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Autore: pampu    15/11/2016    5 recensioni
Una è un incidente, due una coincidenza, tre uno schema e quattro... un fottuto guaio: ovvero come Stiles Stilinski si ritrovò innamorato dell'odiato Derek Hale
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non so davvero cosa dire. Stavo raccontando di come, a causa di un piccolo incidente famigliare, probabilmente rallenterò parecchio la scrittura della prossima storia quando blu992 mi ha scritto: “allora scrivi questa” e mi ha mandato una lista di quattro punti.
E così ho fatto ed è venuta fuori questa. Spero di non aver fatto troppi errori e, anche se fa un po’ schifo, spero vi piaccia un pochino.

 
 

Settembre 2017
 
Stiles non capiva com’era potuto succedere. Cioè sì, sa com’è successo ma non riesce proprio a capire il perché. Lui lo odia, lo odia con tutto se stesso. Se dovessero chiedergli chi è la persona che più odia al mondo, non avrebbe dubbi e risponderebbe sicuramente Derek Hale. Eppure riesce ancora a sentire il suo odore sulla pelle, perché sì, lui, Stiles Stilinski era stato a letto con l’arrogante, pallone gonfiato, costipato e con il culo più bello del mondo Derek Hale.
 
Ancora non aveva ben chiaro le dinamiche. Si trovava con Scott e Isaac a villa Hale come, non per sua volontà, succedeva da un paio di settimane. Era l’estate del diploma e lui e Scott avevano programmato di non fare assolutamente nulla se non passare più tempo possibile dal momento che, alla fine delle vacanze, si sarebbero dovuti separare per raggiungere i rispettivi college. Il problema è che quel tonto di Scott aveva scelto proprio quei mesi per rendersi conto di avere una cotta stratosferica con Isaac, nonché miglior amico di Derek Hale, e aveva deciso che sarebbe riuscito a conquistarlo prima della sua partenza. E Stiles, siccome si reputava un ottimo quasi fratello, decise di assecondare questa sua follia e quindi di dividere del tempo con loro. Già, peccato che quel Derek era davvero antipatico. Era più il tempo che passavano a discutere che il resto. Una volta stavano urlando da talmente tanto tempo che Isaac sbottò, consigliando loro di scopare. Ed evidentemente, quel giorno, decisero di prendere quel consiglio alla lettera. Isaac aveva ricevuto una chiamata urgente da suo padre che gli diceva di tornare subito a casa e Scott si era offerto di accompagnarlo. Salutò Stiles con un sorriso soddisfatto mentre il castano lo guardava allibito: era appena stato abbandonato dal suo migliore amico in una villa al bordo del bosco con quell’essere antipatico che lo guardava con un sopracciglio alzato. «Tu non te ne vai?»
 
Appunto.
 
«Non ci penso proprio a tornare a casa a piedi. Mi daresti un passaggio?»
 
«No» disse per poi chiudersi in casa.
 
Stiles restò fuori pensando a cosa fare. Perfetto, aveva anche cominciato a piovere! Sentì una grande rabbia prendere possesso di lui che lo portò a marciare verso casa Hale. Entrò senza bussare. «Senti un po’ bestione, non so chi ti credi di essere o cosa posso averti fatto per starti così sul cazzo ma, una volta ogni tanto, potresti anche provare ad essere gentile» urlò.
 
«Mi stai bagnando il pavimento» disse infastidito.
 
«Non me ne frega un cazzo.»
 
«Non ricordo nemmeno di averti invitato ad entrare.»
 
«Se non vuoi accompagnarmi a casa resterò qui finchè non smetterà di piovere.»
 
«Non credo ti convenga.»
 
«Perché? Non mi fai paura.»
 
«Dovresti» ribattè Derek ad un soffio dal suo viso.
 
Possibile che Stiles non si fosse reso conto del momento in cui si era avvicinato così tanto? Ma il ragazzo era testardo e non aveva la minima intenzione di farsi mettere i piedi in testa, così sostenne il suo sguardo. Una scintilla fece brillare gli occhi di Derek mentre le sue labbra si schiantarono su quelle di Stiles che, in un primo momento restò sorpreso ma, quando sentì la lingua di Derek entrare prepotentemente nella sua bocca, si lasciò andare e affondò le mani tra i capelli di Derek, rispondendo al bacio. Poi tutto diventava confuso nella sua mente: ricordava vestiti che cadevano; Derek che lo sollevava e lo portava in camera sua senza il minimo sforzo; Derek che lo preparava con attenzione appena si accorse che la sua apertura era vergine; Derek che entrava lentamente in lui; Derek che gli diceva che era bello; Derek che si perdeva in lui; Derek…
 
La pioggia aveva smesso di cadere da un pezzo quando si rivestirono in silenzio e Derek lo accompagnò a casa. Sempre in silenzio scese dalla macchina, chiuse la portiera ed entrò in casa. Pensò vagamente che era stato anche maleducato a non ringraziarlo ma poi si schiaffò una mano sulla fronte dandosi dell’idiota: non doveva assolutamente niente a Derek anzi, gli aveva dato fin troppo. Gli aveva concesso la sua prima volta e quello che era successo… era stato solo un incidente!
 
***
 
Natale 2017
 
Stiles non torna e Beacon Hills dall’inizio del college. Non ha più ripensato all’incidente con Derek, almeno non fino a quel momento. Stava girando tra le corsie del supermercato mentre leggeva la lista della spesa quando urtò contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Alzò gli occhi cominciando un lungo sproloquio che prevedeva lo chiedere scusa in diversi modi, quando i suoi occhi incontrarono quelli smeraldo di Derek che erano a dir poco furenti. Ci mise poco ad accorgersi che, quando aveva preso contro al moro, aveva rotto la bottiglia di sorbetto che teneva in mano, sporcandogli tutta la maglia. «Der, mi dispiace.»
 
«Passano i mesi ma resti sempre il solito idiota.»
 
«Non ho fatto apposta e ti ho già chiesto scusa. Se vuoi ti presto una maglia delle mie così non devi tornare a casa in queste condizioni.»
 
Derek non rispose, ma lo seguì fino a casa, entrò e, quando raggiunsero la camera da letto di Stiles, si tolse l’indumento sporco, restando a torso nudo e ispezionò con attenzione tutte le maglie del ragazzo. «Secondo te come ci entro in queste?» disse mostrandogli un’imbarazzante maglietta a strisce blu e arancio.
 
«Provane un’altra» sussurrò in risposta, deglutendo a fatica, con la gola improvvisamente secca.
 
«Sono tutte così.»
 
«Non è colpa mia se hai tutti quei muscoli» si lasciò sfuggire mentre osservava gli addominali tonici di Derek.
 
Derek lasciò cadere la maglia e si avvicinò felino a Stiles. «Ti piacciono?» chiese prendendo una mano del ragazzo e poggiandola sul suo petto.
 
Il cervello di Stiles andò completamente in blackout. «Da morire» riuscì a rispondere prima di lasciarsi andare a aggredire le labbra del compagno.
 
Si baciarono, si morsero, si accarezzarono e si scoprirono, questa volta con più calma rispetto alla volta precedente. Nonostante la voglia che traspariva entrambi si presero il loro tempo, come se, in qualche modo, non volessero che quell’esperienza si concludesse troppo presto. Derek entrò delicatamente in lui, per poi spingere con vigore mentre teneva i polsi di Stiles bloccati sopra la testa. Il castano gemeva senza ritegno e senza vergogna: in quei mesi di college aveva avuto esperienze sia con ragazzi che con ragazze ma nessuno era mai riuscito a farlo godere così. Arrivarono al culmine nello stesso momento e Derek si lasciò cadere sopra Stiles che, istintivamente, passò le mani tra le ciocche corvine del compagno. Quella calma durò forse due minuti: appena Derek si rese conto della situazione si scostò dal tocco di Stiles, si alzò, prese i suoi vestiti sporchi e se ne andò, lasciando uno Stiles confuso e infreddolito, solo nel letto.
 
Era successo ancora, ma non voleva dire niente, vero? Stiles ci rimuginò tutta la notte prima di convincersi che era stata solo una coincidenza.
 
***
 
Aprile 2018
 
Stiles stava camminando nel cortile del college quando lo vide. Una risata isterica gli uscì dalle labbra, facendo girare alcuni dei pochi studenti rimasti per le vacanze di primavera. E lui era uno dei pochi che aveva deciso di non tornare a casa, non aveva materie da recuperare, semplicemente voleva evitare di incontrare Derek, lo stesso Derek che ora si trovava a pochi metri da lui mentre si stava guardando attorno alla ricerca di qualcosa. O più probabilmente di qualcuno visto la moretta che gli si lanciò tra le braccia, stringendolo con calore. Proprio lui che era così costipato! Qualcosa, che Stiles non seppe riconoscere, gli strinse il petto. Camminò verso di lui e lo urtò appositamente per poi scusarsi in maniera falsa, guardandolo con occhi lucidi e colmi di rabbia.
 
Era quasi arrivato alla sua camera quando si sentì sbattere contro il muro e un ampio petto schiacciarsi contro la sua schiena. Quel profumo lo avrebbe riconosciuto ovunque. «Che cazzo vuoi, Derek?»
 
«Non sono io quello che ti ha preso a spallate.»
 
«Ti ho fatto male?» chiese con voce di scherno.
 
«No, ma voglio capire perché l’hai fatto.»
 
«Cos’è? Ti ho fatto fare brutta figura con la tua bella?»
 
Un ringhio raggiunse l’orecchio di Stiles, che venne voltato con violenza e poi baciato da un Derek furioso e non solo. L’amplesso fu passionale e il moro marchiò ovunque il pallido corpo di Stiles che si contorceva sotto le attenzioni di Derek. Se ne andò dopo quasi un’ora. «È mia cugina» mormorò prima di uscire dalla camera.
 
Stiles rimase nudo, tra le lenzuola sfatte impregnate del loro odore a pensare. Orami non aveva dubbi: nei loro incontri c’era uno schema. Si arrabbiano, si provocano, finiscono a letto assieme e poi… silenzio.
 
E il silenzio non fa assolutamente parte di lui. Deve trovare un modo per risolvere la questione perché così non va proprio bene.
 
***
 
Giugno 2018
 
Stiles ci ha pensato davvero tanto prima di tornare. Suo padre gli aveva chiesto se preferiva andare in vacanza con i suoi amici per quell’estate ma a Stiles mancava troppo casa per non ritornare. Veramente sperava anche di incappare in un certo musone costipato ma non l’avrebbe mai ammesso. Anche se pensa di avere un problema: dopo l’ultima volta che si sono visti, Stiles aveva provato ad uscire con altre persone ma niente, perdeva l’interesse dopo poco tempo, spesso non arrivava nemmeno a fine serata prima di trovare una scusa e scappare.
 
Era tornato da due settimane quando finalmente accettò di uscire con Scott e Isaac (finalmente avevano deciso di mettersi insieme) e… Derek. Stiles restò in silenzio per tutta la serata, mente Scott gli faceva continue domande sempre più preoccupato. Con grande sorpresa di Stiles, Derek andò in suo soccorso convincendo i due piccioncini ad andare a ballare mentre loro due rimasero per qualche minuto in un silenzio imbarazzante. «Vuoi andare a ballare?» trovò infine il coraggio di chiedere Stiles.
 
«Non mi piace, però se tu vuoi andare non preoccuparti.»
 
«Non sono dell’umore.»
 
«Quel ricciolino in fondo ti sta mangiando con gli occhi da quando sei entrato.»
 
«Dubito voglia proprio me. E comunque non sono interessato.»
 
«Perché non dovrebbe essere interessato a te? Non sei così brutto.»
 
«Lo sono vicino a te.»
 
«Hai voglia di uscire di qua?»
 
Stiles annuì. Derek si alzò e, seguito dal ragazzo, attraversarono la pista da ballo per raggiungere l’uscita. Stiles si sentì afferrare per una spalla e, quando si voltò, si trovò davanti il ricciolino che gli aveva indicato poco prima Derek. «Vuoi ballare con me?»
 
«No, grazie.»
 
Ma il ragazzo non sembrò prendere bene il rifiuto e strinse maggiormente la spalla di Stiles, avvicinandosi al suo orecchio. «Andiamo, solo un ballo e poi andiamo a divertirci.»
 
Stiles tentò di divincolarsi senza alcun risultato. Sentì due mani poggiarsi possessive sui suoi fianchi e un forte petto contro la sua schiena. «Lui è impegnato con me, vai a farti un giro.»
 
A Stiles sembrò di andare a fuoco mentre un sorrisetto soddisfatto gli si dipinse sul viso.
 
«Mi va bene anche fare una cosa a tre» tentò il riccio.
 
«Non condivido, quindi te lo dico per un’ultima volta, sparisci!»
 
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa e se ne andò.
 
Stiles si voltò. «Grazie» sussurrò.
 
Derek non rispose ma lo baciò. Stiles sentì le ginocchia tremare e ringraziò mentalmente le mani di Derek che corsero a reggerlo o sarebbe crollato al centro della pista.
 
«Voglio di più» gli soffiò Stiles nell’orecchio quando sentì le mani prudergli dalla voglia toccare la pelle nuda del moro.
 
Derek lo prese per mano e lo condusse fuori dal locale. Raggiunsero la Camaro di Derek e salirono. Stava per mettere in moto quando Stiles lo bloccò e gli si mise cavalcioni. «Vuoi farlo qui?» ansimò Derek.
 
«S-sì.»
 
«Sei sicuro? Potrebbe vederci chiunque.»
 
«N-non importa. Sto impazzendo. Ti voglio.»
 
«Anch’io, ti voglio anch’io.»
 
Non si spogliarono nemmeno, fu una cosa veloce, quasi priva di attenzione. Eppure per Stiles c’era qualcosa di diverso: per la prima volta nella sua vita sentiva di essere nel posto giusto e con la persona giusta, si sentiva completo. A quella consapevolezza fu travolto da un improvviso orgasmo che lo sconvolse. Derek lo seguì poco dopo e, stupendolo, lo abbracciò. Sciolse le braccia poco dopo, lasciandogli un bacio sulla spalla. «È meglio se ci ricomponiamo e ce ne andiamo da qua. Vuoi che ti riporti a casa?»
 
«No, faccio due passi.»
 
«Sicuro?»
 
«Sì» disse per poi uscire dall’auto.
 
Camminò a passo lento continuando a ripensare all’accaduto. Questa volta non avevano seguito lo schema, non avevano litigato, avevano parlato un pochino e lui non era scappato subito dopo eppure si sentiva abbandonato. Merda! Questo era un fottuto guaio: lui, Stiles Stilinski, da qualche mese non trovava più odioso Derek Hale, anzi, lo pensava più del dovuto e non riusciva a trovare nessuno che potesse competere con lui. Merda due volte! Com’è possibile che abbia cominciato a provare qualcosa per quel ragazzo quando non sapeva quasi niente di lui?
 
***
 
Settembre 2018
 
L’estate era passata e Stiles non aveva più visto Derek anzi, per essere corretti, lo aveva visto più di una volta, ma quest’ultimo aveva cambiato direzione e lui non aveva avuto il coraggio di fermarlo.
 
Ci ha pensato davvero tanto, anche se forse la vodka che ha in mano non lo sta aiutando a vedere le cose in modo chiaro, anzi, gli gira un po’ tutto il locale. Lo stesso locale in cui, nel parcheggio, aveva fatto l’amore con Derek. Già, amore, perché per lui non era più sesso, forse non lo era mai stato. Con Derek era sempre stato tutto di più. All’inizio aveva dato la colpa la fatto che fosse stato il primo ma, con il passare del tempo, ha dovuto accettare il fatto che a renderlo speciale fosse proprio Derek.
 
I suoi occhi furono attirati proprio dalla figura del moro che stava entrando in quel momento, da solo. Stiles, incoraggiato dall’alcool, si diresse verso di lui e, con un sorriso malizioso, lo prese per mano e lo condusse in mezzo alla pista. Iniziò a muoversi in maniera sensuale, almeno per le sue condizioni. Le mani di Derek si spostarono sui fianchi e Stiles agganciò le braccia attorno al suo collo. «Sei ubriaco?»
 
«Forse un po’, è un problema?»
 
«Sì, ti preferisco quando sei tu.»
 
«Come fai a dirlo, non mi conosci nemmeno. Scopiamo e poi scappi. Perché te ne vai sempre?»
 
«Adesso sono qua.»
 
«Non abbiamo ancora scopato.»
 
«E non lo faremo.»
 
«Ti sei già stancato di me?»
 
«Stiles, è meglio se ti porto a casa.»
 
«Ecco, vedi? Sai fare solo questo» disse per poi sciogliersi dalla sua presa.
 
Con la coda dell’occhio intravide il ricciolino della volta prima e si diresse a passo sicuro verso di lui, invitandolo a ballare. Stiles sentì le mano del ragazzo ovunque, e non è nemmeno sicuro che gli piaccia la cosa, quando il riccio lo condusse nei bagni e cercò di infilargli la lingua in gola. Stiles tentò di liberarsi ma lui era troppo forte, allora chiuse gli occhi e sperò che qualcuno arrivasse a salvarlo. Sentì una sorta di ringhio e il suo corpo fu libero dal peso del ragazzo. Aprì appena un occhio e vide Derek davanti a lui che stava cacciando il riccio. Poi fu tutto confuso. Era quasi certo di aver vomitato e poi, non seppe esattamente come, si trovò davanti a casa sua, con Derek che lo aiutava ad entrare in casa. Fortuna che suo papà aveva il turno di notte e non era in casa o non avrebbe saputo come spiegare la cosa.
 
«Pensi di farcela?» gli chiedse Derek con voce dura mentre lo faceva sedere sul divano.
 
«Der…»
 
«Stai zitto!»
 
«Scusa…»
 
«Esattamente per cosa? Per avermi velatamente accusato di essermi approfittato di te? Per avermi provocato e poi lasciato come un cretino in mezzo alla pista? Per esserti avvicinato a quel tipo? Dio Stiles non ti facevo così stupido. Sai cosa sarebbe potuto succederti se non fossi intervenuto in tempo?»
 
«Non te l’ho chiesto.»
 
«Non ci voleva un genio per capire che non volevi essere lì.»
 
«Tu non mi volevi.»
 
«Non credo sia questo il momento di parlare.»
 
«Per te non lo è mai.»
 
«Buonanotte» disse per poi andarsene. Ancora una volta.
 
 
Sono passati tre giorni da quella sera e Stiles si ritrova davanti alla villa di Derek. Sta bussando da almeno cinque minuti ma nessuno risponde. Eppure lui è certo che il moro si trova in casa. Così decide di entrare e resta senza fiato quando lo vede avanzare verso di lui, ancora bagnato e con un asciugamano legato in vita. «Cosa vuoi?»
 
«Sono in missione di pace. Posso entrare?»
 
«Sei già dentro. Vado un momento a vestirmi e arrivo.»
 
Stiles si guarda attorno e si siede sul divano, agitandosi nervoso. «Allora, missione di pace per…?»
 
«Volevo chiederti scusa e poi ringraziarti.»
 
«Stiles non fa niente.»
 
«Forse per te, ma non per me. Per me è importante, tu sei… importante.»
 
«Cosa stai cercando di dirmi?»
 
Stiles prende un profondo respiro prima di cominciare a parlare. «Mi piaci, mi piaci davvero tanto. E non so come possa essere accaduto perché davvero, all’inizio ti odiavo. Ma poi è cambiato qualcosa e non so, sei diventato costante nei miei pensieri e nessuno era abbastanza… te. E posso capire se non vorrai più vedermi, mi sta bene. E se vuoi continuare a venire a letto con me ogni tanto, credo che mi possa andare bene anche quello.»
 
«Credi?»
 
«Sì, credo perché piuttosto che non averti mi va bene anche così. Anche se forse l’idea che tu vada anche con altre persone, potrebbe non farmi stare proprio bene.»
 
«Non faresti prima a chiedermi di uscire con te e basta?»
 
«Andiamo Der, sono abbastanza realista da accorgermi di come sei tu e di come sono io. Tu potresti avere chiunque mentre io…» sussurra abbassando gli occhi.
 
«Stiles, guardami!» dice sedendosi accanto a Stiles e prendendogli il mento tra le dita per alzarglielo. «Ti ricordi la prima volta che è successo?»
 
«Sì.»
 
«Cos’hai pensato?»
 
«Che fosse stato un incidente.»
 
«Che ho provocato io. E la seconda?»
 
«È stata una coincidenza. Ti sono venuto a sbattere contro e ti ho sporcato. Ti ho offerto un cambio e poi è successo.»
 
«Ero in macchina. Sarei arrivato a casa in dieci minuti, eppure ti ho seguito lo stesso a casa. Non ero certo di cosa sarebbe successo ma speravo lo volessi anche tu. Poi ho visto come mi guardavi e ti ho provocato. La terza volta cosa ti sei raccontato?»
 
«Ho pensato che ci fosse uno schema. Succedeva sempre quando ci scontravamo in qualche modo.»
 
«Quando ho capito che eri geloso credevo di impazzire. Non avevo mai desiderato qualcuno così intensamente. E l’ultima volta?»
 
«Non lo so. Ho solo pensato che mi piacevi davvero e che era tutto un fottuto guaio.»
 
«Ho visto quel tipo toccarti così sfacciatamente che avrei voluto ucciderlo.»
 
«Perché scappavi sempre?»
 
«Mi destabilizzi. Non sono mai stato attratto cosi da qualcuno e non so come comportarmi. E poi sei così giovane, hai il college, le tue esperienze da fare. E non voglio interferire in alcun modo con la tua felicità.»
 
«E se fossi tu la mia felicità?»
 
«Stiles, io rovino tutto ciò che tocco.»
 
«Mi hai conquistato senza il bisogno di toccarmi.» Derek alza un sopracciglio. «Cioè, sì. Fisicamente mi hai toccato, e anche molto in profondità. Ma non è quello che intendevo.»
 
«E se, conoscendomi, non dovessi piacerti?»
 
«Voglio provarci.»
 
«Ne sei sicuro?»

Stiles sorride e si mette a cavalcioni su Derek. «Ne sono più che sicuro» dice prima di unire le loro labbra.
   
 
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