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Autore: Strange_Guy99    12/11/2016    1 recensioni
Crossover: Crybaby and Blurryface.
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Crybaby ride tra le sue lacrime. È una ragazzina che non ha mai avuto niente di buono dalla vita e che continua ad andare avanti nella speranza che qualcosa cambi.
Blurryface è un mostro. Odia con tutto sé stesso Tyler e lo scopo della sua vita è quello di annientarlo per poter essere vivo.
Tyler non vive. È una persona che preferisce osservare gli altri. Ha intrapreso una battaglia contro Blurryface ed in palio c'è tutto.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tyler gettò il suo zaino riempito fino all'orlo sul sedile posteriore del piccolo furgone di Josh.
Il ragazzo dai capelli color zucchero filato non aveva esitato un attimo: si era presentato alla vecchia casa dell'amico non appena aveva ricevuto la telefonata.
Tyler aveva perso.
Blurryface gli aveva letteralmente rubato la vita.
Non aveva più un posto dove stare e la sua ultima spiaggia era il suo migliore amico.
Si sentiva un verme; il non essere in grado di mantenersi da solo lo disgustava immensamente.
Josh continuava a ripetergli che non era un problema, che gli faceva solamente piacere, ma Tyler si sentiva di troppo.
Perché era dovuta finire così? Perché le sue paure lo avevano sopraffatto?
Un'unica e bruciante lacrima scese lungo la pallida guancia del ragazzo emotivo.
La sua storia non poteva finire in quel modo orribile.
Era impensabile che quello buono avesse perso.
Sentì le forti braccia di Josh avvolgersi attorno ai suoi fianchi, la testa del batterista si poggiò sull'incavo della spalla del cantante.
Gli sussurrava parole dolci che servirono solamente a peggiorare il suo umore.
Le lacrime adesso scendevano copiose e il povero Tyler singhiozzava disperato.
«Io non ti abbandono.»sussurrò Josh all'orecchio dell'amico. Persino il batterista si sentiva abbattuto.«Mettitelo bene in testa.»
Tyler rabbrividì di piacere non appena sentì le labbra dell'amico premute sul suo orecchio.
Abbozzò un triste sorriso.
«Ti voglio bene Josh.»sussurrò tra un singhiozzo e l'altro.
Il ragazzo emotivo si voltò, per guardare un'ultima volta la sua piccola dimora.
I suoi occhi carichi di tristezza si incrociarono con quelli del demone, che osservava la scena con soddisfazione dalla ex camera di Tyler.
Blurryface aveva vinto.
Era tutto suo e non poteva chiedere di meglio.
Si sentiva così fottutamente bene!
Il povero cantante serrò i pugni, conficcandosi le unghie nei palmi delle mani.
Tremava.
Un misto di rabbia e disperazione.
Era come se la terra sotto di lui si stesse disgregando, lasciandolo cadere in un buio  e tetro abisso.
Era morto.
Non aveva senso vivere in quella condizione.
Adesso non riusciva più a controllarsi, era caduto in ginocchio, le lacrime rigavano il suo volto e gridava disperatamente.
Josh era straziato.
Assistere alla caduta del suo compagno era uno spettacolo orribile e più cercava di aiutarlo, più la situazione sembrava peggiorare.
Non si sentiva abbastanza.
Si inginocchiò accanto all'amico, stringendolo tra le sue braccia con tutta la forza che aveva in corpo.
Avvertì una calda lacrima solcargli il viso dai tratti duri, ma non lo diede a vedere.
Lui doveva essere forte. Per Tyler.
«Va tutto bene, campione.»sussurrò con fare pacato.«Va tutto bene.»
Ma Tyler non sembrava volersi calmare.
L'intensità del suo pianto diminuì notevolmente, ma il modo in cui il suo corpo era scosso dai tremori destabilizzava totalmente Josh.
Non sapeva più che cosa inventarsi.
Si morse il labbro inferiore non appena avvertì il ragazzo emotivo agguantare un lembo della sua maglietta mentre si stringeva a lui.
«Non te ne andrai mai, vero?»domandò Tyler con il suo così tenero fare insicuro.
«Smetti di domandarmelo.»rispose il batterista sorridendo.«Rimarrò al tuo fianco, per sempre.»
Ma ecco che la nostra Crybaby, con la puntualità di un orologio svizzero, attraversò la strada, intenta a dirigersi verso la casa degli amichetti.
Quella scena che in un certo senso le ricordò una statua italiana che aveva visto nelle foto di uno dei numerosi viaggi del padre la scosse particolarmente.
Non capiva.
Perché il ragazzo dai capelli di zucchero filato era lì, inginocchiato accanto al tenero Tyler? Ma soprattutto, perché il tenero Tyler era in lacrime?
Per un attimo trovò buffo quel fatto. Era sempre stata lei quella in lacrime.
Si fermò in mezzo alla strada deserta, osservando quei due con fare perplesso.
Che cosa era successo? 
Poco ma sicuro, il suo amico aveva bisogno di lei.
Corse verso il duo, ma venne fulminata dagli occhi scuri del batterista.
«Non sei desiderata qui.»sussurrò con fare maligno.
Crybaby rabbrividì, facendo un passo indietro.
Cosa era successo? Aveva sbagliato qualcosa?
«Non capisco.»rispose lei balbettando, la voce spezzata da un singhiozzo.
Non aveva più pianto.
Sapeva benissimo che cosa aveva fatto, non era una bambina stupida.
Fingeva solamente di negare, magari tutto sarebbe stato dimenticato.
Era tutta colpa del bacio con Blurryface.
Aveva rovinato tutto.
Non voleva assolutamente perdere Tyler e si era resa conto troppo tardi che Blurryface non era diverso da Johnny.
La usava.
Tuttavia non si pentiva di niente; in fondo al suo cuore provava dei sentimenti sinceri per quel demone.
Ma non era pronta a rinunciare ad una persona dal cuore grande quanto quello di Tyler. 
Era sempre stato comprensivo con lei: l'aveva aiutata con Johnny, l'aveva rimproverata quando si era lavata la bocca col sapone, ma soprattutto le aveva confessato i suoi veri sentimenti attraverso una bellissima canzone.
Non poteva gettarlo via come se fosse un orsetto di peluche.
Gli voleva troppo bene.
Ma Tyler non apprezzava la falsa innocenza della ragazza.
Scattò in piedi, tenendo lo sguardo incollato sugli occhi della bambina che assunse immediatamente un'aria colpevole.
«Non capisci?»domandò Tyler con un tono di voce esageratamente alto.
Crybaby chiuse gli occhi, le sembrava di sentire suo padre.
Ma sapeva di meritarselo. Se lo meritava tutto.
Tyler indicò senza ritegno la finestra dalla quale il demone osservava il tutto, ridendo senza sosta.
«Quella cosa mi ha portato via tutto!»gridò il ragazzo non più molto emotivo con tutta l'aria aveva nei polmoni.«La mia casa, le mie cose, la mia famiglia, la mia vita!»
I suoi occhi non si staccavano da Crybaby che assomigliava sempre di più ad un cerbiatto indifeso.
Ma doveva farle capire il suo errore. L'errore che aveva sancito la sua fine.
«Non ho più niente!»continuava ad urlare.«Sono un fottutissimo Goner!»
Il respiro di Tyler si faceva sempre più pesante, la sua cassa toracica continuava a muoversi su e giù.
I suoi occhi adesso incollati a terra.
Non aveva finito. C'era un altra cosa che doveva dire.
Una cosa grossa che tuttavia sentiva il bisogno di urlare al mondo.
«Ma soprattutto ho perso te, Crybaby.»scosse la testa per poi puntare nuovamente gli occhi su quella bambola di porcellana.«Perché ti amo, porca puttana!»
Seguì un attimo di silenzio durante il quale Tyler si sentì bene.
Si era tolto un peso enorme dall'anima e adesso si sentiva come alleggerito.
«Ti amo anche io, Tyler.»sussurrò la piccola e indifesa Crybaby.
Era giunto il momento di prendere una decisione.
Non poteva più esitare.
Doveva scegliere, ed aveva scelto Tyler.
Si rispecchiava in lui.
Entrambi avevano sofferto tanto ed entrambi avevano bisogno l'uno dell'altra per mantenere la sanità mentale.
Crybaby senza Tyler era debole.
Tyler senza Crybaby non era niente.
I loro cervelli erano malati, ma andava bene così.
Certo, era stata una decisione molto avventata, ma più Crybaby osservava il volto stupito di Tyler, più si convinceva che lui fosse quello giusto.
Era un bellissimo ragazzo, dolce, comprensivo, pronto a farsi in quattro per le persone a cui voleva bene.
Ma era veramente pronta a fare lo stesso per lui?
Certo che lo era.
Gli avrebbe portato i cerotti per quando le sue delicate mani avrebbero colpito la terra. Avrebbe tolto le rotelle dalla sua bicicletta. Lo avrebbe fatto maturare. Sarebbe rimasta con lui.
Avrebbe guidato la sua bici con lui, completamente svestita, verso nuovi orizzonti.
Con Tyler.
Perché aveva scelto Tyler.
«Fuggi con me.»
Furono le uniche parole che il ragazzo emotivo riuscì a sussurrare.
Non ci poteva credere.
È stato tutto così improvviso.
Crybaby lo amava. Nonostante ciò che era successo con Blurryface.
Il loro amore era simile a quello dei bambini.
Puro. Casto. Innocente.
Basta pronunciare due parole ed è subito felicità.
Tyler realizzò ciò che aveva detto e osservò Josh.
Infondo sarebbero stati da lui e imbucare un ospite da un amico senza permesso sarebbe stata una gran cafonata.
Josh si avvicinò a Tyler, assicurandosi di tenerlo ben vicino a sé, mentre osservava attentamente Crybaby.
«Lo ami davvero?»domandò il batterista con fare pungente.«Dopo tutto quello che hai fatto?»
La ragazzina annuì spasmodicamente.
«Ero triste e sola, Josh.»annunciò lei, mugolando.«Perdonatemi, vi prego.»
«Non hai risposto alla mia domanda.»replicò gelidamente il ragazzo dai capelli rosa.
Tyler si sentiva in imbarazzo, ma non fermò il suo amico.
Voleva vedere quanto Crybaby avrebbe combattuto.
«Lo amo!»gridò la bambina in tutta risposta.«Amo ogni cosa che fa! Amo quando mi aiuta, nonostante tutte le stupide stronzate che faccio.»
«E tu, Tyler? La ami?»
«Il mio cuore è un'armatura.»rispose Tyler con un sorriso stampato in volto, incapace di staccare gli occhi dalla sua piccola bambola.«E lei è una lacrima nel mio cuore.»
Josh sorrise, annuendo soddisfatto, per poi spingere il suo compagno dritto tra le braccia di Crybaby.
Tyler le rivolse un sorriso impacciato e la ragazzina non poté fare a meno di arrossire esageratamente.
Si guardarono per un po' di tempo dritti negli occhi, incerti sul da farsi.
Entrambi si desideravano, ma erano troppo timidi per fare la prima mossa.
Per ora bastava loro questo: l'essere l'uno tra le braccia dell'altra, mentre erano i loro sguardi a parlare per loro.
Josh li guardò intenerito; non si sentiva di troppo, affatto.
Se Tyler era felice, lui era felice.
Infondo, pensò, non sarà così male averli in casa.
Aprì la portiera anteriore e si sedette sul sedile, osservando l'immensa strada che si stendeva davanti a loro.
Qualcosa di nuovo stava per iniziare, per ognuno dei tre.
«Si parte!»gridò il batterista con fare euforico prima di mettere in moto il suo furgone.
Tyler prese timidamente la mano di Crybaby, per poi scortarla nella magica vettura di Josh, tenendola il più vicino possibile.
Si sedettero entrambi nella parte posteriore del furgone. Era stato Josh ad insistere.
Non appena il batterista ingranò la marcia, la ragazzina poggiò la delicata testa sul petto del cantante.
Si morse il labbro inferiore, insicura.
Era incerta sul proprio futuro.
Che cosa avrebbe fatto adesso? Che cosa avrebbero fatto insieme?
La loro vita sarebbe cambiata completamente, tutto sarebbe ricominciato da zero e non era sicura di essere pronta.
Aveva paura che la vecchia Crybaby potesse risorgere.
Non voleva essere conosciuta di nuovo come la bambina triste e frignona che era solita ad essere, lei era cambiata.
Si era trasformata: da Crybaby al Cappellaio Matto.
Sentì una mano forte ma insicura avvolgersi attorno al suo mento, alzò gli occhi e vide il volto rassicurante di Tyler.
«Hai paura?»le domandò con un sussurro intenso.
La ragazzina annuì, senza proferire parola.
L'intensità di quel momento era palpabile.
«Anche io.»rispose il ragazzo emotivo per poi piegare le fini labbra in un candido sorriso.«Ma finché siamo insieme, siamo invincibili.»
A quel punto non poterono più trattenersi.
Si baciarono.
Le loro labbra si fusero in una cosa sola.
Non potevano più resistere, quel bacio era un impulso naturale, come la fame e la sete.
Rimasero in quel modo per quelli che sembravano giorni, anni, ma a nessuno dei due importava niente.
Il tempo era come fermo.
Josh li vide attraverso lo specchietto.
Sorrise, soddisfatto, non potendo fare a meno di chiedersi quando avrebbe incontrato il suo vero amore.
Poi premette sull'acceleratore, guizzando via da quell'opprimente cittadina.

*

«Che stai facendo, bambola?!»si domandò Blurryface non appena vide Crybaby salire in quello schifoso furgone.
Mano nella mano con quello sfigato del cazzo?!
Qualcosa non quadrava.
Quella ragazzina non poteva permettersi di giocare con i sentimenti del demone per poi sparire.
Era inconcepibile!
Lui era stato scelto, non Tyler.
Era stato lui ad essersi preso per primo le labbra di Crybaby.
E chi primo arriva meglio alloggia, giusto?!
Crybaby gli apparteneva, era roba sua, non di Tyler.
Corse via da quella che era diventata la sua camera.
Una corsa spasmodica e disperata.
Doveva fermare quello scempio. Tyler stava commettendo un vero e proprio furto.
Quello era il suo giocattolo, la sua fonte di distrazione.
L'unica cosa che avesse mai amato nella sua vita.
Non poteva portargliela via!
Le mani scure agguantarono la maniglia della porta della sua nuova reggia, spalancandola con un colpo preciso.
Era veramente stato sostituito da Tyler? Perché?
Non era abbastanza per Crybaby? Aveva sbagliato qualcosa.
Si sentiva colpevole. Era sicuro di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Ma come avrebbe potuto correggersi? Era nato da poco più di un giorno; fino ad allora poteva solamente immaginare come trattare gli essere umani.
Era sempre stato uno spettro, un parassita.
Aveva ferito la ragazzina in qualche modo? Non era sua intenzione farlo, ma non poteva capire di stare sbagliando.
Realizzò troppo tardi che l'auto era sfrecciata via.
Era solo.
Non aveva più Crybaby, non aveva più nemmeno Tyler.
Era questa la vita?
Un perenne sentimento di vuoto?
Se quello significava vivere, non voleva farlo.
Si sentiva male. Aveva bisogno di qualcuno.
Rimpiangeva la totale assenza di sentimenti con la quale aveva vissuto da quando ne aveva ricordo.
«Crybaby.»
Riuscì a dire solamente questa parola con un filo di voce.
Poi iniziò a gridare.
Un grido acuto, forte, carico di desolazione proveniente direttamente dalla sua anima.
Blurryface aveva tutto, tranne che l'unica cosa che voleva veramente.
Tyler non aveva niente, tranne che l'unica cosa che aveva sempre voluto.
  
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