Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Azaliv87    11/11/2016    1 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Daenerys si accomodò meglio nel letto accanto a Rhaegar e cominciò a narrargli dei primi avvenimenti che ricordava. La mente la portò alla casa dalla porta rossa a Braavos e quando accennò a Willem Darry, notò che suo fratello addolcì di poco lo sguardo.
-Era il maestro d’armi di Approdo del Re, è stato lui che vi ha tenuti al sicuro? Era un brav’uomo. Fu lui ad insegnarmi ad usare la spada. – affermò fiero.
Dany poi continuò il suo racconto. Di come alla morte di quell’uomo furono costretti a fuggire di casa in casa. Furono ospiti di molti uomini illustri delle nove città libere, fino ad arrivare a Pentos. Narrò del loro soggiorno presso la casa di magistro Illyrio Mopatis, ma non espresse mai il rapporto che aveva in quel periodo con suo fratello. Non era uno dei più idilliaci ricordi. Rhaegar notò questa sua mancanza.
-Viserys si prese cura di te? Ti trattò bene? – le chiese improvvisamente sospettoso, ma non attese una sua riposta, lo spostamento dello sguardo della fanciulla gli bastò per capire tutto. Anche i suoi occhi si incupirono. Le posò una mano sul mento per portare i loro occhi sullo stesso piano.
-Mi dispiace Dany. – non occorreva aggiungere altro, e avvicinò il volto al suo. La giovane si sentì avvampare, prima di comprendere che suo fratello stava solo per darle un semplice bacio su una guancia. Questo le diede conforto e si aprì con lui.
-All’inizio è stato gentile, ma più il tempo passava, più le prospettive di tornare a casa erano sempre meno. Diventò violento e cominciò anche a picchiarmi, ma evitava di colpirmi al volto, non voleva che si vedessero i segni, diceva. –
Rhaegar emise un lento sospiro.
-Nostro padre sarebbe stato fiero di lui. –rivelò amaramente. – Non voglio giustificarlo, ma purtroppo questo è ciò che ha visto fare a nostra madre da quando era nato. – Dany era stupita da quell’affermazione.
-Vuoi dire che… - ma le parole le morirono in gola.
Rhaegar emise un altro sospiro. Per un attimo vide negli occhi spaventati di sua sorella, gli stessi di sua madre. Tristi, afflitti da enormi rimorsi e persi nel vuoto, a rimembrare momenti ormai perduti. Inspiegabilmente gli tornarono alla mente anche degli occhi grigi incollati sui suoi. Chi è questa donna che continua a tornarmi in mente? Eppure sentiva c’era qualcosa che lo legava a lei. Poi notò che quegli occhi di ghiaccio si riempivano di lacrime, e sentì una voce triste sussurrargli addio Rhaegar. Scosse nervoso il capo e cacciò quei pensieri, tornando a riflettere sul rapporto dei i suoi genitori.
-Nostro padre aveva lo stesso comportamento con nostra madre. E ho il sospetto di credere, che spesso picchiasse anche Viserys, ma lei cercava di proteggerlo. Era una donna fiera e coraggiosa. Non amava mostrarsi debole. –
-Ma tu hai cercato di fermarlo? –
-Non potevo intervenire in alcuna maniera. Quello che il re faceva a nostra madre, era nei suoi obblighi matrimoniali. Ovviamente non ne ero per niente felice. – Dany rimase per qualche momento a pensare se anche sua madre si era sentita come lei. Poi tornò a parlare quasi inconsciamente:
-La maggior parte delle volte, mi urlava dietro calunnie e mi accusava di essere la causa della rovina della nostra famiglia. –
-Tu, la causa? Perché?– Rhaegar la guardò confuso.
-Mi disse che avrei dovuto nascere prima, così non saresti stato costretto a sposarti la donna dorniana …–
-Elia… - ricordò solo in quel momento Rhaegar. Come ho fatto a dimenticarmi di lei?
Ripensò al suo sorriso, ai suoi occhi scuri, i lineamenti delicati del volto incorniciati da ciocche di capelli corvini. La pelle olivastra delle sue braccia, le mani morbide. Eppure quella donna che mi torna in mente, non ha queste caratteristiche, non è lei…
-Sì, la ricordi? – suo fratello fece solo un lieve cenno con la testa.
-Viserys mi disse che nostro padre avrebbe preferito che tu sposassi una Targaryen. Un drago non si accoppia con gli animali selvatici. Il nostro sangue doveva rimanere puro. Ma non avevi sorelle, quindi dovette cercarti una sposa. – attese un attimo, poi proseguì – E mi disse anche che se Elia ti avesse davvero sodisfatto, non avresti mai cercato il conforto di quella donna del nord. – gli occhi di Rhaegar si spalancarono. Lyanna…
I Close my eyes and see your face
Can feel the touch, can almost taste
Lie to myself that I’m okay
But the thought of you stops me…
 
Tutte quelle reminiscenze che avevano cercato a forza di riemergere e che lui aveva provato a fermare, arrivarono come un fiume in piena. Ricordò ogni dettaglio del suo viso, ogni forma del suo corpo. La sua lady. Come aveva potuto dimenticarsene? Selvaggia, ribelle, impavida e bellissima. Ripensò ai momenti passati assieme, al torneo di Harrenhall, all’incontro segreto presso la Locanda dell’Incrocio circa un anno dopo, al loro matrimonio nascosto ed infine al viaggio verso le montagne di Dorne, dove per un breve tempo avevano vissuto assieme la loro luna di miele. Sentì il suo cuore gonfio di rammarico per aver perso la battaglia e averla abbandonata lì. Da sola. Dov’era ora la sua lady?
-Come puoi sapere queste cose? – le chiese in un sussurro.
-Viserys mi raccontò solo che tu la portasti con te in un luogo segreto e che questo causò a ribellione dell’Usurpatore. –
Rhaegar guardò sua sorella senza parlare. Non posso chiedere spiegazioni a Dany, lei non può sapere gli eventi di quell’epoca. Doveva ancora nascere, e ha vissuto lontano dal continente, per causa mia. Decise di continuare ad ascoltare il suo racconto, anche se dentro fremeva per sapere che fine avesse fatto la sua lady ed il bambino che stavano aspettando.
Dany si accorse del suo turbamento, ma quando lui le disse di proseguire con la storia, lei non ci badò e continuò a raccontagli del suo matrimonio con Khal Drogo, delle uova dei draghi e della pira funeraria dove si schiusero.
-Hai… risvegliato dei draghi? – le chiese stupefatto. Per un attimo quello sgomento gli fece dimenticare tutte le sue angosce e tornò a pensare alle profezie che per anni lo avevano assillato.
Il principe che venne promesso… zio Aemon, possibile che tu avessi ragione? Ripensò alle lettere che si era scambiato con il suo vecchio zio, che risiedeva presso i Guardiani della Notte. L’unico con cui poteva parlare apertamente di quella profezia ed avere uno scambio di opinioni. Ricordò che in un suo  scritto gli aveva espresso il suo turbamento sul fatto che il protagonista di quella leggenda non dovesse per forza essere un principe, ma poteva anche trattarsi di una principessa. Quindi ho sbagliato per la terza volta. Avevo creduto che la mia unione con Lyanna potesse dare al mondo una speranza di salvezza. Ho messo in pericolo la donna che amavo, per un banale errore di traduzione? Eppure nelle Terre dei Fiumi, il fantasma di Cuore Alto mi aveva predetto…
Dany continuò con il suo racconto fino a giungere allo sbarco presso la baia degli schiavisti e al suo incontro con quello che un tempo si era fatto chiamare Arstan Barbabianca. La regina dei draghi fece cenno al cavaliere dall’armatura bianca di avvicinarsi. Rhaegar puntò il suo sguardo d’ametista in quegli occhi azzurro chiaro che gli erano famigliari. I segni del tempo avevano reso la sua pelle più cadente e raggrinzita, ma lo riconobbe ugualmente.
-Ser Barristan? Siete davvero voi? –
-Sì, mio principe. – e si inchinò rispettoso verso l’uomo che un tempo aveva servito con lealtà.
-Siete rimasto fedele alla casata dei draghi! – gli sorrise grato. Ho una speranza di scoprire cosa le accadde.
L’uomo abbassò lo sguardo, prima di rispondere.
-Lasciamo che la regina finisca il suo di racconto. Poi vi narrerò gli eventi avvenuti nel continente occidentale, durante l’esilio dei vostri fratelli e… della mia lealtà. –
Dany proseguì con maggiore fretta, tralasciando anche qualche dettaglio. Daario fu tra questi. Ed infine arrivò allo sbarco sulle coste di Dorne.
 
Rhaegar spostò allora lo sguardo sul suo vecchio amico e attese che gli raccontasse tutte le vicende della fine della guerra dell’Usurpatore. Dalla sua morte in poi. Scoprì che Robert e i suoi alleati vinsero la guerra e gli venne riportato anche quello che Tywin Lannister fece nella capitale. L’evento era passato alla storia come il Sacco di Approdo del Re. L’uccisione di suo padre per mano di Ser Jamie Lannister, proprio come le aveva detto sua sorella. Il modo in cui il lord di Castel Granito si era assicurato la fiducia del nuovo sovrano; il massacro di sua moglie e dei suoi figli. Il suo volto venne turbato dagli affanni della sofferenza, nell’ascoltare la maniera brutale in cui erano stati uccisi. Aveva voluto saperlo. Gli occhi gli erano diventati lucidi, ma il suo sguardo rimase duro ed ascoltò tutto il racconto. Il cavaliere di tanto in tanto faceva delle pause per riordinare le idee e cercare di non tralasciare dei dettagli. Rhaegar non lo interruppe mai, e rimase in silenzio. Dany lo osservò spesso. Le sembrava che avesse indossato una maschera, perché la sua espressione non cambiò mai. Il cavaliere raccontò anche lo scontro finale con gli ultimi uomini fedeli alla casa Targaryen, rimasti. Le tre guardie che il principe aveva posto a difesa della Torre della Gioia. Ned Stark con un manipolo di uomini leali era andato a riprendersi sua sorella. Scoprì così, con suo grande rammarico della morte di Ser Gerold Hightower, il lord comandante delle Spade Bianche, chiamato anche il Toro Bianco, di Ser Oswell Whent e di Ser Arthur Dayne, i due suoi più cari amici. Rhaegar abbassò il capo, e strinse gli occhi per il dispiacere. Poi li ripuntò su di lui. Non dovette nemmeno pronunciare la domanda. Barristan sapeva cosa c’era nell’intensità di quello sguardo d’ametista. Glielo aveva già visto un’altra volta, ad Harrenhall, molti anni addietro.
-Mi dispiace, principe Rhaegar, ma lady Stark morì in quella torre. Non ne conosco i dettagli, ma so che suo fratello Ned riportò indietro il suo corpo senza vita. –
Frozen are the words
Heavy from the hurt
Your love I can’t put down
I need to tell you
I still love you…
 
La tristezza invase gli occhi del principe drago. Abbassò rammaricato gli occhi, ma non scese nemmeno una lacrima. Il silenzio inondò la stanza per un momento che a Dany parve un’infinità. Non mosse neanche un muscolo e si ritrovò quasi a trattenere il respiro per paura di disturbare i pensieri di suo fratello. Avrebbe voluto chiedergli spiegazioni riguardo a quell’evento. Riguardo a quella donna. E del perché lui la rapì, ma sentiva che non era il momento adatto, quindi preferì rimanere in silenzio.
 
Ad un tratto suo fratello alzò lo sguardo verso il cavaliere. Nei suoi occhi si vedeva tutta la sua determinazione.
-Dunque fu Robert Baratheon a salire sul trono… –
-Si, rivendicò un lontano legame di sangue con la vostra famiglia. – rispose Ser Barristan.
Mi riprenderò Lyanna e ti porterò via tutto le parole che il lord della Tempesta gli aveva urlato durante il loro scontro, gli tornarono alla mente. Rhaegar abbassò nuovamente lo sguardo e sorrise tristemente. Alla fine hai ottenuto ciò che volevi; eh Robert? Sei stato soddisfatto di questa vittoria? Hai ottenuto il mio regno, ma non lei.
-Tywin Lannister propose in sposa al nuovo sovrano sua figlia Cersei, e Jon Arryn, eletto nuovo Primo Cavaliere, convinse re Robert ad accettare. –
Poi il cavaliere gli raccontò della pace nei sette regni che ne seguì. La morte misteriosa del primo cavaliere circa quindici anni dopo e la nomina di Ned Stark come suo sostituto, fino alla morte anche di quest’ultimo, per mano del principe Joffrey. Della Battaglia delle Acque Nere, della nascita di altri quattro re che reclamavano il trono e della loro disfatta. Infine dell’incoronazione dell’attuale regina reggente Cersei Lannister.
-Alla fine ce l’ha fatta! È diventata regina dei sette regni! – sbuffò il principe amaramente, ripensando a quanto Elia non l’avesse mai potuta sopportare.
Tutti e tre si guardarono per qualche minuto, poi il principe posò lo sguardo su sua sorella.
-Perché mi hai riportato in vita, sorellina? –
Lei giocò con una ciocca di capelli che le ricadeva sulla spalla, e dopo un respiro profondo gli rivelò.
-Pochi giorni fa è giunta una sacerdotessa rossa, il suo nome è Melisandre, serve la fede di un dio della luce e pratica le arti magiche. Disse che mi avrebbe aiutata riportando in vita la persona che gli avrei indicato. Mi profetizzò che avrei dovuto combattere contro la regina leonessa e che il mio esercito ne sarebbe uscito danneggiato, se non avessi avuto al mio fianco un condottiero in grado di tenerlo unito. – attese prima di proseguire.
-E hai pensato a me? – suo fratello la guardò scettico – Dany, non credo di essere l’uomo adatto. La battaglia del Tridente ne è la prova tangibile. Non sono la grande guida che speri. -
-Siete sempre stato il miglior uomo che io abbia mai conosciuto, principe Rhaegar. – intervenne il cavaliere - Il vostro onore, la vostra gentilezza e la vostra nobiltà d’animo vi hanno reso la persona più amata dei sette regni. Anche se il popolo aveva il suo sovrano, acclamava di più voi, rimembrate mio signore? –
L’uomo però lo guardò cupo senza dire una parola.
 
L’avevano lasciato solo. Dany avrebbe convocato un consiglio per presentare ai suoi alleati, l’uomo che alla fine aveva scelto. Avevano deciso di lasciare all’oscuro la sua vera identità, per evitare ripercussione da parte di chi lo considerava la causa della rovina dei Sette Regni. Dorne ed Ellaria, sarebbero state le prime a odiarlo, per l’orrenda fine di Elia e la conseguente morte di Oberyn, nel tentativo di vendicarla. Dany doveva salvaguardarsi le sue recenti alleanze e non avrebbe permesso a nessuno di attentare alla vita di quel fratello che non aveva mai conosciuto, ma che in quelle poche ore trascorse assieme le aveva dato più di chiunque altra persona le fosse mai stata vicino.
Entrarono nella stanza due ancelle di sua sorella. Avevano la pelle ambrata, gli occhi scuri e i capelli corvini. Quando lo videro, rimasero impressionate dalla somiglianza con la loro signora e si avvicinarono titubanti. Si inchinarono in maniera reverenziale, ma poco elegante. Rhaegar ringraziò che non sapevano molto bene la sua lingua, per cui rimasero per la maggior parte del tempo in silenzio. Preferì così. Dopo quello che gli era stato raccontato aveva bisogno di riordinare i pensieri da solo. Perché era così che si era sempre sentito. Solo. Ed ora lo era per davvero.
Le due ragazze dothraki gli presero le misure del volto per creare una maschera che gli avrebbe permesso di celare la sua identità. Avrebbe preso il posto di suo fratello Viserys. La regina avrebbe comunicato ai suoi consiglieri questa sua decisione inaspettata. Nessuno avrebbe potuto sospettare niente. D’altronde dalle descrizioni di sua sorella sembravano davvero somiglianti e poi nessuno aveva avuto modo di vedere Viserys negli ultimi anni della sua vita. Tutti avrebbero pensato che la regina volesse ripristinare la dinastia del drago un giorno, unendosi al fratello che le era sempre stato al fianco. Nessuno conosceva il rapporto che li univa. L’unico a sapere di questo segreto era Ser Barristan, sul quale potevano contare indiscutibilmente.
Rhaegar avrebbe voluto ringraziare il cavaliere per tutto quello che aveva fatto per la sua famiglia e per le belle parole che gli aveva riservato, ma dentro non si sentiva così perfetto come lo aveva descritto. Non si era mai sentito così a dire il vero. C’era sempre stato un pensiero malinconico ad assillarlo. In tutta la sua vita si era sempre addossato colpe e doveri più grossi di lui. Alla sua nascita durante il rogo di Sala dell’Estate  molte persone avevano perso la vita, mentre lui aveva emesso i suoi primi vagiti. Quei fantasmi lo avevano perseguitato per innumerevoli anni. Per questo era stato chiamato l’Ultimo Drago. Poi era venuto a conoscenza di quella maledetta profezia, che aveva costretto i suoi genitori a sposarsi, seppur non provassero dei sentimenti reciproci. Il suo continuo voler scoprire di più nei testi che leggeva. Il dover dare uno scopo alla sua intera esistenza, forse già scritta tra le stelle. Le sue nozze con la principessa di Dorne, per volere di suo padre, e generare al più presto un erede per il regno.
Tutto questo era stato per lui una condanna. Tutti si aspettavano qualcosa da lui, era il primogenito del re, cresciuto per divenire il futuro sovrano di Westeros. Fin dalla sua nascita obblighi e doveri di corte lo avevano accompagnato, pesando sulle sue spalle.
Col tempo si era accerchiato di persone fidate, certo. Negli anni aveva avuto modo di conoscere molti cavalieri e lord che erano diventati suoi amici, oltre che fedeli servitori. Qualche gioia l’aveva provata in loro compagnia. Ma più di ogni altra cosa aveva trovato conforto nella musica. Amava comporre strazianti melodie con la sua arpa, spesso e volentieri visitava le rovine di Sala dell’Estate e dormiva nel Salone Grande sotto la luna e le stelle. Solo in quei momenti si sentiva se stesso. Libero da ogni peso, libero dagli obblighi di corte, libero dalla continua ed insistente pressione di suo padre.
Sua madre era l’unica persona a comprendere il suo malessere. Adorava passare le giornate con lei, ma da quando si era sposato, aveva deciso di spostare la sua residenza a Roccia del Drago, per mettere più leghe tra la sua nuova famiglia e la pazzia di suo padre. Forse quello era stato un errore, ma gli aveva permesso di restare lucido. Ad ogni consiglio ristretto a cui partecipava però irrimediabilmente tornava alla cruda realtà. A quella maledetta follia che aveva preso la mente di suo padre. Al rapporto sempre peggiore tra il re e la regina, sua madre. Ai consiglieri fidati della corona; creature infide che attendevano una sua mossa sbagliata per puntargli il dito contro e screditarlo agli occhi del re, facendogli credere che stesse tessendo inganni contro di lui. Quando aveva saputo che giravano anche voci sulla possibilità di fargli perdere il titolo di erede al trono, Rhaegar aveva capito che doveva fare qualcosa. Non tanto perché aveva mire verso il potere, bensì perché il titolo sarebbe passato a suo fratello, di soli cinque anni. Se fosse successo qualcosa a suo padre, Viserys sarebbe divenuto re e questo automaticamente avrebbe richiesto una reggenza sostitutiva; e tra quei lord, molti miravano a questo titolo per prendere in mano un potere che non sarebbero riusciti a gestire. Lui sentiva che doveva fare qualcosa per evitare lo sfacelo dei sette regni per mano loro. Ne aveva parlato con alcuni tra i suoi più fidati amici. Era presente anche sua moglie Elia, lui la voleva sempre al fianco per ogni decisione che doveva prendere. Era una donna così intelligente e aveva delle ottime idee, che lui spesso condivideva. Indisse così il suo primo concilio segreto a Roccia del Drago.
 
Fu così che nacque l’idea di organizzare il Grande Torneo di Harrenhall. Ser Oswell Whent doveva andare a parlarne con suo fratello, Lord di Harrenhall, ma Rhaegar era sicuro che non gli avrebbe trovato da obbiettare. Era tutto stabilito. Le ingenti somme di denaro messe in palio per i vincitori avrebbero attirato cavalieri e lord di tutti i sette regni e questo gli avrebbe permesso di istituire così il più grande concilio informale mai esistito, per discutere del governo di suo padre e della sua recente incapacità di regnare. La sorpresa della partecipazione del re in persona, aveva destabilizzato le sue convinzioni, ma non poteva più tirarsi indietro. Ora che la notizia era certa, molta più gente vi avrebbe partecipato, solo per vedere il suo sovrano che da ormai molti anni non usciva più dalla Fortezza Rossa. Tutto procedeva secondo i piani. Rhaegar ne era sempre più convinto: avrebbe trovato un modo pacifico per deporre, anche solo provvisoriamente, suo padre, fintanto che non fosse rinsavito. Avrebbe dato un respiro d’aria pura al regno e avrebbe allontanato tutte quelle lingue biforcute che ultimamente lo stavano avvelenando. I suoi propositi erano ottimi, ma il principe drago non aveva previsto che tra la folla e gli sfidanti al torneo, un volto in particolare avrebbe attirato la sua attenzione.
Un cavaliere sconosciuto apparve il terzo giorno della sfida con la lancia e scomparve misteriosamente. Nessuno sapeva chi fosse, ma lui lo aveva scoperto. Una giovane lupa del nord aveva rapito il suo cuore con la sua temerarietà, il suo spirito libero, la sua indole selvaggia e quella bellezza che la contraddistingueva da tutte la altre lady che aveva mai conosciuto.
Il suo nome era Lyanna Stark. Rhaegar se n’era innamorato e tutti i suoi piani erano andati in fumo.
Se non l’avessi mai incontrata, tutto sarebbe accaduto come avevo previsto. Avrei salvato il regno dalla pazzia. Credevo che fosse solo mio padre a rovinare i sette regni. Ora mi accorgo che non era il solo ad essere folle. Tywin e le sue mire politiche. Robert e le sue pretese. Hanno tutti portato alla distruzione dei Sette Regni. Ma nessuno ha più colpe di me. Eppure ero convinto che lei mi avesse reso un uomo migliore…
 
Ripensò alla sua delicata moglie. Elia non aveva alcuna colpa. Ripensò all’innocenza dei suoi figli. Rhaenys e l’allegra purezza che poteva caratterizzare una bambina di soli tre anni. Aegon, il suo figlio nato da meno di un anno. Erano stati macellati come animali. Strinse le lenzuola tra i pugni. Le nocche gli divennero bianche dallo sforzo. Sfogò la sua collera portandosi la stoffa alla bocca per attutire l’urlo di rabbia che gli uscì.
Ripensò a sua madre. Era sempre stata vittima degli eventi. Da quando suo nonno aveva deciso di darla in sposa a suo fratello Aerys, ignorando completamente i suoi sentimenti. Ripensò a quando sua madre in lacrime gli aveva svelato di aver provato in gioventù dei sentimenti per Bonifer Hasty. Lui la ricambiava, ma il suo lignaggio era troppo basso perché potesse anche solo pensare di chiedere la mano di una principessa. Il rapporto con suo marito fin dal matrimonio non era stato dei migliori. Entrambi non si sopportavano, ma la nascita del loro primogenito aveva almeno in parte rallegrato Rhaella. Negli anni a seguire però aveva subito i tradimenti del marito a testa alta, non si era mai mostrata sofferente, né debole. Ma dopo i numerosi abusi del suo consorte, gli aborti, i bambini nati morti, o i decessi in culla, aveva chiuso il suo cuore a tutti. Solo a Rhaegar permetteva di entrarvi di tanto in tanto, grazie alle melodie che le componeva e che allietavano le sue tristi giornate. Ora che era morta, sentì che anche una parte di lui lo aveva lasciato.
E poi pensò a lei. Alla donna che aveva rapito il suo cuore. Lyanna, se non ti avessi rinchiusa in quella torre, ora saresti ancora viva. Avresti sposato Robert Baratheon e saresti diventata regina. La sua regina però…
Calde lacrime gli scesero al pensiero del suo amore perduto.
 
Note dell’autore:
 
Un altro capitolo interamente dedicato a Rhaegar. Spero vi sia piaciuto il modo in cui l’ho descritto, non è stato facile calarmi nei suoi panni e descrivere il suo stato emotivo. Il suo “mai una gioia” alla Jon Snow e il suo viaggio introspettivo è stato tosto, ma credo di aver reso l’idea di questo personaggio.
Ha avuto modo di conoscere gli eventi che noi tutti abbiamo già conosciuto sia dai libri, che dalla serie tv, ma che lui ovviamente non poteva conoscere. Abbiamo prima il racconto di Dany, quindi del suo esilio con Viserys, e poi Ser Barristan e le vicende successive alla ribellione dell’usurpatore.
Come avete potuto notare in due punti ho inserito delle frasi ricavate da una canzone che penso sia davvero strepitosa. Si intitola I Still Love You di Josh Jenkins se avete modo ascoltatela perchè trovo che sia molto bella. E credo che quelle frasi mi siano state proprio d’ispirazione per questo capitolo.
 
Un abbraccio infuocato a tutti voi!
 
   
 
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