alla spalla e si diressero verso il bar, era situato in un posto tranquillo e carino, entrarono e si sedettero l’uno di fronte all’altro – ti piace il posto?
  • Ne ho visti di migliori – Prussia scosse la testa ridacchiando e Romano non fece in tempo ad aprir bocca che arrivò una cameriera, ordinarono qualcosa da bere ed aspettarono di essere serviti prima di cominciare a parlare
  • Adesso posso sapere perché hai fatto una cosa simile?
  • Sud!
  • E va bene, l’ho detto perché fai il cretino!
  • Ich? – Prussia era molto sorpreso da questa affermazione
  • Si tu con quelle fottutissime scenate di gelosia, sono inutili e senza senso quindi, spero che adesso la smetterai!
  • Scusa Sud, sono magnifico ma non riesco a seguirti… - l’italiano sospirò ed arrossì leggermante mentre riprendeva a parlare
  • L’ho fatto p-perché anche a me i-importa della nostra relazione… - arrossì ancora di più – e v-volevo fartelo capire i-in un qualche mod- non riuscì a finire la frase perché il prussiano, l’aveva già preso per la cravatta e tirato verso di sé per poterlo baciare
  • Kesesese! Ho proprio un magnifico ragazzo! – una volta usciti dal bar, Prussia riaccompagnò Romano a casa che fu accolto da Toma con un trionfo di fusa.
  
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