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Autore: Robigna88    13/11/2016    1 recensioni
Allison Morgan credeva di essersi lasciata alle spalle gli Originali con i loro drammi, i loro segreti e quel sempre e per sempre in nome del quale avrebbero fatto qualunque cosa. Sono suoi amici e vuole loro bene ma ha già abbastanza problemi e nemici di cui occuparsi e non vuole avere a che fare anche con quelli dei Mikaelson. Questo fino a quando Rebekah non la chiama in cerca di un aiuto per trovare un posto sicuro per lei e la piccola Hope e orde di cacciatori sono pronti a raggiungere New Orleans in seguito a strani avvenimenti che hanno attirato la loro attenzione. Allison si sente in dovere di avvertire Klaus ed Elijah; solo avvertirli e niente di più. Una volta arrivata nella città del Quartiere Francese però, tutto cambia e lei viene risucchiata dai loro problemi, come già le era successo in passato. Decide quindi di rimanere per un po'. Nel frattempo, in Kansas, Dean e Sam Winchester, avvertito il tumulto tra i cacciatori decidono di partire per New Orleans ed indagare senza sapere però che quel caso-non caso li condurrà dritti dalla loro amica cacciatrice e dai suoi strani amici.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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19.

LA PREMONIZIONE

 

 

 

 

 

"Grazie" Allison sorrise alla cameriera mentre si toglieva gli occhiali e il cappello e li poggiava sulla seduta lì accanto. Con un sospiro lanciò un'occhiata alla torta di mele che le stava davanti; aveva un aspetto magnifico e il suo stomaco brontolava affamato. "Se sicuro di non volere una fetta di torta? Ti assicuro che è ottima, vengo qui quasi ogni mattina da quando sono a New Orleans."

Elijah sorrise scuotendo poco il capo e bevve un sorso del suo tè. "Sicuro" confermò. "Quindi è qui che tu e Marcel venite a fare colazione al mattino?"

Allison arricciò la bocca. "Vuoi davvero parlare di me e Marcel? Perché io non ho alcun problema a farlo."

"No, credo che passerò."

"Ne ero certa" la cacciatrice bevve un sorso di caffè scottandosi poco la lingua. "Allora, di cosa volevi parlarmi?"

"Freya ha fatto un sogno che ti riguarda, o almeno crediamo che riguardi te."

"Credete?"

"Ha detto che era tutto molto confuso, anche quando le ho mostrato la tua foto ha detto che non era sicura al cento per cento, ma non è questo il punto."

"Tua sorella, che non conosco e che non mi conosce ha fatto un sogno che mi riguarda e non è questo il punto? E quale sarebbe allora?"

"Il punto è" l'Originale si fermò e sorrise ad una bambina che gli era appena passata accanto con la mano stretta in quella della madre. "Il punto è" riprese, "che nel suo sogno tu... morivi."

Allison rimase con la forchetta a mezz'aria e lo guardò negli occhi. I due bocconi di torta che aveva mangiato sembrarono girarle dentro lo stomaco e le guance le si colorarono, o almeno le parve di percepire un lieve calore. La preoccupazione però lasciò subito il posto ad una specie di consapevolezza che in qualche modo la rincuorò ma che, ne era sicura, sarebbe stata difficile da spiegare ad Elijah.

"Tutto qui?" domandò.

"Che significa tutto qui? I sogni di mia sorella non sono mai solo sogni Allison, perché la cosa sembra non turbarti affatto?" La voce dell'Originale si fece quasi severa ma la donna sapeva che erano per lo più preoccupazione e paura per le sue sorti.

"Mi turba" spiegò lei poggiando la forchetta sul piatto. "E mi spaventa anche ma..." cerca di trovare le parole giuste, si disse. "Il punto è, Elijah, che non è la prima volta che una qualche premonizione annuncia che sono in pericolo. È già successo in passato ed eccomi ancora qui."

"È questa la tua risposta? È già successo e quindi non faremo nulla al riguardo?"

"Cosa dovremmo fare esattamente?"

"Non lo so... tanto per iniziare potresti venire con me a conoscere Freya, magari vedendoti, con un contatto saprà capace di dirci di più."

"Se la cosa ti fa stare più tranquillo allora va bene, incontrerò Freya e ascolterò quello che ha da dire."

"Grazie" mormorò Elijah anche se doveva ammettere di essere un po' confuso. "Allora ci andremo subito dopo colazione."

"Non posso" Allison scosse il capo. "Dopo colazione devo occuparmi di una cosa ed è proprio di questo che volevo parlarti. Anche io ho fatto un sogno e anche se non sono una potente strega millenaria ti assicuro che anche i miei sogni non sono solo sogni."

"Cosa hai sognato?"

"Ho sognato Aiden, anzi per essere più precisi, la sua morte." Spiegò. "Voglio sapere tutto di lui perché voglio evitare che quello che ho visto si avveri."

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

L'appartamento di Josh era piccolo ma carino; Allison ne aveva visto solo l'esterno un giorno che aveva accompagnato Marcel ad una specie di riunione col giovane vampiro. Non era voluta salire, nonostante fosse stata invitata a farlo perché non aveva ancora ben chiara tutta quella storia della premonizione e non aveva voluto correre il rischio di imbattersi in Aiden, ma stavolta doveva farlo volente o nolente, anche se non ci aveva ancora capito molto.

Elijah bussò due volte con calma e la cacciatrice sentì il cuore accelerare di un battito, il cappello che aveva sembrò scaldarle il capo ed il viso ma la sensazione durò un istante. Un istante che però non sfuggì all'Originale.

"Stai bene?" le chiese infatti guardandola.

Lei scosse il capo ma non disse nulla, certa che in fondo lui capisse i suoi pensieri in quel momento. Non le era mai piaciuta quella storia delle visioni anche se, come Sam le aveva detto una volta, è meglio sapere prima cosa accadrà così possiamo quantomeno provare ad evitarlo. Peccato però che – a parte una sola volta – non erano mai riusciti a risolvere nulla. Quella unica volta che avevano evitato la tragicità della visione era stato in Kansas, in quella che era stata la casa dei Winchester fino alla tragica morte della loro madre.

"Vuoi che ci parli io?" le domandò ancora Elijah, lo sguardo scuro cercò il suo accompagnato da un sorriso gentile.

"No, se ho visto quello che ho visto è perché in qualche modo riguarda me, è giusto che lo faccia io."

L'Originale annuì pensando che era stato persino stupido chiederglielo; Allison Morgan non si sottraeva mai alle proprie responsabilità, nemmeno se erano le più dolorose e difficili. La porta si aprì proprio in quel momento e Josh li fissò perplesso coi capelli umidi e una camicia chiara abbottonata a metà.

"Ciao ragazzi" disse loro con un sorriso imbarazzato abbottonando quello che era rimasto aperto. "Cosa vi porta qui?"

"Hey Josh" lo salutò la cacciatrice. "Scusa se piombiamo qui a quest'ora del mattino. È colpa mia in realtà, Elijah mi ha solo accompagnata."

"Non c'è problema" sorrise l'altro. "Stai bene Allison? Sembri... preoccupata."

"Lo sono un po' in effetti..." confermò lei. "Aiden è qui?"

"Sì, è sotto la doccia" Josh indicò la casa con un dito. "Entrate pure."

Elijah ed Allison lo fecero e lei si mise a sedere sul divano poggiando il cappello sul piccolo tavolino di legno davanti. "Josh, temo di non portare buone notizie" iniziò. "Ma riguardano Aiden quindi forse è meglio se aspettiamo che finisca con la doccia."

"Cavolo" mormorò Josh scuotendo poco il capo. "Che faccia scura. Vado a dirgli di darsi una mossa."

Allison annuì e Josh lo fece.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Molte ore dopo, quando finalmente tornò a casa, era sera ed Elijah insistette per accompagnarla fin dentro l'appartamento. Non voglio lasciarti sola, le aveva detto dopo la giornata difficile che aveva trascorso. Prima dover dire ad Aiden che una sconosciuta forza oscura stava per abbattersi su di lui, poi Freya con la sua profezia di morte, infine brutte notizie da parte dei Winchester... Allison avrebbe potuto far presente all'Originale che non sarebbe stata sola, che sicuramente Marcel sarebbe passato ma la verità era che non era del bel vampiro dalla pelle color ebano che aveva bisogno in quel momento, ma del misterioso Originale in completo che sapeva leggerle fin dentro l'anima con un semplice sguardo.

"Casa dolce casa" sussurrò la donna quando lui richiuse la porta. "Anche se oggi non c'è stato nulla di dolce ad essere onesti." Elijah rimase in silenzio ma si tolse la giacca e arrotolò con cura le maniche della camicia fino al gomito facendola corrugare la fronte. "Cosa stai facendo?"

"Ti preparo la cena."

"È molto gentile da parte tua, ma non ho appetito. Magari ordinerò una pizza più tardi."

"Non se ne parla" lui scosse il capo. "Hai bisogno di una cena vera" aprì il frigo e ci guardò dentro tirando fuori una scatola dentro la quale c'erano due involtini primavera. "E fresca soprattutto. Da quanto tempo questi stanno lì dentro?" le chiese poggiandola sul ripiano di acciaio.

"Da due giorni credo, non lo so per certo" Allison lo raggiunse. "Ma sono certa che sono ancora buoni e non credo che troverai molto con cui cucinare in quel frigorifero. Non faccio la spesa da un po' e comunque devo raggiungere i Winchester per qualche tempo, partirò domani sera al massimo, quindi..."

"Non credo che dovresti andare."

"Come scusa?"

"Allison, hai sentito cosa ha detto mia sorella Freya, vorrei che tu rimanessi dove posso proteggerti, e cioè qui."

La cacciatrice si inumidì le labbra. "Elijah, non metterò la mia vita in stallo solo perché una profezia dice che sono in pericolo. Io vivo nel pericolo, ogni giorno della mia vita. E so badare a me stessa."

"So che sai farlo ma non credo che tu capisca la gravità della situazione o forse sì e non te ne importa."

"Elijah..."

"A me importa Allison" la interruppe lui. "Fa un'enorme differenza per me saperti viva e in salute e sono certo che se raccontassi tutto ai tuoi amici anche per loro ne farebbe e non ti chiederebbero aiuto per nulla, proverebbero invece ad aiutare te."

"Perché?" lei ridacchiò nervosamente. "Perché fa tutta questa enorme differenza per te El? Ci vediamo due volte all'anno, quando va bene, e non andiamo mai da nessuna parte, rimaniamo sempre fermi nello stesso stramaledetto punto. Sai, analizzando oggettivamente la situazione noi non siamo neppure amici forse, siamo dei semplici conoscenti."

"Perché parli così?"

"Perché lo stai facendo di nuovo Elijah" gli disse lei con calma. "Mi guardi e mi parli come se provassi per me quello che io provo per te ma non è così e questa cosa mi fa più paura di quello che ha detto Freya."

Elijah deglutì a vuoto e abbassò per un attimo lo sguardo. "Io non..."

"Non dire che è complicato Elijah perché non lo è. Se non ricordo male eravamo d'accordo sul fatto di essere solo amici. Hai detto che credevi anche tu che fosse la cosa giusta."

"Non era quello che intendevo" mormorò lui. "Quando hai detto..."

"Non farlo" lo interruppe lei. "Perché io intendevo esattamente quello che ho detto. Mi guardi con affetto Elijah, forse persino con amore. Ma non con quel tipo di sentimento che sto cercando... non mi guardi come guardi Hayley ed è quello il tipo di amore che voglio. È quello il tipo di amore che io provo per te."

"Va tutto bene qui?" la voce di Marcel arrivò di improvviso ed Allison si chiese da quanto fosse lì, sperò non da tanto perché anche se sapeva che dovevano parlare non era quello il modo in cui sperava di iniziare il discorso.

"Benissimo!" Esclamò proprio lei annuendo. "Elijah stava andando via."

Elijah Mikaelson se ne andò.

 

   
 
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