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Autore: tenacious_deep_soul 99    12/11/2016    1 recensioni
Cosa faresti se un giorno dovessi essere costretta a cambiare la tua vita solo per dei pregiudizi sbagliati dettati da una mente pervasa dal bigottismo? Ecco, questo è un problema che affligge la vita della povera Lee Jieun la quale, per sfuggire alle costrizioni di sua madre e al periodo natalizio formato per lo più da un susseguirsi di interrogatori, si vedrà costretta ad affittare un ragazzo…
[Tratto dal Capitolo 1]:
-Non ho altra scelta…- disse lei sospirando mentre permetteva alle dita di scivolarle sulla tastiera. Apparsale in un lampo davanti agli occhi la pagina traboccante di risultati cliccò, senza pensarci due volte, il primo sito che le capitò sott’occhio: Affitta ragazzi, diceva.
[Tratto dal Capitolo 2]:
-Ma allora sei tu! No, non è possibile!- esclamarono entrambi indicandosi a vicenda con indici accusatori.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6:

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Il telefono appiccicato all’orecchio di Jieun continuava a squillare a vuoto, era da una buona mezz’ora che la ragazza era in attesa di una benedetta risposta da parte dello svampito dal cervello carbonizzato.
Dieci telefonate consecutive, tutte inutili.
Una volta che decise di mollare allontanò il cellulare dal viso, cui schermo era completamente umido per via del sudore causato dal troppo tempo posto a contatto con la sua pelle.

-Deficiente, perché non rispondi!?- emise un urlo a voce bassissima contro il telefono stretto forte in mano, come se la colpa fosse dell’aggeggio e non di Jimin:-Giuro che lo ammazzo quel pabo-.
Un lieve picchiettare di nocche contro la porta della sua stanza la fece sussultare improvvisamente, cosa che la costrinse a portarsi una mano al petto come se cercasse di impedire al cuore di fare le valigie e scappare dalla sua cassa toracica.

-Tesorino mio? La cena è in tavola!- disse la madre sporgendo la testa dalla porta appena aperta.

-Sì mamma sto arrivando, dammi solo il tempo di sistemarmi il letto. Voi intanto cominciate a mangiare- rispose con tono calmo e con la gola pulsante Jieun, facendo ritirare la madre in cucina dopo aver richiuso la porta.

“Tesorino mio? Vogliamo scherzare spero!” pensò fintanto che si alzava dal lettino per fare la svolta, rimanendo con lo sguardo vuoto accentuato da due sopracciglia corrucciate. Le uniche volte che sua madre la chiamava così era quando… quando… mai: ebbene, non si era azzardata neanche una volta a dare appellativi del genere a sua figlia poiché secondo lei l’affibbiare a una persona un nome che non era suo poteva essere solo sinonimo di stupidaggine (eh beh, effettivamente aveva ragione).
Con sua madre era meglio lasciar perdere, la sua personalità e soprattutto la sua mente erano più complicati di un cubo di Rubik.

-Ah tesoro, prima che dimentichi! Sabato verrà qui a cena Shin, penso che possa approfittare di questa situazione per farci conoscere il tuo ragazzo non credi?- riapparse quella dal nulla, facendo irruzione in camera della figlia. A Jieun mancò più di un battito. Il suo cuore non stava funzionando a dovere.

-Ci penserò mamma, ma non dare nulla per certo- rispose deglutendo a vuoto, mettendo in mostra un’impercettibile goccia di sudore attraversarle il lato della fronte.

-Ottimo! Ti aspettiamo per la cena- fece la donna per andarsene, stavolta in via definitiva.

-Devo rintracciare Jimin in qualche modo, riuscirò a dirgli tutto-. L’espressione di Jieun non era delle migliori dopo aver dato una così lieta notizia a quel nucleo di persone definito come “famiglia”. Preso un respiro profondo e datosi dei lievi schiaffetti contro le guance morbide attaccò un sorriso più che tirato, uscendo dalla sua stanza come se nulla fosse.

***

Il giorno successivo Jieun non riuscì minimamente ad alzarsi, quella notte non aveva preso affatto sonno per colpa di quella testa di rapa. La ragazza era ancora un tutt’uno col suo letto, posizionata comodamente a pancia in giù con le gambe sbilenche, quando la sveglia le fece destare all’improvviso ricordandosi, dopo aver meditato per qualche istante, di dover raggiungere l’obiettivo prefissatasi la sera prima: trovare Jimin ad ogni costo.
Liberatasi del pigiamone di lana iniziò a prepararsi; per poco non moriva di ipotermia a causa dei vestiti posti sullo schienale della sedia, completamente congelati.

-Amore, sei già sveglia a quanto vedo! Come mai sei vestita di tutto punto? Devi incontrare il tuo ragazzo per caso?- la assillò di domande la donna, arrivandole a dare qualche gomitata sul braccio non appena intuì che ad averla fatta alzare così presto era il pensiero a Jimin. In parte ci aveva azzeccato, ma non per ciò che pensava lei. Al solo udire il continuo blatero di sua madre Jieun dovette tapparsi le orecchie, stringendo gli occhi così tanto che quando lì riaprì fece fatica a vedere: quella donna sapeva benissimo come far iniziare una giornata col piede giusto.

-Prendo solo latte e biscotti e scendo- disse Jieun avviandosi verso la dispensa in cucina.

-Ma tesoro, devi mangiare cose più sostanziose la mattina! Aspetta, ti preparo una cioccolata calda così ci metti i marshmallow, che ne pensi? E’ quello che ti piace, no?-.
Jieun era a dir poco sconvolta nel vedere sua madre farsi in quattro per prepararle ciò che aveva sempre considerato ipercalorico e privo di sostanza, incredibile come una persona potesse cambiare dall’oggi al domani in maniera tanto repentina solo per averla resa finalmente felice.

-No mamma davvero, non ce n’è bisogno. Adesso faccio la mia colazione e vado- la fermò con le mani sulle spalle prima che quella potesse impersonare perfettamente la pallina metallica del flipper, andando da una parte all’altra della stanza.

-Come vuoi allora cara-.

Vedere sua madre mansueta e tranquilla come un dolce agnellino la spaventava leggermente, era ovvio che a questi tipi di atteggiamenti Jieun non ci fosse poi così abituata… quasi quasi rimpiangeva le sue urla supersoniche, magari quella sarebbe stata la normalità anche se da considerarsi un tantino scomoda. Consumata la colazione in compagnia della sua nuova madre fin troppo smielata e sistematasi alla meno peggio viso e capelli, si diresse per strada con la borsa e le sue semplici forze.
Rendendosi conto di star intraprendendo lo stesso percorso di alcuni giorni fa, ebbe l’idea di cercare Jimin nel ristorante in cui lavorava sperando che potesse risolvere la situazione in qualche modo.
Solita strada, solito semaforo, solita insegna mezza illuminata.
Varcata la soglia di quel ristorantino locale dall’aria rustica venne accolta da una vampata di calore trasportante l’odore delle pietanze provenienti dal retro.
La confusione lì dentro era immane, tutti i tavoli erano già strapieni e gruppi di clienti sparpagliati qua e là attendevano all’impiedi che uno di questi si liberasse per poter mangiare.
A Jieun vennero le crisi non appena vide che Jimin non c’era.
Rassegnatasi all’idea, per il momento decise di aspettare che la gente cominciasse ad andarsene e che il ragazzo si decidesse a muovere le chiappe, abbandonando il locale e facendosi una passeggiata per ingannare quel tempo che ancora non decideva a passare.

-Dannazione. E adesso chi la trova la pazienza di aspettare!?- parlò fra sé e sé a voce talmente alta che finì per beccarsi una mala occhiata da parte di un’anziana che le stava passando accanto.

Giornata di merda con annesse figure pietose, il cielo non doveva
disturbarsi tanto nel fare questo bellissimo regalo a Jieun.

Sfilato il cellulare dalla tasca del cappotto compose il numero di Jimin, sperando che sarebbe riuscita a mettersi finalmente in contatto con lui. Le strade erano pressoché scivolose data la neve sciolta per metà.
Fintanto che osservava la miriade di negozi accanto a lei venne a sbattere inavvertitamente di faccia contro qualcuno, dopo aver udito un doppio “Pronto?” e un conseguente gemito di dolore.

-Ehi ma che cos-? Jimin!?- sgranò gli occhi Jieun vedendolo di fronte a sé:-Si può sapere perché mi vieni sempre a sbattere incontro? Cos’è? Siamo all’autoscontro e io non lo sapevo?- si riprese dallo shock temporaneo e incrociò le braccia fulminandolo con lo sguardo.

-Ah, ma che bella sorpresa! Buongiorno! Perché non guardi mai dove metti i piedi!? E poi dimmi, dovevo risponderti a quel cavolo di telefono o no? Mi hai tartassato tutta la sera ieri!-

-Argh, sai che sei davvero stronzo Park Jimin? Se ti chiamo ininterrottamente vuol dire che c’è qualcosa che non va, non pensi?-

-Oh scusami se non ho fatto il corso da indovino, miss “saputella”- si mise anche lui a braccia conserte sbattendo poi ritmicamente il piede contro il suolo ghiacciato:-Posso sapere il perché della tua insistenza?-.

-Ho detto a mia madre di te- disse Jieun deviando lo sguardo e puntandolo contro l’idrante giallo arrugginito alla sua destra. Jimin cominciò ad emettere continue risate aspirate.

-Stai scherzando-

-No-. Il sorriso beffardo del ragazzo finì presto nel tombino lasciando posto all’inespressività più totale.

-Me lo stai facendo apposta, tappetta!- cominciò ad aggredirla appigliandosi al discorso altezza, di cui Jieun non godeva molto:-Sentiamo, adesso che cos’altro dovrei fare?-

-Si tratta solo di una cena in famiglia, Jimin! Dopodomani devi essere a casa mia, mi raccomando sono al numero 16A- disse Jieun dando per scontato che il ragazzo sarebbe sicuramente venuto.

-No, mi rifiuto. Sai una cosa? Me ne vado. Sono stanco di te, della tua persona e di tutti gli ordini che sono costretto ad eseguire! Sei solo una despota! Pensi solo a te stessa, egoista!-. Jimin era esploso: come aveva potuto dire quelle cose a Jieun?
La ragazza si sentì improvvisamente il viso bollente e gli occhi cominciarono ad appannarsi, diventando più lucidi di un cristallo.

-…è tutto quello che hai da dire, Jimin?- domandò con voce tremante, trattenendo le lacrime e respirando a stento. Il ragazzo dai capelli color platino si fermò per un istante a guardarla con fare serio, poi emise un breve sbuffo col naso.

-Buona fortuna, Jieun-

►Angolo autrice:
안녕하세요 진구! Rieccomi con un nuovissimo capitolo, fresco di stesura. Le cose si stanno facendo assai complicate, che dite? Grazie sempre a chi segue e recensisce la storia, davvero vi adoro *-*
Come al solito, fatemi sapere che ne pensate del capitolo e se ci sono errorini così nell’eventualità corro a correggere.
Vi abbraccio! Fighting!

 
  
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