Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Cioccolasha    08/11/2016    1 recensioni
"Zen non sei lucido! Dimmi che è successo."
"E' tutto finito Mitsuhide."
"Che cosa intendi?"
"Che non c'è più speranza. Lei ha deciso di andarsene."
-
Fanfiction a quattro mani scritta con Hope4thefuture
||Shirazen|| - ||Mitsukiki||
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo quattordici
Finalmente a casa

 
Aveva appena detto addio a Clarines.
Non aveva voluto salutare nessuno, nemmeno Kiki e Mitsuhide, nonostante fosse piena di gratitudine nei loro confronti.
Ma dopo aver assistito a quella scena non vi era stato più nessun dubbio: Zen non l'amava; erano bastate due moine da parte della principessa Mayu per dimenticarsi le belle parole di cui si era riempito la bocca. Le lacrime che scendevano imperterrite le offuscavano la vista, ma lei sapeva esattamente dove stava andando.
I suoi bagagli erano ancora lì, dove li aveva lasciati, se li era caricati in spalla ed aveva infilato la lettera in tasca, per poi precipitarsi nel cortile, ed una volta lì pregare una delle guardie di chiamarle una carrozza.
La strada che si lasciava alle spalle spariva inghiottita dal profilo delle colline e gli alberi sfilavano davanti a lei come tanti soldati sull'attenti.
L'abitacolo della carrozza era freddo e silenzioso, così come si sentiva lei. Nessuna dolce presenza dai capelli bianchi stava di fronte a lei per confortare la sua solitudine.
Shirayuki poggiò le mani sulle ginocchia strinse i pugni, doveva assolutamente dimenticarsi di Zen e lasciarsi alle spalle tutto ciò che era accaduto nelle ultime settimane.
Stava per iniziare la nuova vita, la sua vera nuova vita, e se voleva almeno tentare di essere felice non poteva più stare ancorata al passato.
Avrebbe voltato pagina e lo avrebbe fatto con le sue sole forze.
Uno scalpicio di zoccoli accanto al mezzo la riscosse, portandola a sollevare velocemente lo sguardo.
Il viso di Obi si trovava più o meno all'altezza del finestrino; il ragazzo montava uno splendido destriero bianco, che aveva preso nelle stalle quando vedendola partire in tutta fretta, si era offerto (o meglio, imposto) di scortarla fino al confine.
"Tutto bene, Shirayuki?" domandò apprensivo puntando il suo sguardo felino in quello malinconico di lei.
"Sì, diciamo di sì" rispose sforzando un sorriso.
Obi lo ricambiò non troppo convinto, per poi tornare a prestare attenzione alla strada davanti a se, lasciandola di nuovo sola coi suoi pensieri.
Il sole era tramontato da un po' e le prime stelle puntellavano il cielo striato di rosso quando Obi ordinò al cocchiere di fermarsi e scese velocemente da cavallo.
"Ojou-san?" chiamò avvicinandosi allo sportello.
"Che succede?" domandò lei precipitandosi fuori dall'abitacolo e guardandosi attorno.
"Nulla tranquilla" la rassicurò lui poggiandole le mani sulle spalle.
Poi un'ombra gli attraversò il volto. "Ma ora è tempo di separarci, siamo giunti al confine. D'ora in avanti dovrai proseguire da sola."
Sola. Già. Shirayuki avrebbe dovuto abituarsi presto a quella parola.
Tremante, prese una mano di Obi fra le sue e senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi disse:" Grazie per tutto quello che hai fatto per me, non lo dimenticherò mai."
Un sorriso intenerito si dipinse sulle labbra del giovane, che si sporse in avanti per lasciarle un delicato bacio sulla fronte.
"Abbi cura di te."
Lei annuì piano cercando di cacciare indietro le lacrime che minacciavano di iniziare a scorrerle sulle guance.
"Vieni a trovarmi qualche volta."
Obi le fece l'occhiolino. "Non ti libererai tanto facilmente di me, Ojou-san."
"Shirayuki" lo corresse lei un attimo prima di rimontare sulla carrozza e fare un cenno al cocchiere, che con un veloce colpo di frusta spronò i cavalli.
Se avrebbe indugiato ancora era certa che non sarebbe più partita.
Obi alzò la mano in un segno di saluto, non l'abbassò nemmeno quando la carrozza sparì inghiottita dalla curva della strada.
"Shirayuki" ripetè in un sussurro che si dileguò nel vento.
 
Il viaggio era durato tutta la notte ed era stato lungo ed estrenuante.
L'unico conforto che Shirayuki aveva potuto permettersi era stato stringersi nel suo mantello ed osservare le stelle che puntellavano il cielo cobalto come tante gemme preziose su un tessuto pregiato, ascoltando il rumore degli zoccoli che picchiavano contro la strada sottostante ed il verso dei gufi che si nascondevano fra le fronde.
Il sonno l'aveva accolta impreparata, portandola a distendersi docilmente e a chiudere le palpebre sui suoi mille pensieri.
"Ojou-sama? Ojou-sama!"
Una mano gentile si posò sulla spalla della giovane e la scosse piano.
"Ojou-sama, svegliatevi:"
Shirayuki aprì lentamente gli occhi, mettendo a fuoco pian piano la figura che la sovrastava.
"Obi" biascicò mettendosi a sedere e stropicciandoseli pigramente. "E' già mattina?"
"Ehm ... siamo arrivati a Tanbarun, signorina:"
Shirayuki spalancò gli occhi, mentre le sue guance si imporporavano per l'errore appena compiuto.
Il ragazzo con cui stava parlando era il cocchiere ed erano finalmente giunti a Tanbarun.

*
"Molto bene, ora vorrei che mi ripeteste le tre virtù fondamentali che un sovrano deve possedere."
Il giovane dai capelli castani alzò gli occhi al cielo. "Sapienza, umiltà, giudizio" recitò senza alcuna esitazione.
"Molto bene" rispose l'uomo di fronte a lui, sfogliando le pagine ingiallite di un grosso volume dall'aria importante.
"Sulla teoria ci siamo. Dovrete esercitarvi per metterla in pratica d'ora in avanti."
"Piantala di farmi la predica Sakaki" sbottò Raji distendendo le gambe sul divanetto sul quale era seduto con aria seccata. "Non ho dimenticato la promessa che ho fatto."
La guarda abbassò lo sguardo verso di lui ed abbozzò un sorriso. "Lo so" disse semplicemente. "E stare seduti composti potrebbe essere un ottimo inizio" continuò pizzicandogli appena la punta dello stivale.
Raji si ritrasse con una smorfia infastidita. "Che importa? Tanto qui non può vederci nessuno."
"Un principe rimane composto in ogni momento, anche quando nessuno può vederlo" la risposta arrivò precisa e fulminea.
Raji fece per aprire la bocca e dirgli quanto odiasse quel suo tono da maestrina saccente; ma fu interrotto da un improvviso bussare alla porta.
Le teste dei due scattarono all'unisono verso la stessa direzione.
"Sì?"
"Principe Raji" rispose una voce che il ragazzo riconobbe come appartenente a una delle sue guardie. "C'è una giovane che chiede di avere un'udienza informale con voi, mi hanno riferito che si tratta di una questione piuttosto urgente."
"Una giovane?" ripetè Raji sorpreso scambiando con Sakaki un'occhiata perplessa.
"Aspettavate qualcuno?"
"Credimi quando dico che sono stupito quanto te" fu la risposta del più piccolo. "Molto bene" disse poi rivolgendosi alla guardia che era rimasta in silenzio. "Falla pure accomodare."
Vi fu qualche istante di silenzio. Poi la porta iniziò a schiudersi appena cigolando, finchè non ci fu abbastanza spazio affinchè una testolina rossa facesse capolino.
Gli occhi verdi di Raji si spalancarono per lo stupore mentre la fanciulla in tenuta da viaggio avanzava timidamente, per poi fermarsi in mezzo allo studio ed accennare un inchino.
"Principe Raji."
Il primo principe di Tanbarun teneva la bocca spalancata, incredulo, come se la giovane che gli stava non fosse altro che il frutto di un'allucinazione.
Fu quando il silenzio calato nello studio iniziò a farsi imbarazzante che Raji si ricordò - più o meno - che muscoli bisogna muovere per parlare e blaterò: "Shi ... shi-ra-yuki dono?"
La ragazza alzò appena lo sguardo e fece un piccolo segno di assenso col capo, quasi imbarazzata nel pronunciare altre parole dopo quel semplice saluto.
"Che ci fai tu qui?" le chiese muovendo qualche passo verso di lei. "Voglio dire, che gradita sorpresa inaspettata."
"Beh, ecco ..." Shirayuki si mise a frugare nelle tasche del mantello, finchè non ne estrasse un piccolo foglio ripiegato che porse al principe.
Raji la prese e la rigirò fra le dita, riconoscendola solo dopo alcuni istanti. "Questa è la mia lettera."
La rossa annuì di nuovo, trovando finalmente il coraggio per vincere la timidezza ed esprimersi. "L'ho trovata ieri pomeriggio sul mio comodino. Ho pensato che ... avrei potuto farvi visita per cercare di ricordare il più possibile su di voi e su Tanbarun."
Non era una bugia. Non era nemmeno la verità.
Shirayuki sperava di ricordare tutto il possibile di se e del regno che l'aveva vista crescere e poi partire, ma non voleva confessare a Raji che la sua era più che altro una fuga, che il suo cuore era a pezzi e non le restava altro che cercare di rimetterlo insieme.
Le guance di Raji si imporporarono appena e sembrò che di nuovo la capacità di parlare gli fosse venuta, non gli passò minimamente per la mente di chiederle perchè Zen, protettivo com'era, non l'avesse fatta accompagnare, o scortata lui stesso.
Fu Sakaki dunque a farsi avanti e schiarirsi la voce quasi a sottolineare la sua presenza finora ignorata.
"Benvenuta a Tanabarun, Shirayuki-san" salutò cordiale come sempre.
Poi, davanti allo sguardo smarrito di lei si affrettò a continuare: "Il mio nome è Sakaki, capo delle guardie e precettore del principe Raji. Mi rattrista molto il fatto che tu non possa ricordarti di me, ma al tempo stesso spero che questa sia un'opportunità dataci per conoscerci meglio" concluse gentile accennando un inchino.
Shirayuki lo ricambiò, pensando che nonostante la stazza quell'uomo fosse estremamente gentile ed avesse una grande dote oratoria.
"Quanto pensi di rimanere nostra ospite?" s'intromise Raji sentendosi escluso.
La giovane abbassò lo sguardo assumendo un'espressione malinconica. "Tutto il tempo che potrò" mormorò. "Sempre che per voi non sia un problema."
"Certo che non lo è" rispose Sakaki, posando lo sguardo sul suo principe, certo di aver anticipato la sua risposta.
"Anzi, permettetemi di accompagnarvi in una stanza confortevole dove potrete riposare."
"Non ce n'è bisogno Sakaki" disse il principe frapponendosi fra i due . "Accompagnerò io la nostra ospite. Tu occupati dei bagagli" ordinò congedandolo con un gesto della mano.
Sakaki s'inchinò rapido per poi dirigersi nel corridoio a passo svelto.
"Le daremo la stanza più bella che c'è" annunciò porgendole il braccio.
Shirayuki fece un segno d'assenso e lo prese, entusiasta come non lo era da tempo.
­­­­
­­­­Shirayuki affiancava la figura slanciata del principe Raji lungo i corridoi del palazzo, rincuorata dalla bella accoglienza che le era stata riservata, il principe era stato gentile e comprensivo con lei, trattandola con ogni riguardo. Si era dimostrato un perfetto gentiluomo e ne era rimasta piacevolmente colpita: da quando il suo viso le era apparso nei suoi ancora incerti ricordi, non sapeva cosa aspettarsi da questo ragazzo sconosciuto, soprattutto dopo essere venuta a conoscenza dei loro trascorsi turbolenti, ma si era dovuta ricredere davanti alla sua gentilezza e compostezza, seppur velata da un leggero imbarazzo.
Si riscosse dalle sue considerazioni quando il principe si fermò di fronte a una maestosa porta in legno d'ebano con il pomello d'ottone lucido e splendente che afferrò con decisione per poi spalancare la porta e farsi leggermente da parte per permettere a Shirayuki di entrare: quest'ultima era rimasta a bocca aperta osservando la camera di fronte a lei. Un enorme letto a baldacchino troneggiava al centro della stanza, sembrava molto comodo e le coperte rosso fuoco richiamavano il colore acceso dei capelli della giovane; un morbido tappeto di sicura foggia orientale occupava quasi tutta la stanza e una specchiera in legno di quercia occupava la parete opposta a quella del letto. Di fronte a lei un'immensa vetrata, che si affacciava sui giardini reali, permetteva alla luce del sole di irrompere nella stanza, illuminandola e dandole un tocco di calore familiare che le scaldò il cuore.
“ Bene, questa è la tua stanza. Se hai bisogno di qualunque cosa non esitare a chiedere, ogni tua richiesta verrà esaudita. Ci sarà sempre qualche membro della servitù completamente a tua disposizione, quindi ti prego, fa come se fossi a casa tua, non avere timore. Qui nel regno di Tanbarun teniamo molto ad accogliere gli ospiti con riguardo” disse Raji osservando la giovane che era ancora persa nella contemplazione di quella magnifica stanza.
Quando il principe terminò di parlare Shirayuki si voltò verso di lui e gli sorrise leggermente dandogli modo di capire che aveva inteso le sue parole: “Vi... vi ringrazio, principe, per tutto quello che fate per me” disse leggermente imbarazzata dando solo una fugace occhiata al viso del principe che, a quelle parole, gonfiò il petto orgoglioso e fece un gesto plateale con la mano: “ Questo e altro per gli Amici della Corona” disse facendo riferimento al titolo che le aveva conferito qualche tempo prima dopo la brutta disavventura con i pirati “Amica della Corona?” chiese confusa mentre il principe impallidì di colpo, rendendosi conto dell'errore che aveva commesso citando quel titolo: “Ah... vedi... è un riconoscimento che viene attribuito a poche persone che hanno prestato un servizio al regno di Tambarun... ecco” disse farfugliando e agitando le mani freneticamente di fronte a sé, cercando di sfoggiare un'espressione assolutamente innocente
“Deve essere qualcosa di davvero importante ma... io che c'entro con questo titolo” “Ah beh... ecco... è davvero una lunga storia e tu sarai sicuramente stanca dopo questo lungo viaggio, credo sia meglio parlarne in un altro momento” disse con una finta risata mentre indietreggiava a piccoli passi verso la porta “Tu... tu sistemati pure con comodo, io ho... ho delle faccende da sbrigare. Sì esatto, delle faccende molto importanti, anzi ora devo proprio scappare, ci vediamo più tardi” disse e scappò letteralmente dalla stanza chiudendo la porta e facendo ripiombare la stanza nel silenzio.
Shirayuki era rimasta spiazzata da quello strano comportamento, forse non avrebbe dovuto fargli quella domanda, il principe sembrava parecchio a disagio. Che sciocca che era stata! Decise che alla prima occasione si sarebbe scusata per essere stata così inopportuna.
Con un sospiro si voltò, dirigendosi verso i suoi bagagli che erano stati deposto ai piedi del letto e cominciò a disfarli, riuscendo a mantenere la mente impegnata per le due ore successive. Quando ebbe terminato sospirò di sollievo e si lasciò cadere a peso morto sul letto e fissò lo sguardo sul baldacchino sopra di lei, cercando di non pensare troppo agli ultimi avvenimenti che l'avevano parecchio scossa: si sentiva spossata, il lungo viaggio verso Tanbarun l'aveva stremata nonostante avesse dormito per la maggior parte del tempo.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, Shirayuki sollevò il busto e si ricompose velocemente prima di dare il permesso di entrare; la porta si aprì leggermente e la figura della guardia del corpo del principe apparve oltre la porta, mantenendosi al di fuori della soglia della stanza: “Signorina, c'è una visita per voi” disse chinando la testa con rispetto “Oh... una visita per me?” chiese sorpresa aggrottando la fronte “Certamente, vi sta aspettando al piano inferiore. Viene dal regno di Clarines” aggiunse poi facendo spalancare gli occhi alla giovane che scattò in piedi e si diresse con ampie falcate verso la porta: “ Grazie per l'informazione... ehm...” “Sakaki” la aiutò la guardia “Sakaki-san” sorrise Shirayuki per poi voltarsi e cominciare a correre verso l'atrio del palazzo, il cuore che le batteva forte nel petto: una piccola speranza era nata dentro di lei, anche se non voleva crederci fino in fondo; non sarebbe riuscita a sopravvivere una seconda volta e raccogliere ancora una volta i frammenti del suo cuore spezzato e calpestato senza pietà sarebbe stata lei e lei soltanto.
Eppure l'unica persona a cui pensava in quel momento era lui, il suo principe, colui che aveva giurato di proteggerla e amarla e che, forse, in quel momento la stava aspettando. Certo, era partita senza avvisare nessuno però... chissà...
Scossa il capo con forza e si costrinse a tornare coi piedi per terra mentre accelerava lievemente il passo, stava praticamente correndo e ansimava leggermente, ma non le importava. Finalmente giunse sulla sommità delle scale e guardò verso il basso, sorpresa, mentre i suoi occhi scorrevano sulla sua figura slanciata, il portamento fiero ed eretto, e i suoi occhi incrociavano quelli ferini di lui che, magnetici e colorati come quelli di un gatto, la osservavano sereni.
Obi.
Shirayuki prese un respiro profondo, tentando di mascherare la profonda delusione che l'aveva pervasa e utilizzando il suo sorriso migliore pronunciò: “Obi! Che ci fai tu qui?” “ Sono venuto per parlarti: c'è una cosa importante che devi sapere”.

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Angolo delle autrici:

Ehilàààà! Chi non muore si rivede ;)
​Eccoci tornate di nuovo fra voi con un nuovo capitolo della nostra storia.
​Che dire? Ci siamo assentate più a lungo del previsto ma la storia aveva bisogno di essere rivista ... Vi siamo mancate?
*coro di fischi*
​Sappiamo benissimo leggendo questo capitolo a tutte voi sarà salito in nazzismo a livelli esponenziali e ci starete maledicendo in ogni lingua che conoscete.
​Ma come? Quattordici capitoli di agonia ed ora lei se ne va? E' evidente che soffriamo di disturbi autolesionisti repressi.
​Ma! Se non altro, abbiamo avuto l'occasione di incontrare due personaggi senza i quali la storia non sarebbe la stessa: Raji e Sakaki! Non so se si è già capito dal testo ma noi due li shippiamo (ehhhh già lo yaoi è arrivato anche qui).
​Ma non è questo l'importante, l'importante è che Shirayuki è fuggita da Zen e sembra initenzionata a non rivederlo mai più, e Obi? Dovrà essere qualcosa di veramente importante per spingerlo a tornare indietro.
​Le nostre bocche sono sigillate.
​*coro di insulti*
​Speriamo che il capitolo sia stato di vostro gradimento e ringraziamo coloro che - nonostante tuttoo - si sono armati di pazienzia e hanno continuato a seguirci.
A tutti voi, un bacione immenso :-*
​Cioccolasha e Hope
 
   
 
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