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Autore: Hil 89    16/05/2009    1 recensioni
Teddy Remus Lupin è sempre stato attratto dall'incanto della Luna Piena. Si chiede spesso come mai una cosa cosi meravigliosa possa aver causato tanto dolore. I pensieri del giovane Lupin in una notte di luna piena, e poi un incontro. Con l'unica persona che sa di amare veramente: Victoria Weasley. Mi è venuta di getto, leggetela se vi va e lasciate anche qualche piccolo commento. Grazie. Saluti, HiL
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luna Piena



“E’ un maschio! L’abbiamo chiamato Ted, come il padre di Dora!”
- Harry Potter e i Doni della Morte -



Ted Remus Lupin era seduto sulla balaustra della Torre di Astronomia, le gambe sospese nel vuoto. Amava guardare le stelle da lassù. Immerso nel silenzio e nel buio, illuminato solo dei raggi deboli della luna.
Quella notte era piena.
Adorava quel satellite, la sua luce tenue, il suo bianco candore… E pensare che quella stessa cosa meravigliosa era la maledizione di suo padre.
Già, il suo papà: Remus J. Lupin. Un lupo mannaro.
Non l’aveva mai conosciuto, come d’altronde non aveva mai incontrato sua madre: Ninfodora Tonks. Entrambi vittime della Grande Guerra.
Aveva pochissimi ricordi dei genitori, in fin dei conti lui era poco più di un neonato. Era stato cresciuto da sua nonna Andromeda Black, che non gli aveva mai fatto mancare niente e gli aveva donato tutto l’affetto possibile. Questo è stato reso possibile anche grazie all’aiuto di tutti gli amici dei suoi genitori, compreso il suo padrino: Harry James Potter.

Un leggere soffio di vento lo fece rabbrividire, distogliendolo dai suoi pensieri. Osservò ancora la luna piena e non potè evitare di pensare a guanto quella sfera fosse magica.
Ne era veramente incantato.
Non riusciva mai a distogliere lo sguardo.
Come poteva una cosa così bella causare tanto dolore?
Non riusciva proprio a spiegarselo.
Socchiuse gli occhi e riportò la mente a quel giorno, il giorno il cui Harry gli rivelò la vera natura di suo padre.


“Cosa?! Mio padre era un lupo mannaro? Non ci posso credere…” la voce leggermente spaventata del giovane fece quasi sorridere il bambino sopravvissuto.
“Teddy non c’è niente di cui spaventasi. Tuo padre era una delle persone migliori che conoscevo. Era un licantropo e allora? Questo non cambia assolutamente quello che era” rispose con voce calma.
“Però…”
“Ascoltami bene, tuo padre era una persona eccezionale. Devi credermi. Era uno dei migliori amici dei miei genitori, è stato anche un mio professore per un anno e ti posso assicurare che la maledizione della luna piena era solo un’ombra. Era una persona buona, dolce”.
Il bambino lo guardava negli occhi mentre parlava, il cuore batteva forte nel suo piccolo corpo, Harry Potter gli accarezzò una guancia e poi continuò: “Quando ha saputo che sarebbe diventato padre il suo primo pensiero fu rivolto a te. Aveva paura di aver trasmesso a te la sua maledizione. Voleva andarsene, era in crisi, non voleva assolutamente che tu provassi lo stesso tormento che aveva devastato lui. Quando poi venne a sapere che tu non eri stato contaminato dal suo sangue infetto, beh, non faceva alto che sorridere ogni volta che gli chiedevamo come stava Dora. E il giorno che sei nato, non me lo dimenticherò mai”. Un sorriso sincero prese forma sulle labbra del bambino sopravvissuto. Un gesto che contagiò anche il piccolo Lupin, che spinto dalla curiosità guardò il padrino e gli chiese: “Cosa è successo?”
“Non stava più nella pelle! Si è catapultato a casa di Bill e ci ha dato la notizia. Poi mi ha guardato e mi ha chiesto se volevo essere il tuo padrino. Poi abbiamo brindato e continuava a dirci che i tuoi capelli cambiavano colore, che assomigliavi moltissimo a tua madre, ma che lei, invece, sosteneva che eri la sua fotocopia. Ti posso assicurare che non ho mai visto tuo padre più felice di quel giorno”
Ted guardò Harry e sorrise un’altra volta. Poi di slanciò abbraccio il padrino, mentre alcune lacrime rigarono il suo volto.


Una lacrima solitaria scese dagli occhi del giovane Lupin mentre il ragazzo continuava a fissare la luna piena.
Un amaro sorriso nacque dalle sue labbra.
Mi mancate, lo sapete?” sussurrò guardando il cielo.
Strinse forte il pugno sinistro e con un rapido gesto dell’ altra mano si asciugò la guancia.
Puntò il suo sguardo chiaro verso il firmamento e non si accorse della porta che si aprì alle sua spalle.

“Ero sicura che ti avrei trovato qui”

Quella voce l’avrebbe riconosciuta tra mille.
Dolce e soave, delicata e morbida.
Come d’altronde era lei: Victoria Weasley.
Si voltò e il suo sguardo si perse negli occhi azzurri di lei. Scese con un gesto sicuro dalla balaustra e rimase appoggiato al muro, senza allentare il suo sguardo da quello della giovane.
La ragazza fece un sorriso timido e mosse qualche passo verso il Tassorosso, si fermò ad una manciata di centimetri dal corpo del ragazzo.
“E’ tutta la sera che ti cerco” disse piano.
“Scusami” rispose debolmente il giovane, mentre i suoi capelli cambiarono colore, diventando rossi.
Victoire gli accarezzò una guancia sorridendo, non disse una parola, si alzò sulle punte e congiunse con delicatezza le loro labbra.
Il cuore di Ted aumentò i suoi battiti, succedeva sempre. Ogni volta che lei era nei paraggi il suo cuore galoppava come un matto.
La giovane Grifondoro si strinse al suo corpo mentre lui gli passava le braccia intorno alla vita e la strinse forte al petto, immergendo il viso tra i suoi capelli biondi.
“C’è la luna piena stasera” disse in un soffio.
“Lo so” rispose la ragazza, “Per questo sapevo che ti avrei trovato qui”.
Ted sorrise. Nessuno lo capiva meglio di lei. In fin dei conti non aveva segreti nei suoi confronti. Non poteva averli. Lo conosceva come le sue tasche, e non solo perché era la sua fidanzata da ormai due anni, ma perché per lei, lui era un libro aperto.Da quando si era reso conto di essere innamorato di lei, non era più riuscito a tenerle nascosto niente.
Victoire si allontanò da lui e lo guardò negli occhi. Si alzò sulle punte e si fermò a pochi millimetri delle sue labbra. Ted sorrise e poi chinò il suo viso verso quello di lei.
Il bacio che nacque da quell’incontro di labbra fu di una folle passione. I loro corpi erano uno pressato all’altro. La mani della giovane erano persi nei capelli, ritornati neri, del giovane, le mani del ragazzo invece erano salde sui fianchi della ragazza. Le loro bocche si incontravano, si separavano, le loro lingue seguivano una danza che era solo loro.
Si separarono con il fiato corto, gli occhi velati di un desiderio nascosto, le labbra rosse e gonfie e i cuori che battevano all’unisono.
Ti amo” sussurrò Ted mentre con il pollice accarezzava la bocca leggermente socchiusa della sua ragazza. Victoire sorrise, “Ti amo anch’io”.
Si guardarono ancora per un secondo negli occhi, poi come attratti da una calamita, i loro corpi si fusero un’altra volta.

Nel buio nella notte, due giovani corpi si cercarono, si trovarono e si unirono.
Non c’era niente all’infuori di loro.
Testimoni di quell’amore furono solo i raggi della luna piena.
Raggi leggeri, delicati, tenui e dolci.
Fasci luminosi che sono spesso testimoni di avvenimenti: eventi felici e dolorosi, spensierati e angosciati, gioiosi e tristi.
La luna piena rispende nel cielo buio sopra i due ragazzi e sembra quasi che sorride all’incontro di quelle due anime. Sembra che li osservi, che li custodisce e che sorrida.

Le notti di luna piena sono notti speciali, sono notti magiche.


Spazio per me....
Mi è uscita di getto, non so neanche se valga la pena pubblicarla, però ho voluto lo stesso farlo. Questa coppia mi piace davvero troppo. Ditemi cosa ne pensate se volete. Saluti, HiL
  
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