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Autore: ToscaSam    15/11/2016    0 recensioni
Queste sono le pagine scritte da Sama di Suna
nella sua ora più disperata.
Ore di una vita che pareva infinita,
oppure no?
Jashin l'ha abbandonata
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(dal testo)
"Lavorava così, il Kazekage. Si sbarazzava degli scomodi. E io decisi di diventare scomodissima.
La notte è fonda ormai. Sto finendo la candela.
La foresta di Kusa fruscia docilmente sotto le carezze del vento.
Sono stanca di pensare."
***********
"< Sama> mi disse.
< Prendi la falce e seguimi. Oggi andiamo molto più lontano>.
< Perché?> chiesi io, forse falsamente innocente.
< Perché è quello che cazzo ho deciso> Hidan è sempre stato famoso per la sua finezza d'espressione."
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Sama è stato il mio primo, primissimo original character. Volevo scrivere la sua storia, dall'inizio alla fine e mi è piaciuta l'idea di farlo attraverso pagine di una specie di diario. La storia sarà quindi apprezzabile nella sua interezza solo alla fine, grazie al puzzle completo che ne uscirà.
Genere: Guerra, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Naruto Shippuuden, Più contesti
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V
 

Foresta di Nara,
circa l'una di notte
 
 
Nella mia vita ho avuto poche cotte … e un vero amore.
Gaara, certo, è stato la mia prima cotta.
Come ho già detto, quel ragazzino così solo, triste, arrabbiato e pericoloso, mi affascinava moltissimo.
Quanto l'ho spiato, da bambina.
Ero veramente tremenda, però, a quei tempi. Un conto era fingere l'innamoramento anche a me stessa; un altro era l'impegno attivo per sovvertire l'ordine del Kazekage.
Avevo cercato di ucciderlo circa tredici volte: le prime quattro ... diciamo che furono tentativi davvero sciocchi, ma che potevo farci … avevo cinque anni.
Col tempo smisi di creare trappole all'ingresso del palazzo (cose come corde tese o pozze d'acqua) e mi dedicai a più costruttivi incendi e piccoli esplosivi.
Era divertente, perché la mia statura veramente minuta mi permetteva di nascondermi con facilità. Il Kazekage non mi vide mai di persona. Non poteva sapere con certezza che si trattava di me, però chissà come … lo aveva indovinato (sarcasmo … sarcasmo).
Ben presto tutti i genitori di Suna mi iniziarono a squadrare, a sussurrare al mio passaggio, a farmi sentire il piccolo mostriciattolo che ero.
Minuscola, lentigginosa, coi capelli castani ispidi, arruffati e, all'epoca, sempre lunghi. Gli occhietti scuri, pronti a cogliere ogni minaccia.
La compassione verso la povera orfana ci mise pochissimo a tramutarsi in intolleranza verso la piccola figlia dei traditori.
Sama mostriciattolo, Sama faccia a macchie, Sama capelli di stoppa, Sama selvatica, Sama scellerata, Sama bambina pazza, Sama da manicomio ….
questi e molti altri appellativi ho udito rivolti alla me di molti anni fa. Figuriamoci come ne è uscita una bambina che dai quattro anni fino ai dodici ha convissuto con certa gentaccia.
Inselvatichita più che mai, rabbiosa, cattiva. Ero proprio così.
Buffo pensare che una banda di criminali abbia negli anni ammansito e addomesticato il mio dolore selvaggio.
Ma a quel tempo non sapevo niente del mio futuro. Pensavo che sarebbe rimasto legato a Suna per sempre. Ah, ma figuriamoci!
Se non fosse stato per la gente, la città in sé mi sarebbe anche piaciuta. Detesto scrivere una cosa del genere, ma spesso mi sono trovata a rimpiangere il bel clima della mia città natale.
Il caldo soffocante, il vento leggero che trasportava i granelli di sabbiolina. La ruvidità di ogni edificio. Quelli erano ricordi piacevoli.
Beh, se poi ci metto dentro le persone, ogni ricordo diventa uno schifo, però ecco … l'ambiente di per sé non era male.
Mi nascondevo in ogni angolo. Ah ah ah, quanto ho sbirciato il figlio del Kazekage! Lo vedevo, anche lui solo e incattivito. Con dei bellissimi capelli rossi. Mi sono sempre piaciuti i capelli rossi.
E poi aveva occhi grandi, sofferenti, azzurri cerchiati da pesantissime occhiaie.
Forse a pensarci, non avrebbe mai potuto ricambiare i miei sentimenti. Voglio dire … era una vita che lanciavo bombe nello studio di suo padre.
Forse non è quello che si direbbe proprio un buon inizio.
O magari, al contrario, visto quant'era cattivo quell'uomo con lui, mi avrebbe potuta anche vedere in un'ottica romantica.
Che pensieri strani, da mettere per iscritto, adesso che tutto è così lontano.
Di Temari però mi ricordo bene.
Lei si che mi piaceva. Oh, che ragazza dolce.
Me la ricordo che mi lasciava dei profumatissimi pacchettini sulla soglia di casa, pieni di cibo buono. Se fosse stato per lei, credo che mi avrebbe adottata come una figlia sua, credo! Ah ah ah.
Era molto autoritaria, ma anche buona. Un gran cuore.
Peccato non aver ceduto ed esserle rimasta in qualche modo sempre più lontana di quanto avrei potuto.
 
Un'altra cotta fu … oh cielo. Non avrei mai pensato di metterlo per iscritto, da nessuna parte. Mai detto a nessuno.
Forse non me l'ero nemmeno mai detta troppo forte manco a me stessa.
Se devo scrivere tutto di me, tutto quello che mi riguarda, bisogna che mi decida.
Deidara è stato un'altra cotta.
Dal primo momento che ho incontrato Hidan ho provato qualcosa per lui, però ammetto che dopo essere stata portata all'Akatsuki, Deidara fu il primo a volermi bene e trattarmi come una di loro.
Era giovane, simpatico e molto affine al mio carattere. Gli stavo simpatica da quando gli avevano raccontato che avevo cercato di far esplodere il Kazekage diverse volte.
Mi piacevano anche le sue bombe. Quegli uccellini vagamente inquietanti …
non posso dire di essermi innamorata di lui, quello no. Era un misto fra un amico, un fratello e il desiderio di qualcosa di più. Ero troppo spaventata e disillusa per tentare un approccio romantico con Hidan, nonostante fosse lui il primissimo della delicata lista interiore degli affetti.
Ci fu una volta in cui tutto, forse, prese una piega definitiva.
Ero seduta con Deidara sul divano nero, rotto e ammaccato del covo dell'Akatsuki. Al tempo ero una recluta, non potevo ancora indossare la tunica.
Stavamo giocando con l'argilla e lui dava di matto ogni volta che riuscivo a creare una figurina che gli piacesse.
 
< Uhhh! Questa deve esplodere! Ti prego! Fammela esplodere!>
< NO!> ripresi la mia statuetta a forma di mucca. Era proprio bellina, mi ci ero affezionata.
< Non ha senso conservarla, uhn. Più belle sono, più artistica sarà l'esplosione! Quella è argilla esplosiva, Sama-chan!>
In effetti giocare a fare le formine con argilla esplosiva era piuttosto stupido.
< E va bene! Prenditi la mia mucca> gliela porsi con gran risentimento.
< Ohh ma che broncio adorabile, piiiccola Sama-chan!> mi tirò le guance lentigginose. Avvampai.
< Lasciami!>
in risposta, lui mi prese in braccio e mi strizzò come un orsacchiotto. Io ero in preda a convulsi di risa e un forte formicolio allo stomaco.
Poi ad un certo punto, Deidara smise di fare lo scemo e mi sistemò a sedere sulle sue ginocchia, spostandomi una ciocca di capelli arruffati dietro l'orecchio. Fu un gesto così adorabile che per un momento mi immaginai di volergli dare un bacio.
Poi vidi Hidan, poco più in là, che avanzava dalla sua stanza verso l'uscita per andare ad esercitarsi con la falce. Mi squadrò velocemente e in quell'attimo capii di voler essere da tutt'altra parte.
Capii che Deidara non era quello che volevo e che ero stata veramente sciocca.
 
Per l'amor del cielo, sembro una vera sciacquetta, a scrivere queste cose di me.
In realtà la mia cotta per Dei è durata molto poco. L'ho sempre sentito come un grandissimo amico, da quella volta in poi.
Ora che ci penso, mi manca molto Deidara. Come Ryoko, anche lui era uno di quelli che rendevano la tana dell'Akatsuki una piccola famiglia.
E a chi non volevo bene, alla fine? Itachi e Kisame … anche loro, erano una faccia piacevole.
Kakuzu … che sentimenti contrastanti. Sento le mie budella contorcersi all'idea che non potrò mai più odiarlo, mai più guardarlo in cagnesco.
Proprio come fu per Sasori.
Nel vedere un coprifronte di Suna, la prima volta mi ero rincuorata. Eppure poi avevo scoperto di non provare una gran simpatia per Sasori. Né lui la provava verso di me.
Mi ignorava, ogni tanto lanciava qualche frecciatina sulla mia presenza lì. Mi diceva che ero una specie di concubina … oppure che ero una marmocchia frignucolosa … o anche che la mia testa non funzionava nel verso giusto, visto che avevo in simpatia Deidara (e la sua arte).
Però quando mi dissero che era morto ….
 
Il mondo non dovrebbe girare così.
Lo so di non meritare la redenzione, lo so che non sono un'eroina, una buona. Non lo sarò mai e non voglio esserlo. Però, dannazione.
Il male primitivo, quello che trasformò ognuno di noi in ninja ricercati, è stato per mano degli “eroi”. E loro, impuniti, hanno mantenuto il loro status.
Anche i genitori di Sasori erano morti, se non sbaglio. E quello che mi venne riferito, fu che Sasori aveva preferito fare una brutta fine piuttosto che distruggere la propria famiglia.
 
Adesso vado a dormire. Sono stanca.
Questi maledetti cervi non mi fanno muovere velocemente come vorrei.
Se solo ci fosse un indizio … un modo per sapere dove è sepolto il mio Hidan.
Credo che potrei impazzire, se non sono già matta.
Odio Konoha, odio Shikamaru Nara. Hidan, aspettami, se sei lì.
Lo so che non perderai fiducia in me.
La tua Sama sta arrivando. Tua, tua e solo tua.
  
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