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Autore: mikit    09/11/2016    2 recensioni
Per riportarlo in vita, Sanae inizia a raccontare a Tsubasa una storia che lei non avrebbe mai pensato di narrargli… Entrate nei pensieri della ragazza e scoprite insieme al Capitano questa storia… la sua storia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 – Punteggio Glasgow Coma Scale: 7
 
 
Mercoledì 21 febbraio
Apertura oculare: allo stimolo doloroso. 2
Risposta verbale: nessuna. 1
Risposta motoria: ritrazione. 4
 
 

Allora? Chi è che aveva ragione? Non te l’avevo detto? Lo sapevo che potevo contare su di te! Hai aperto gli occhi, Tsubasa! I tuoi magnifici occhi grigi come la tempesta! Ben due volte dall’inizio della mattinata: le infermiere ne sono testimoni. Erano nove giorni che non succedeva. Nove giorni, ti rendi conto?
 
E adesso, ben quattro battiti di palpebre, è fantastico! Sono fiera di te!
 
Vuol dire che sei stufo di sentirmi parlare? Ma per tua sfortuna, io non c’ero quando hai aperto gli occhi. Quindi non conta e vado avanti con il racconto. Spiacente ragazzo mio, ma dovrai ripetere questa esperienza davanti a me la prossima volta.
 
Andiamo, mi lancio di nuovo in questa storia appassionante:
 
*
 
Un’ascesa folgorante. È così che si dice, giusto? Ebbene, ciò è quanto è successo ad Eiichirô.
 
Soltanto due mesi dopo il suo reclutamento, il giovane prodigio vince la sua prima lega giapponese con i colori della sua nuova squadra. È l’inizio dell’estate, ha appena compiuto diciannove anni.
 
Il talento c’è, è incontestabile, e coloro che capiscono un po’ di calcio non si sbagliano. Il suo nome inizia a risuonare in tutto il mondo calcistico, si comincia a stampare la sua maglia, vengono esposti dei suoi poster, il ragazzo inizia a fare della pubblicità.
 
Certo, come era prevedibile, ha lasciato tutto alle spalle: gli studi, la casa, la sua città natale. È convinto che solo il calcio possa condurlo là dove vuole andare. Un altro avvenire gli apre le braccia; e lui si lancia a testa bassa senza reti, senza calcoli né scappatoie. Poiché questa è la sua vita e il suo destino. È venuto al mondo per questo e nulla gli farà cambiare idea.
 
Eh, no Tsubasa. Non parlo di te. Anche se ne ho veramente l’impressione!
 
Giocare, giocare, giocare.
 
È sui campi che dà il meglio di sé. Questa atmosfera lo porta in alto, lo manda in cielo senza ali. Si sente talmente libero, talmente se stesso. Cerca di fare cose nuove, ci mette tutto il suo cuore e la sua anima. E tutto il mondo lo percepisce.
 
Questo ragazzo è sincero, non gioca per i soldi. È l’amore puro e semplice. Non si può essere insensibili.
 
Le partite si susseguono e presto diviene una stella. Ciò che voleva essere da quando era fanciullo.
 
E ancora, continua ad apprendere e a progredire poiché è pur sempre in una fase di crescita. Deve ancora scoprire il proprio gioco, sarà capace di volare con le proprie ali.
 
Ma dopo un po’ c’è un violento scontro tra lui e il capitano. In breve, la squadra si spacca in mille pezzi. Anche se all’inizio rimane scosso, trova presto un altro club importante dato che è sommerso di proposte. Tutto il mondo lo reclama.
 
E a ventun anni c’è il grande boom. Vola verso i paesi europei per vivere fino in fondo la sua passione con i migliori giocatori esistenti. Fa quindi un giro del mondo, passa per tutti i paesi. Germania, Brasile, Spagna, Olanda, Francia, Italia, Portogallo e via dicendo. Gioca davvero ai massimi livelli, forma delle accoppiate incredibili.
 
E questo non è più solo un sogno: è tutto reale.
 
È divenuto un giocatore internazionale. Tutto si è realizzato. Deve impiegare il suo talento al fianco dei migliori giocatori di calcio, gioca e vince nei più grandi stadi del mondo. Si diverte tantissimo.
 
Niente e nessuno gli resiste.
 
Le porte dell’Olimpo gli si sono ampiamente spalancate.
 
Un’ascesa folgorante si direbbe…
 
Ma invece il povero Hisaka? Non è stato dimenticato? Che gli succede in questa storia? Ti spiego subito, Tsubasa. Ebbene, Hisaka ha abbandonato il suo soprannome e tutto ciò che vi era legato. I suoi sogni, i suoi progetti, le sue ambizioni. Ha messo tutto da parte nello stesso momento in cui ha deciso di lasciare il suo pallone in cima all’armadio. Quando l’abbiamo lasciato, era seduto da solo sul suo letto. Ebbene, dopo tanti anni lo ritroviamo nello stesso posto in quanto Hisaka non si è mosso. E Hisaka non si è mosso perché Hisaka sta male, Hisaka è solo.
 
È vuoto e desolato. È quasi morto.
 
Dopo la partenza di Eiichirô, ha ricevuto un sacco di cartoline da tutto il Giappone, poi da tutto il mondo. Eiichirô ha cercato dozzine di volte di chiamarlo ma… Hisaka non si è mai fatto trovare.
 
Si è sentito ferito, tradito. Non aveva dato tutto al suo amico? Il suo tempo, i suoi palloni, i suoi corsi, i suoi giornali e anche le sue scarpe? E non era stato ancora lui che l’aveva spinto a fare questa selezione?
 
Senza di lui Eiichirô non sarebbe stato ciò che era adesso. Non sarebbe niente. Nulla di tutto ciò! Poiché tutto quello che aveva lo doveva a lui!
 
Vedi, Tsubasa, come la gelosia può far dire delle cose orribili?
 
E tutto ciò per che cosa? Che ha avuto come ricompensa? Un colpo di pugnale nella schiena! E da parte di colui che diceva di essere suo fratello oltretutto. Che ingratitudine…
 
La riuscita di Eiichirô avrebbe dovuto essere anche la sua. Se non di più.
 
Rinnega il loro legame di fraternità, maledice questo falso fratello.
 
Ebbene sì, sta male, molto male.
 
E poi il tempo passa, i minuti, le ore, i mesi e poi gli anni. Poco a poco la cicatrice si chiude, il suo cuore è infine guarito. Un brutto ricordo. Un bruttissimo ricordo, ma un ricordo ad ogni modo. Malgrado tutto il suo risentimento, Hisaka segue da vicino la folgorante ascesa del suo vecchio amico. Sui giornali, su internet, in televisione e nelle partite. E gli articoli su di lui sono sempre più lodevoli, quasi pomposi. Guarda in continuazione le copertine dei giornali sportivi, fa dei paragoni con tutti gli altri giocatori. Allora Hisaka non vede i cambiamenti fisici del suo amico se non su foto di carta lucida, fredda e gelata.
 
E alla fine inizia a deporre il giornale senza aprirlo.
 
Non prova più risentimento verso Eiichirô, nei suoi accessi di collera, non se la prende che con se stesso. Non ha saputo mostrarsi all’altezza. È un fallito, un perdente. Uno sfigato, un mediocre. Non ha avuto altro se non ciò che ha meritato. E tanto peggio per lui.

Hisaka è arrivato ad un punto in cui si dice che la sua vita non vale la pena di essere vissuta…
 
Allora ecco, i nostri due calciatori in erba sono cresciuti e, mentre una volta si dicevano fratelli e che nulla li avrebbe mai divisi, oggi tutto li separa.
 
I continenti, le loro vite differenti. Qui la gloria, là la disperazione. Qui la luce, là l’ombra.
 
Un re ed un fantasma.
 
E tuttavia… Sì, e tuttavia le lancette dell’orologio girano per i nostri due amici, Tsubasa.
 
Un giorno, Eiichirô si risveglia nel suo grande appartamento in Francia, ha male ad una gamba. Ma non è questo a fermarlo. Continua a giocare, un po’ come te Tsubasa quando soffri le pene dell’inferno. Non sa davvero che cos’ha… Ma non importa. Continuerà! Il suo gioco ne risente un po’ ma niente di grave. Ciononostante, si sente affaticato, a volte nauseato. Poco tempo dopo delle macchie rosse appaiono su tutto il suo corpo. Si preoccupa. Va a vedere un dottore. E presto il risultato esplode come un colpo di fucile: leucemia.
 
Leucemia? L’informazione ci mette un tempo interminabile ad arrivare fino al suo cervello… Condannato a morire? È così? Prende in pieno volto uno schiaffo terribile. Eiichirô ha venticinque anni. Il suo mondo è cambiato in un sol colpo, le fate che si erano chinate sulla sua culla si ritirano in un istante. I proiettori si spengono. Arrivano il nero e il silenzio. Il nulla si apre davanti a lui. Lo stesso nulla, come quello di Hisaka qualche anno prima.
 
Si è chiesto: perché? Perché io? Perché adesso?
 
Ma come ti avevo già detto, la vita è piena di bellezza e di ingiustizia…
 
Passano otto mesi prima che Hisaka sappia tutto ciò dai giornali locali. È uno choc, uno choc enorme. Eiichirô è irriconoscibile sulle foto… Non è più Eiichirô, no… È un estraneo. Allora, a partire da quel giorno, Hisaka smette di avvilirsi, la sua vecchia fiamma si è riaccesa. Brucia sempre in fondo a lui, come un piccolo braciere che non chiede altro che diventare un grande falò.
 
Ha voglia di aiutare il suo amico, così fa delle ricerche per ritrovarlo. Dopo due mesi, riesce a scoprire il suo indirizzo. Vi si reca ma quando arriva gli dicono che in realtà Eiichirô è ritornato in Giappone. Allora il più in fretta possibile, rientra e si precipita dai genitori del suo amico. Arriva completamente trafelato davanti a questa porta di legno, che tante volte in passato ha attraversato.
 
La madre di Eiichirô gli apre, lo conduce nella sua camera. La porta si richiude, i due ragazzi sono faccia a faccia. Sono più di sette anni che non si vedono. Il silenzio regna. Allungato sul suo letto, il corpo ricoperto di cannule e aghi, Eiichirô è irriconoscibile, è un morto vivente, letteralmente.
 
Un grosso groppo si forma in fondo alla gola di Hisaka. Le lacrime minacciano di scendere. E quando Eiichirô accenna un sorriso e gli dice con voce flebile:
 
-Mi sei mancato, Hisaka!
 
Hisaka non può più trattenersi, si getta tra le braccia di Eiichirô malgrado i cavi interminabili che lo avvolgono e gli domanda perdono. Perdono per tutto! Ed è il colmo perché è Eiichirô, malgrado la sua malattia, che lo consola. I due fratelli si sono ritrovati, si amano come il primo giorno. Se l’erano sempre promesso. Solo la morte li avrebbe separati.
 
Allora, è in questa stanza che Hisaka passerà la maggior parte del suo tempo da ora in poi, assisterà impotente al lento ed inesorabile decadimento del suo amico poiché, sai Tsubasa, Hisaka voleva fare una donazione di midollo osseo ma il destino ha deciso altrimenti: non sono compatibili.
 
L’accompagna, lo veglia. Non l’abbandonerà mai.
 
Lo ama troppo.
 
Il nostro Hisaka sembra urlare ad Eiichirô:
 
-Tieni duro fratello! Resisti! Ce la faremo! Insieme! Te lo prometto!!
 
Ed Eiichirô ha tenuto duro come ha potuto. Coraggioso, ha resistito fino alla fine.
 
Ed un giorno Hisaka ha un’idea: organizza una partita in onore del suo amico. I più grandi giocatori sono presenti, sono tutti lì intorno ad Eiichirô. E anche se è debole, è felice. I suoi occhi brillano. È là tra gli Dei del calcio!
 
Questa sarà anche l’ultima volta che i due amici saranno riuniti sullo stesso campo poiché una settimana dopo Eiichirô si spegne. Ha ventisei anni.
 
*
 
Ecco Tsubasa, si può dire che è la fine. Nessuno sa dove sia andata l’anima di Eiichirô… Tra le stelle? Nel cosmo? Ma una cosa è certa e cioè che è felice là dove si trova. Che ne pensi di questa storia, Tsubasa? Mi piacerebbe che me lo dicessi.
 
Allora ti supplico, ritorna tra noi! Tutti ti attendono!
 
E vuoi sapere cosa è successo a Hisaka dopo la morte del suo amico? Sì? Ebbene, ha semplicemente incontrato l’amore, il vero e proprio amore. Ha avuto un figlio. L’ha chiamato Eiichirô…
 
Mi dispiace Tsubasa, ma devi resistere! Come Eiichirô! Come Hisaka! Te ne prego, e poi che faremmo senza di te? Lo so che la vita è dura e crudele ma è proprio per questo che devi tornare e non lasciarti affondare. Immagini se Hisaka si fosse lasciato andare? Mai avrebbe incontrato sua moglie e mai il piccolo Eiichirô sarebbe nato. Non avrebbe onorato la morte del suo amico.
 
Ma… Ma, Tsubasa hai aperto gli occhi! Sì, sì, è così!
 
Oh mio Dio, ho visto i tuoi occhi grigi! Per la prima volta dopo dieci giorni! L’hai fatto per me? Guarda, a causa tua sto piangendo…
 

 
Sono andata a cercare l’infermiera che si occupa di te, sta chiamando i tuoi genitori e tuo fratello che arriveranno tra poco.
 
Mi fa segno di allontanarmi per lasciare il posto alla tua famiglia e ai dottori, quindi devo andare.
 
Eh Tsubasa, io… Io ti amo! Non dimenticarlo.
   
 
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