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Autore: Melaniaenaomi    10/11/2016    0 recensioni
Il destino a volte può essere cattivo, e con noi lo era stato. Eravamo separati, destinati alla lontananza, divisi in epoche diverse. Quel muro ci ha fatti incontrare, e se è successo è solo perché ci siamo sempre appartenuti. Nulla è come sembra, e le cose si capovolgono velocemente. Una sola decisione può cambiare le nostre vite, e forse quella decisione non spetta a me. "Adesso come faremo?" dissi sentendo un groppo in gola. Harry mi guardò negli occhi e poi mi accarezzò una guancia con la sua mano fredda, non voleva perdermi. "Troveremo un modo per stare insieme. Non ti lascerò andare per niente al mondo." Mi sorrise debolmente forse per rassicurarmi. Ammiravo la sua forza, anche se leggevo sul suo viso tutta la paura possibile. Era arrivato il momento di decidere, di combattere contro le epoche che ci dividevano.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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 Londra 2016
Quel sabato mattina a Londra faceva freddo; sentivo l'umidità spingermi sulle spalle ed entrarmi fin dentro le ossa. Il cielo era plumbeo e pieno di nuvoloni, segno che di lì a poco avrebbe ripreso a piovere. Stavo aiutando mio padre a scaricare dalla sua macchina  scatoloni pieni zeppi di oggetti antichi, la sua più grande ossessione. Il sabato era il giorno delle spese, e gli piaceva tappezzare il suo studio di cose polverose e con dietro tanta storia.

Non era la prima volta che chiedeva il mio aiuto in questo genere di operazioni, ma alcune volte era completamente esagerato e fuori di testa negli acquisti. In ogni angolo della casa c'erano candelabri, in contrasto con l'arredamento che preferita la mamma. Alzai lo sguardo su di lui prima di afferrare l'ultima scatola e varcare la porta della mia dimora.

"Che cosa ce ne facciamo di quelle candele, non c'è più posto nel tuo ufficio." gli feci notare poggiando lo scatolone a terra. Mi pulì frettolosamente le mani sulla mia tuta consunta e poi le poggiai sui fianchi, in attesa.

"Troverò un posto, bambina" rispose ammirando tutte le scatole che adesso giacevano sul pavimento. Indossava una camicia bianca con dei righini blu arrotolata fino ai gomiti, e sul suo viso c'era un accenno di barba castana.

"La mamma non sarà contenta di tutte queste cose nuove, non farà altro che pensare che il tuo disturbo ossessivo compulsivo stia peggiorando." dissi punzecchiandolo nel suo punto debole.

"Voi non potete capire quanto questo sia importante per me, non potete." sbottò nervoso. "C'è un grande valore affettivo dietro queste cose e non vi permetto di prendermi in giro." misi una mano sul cuore sentendomi in colpa.
"Papà" cominciai a voce bassa

"No, Skyler va in camera tua." disse brusco

"Dimmi almeno come ti è nata questa passione" lo pregai gentilmente avvicinandomi.

 "Non posso dirtelo, non è arrivato ancora il momento." farfugliò velocemente chinandosi a prendere uno scatolone. "Devo lavorare adesso."  mi sorpassò con lo scatolone tra le mani, diretto nel suo studio dove sarebbe rimasto rintanato per tutto il pomeriggio.

xxx
Ero distesa sul letto, in silenzio. Fissavo il soffitto e pensavo a quello che mi aveva detto papà e a quanto fosse stato strano il suo comportamento. Cominciavo a credere che dietro le sue parole ci fosse qualcosa di più grande, qualcosa di più misterioso che mi nascondeva da tutta la vita. Sbattei le palpebre ripetutamente e allungai le braccia per sgranchirle.

 In quel preciso momento mi balenò in testa un'idea che forse mi avrebbe aiutato a comprendere di più mio padre. Mi alzai dal letto e calai la scala retrattile per salire su in soffitta. Le piccole scalette in legno scricchiolarono sotto il mio peso. Arrivata in cima l'aria rarefatta mi pizzicò il naso; accesi in fretta l'interruttore delle luci e tossì per i cumuli di polvere. Mi guardai intorno, per cercare di scorgere qualcosa di familiare, ma l'unica cosa che riuscì a notare fu la diversità di una delle quattro pareti che rivestivano la stanza.

 Di fronte a quella parete c'era un grosso baule marrone con incise due iniziali in oro: una D e una A. Mi chinai dinanzi al baule cercando di non sporcare il muro bianco scarlatto alle mie spalle, e lo aprì. La prima cosa che attirò la mia attenzione furono delle vecchie fotografieb giallaste che ritraevano inaspettatamente mio padre, giovane, con abiti ottocenteschi accanto ad una donna a me sconosciuta. Trattenni il fiato, che cosa ci faceva mio padre in quelle fotografie, ma soprattutto, chi era la donna che gli stava accanto?

 Poggiai quelle foto sul pavimento ed afferrai una scatolina in legno. Curiosa, l'apri, e un grosso pagliaccio a molla con un cappellino, saltò fuori. Per lo spavento balzai indietro, risucchiata dal muro... 
   
 
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