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Autore: Magic Kismet    10/11/2016    0 recensioni
Mi trovai difronte un enorme casa vittoriana, vecchia e logora, dall’aspetto lugubre e freddo, rabbrividì, pensando a cosa era successo lì solo poco tempo prima. Chiusi gli occhi, con la speranza di non dover più ricordare, con la speranza di dimenticare, anche e forse soprattutto il suo nome
Genere: Erotico, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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La telefonata di Philippe Mendes mi destò dai miei pensieri, scatenando una sensazione di gioia nel profondo del mio cuore, mista a speranza e sogni realizzati.
Mi presento nel suo ufficio alle 8.15 del mattino seguente,  fremente d'ansia come uno scalatore quando riesce finalmente a raggiungere la vetta più alta nella sua carriera, sento il freddo, il vento tra i capelli e la gioia di avercela fatta e allo stesso tempo sento il fiato rompersi in gola, l'ossigeno diventa sfuggente e per quanti sforzi io faccia sembro non respirarne mai abbastanza. Una giovane donna si presenta e mi fa strada lungo un corridoio stretto, dalle pareti candide. Infondo al esso una grande porta a vetri di legno massello ed una targhetta "Amministratore Generale", sospiro un ultima volta e varco la soglia. Lui è lì, seduto su una poltrona di pelle nera difronte ad una scrivania di mogano nero, mi accoglie con calore, si alza, mi stringe la mano e si risiede. Ha un aspetto giovane, nonostante l'età inoltrata, ha i capelli brizzolati, una leggera barba incolta ed indossa un completo nero con una sfavillante camicia color zaffiro, senza cravatta. Mi fa cenno di accomodarmi, io prendo posto sulla sedia difronte la sua scrivania ancora in ansia.
«Ho deciso di finanziare il tuo progetto» dice tutto d'un fiato, senza smettere di fissarmi. In un attimo tutte le paure si sciolgono come ghiaccio al sole e non ho la più pallida idea di cosa rispondere «Solo, avrai un budget limitato» continua «almeno per questa volta, poi vedremo come va, ok?» mi sorride affabile mentre io arrossisco, prende una penna ed inizia a scrivere qualcosa su un foglietto di carta «questo è l'indirizzo del nuovo set in cui potrai girare liberamente» sospira, smette di scrivere e torna a guardarmi dritto negli occhi «Ho solo una condizione» sussurra «C'è una persona a cui devo un favore, per cui a lui spetta il ruolo di protagonista» sorride, si accascia leggermente sulla sedia e poggia i gomiti sulla scrivania, avvicinandosi a me «ah, questo è il tuo nuovo indirizzo» mi passa un foglio e mi congeda, senza che io abbia nemmeno il tempo di chiedere ulteriori spiegazioni.
La ragazza di prima mi attende fuori dalla porta, si congratula con me, senza che io riesca a capire bene per che cosa e mi raccomanda di andare a casa a riposare, l'indomani avrei avuto modo di chiarire gli ulteriori dettagli con chi di dovere.
Esco dall'edificio e noto che un'autista mi attende, è vestito completamente di nero, indossa un cappellino e stringe tra le mani un cartello con su scritto il mio nome, come se fossi in un aereoporto. Mi avvicino a lui e con un cenno della mano mi indica di salire in auto.
Una volta all'interno mi rendo conto di quanto sia elegante l'auto, gli interno sono in radica, i sedili in pelle beige "un auto troppo bella" penso sentendomi quasi in colpa nel dovermi sedere sugli immacolati sedili. 
L'autista silenzioso mi lascia di fronte ad una villetta bianca con un giardino dal prato all'inglese perfettamente curato, in una via della quale non conosco nemmeno il nome.
«Per il momento può considerarla come casa sua» sussurra fermando l'auto lungo il vialetto, tira fuori dalla tasca una chiave e me la consegna, anche un pezzo di carta con su scritto un codice che presumo essere quello che è in grado di aprire l'imponente cancello in ferro battuto «Per il resto chieda direttamente al Dott. Mendes» senza darmi neppure il tempo di ribattere o di chiedere spiegazioni, mi fa accomodare fuori dall'auto e si dilegua.
Shockata resto immobile difronte l'imponente villa con lo sguardo perso nel vuoto. Inizo a vagare lungo il vialetto costellato dagli alti alberi dalle foglie luminiescenti che luccicano e riflettono diversi colori. Decido di tornare indietro per dare un'occhiata anche all'intreno della mia nuova magione, mi avvicino al cancello e provo a digitare il codice che pochi minuti prima l'autista mi ha lasciato, inserisco tutte e quattro le cifre e premo invio "codice rifiutato" compare scritto sul display, e dopo la terza volta che provo a digitarlo inizio ad agitarmi.
Un'imponente uomo esce dal cancello e mi viene incontro, sembra un bodyguard, è alto almeno un metro e novanta, molto muscoloso, indossa una maglietta nera a maniche corte e un paio di pantaloni di Jeans sempre neri.
«Signorina, non so chi sia, ma la prego di allontanarsi» dice incrociando le enormi e muscolose braccia al petto, mi guardo intorno e mi rendo conto di aver sbagliato villetta; imbarazzata sussurro un «Mi scusi» e cerco di dileguarmi il più presto possibile, d'altronde in questo quartiere tutte le villette sembrano assomigliarsi tra loro, quando un'altra figura si incammina verso di noi. E' una donna bellissima, ha dei lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon leggermente spettinato, anche lei è molto alta e longilinea, indossa un vestito color lavanda, sembra pronta per una festa. Mentre si avvicina riesco a cogliere meglio i dettagli del suo volto, sembra una modella, ha grandi occhi color verde smeraldo, labbra carnose e un sorriso affabile, perfetto.
«Michael lascia stare la Signorina, sembra aver bisogno di aiuto, smettila di starle addosso!» esclama, Michael si sposta immediatamente e si dilegua, io continuo a fissare la scena come se fossi una spettatrice e stessi vedendo tutto dall'esterno, «Piacere!» esclama nuovamente «Mi chiamo Kistel Bryant, posso esserti d'aiuto?» sorride abbagliandomi, io sospiro sentendomi più fuoriposto che mai «Ciao, piacere! Io mi sono trasferita qui oggi e vedi, le case sembrano tutte uguali ed ho fatto un semplice errore» cerco di sforzarmi e accenno un sorriso «Capisco, allora la tua villetta è quella di fronte!» mi sussurra indicandomi la direzione «Comunque se non hai impegni ti andrebbe di prende un caffè da me? Sai, mi piace conoscere i miei nuovi vicini di casa!» squittisce sorridendo, non mi resta che sorriderle di rimando «Bene allora sei la benvenuta, andiamo, mi sembri ancora un po' spaesata, come hai detto che ti chiami?» apre il cancello e dietro di esso spunta nuovamente Michael che mi osserva con disapprovazione «Christine Matera» sussurro ed in un lampo sono già in casa sua. 
Kristel mi accompagna stanza per stanza, facendomi vedere ogni cosa, forse più per presunzione o vanità. La sua villa affaccia su un enorme giardino con alberi di ogni genere e una piscina lunga almeno dieci metri. All'interno la villa è ancora più sfarzosa, le pareti sono ricoperte da tappezzeria color oro e argento in sitle barocco su cui sono attaccate le sue gigantografie ed in quel preciso istante, capisco che è certamente una modella. Kristel mi fa vedere il suo boudoir, il suo bellissimo bagno bohemien, la sua terrazza e perfino il suo guardaroba. E' come essere in presenza di un uragano, è impossibile contenere la sua euforia.
Quando finalmente mi congedo da casa sua, ripenso con simpatia a quella bellissima ragazza alla ricerca di approvazione e sorrido ripensando alla mia fortuna nell'aver incontrato qualcuno con cui poter parlare, ma la mia coscienza mi ammonisce subito e forse sarebbe meglio attendere di conoscerla meglio, per poterla giudicare.
   
 
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