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Autore: zoro28    10/11/2016    0 recensioni
prendete the vampire diares, libro e serie tv, poi frullate tutto con un pizzico di follia. e otterrete un mix perfetto. fra salti temporali improbabili, se conoscete la storia non faticherete a ricomporre il tutto, inserite in enormi dosi l'amore del tenebroso e folle vampiro dagli occhi di ghiaccio per la dolce e indifesa doppelganger, e ne verrà fuori un piacevole intrattenimento.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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ATTO 10° - Present -

 

 

Il sole aveva fatto capolinea in cielo, e deboli raggi tiepidi filtravano attraverso le finestre della camera di Elena. Fuori il silenzio era irreale,  dovuto quasi certamente alla copiosa nevicata della sera precedente, non si sentiva il solito traffico di auto in sottofondo.

Damon fu disturbato da un piccolo spiraglio di luce che lo colpiva in pieno volto, anche se le tendine erano chiuse sui vetri, i raggi passavano ugualmente. Mugolò infastidito voltando la faccia a destra e a sinistra, ma poi si arrese e decise di aprire gli occhi. Si sentiva ancora uno schifo, e in più la fame lo logorava senza sosta, non poteva più ignorarla oramai.

Si portò una mano sulla faccia, aveva la sensazione di avere ragnatele dappertutto, poi il familiare odore del sangue gli arrivò alle narici facendolo sussultare. Spalancò gli occhi cercando di capire da dove provenisse quella fragranza che lo stava già facendo impazzire.

E vide lei.

 

<< Ben tornato fra i non vivi bell’addormentato, la colazione è servita a letto questa mattina, ma vedi di non farci l’abitudine. >>

 

Damon sbattè  le palpebre più di una volta, poi lentamente si mise a sedere sul letto, misurando i movimenti sentendosi ancora fatto a brandelli. Continuava a guardarla, e come sempre le appariva splendida, con il viso incorniciato da quei meravigliosi capelli fulvi e lisci lasciati sciolti e quegli occhi da cerbiatta.  

Lei gli porse un bicchiere e Damon lo guardò non sapendo bene come dovesse interpretare quell’offerta.

 

<< Oltre a esserti dissanguato hai perso anche il dono della parola? >>

 

Damon si passò distrattamente la lingua sulle labbra, sentiva i canini dolergli e la testa che gli implorava di accettare.

 

<< Quello non mi sembra Bourbon, o mi sbaglio? >>

 

I due si guardarono, Elena sentì il sollievo gonfiarsi nei polmoni nel rivedere quegli occhi, e non poté fare a meno di sorridergli.

 

<< Ottima intuizione Watson, credi di essere in grado di utilizzare un bicchiere da solo? >>

 

Damon fece un espressione che a Elena sembrò tenera e buffa allo stesso tempo, come se volesse dire - posso provarci, ma se non ci riesco puoi imboccarmi tu - il ragazzo prese il bicchiere e le loro dita si sfiorarono e per un attimo Elena fu percorsa da un milione di scariche elettriche.

Damon osservò mesto il bicchiere e poi se lo portò alle labbra, sorseggiò un po' il liquido denso e scuro, arricciò il naso e guardò con cipiglio capriccioso Elena.

 

<< E’ freddo e sa di plastica, ti sei data la briga di procurarmi del sangue, che ti costava portarmi una dolce fanciulla magari vergine. >>

 

Elena indurì lo sguardo e cercò di riprendersi il bicchiere, ma lui glielo impedì e tracannò il contenuto finendolo.

 

<< Scherzavo angelo, grazie per tutto che hai fatto per me. >>

 

Elena incrociò le braccia al petto. Se fosse stata ancora umana sarebbe arrossita come una tredicenne. Damon le sorrise dolcemente, poggiò il bicchiere sul comodino e tentò di alzarsi.

 

<< Cosa credi di fare? Sei ancora debole. >>

 

<< Nonostante il desiderio di crogiolarmi nel tuo letto sia la cosa più allettante a questo mondo, non posso restare Elena, lo sai. >>

 

<< Hai bisogno di recuperare le forze Damon non c’è bisogno che tu te ne vada subito. >>

 

<< Lo hai detto tu stessa no? Quando eravamo ancora nella cripta, sarei rimasto il tempo necessario per riprendermi e poi tutto sarebbe tornato all’ordine naturale delle cose, e questo non comprende la mia presenza qui. >>

 

<< Piantala di fare il melodrammatico Damon, sai benissimo cosa intendevo, di certo non mi ha mai sfiorato l’idea di buttarti fuori casa appena avessi riaperto gli occhi! >>

 

<< Allora mettiamola così Elena, io non voglio rimanere. >>

 

<< Ma si può sapere che ti prende tutto d’un tratto? Da quando sei entrato nella mia vita non hai fatto altro che cercare di impormi la tua presenza, ora che sono io a volerti qui te ne vuoi andare? A che gioco stai giocando? >>

 

Erano entrambi in piedi al centro della stanza, Damon si passò le mani fra i capelli, poi si osservò il petto fasciato, si guardò in giro alla ricerca dei propri vestiti cercando il modo per defilarsi il prima possibile.

 

<< Damon, ti ho fatto una domanda! >>

 

<< Elena, stare vicino a me è pericoloso! Io sono quello cattivo non ricordi? Sono l’egoista! Quello che si prende le cose senza pensare alle conseguenze, quello che fa soffrire! Io sono il fratello sbagliato!! >>

 

<< Oh! Bene! Magnifico! Te ne potevi ricordare prima! Forse Caroline aveva ragione! Tu volevi solo allontanarmi da Stefan! Bè notizia del giorno, ci sei riuscito, io e Stefan ci siamo lasciati! Sei riuscito nel tuo intento, soddisfatto? Ora che il giocattolo non è più divertente Damon Salvatore se ne andrà alla ricerca di un altro sistema per distruggere la vita a suo fratello minore, vero? Sbaglio?! >>

 

Elena era furibonda. Damon era paralizzato.

Rimasero così a fissarsi per una manciata di secondi, poi lui digrignando i denti arrabbiato si fiondò su di lei, si fiondò sulle sue labbra e la baciò con una tale ardente passione che avrebbe fatto impallidire chiunque, e la cosa più sconvolgente fu che lei non lo respinse, anzi gli prese la testa fra le mani e si lasciò circondare dalle sue braccia. Continuarono a baciarsi per un tempo indefinito, nessuno dei due sembrava volersi staccare, le mani di Elena lo accarezzarono dolcemente sul petto, sul collo, sul viso e lui si crogiolò di quelle attenzioni, e quando finalmente capirono che si stavano letteralmente divorando di passione si staccarono.

Damon poggiò la sua fronte contro quella della ragazza, Elena lo fissava terrorizzata e al contempo bramosa.

 

<< Sei una stupida! Come puoi pensare di essere un gioco per me!? >>

 

<< Allora dillo Damon, cosa sono per te? >>

 

<< Non posso principessa, significherebbe troppe cose, e implicherebbe sacrifici che non voglio che tu faccia. >>

 

<< Damon allora te lo dirò io, perché forse non lo hai capito, non mi sei indifferente mi sembra piuttosto chiaro no? >>

 

Il vampiro deglutì sentendo quelle parole, i suoi occhi brillarono di felicità ma cercò di controllarsi. Era praticamente diviso fra la voglia rapirla e portarla il più lontano possibile e fra lo scappare lui stesso a gambe levate. Elena gli accarezzò il viso con entrambe le mani, gli accarezzò gli zigomi coi pollici mentre gli occhi le diventavano lucidi.

 

<< Perché ti comporti così? Perché non lasci che qualcuno ti aiuti? Qualsiasi cosa tu stia affrontando, non è detto che sei costretto a farlo da solo. Se lasci entrare le persone nella tua vita, se ti lasci conoscere veramente, sarà tutto più semplice. Damon lascia che entri l’amore nella tua vita. >>

 

<< Elena, io ho lasciato entrare l’amore nella mia vita, ed è una cosa che fa soffrire, fa schifo ed è sopravvalutato. >>

 

<< Se ti riferisci a Katherine lo capisco! Lei non ti amava, vi ha fatto soffrire entrambi!  >>

 

<< Non mi riferisco solo a Katherine. >>

 

Gli occhi azzurri di Damon si velarono di un immensa tristezza, ed Elena pensò che quella sofferenza che lo intrappolava da troppi anni stesse sciogliendo come acido la luminosità del suo sguardo. Damon le passò una mano fra i capelli. Elena che era praticamente la persona più confusa sulla faccia della terra, in quel momento capì chiaramente quello che voleva, e continuare a negarlo al mondo o a se stessa non l’avrebbe portata da nessuna parte, poggiò il viso contro il palmo della mano del vampiro e notò solo ora il suo tatuaggio sul braccio. Sorrise ricordandosi qualche vecchia lezione di latino “ hand made ”, guardò le labbra del ragazzo.

 

<< Qui ed ora. >>

 

Damon le sorrise di rimando poi spostò lo sguardo sul suo avambraccio. Elena continuava a fissarlo, era pronta, lei era pronta a compiere una scelta.

 

<< Brava principessa, ma quello è solo il suo significato letterario, sono tre parole che racchiudono molto altro. >>

 

<< Racchiudono tutto quello che sei, e che nessuno conoscerà mai perché sei veramente un egoista. >>

 

Lo disse sorridendo e continuando a stupirlo tornò a baciarlo. Il vampiro fu travolto dalla foga della ragazza, sbatterono contro comodini, contro la sedia della sua scrivania finché non precipitarono sul letto, lei sopra di lui, mentre continuavano a far danzare le loro bocche. Elena si sentiva viva, senza più quelle catene che aveva indossato da sola per salvare le apparenze, non le interessava più quello che avrebbero detto le altre persone, lo voleva con tutta se stessa, contro ogni regola di quel mondo assurdo. Desiderava quell’uomo più di ogni altra cosa, desiderava amarlo possederlo e viverlo, perché lui più di chiunque altro l’aveva fatta sentire viva, perché non la trattava col riguardo che merita un oggetto di cristallo, lui la considerava una guerriera e lei voleva essere all’altezza di quelle aspettative e dimostrargli che aveva abbastanza coraggio da affrontare il giudizio di chiunque. Era disposta a diventare la sua principessa delle tenebre, perché in fondo non erano così oscure come lui voleva farle credere. Lui non era solo ombra. Damon ribaltò la situazione facendola scivolare sotto di lui, le baciò il viso, il mento il collo e poi tornò a cercare la bocca, Elena artigliò le sue mani nei suoi capelli tirandolo maggiormente verso di lei, poi accecata dalla brama di possederlo completamente gli baciò il collo e lo morse delicatamente, i suoi canini di neo vampira affondarono la sua carne e si sentì estasiata, sentì il sapore del suo sangue in bocca e fu come se milioni di scariche elettriche la attraversarono per tutto il corpo. Sentiva il sapore di Damon nel palato assaggiò la sua anima, e pensò che nulla al mondo potesse avere un sapore meraviglioso come quello, quando staccò la bocca dal suo collo tornò a baciargli le labbra, Damon non aveva opposto resistenza anzi sembrava estasiato dal comportamento di Elena. Amava vederla finalmente così disinibita, finalmente libera di poter esprimere se stessa. I baci e le carezze si fecero sempre più audaci e i pochi indumenti che indossava la ragazza finirono per terra, rimasti solo con la rispettiva biancheria intima si rotolarono fra le coperte come due tigri mentre lottavano per la supremazia. Si baciarono e si accarezzarono ancora e ancora. Poi la foga rallentò e lui incastonò i suoi occhi azzurri del colore del cielo ora più brillanti e vividi di quanto mai Elena ricordasse. Continuava ad osservarla, mentre le loro labbra si sfioravano appena. Elena contornò il suo viso con le mani.

 

<< Principessa, nessuno in centosessant’anni  mi hai mai fatto provare, quello che sento quando sono con te. >>

 

Elena poggiò un casto bacio sulle sue labbra.

 

<< Ma essendo terribilmente più grande di te, ho le mie responsabilità. Fermami finché sei in tempo, te ne prego, altrimenti perderò il controllo delle mie azioni. >>

 

La ragazza rimase in silenzio, passò l’indice sulla ferita che aveva provocato sul collo del ragazzo, che come le altre tardava a rimarginarsi.

 

<< Ti ho morso. >>

 

Damon rise debolmente e di cuore. le accarezzò con il pollice il labbro inferiore ancora sporco di sangue.

 

<< Elena, è come se avessimo avuto un rapporto sessuale, ecco cosa significa per i vampiri lo scambio di sangue.>>

 

<< Quindi tu, non hai mai voluto mordermi per questo? Sei un tipo così all’antica Damon? >>

 

Questo lo fece ridere ancora più di cuore, fece spallucce e si strinse maggiormente a lei.

 

<< Sono all’antica, si. >>

 

Elena prese a baciargli nuovamente le labbra mordendogliele dolcemente.

 

<< Ti voglio Damon, qui ed ora. >>

 

Non se lo fece ripetere due volte.

  
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