Per la prima volta da molto tempo Emmeline Vance si sentiva finalmente appagata, quello era sicuramente il termine più adatto, non era serena di certo, da quando si svegliava di nuovo con Evan accanto la serenità se la poteva scordare.
Le tende di casa sua rimanevano sigillate per tutto il tempo che il mangiamorte decideva di stare con lei, se fosse stata scoperta da uno dei suoi ex colleghi o da qualcuno dei suoi amici niente le avrebbe risparmiato Azkaban.
Prima di alzarsi e privarsi del calore del letto si concesse di osservare il corpo del suo amante, le cicatrici che gli ricoprivano tutta la schiena riportarono alla luce ricordi dolorosi, lei era lì la notte che Alastor lo aveva ridotto in quel modo anche con la sua collaborazione, la caccia sfrenata ad Evan Rosier era stato l' ultimo suo caso come Auror e come membro dell' Ordine della Fenice e giurò a se stessa che non ce ne sarebbero stati altri. Fece per scendere dal letto ma nel momento esatto in cui i suoi piedi toccarono terra sentì la presa ferrea della mano di Evan attanagliarle il braccio, sbuffo un po' infastidita cercando di liberarsi, se c' era una cosa che la infastidiva del suo compagno era quel suo disperato tentativo di avere il controllo su tutto anche su di lei.
“Evan... sai che non
posso continuare a stare chiusa in casa senza farmi vedere in giro”
“Da quanto ho sentito ormai i tuoi amici sono abituati a non
averti intorno e hai lasciato il tuo lavoro”
si girò verso di lui costringendolo a guardarla in faccia ma la sua intenzione di apparire irremovibile andò allegramente a farsi benedire quando il ghigno dell' uomo gli colorò il viso contagiandole un sorriso che diedero immediatamente all' uomo l' impressione di aver vinto
“I miei amici saranno
anche abituati a non avermi intorno, ma i miei vicini non sono
abituati a vedermi scomparire per settimane-” “non sei scomparsa
per settimane solo una diecina di giorni”
“dicevo...non sono
abituati a vedermi scomparire e sopratutto non sono abituati a vedere
le mie finestre perennemente buie e oscurate, se non mi faccio vedere
in giro penseranno davvero che ho deciso di ammazzarmi”
lo sentì irrigidirsi alla sua affermazione, sbuffò di nuovo pensando a come diamine avevano potuto i suoi amici e lui seriamente pensare che lei volesse fare una cosa del genere
“Ti volevi ammazzare
Emmie?”
si accoccolò sul petto del mangiamorte che prese ad
accarezzarle i capelli in attesa di quella doveva essere uno straccio
di spiegazione soddisfacente
“Ero a pezzi dopo quello che è successo Evan, non negherò di esserlo ancora, non riuscivo più ad andare a lavoro per paura di ritrovare te e non riuscivo a tornare a casa perchè era quella che stavo affittando con Dorcas e...era semplicemente troppo. Così nel giro di qualche mese ho lasciato il lavoro e il mio vecchio appartamento, anche avere Marley e Lily attorno stava diventando pesante non perché non sentissi il bisogno di parlare con loro o di averle vicine ma perché ero consapevole che qualsiasi cosa avessi detto loro era come dirla direttamente a Sir o a James, per cui anche l' allontanamento da loro è stato pressoché inevitabile... ma no Evan non mi volevo ammazzare, anche se mi rendo conto che ho dato un' idea parecchio confusa di quella che fosse la mia reale intenzione”
“Non nasconderò di
essere contento di sapere che hai smesso di andartene in giro a
scodinzolare con Black e Potter-”
“Wao sono davvero lieta che
il mio essere stata sola come un cane nell' ultimo anno ti sollevi”
“Ma vorrei sapere cosa, se non avevi intenzione di ammazzarti, ti accingevi a fare della tua vita”
la ragazza si mise a sedere e il fatto che vesse improvvisamente iniziato ad evitare il suo sguardo fece capire a Rosier che quello che stava per sentire gli sarebbe piaciuto ancora meno dell' idea di suicidio.
“Ho provato diversi
lavori mentre aspettavo di trovare qualcosa che mi appagasse davvero,
ma più provavo cose nuove più mi rendevo conto che l' unica cosa
nella quale ero davvero brava era fare l' Auror” “Non avrai mica
intenzione di tornare al ministero spero”
“Assolutamente no,
per i motivi che ti ho già detto e perché non ho nessuna intenzione
di rimettere in discussione le decisioni che ho preso, lavorare al
ministero non fa per me”
Ma Evan non pareva convinto, un po'
perché Emmeline evitava ancora di guardarlo in faccia e un po' perché
era comunque decisa ad uscire di casa per andare nel suddetto posto
“Quindi perché stai
andando al ministero?”
“Primo voglio ringraziare Regulus-”
“A proposito del caro vecchio Reg, questa cosa ceh vi ubriacate
assieme è un' abitutdine, un passatempo o qualcos' altro?”
la ragazza sorrise notando
quella punta di fastidio farsi strada totrurando lentamente il
sorriso sicuro e beffardo del rosso...Evan era geloso e la cosa le
faceva piacere.
“Lascialo in pace, credo dovesse un favore a
Sirius, comunque ho intenzione di ringraziare lui, trovare Marley e
farle sapere che sono ancora viva e presentare i documenti per
iniziare la mia nuova attività in santa pace senza dover incappare
in futuro in noiosi problemi burocratici”
“La tua nuova
attività che sarebbe...”
“Cacciatrice di taglie non
ufficialmente, investigatrice privata ufficialmente”
“Cacciatrice
di cosa? Per Salzar Emmie! Menomle che non avevi intenzione di farti
ammazzare”
adesso ad essere schizzato fuori dal letto era stato
lui e ad Emmeline Vance ci volle tutto il suo autocontrollo per non
urlargli contro, afferrandolo per il braccio lo costrinse a sedersi
di nuovo
“Primo, evita di urlare
perché come ti ho detto ho dei vicini. Secondo, non ho mai detto di
non avere intenzione di farmi ammazzare solo che non volevo
suicidarmi e giusto per farti stare tranquillo solo perché ho smesso
di lavorare con gli Auror non vuo dire che io abbia smesso di
praticare la magia o di cercare di migliorarmi o di dare la caccia ai
tuoi compagni di scampagnate oscure, sto solo andando a rendere la
cosa ufficiale”
“Sai benissimo che il punto non-”
“Terzo,
tu non puoi ripiombare qui e fare come se non te ne fossi mai andato
o come se io ti dovesse delle spiegazioni su come impiego il mio
tempo”
“Posso se ritengo che le tue decisione oltre che avventate e stupide siano anche pericolose per te, già non mi andava bene quando te ne andavi in giro a fare la giustiziera della notte assieme a quei dementi dei tuoi amici grifondoro... ora non solo continuerai a fare quello che facevi ma lo farai anche da sola!”
La ragazza se ne infischiò
bellamente della sincera preoccupazione che poteva leggere negli
occhi di quello che in quel litigio stava lentamente ridiventando il
suo uomo
“Scusa? Non ti andava bene? Devo ripetere la parte in
cui ti spiego che non deve interessarti quello che faccio per i
motivi che ti ho già elencato? E poi se non ci foste voi ad andare
in giro ad ammazare la gente io non avrei bisogno di fare, com' è
che mi hai chiamata? la giustiziera della notte”
Emmeline mise subito un po' di distanza tra di loro prima che Evan potesse anche solo provare a evitare di concludere quella conversazione con decisamente inappropriate effusioni, gli studiò il volto a mascella serrata e si disse che era il momento di mettere un punto e virgola a quella conversazione.
“Io
ho sempre provato a mettermi nei tuoi panni Evan, ti ho scelto a
discapito dei miei amici, della mia famiglia ma non ti sceglierò
anche a discapito di me stessa, sai cosa ne penso di quello che sta
succedendo e se c'è qualcosa che posso fare per evitare il
peggio...allora la devo fare, ora se mi vuoi scusare ho delle cose da
fare”
si voltò imponendosi di non tornare indietro camminando
dritta verso la porta di casa sua, quando uscì sentì il suono sordo
della smaterializzazione provenire da dentro la casa e non ebbe più
dubbi... lui se ne era andato.
***
Oliver Baston era più che mai deciso a vincere il torneo di Quidditch quell' anno, ragion per cui tutti i membri della squadra di Grifondoro tra cui Harry e da quell' anno anche Alphard venivano sottoposti ad allenaenti durissimi durante tutta la durata della settimana,
“Ci
alleneremo prima, più a lungo e più intensamente sono stato
chiaro?”
“Oliver e le lezioni?”
“Al diavolo le
lezioni e...oh non ci posso credere!”
il discorso del giovane
Grifondoro fu interrotto dall' inappropriato e inaspettato arrivo
della squadra di Serpeverde, consci del fatto che sarebbe successo
qualcosa Harry e Alphard avanzarono immediatamente posizionandosi di
fianco a Oliver scrutando sospettosi il ghigno storto di Flint il
quale aveva l' aria di uno ansioso di dare spiegazioni
“Questa
settimana il campo è dei Grifondoro cosa diamine ci fate qui!”
“Rilassati Baston, ho una lettera del professor Piton che
autorizza i serpeverde ad usare il campo”
Harry cercò di
sbirciare il pezzo di carta con scarso successo, nel frattempo si Ron
che Hermione si erano avvicinati per capire cosa stesse succedendo e
Alphard non poté fare a meno di notare una certa sorpresa nello
sguardo del loro capitano
“Quindi avete un nuovo cercatore? E chi sarebbe?”
dalla squadra di serpeverde emerse perfetto e composto nella sua divisa da giocatore Draco Malfoy, Hermione e Ron non riuscirono a non mostrarsi sorpresi e lo stesso fecero Harry e gli altri giocatori di Grifondoro poi l' attenzione di Ron si spostò immediatamente da Draco all' equipaggiamento di tutta la squadra tra cui spiccavano nuove e bellissime le nimbus 2001, Malfoy dal canto suo notando la sorpresa negli occhi di chi lo circondava non perse occasione di farsi notare e con fare arrogante e saccente si pose immediatamente di fronte a Ron alimentando una certa ansia tra i presenti
“Al contrario di qualcuno mio padre può permettersi il meglio”
Ron non seppe cosa ribattere ma gli bastò il supporto emotivo dei suoi amici che lo implorarono di lasciar perdere, chi non colse quei velati segnali fu però Hermione che già non ne poteva più della famiglia Malfoy da quando quell' autunno prima della scuola Lucius aveva fatto mostra pubblicamente del suo essere cafone, cosa tramandata evidentemente al figlio e che doveva essere assieme al sangue puro parte del patrimonio genetico di quella famiglia
“Almeno in Grifondoro nessuno si è dovuto comprare il posto...loro sono stati scelti tutti per il loro talento”
i Grifondoro sogghignarono e Ron ringraziò mentalmente la sua amica, seppur vere però le parole di Hermione non fecero morire quel ghigno maligno che dipingeva costantemente il volto del coetaneo di serpeverde
“Nessuno ha chiesto il tuo parere...sporca mezzosangue”
a quell' affermazione né sepreverde né grifondoro seppero cosa dire, Ron, Harry e Alphard tirarono immediatamente fuori le bacchette mentre Hermione rimase attonita cercando ancora di assimilare la portata dell' insulto che le era stato rivolto dal membro della casa avversaria, sapeva che Malfoy era malgno ma lo aveva sempre visto gentile e ecortese nei confronti di Nashira, unica capace di tenere a bada i bollenti spiriti dei cugini, e non si capacitava come mai una ragazzina sveglia come lei di cui sia Alphard che Sirius avevano una più che alta considerazione potesse circondarsi di gente del genere e ancora meno capiva come Malfoy riusciva a passare da essere un completo idiota ad essere un cugino premuroso, la verità era che per qualche strano motivo quell' insulto la ferì più di quanto avrebbe voluto.
“Questa
la paghi Malfoy, mangi alumache!”
fu riscossa dai suoi pensieri
dall' incantesimo di Ron che gli rimbalzò contro per via dei danni
della sua bacchetta, si affrettò immediatamente ad affiancare il suo
amico e a tirarlo su aiutata da Harry senza notare che Alphard nel
frattempo era partito in quarta ed era rimasto da solo a fronteggiare
un ancora sghignazzante Draco
“Sei un viscido Malfoy, come tuo padre e come il resto della tua schifosa famiglia”
“Alfie
lascia stare”
ma le suppliche di Hermione non servirono a
granché, perché chi non aveva intenzione di lasciar perdere era
Draco
“La
mia schifosa famiglia? Ti devo ricordare che la mia schifosa famiglia
è la stessa tua Black?”
“Non serve grazie, ma adesso capisco
perché mio padre se ne è andato abbandonando i genitori... non
osare mai più insultare Hermione o nessuno dei miei amici”
“Insultare? Io non ho insultato nessuno Black, la mia era una semplice constatazione o forse negherai che la tua amica è una lurida mezzosan-”
e Alphard non sentì più ragioni, fu un attimo e si lanciò addosso a Draco senza dargli il tempo di realizzare cosa stava succedendo, lui e Draco erano arrivati spesso alle mani per cui dopo essere riuscito a sorprenderlo e ad assestare il primo colpo dovette prepararsi a difendersi da quelle botte che sapeva sarebbero arrivate eppure la vista del sangue che sgorgava dal naso del sepreverde gli diedero una curiosa sensazione di soddisfazione che, ne era certo, avrebbe coperto il dolore dei lividi con la soddisfazione per un bel pezzo, i due furono separati dai rispettivi capitani che li trattennero per quel che poterono per i cappucci delle divise ignorando bellamente le proteste dei due
“Draco
calmati, questa la pagate Baston”
“Prima che i miei compagni
qui presenti decidano di prendere esempio da Black vi consiglio di
fare come dice il professor Piton e di andare ad allenare il vostro
nuovo cercatore”
appena i Serpeverde si allontanarono l' attenzine tornò a concentrarsi su Ron il quale non aveva smesso di vomitare lumache per tutta la durata della lite
“Credo sia meglio se lo portiamo da Hagrid ragazzi e Alfie, grazie per avermi difesa”
“Quando
vuoi Hermione!”
il piccolo maghetto si sentì riscaldato dall'
affermazione della compagna e conscio di aver fatto qualcosa di buono
affiancò Harry ed Hermione mentre sorreggevano Ron conducendolo
verso la casa del loro amico guardiacaccia.
***
Emmeline Vance si muoveva sicura e noncurante tra i corridoi del ministero della magia dove non erano poche le occhiate che le venivano rivolte, molte di quelle persone erano persone con le quali aveva lavorato che erano probabilmente a conoscenza del periodo che aveva attraversato, ascoltava i commenti di compatimento e curiosità che accompagnavano quella sua visita così inaspettata in quel luogo dove ormai aveva smesso di metter piede da parecchio tempo, si guardava attorno cercando di concentrarsi solo sul nome Regulus Black che però non riusciva a scorgere su nessuna delle targhe che vedeva
“Emmie?”
si voltò lentamente mettendo su un sorriso che potesse essere
almeno convincente e con sua grande sorpresa si trovò di fronte
proprio il fratello della persona che cercava.
Sirius aveva il viso illuminato e più la osservava più finalmente si rendeva conto che forse non aveva più nulla da temere, Emmeline Vance stava lì di fronte a lui ed era più luminosa di quanto non fosse stata negli ultimi mesi
“è bello vederti Sir!”
“Ti
trovo molto bene, Marley sarà felice di sapere che torni a lavoro!”
ma l' espressione interrogativa e un po' mortificata della
giovane fecero immediatamente capire all' Auror che no, lei non aveva
nessuna intenzione di tornare a lavoro
“Scusa,
sono stato inappropriato...ma sai averti vista qui dopo tutto questo
tempo, mi ha dato speranza”
“Mi dispiace Sir, ma devo stare
ancora un po' da sola... anche se effettivamente ero venuta per
parlare sia con te che con Marley e Lily e James per ringraziarvi, mi
dispiace di essere sparita ma sapevo che avervi attorno mi avrebbe
impedito di andare avanti, comunque sono tornata, almeno nel senso
sociale del termine”
la ragazza sorrise e Sirius si sentì
subito molto rassicurato non tanto perché poteva riaggiungere Emmie
alla lista degli invitati per le cene del finesettimana ma perché
sapeva che se lei era lì doveva essere per qualcosa detta da suo
fratello che in quell' occasione si era dimostrato affidabile e degno
di fiducia, un altro piccolo passo avanti era stato fatto per
recuperare il loro rapporto.
“Marley
è con Alastor... stanno seguendo una pista per cui non la puoi
vedere e James non è di servizio oggi ma Lily la trovi di sicuro, è
venuta per dare una mano ad Arthur con degli oggetti babbani se vuoi
possiamo andare subito da lei”
“In realtà, c'è un' altra
persona con la quale vorrei parlare”
Emmeline studiò l' espressione di Sirius diventare sempre più pungente e curiosa, avrebbe dovuto pesare bene le parole o Black le avrebe sicuramente travisate e nterpretate come più gli avrebbe fatto comodo
“Vorrei
parlare con tuo fratello”
“Con mio...fratello?”
“Non
sei stato tu a mandarlo da me per parlare?”
“Certo e sono
contento di aver ottenuto il risultato sperato”
Certo... se speravi di rimettermi nel letto di Evan sei riuscito in pieno
Emmeline fu grata in quel momento del suo essere un' ottima occlumante e del fatto che Sirius fosse un pessimo Legilimens perché se così non fosse stato quella strana espressione che lui stava chiaramente interpretando come imbarazzo ammicando nella sua direzione come il peggiore degli adolescenti, sarebbe stata l' ennesima palese prova che lei stava nascondendo qualcosa, più precisamente qualcuno e l' ultima cosa con la quale voleva avere a che fare era un esercito di amici auror nel suo appartamento per arrestare il suo fidanzato, decise per cui di lasciargli credere che sì, tra lei e Regulus poteva esserci del tenero.
“Ma certo, ma certo vieni, ti accompagno nel suo ufficio.
Per tutto il tragitto seguente Emmeline osservò Sirius sogghignare compiaciuto, se solo avesse saputo la vertà avrebbe ammazzato sia lei che il fratello, ma per ora per fortuna era troppo preso dalle sue elucubrazione per cercare di fare due più due anche perché da quanto aveva sentito stava ancora cercando di incriminare quella sociopatica di sua cugina per quello che era successo ai Paciock e ai Prewett per cui almeno per il momento lei poteva stare tranquilla, si fermarono di fronte a una porta socchiusa dal cui spiraglio Emmeline riconobbe un pezzo della sagoma composta e severa di Regulus Black che neanche in solitudine si lasciava andare, smise subito di studiarlo nel momento in cui il suo amico bussò allegramente distogliendolo immediatamente dalle carte che stava firmando
“Reg, posso entrare? C'è qualcuno che vorrebbe vederti”
“Avanti”
lo sguardo ancora un po' cupo del minore dei Black si fece subito meno astioso nonappena riconobbe la figura che avanzava sorridente assieme a suo fratello, Emmeline Vance era ancora viva per cui lui era ufficialmente libero da qualsiasi assurdo contratto non scritto post natale che lo legava a suo fratello, quella era improvvisamente una bellissima giornata.
“Ciao
Sir, salve signorina Vance”
“Suvvia Reg quanta formalità!
Emmie è venuta per parlare con te mentre io devo tornare da Alastor
e da Marley, ci vediamo più tardi ragazzi!”
Regulus osservò
confuso il curioso atteggiamento del fratello e ma aspettò ad essere
sicuro che non fosse dietro la porta prima di rivolgesi ad Emmeline
per avere delle spiegazioni
“ma
che diamine gli prende?”
“Io credo che possa in qualche modo
pensare che si stia creando, come dire, del teneo tra di noi”
l'uomo fissava sconvolto l' ex Auror che non pareva troppo sorpresa dalla situazione
“Non
importa non ci voglio pensare, tu piuttosto... ti trovo bene, sei
venuta a dirmi qualcosa in particolare?”
“In realtà sono
venuta a ringraziarti Regulus”
“Figurati, la prossima volta
che vuoi ubriacarti fammelo sapere”
“Non parlavo di quello, è
stato il peggior discorso che mi sia mai stato fatto, però devo
spezzare una lancia a tuo favore, non era stata una tua idea per cui
farò finta di niente. Io parlavo di lui, è venuto da me
qualche giorno fa, immagino che sia stato tu a trovarlo”
quando Regulus Black capì a chi si riferisse la donna non poté fare a meno che mostrarsi leggermente preoccupato, tirò fuori la bacchetta e pronunciò gli incantesimi necessari per tenere l' ufficio sigillato, se uqlacuno li avesse sentiti niente gli avrebbe risparmiato un interrogatorio e sebbene fosse certo di avere Srius dalla sua parte era altrettanto sicuro che Alastor Moody sarebbe stato disposto a torturarlo pur di estorcergli informazioni sulla rosa dei Mangiamorte
“Per cui è venuto?” si rilassò subito dopo aver visto la ragazza fare un cenno affermativo con la testa ma ancora non poteva sentirsi al sicuro
“Emmeline
sai che io non ti giudico, insomma sono l' ultima persona del pianeta
che potrebbe ma sai anche, spero, che quello che stai facendo è
pericoloso e che Evan è mio cugino e nonostante tutto gli voglio bene
per cui devo chiedertelo, che intenzioni hai?”
“Non lo so, di
certo non lo voglio riconsegnare agli Auror, credo di aver ampiamente
dimostrato di non esserne capace ma non voglio neanche smettere di
combattere la mia battaglia, sono qui perché intendo ufficializzare
la mia attività... stai tranquillo Reg, qualunque cosa accada non ti
coinvolgerò”
“Credo sia un po' tardi per quello, comunque-”
l' uomo scarabocchiò qualcosa su un pezzo di pergamena porgendolo
poi ad Emmeline che leggeva incuriosita quelli che avevano tutta l'
aria di essere degli indirizzi
“Sono
gli indirizzi di alcune delle proprietà dei Rosier ancora non sotto
sequestro, immagino che lui stia da te per ora... spero che tu ti
renda conto che la cosa non può assolutamente andare avanti per
molto”
“Se lo porto in uno di questi posto gli Auror verranno
a cercarlo Reg”
“sei una donna intelligente, trova un modo...
depistali, se lo trovano in casa tua siete finiti tutti e due e non
credo che sia quello che Evan vorrebbe, parlatene assieme e se ci
sarà qualcosa che potrò fare ti aiuterò ma stai attenta ti prego”
“Nessun Auror lo troverà stai tranquillo” Regulus la osservò
un po' sconsolato, perché purtroppo era certo che ci fossero cose
ben peggiori degli Auror che attendevano suo cugino se si fosse
sparsa la voce che era tornato a londra
“...non sono gli Auror che mi preoccupano Emmeline”
la bionda colse immediatamente il significato delle sue parole e in cuor suo sperò davvero che dopo essersi smaterializzato dal suo appartamento quella mattina Evan avesse avuto il buon senso di essere prudente, lo sperava con tutta sé stessa, il suo sguardo fu poi catturato da una fotografia che ritraeva proprio il minore dei Black assieme alla sua amica, lui era composto in tutto fuorché nel sorriso sincero e prigioniero degli occhi di lei, Emmeline aveva sempre trovato Amineh una donna bellissima non solo fisicamente ma anche spiritualmente, era sagace e brillante ma molto discreta, non amava dare confidenza agli estranei ma non negava mai una mano d' aiuto, si sorprese quando due persone così solitarie come Regulus e la persiana riuscirono a creare un legame così profondo, si dice spesso che gli opposti si attraggono eppure lei non aveva mai visto due anime più affini e la mano d' aiuto che Regulus le aveva offerto non faceva altro che ricordargliela
“Posso
chiederi una cosa?”
“Certo”
“Come sapevi che era
lei?”
l' uomo capì dove voleva andare a parare quando il dito
della ex grifondoro aveva iniziato ad accarezzare la fotografia,
pallida imitazione di un ricordo della sua passata felcità, lo
sguardo dell' uomo si perse leggermente ma cominciò a brillare come
mai più luminoso Emmeline lo avesse mai visto, in quel momento gli
occhi del più piccolo dei Black sembravano davvero due stelle
“Io non lo so Emmeline, credo che non sia una cosa che si può spiegare a parole. È successo per caso e improvvisamente non sono più riuscito ad immaginare la mia vita senza di lei...ma penso che tu questo lo possa capire meglio di chiunque altro”
“Non
credo che il casino che sta succedendo tra me ed evan possa dirsi
simile”
“Credimi tu ed Evan siete quanto di più simile a me
e ad Amineh io abbia mai visto nella mia vita”
si sorrisero
assieme e mai prima di quel momento Emmeline si sentì vicino all'
anima di quell' uomo così solitario e così diverso dal suo amico
“Sai
Reg, se ti andasse di parlarne qualche volta, magari in un pub come
nella nostra ultima uscita...a me farebbe piacere”
“Anche a
me”
si sorpresero entrambi delle parole pronunciate ma nessuno dei due era pentito, Regulus Black era sicuro di aver, in quel complicato mondo di Mangiamorte e Fenici, trovato un' amica.
***
Harry Potter non era mai stato più felice di terminare qualcosa quanto lo era in quel momento dopo aver finito di aiutare il suo professore di difesa contro le arti oscure a firmare i suoi autografi, il grosso problema non era tanto il compiere l' azione in sé quanto il compierla in compagnia del suddetto professore che non perdeva mai occasione per parlare di sé. Credeva ingenuamente di essere ormai libero di dedicarsi a non pensare a nulla almeno per il tragitto che lo separava dall torre di Grifondoro, ma proprio quando era quasi convinto di potercela fare sentì uno strano sibilare riempirgli la testa e istintivamente si portò le mani alle orecchie, piano piano il serpeggiante rumore si trasformava in parole comprensibili dalle quali Harry Potter fu terrorizzato
Sangue
Vi squarterò
“Harry!”
il giovane sobbalzò udendo la voce della sua migliore amica che
lo riportò immediatamente sul pianeta terra e così come erano
arrivati i sibilii scomparvero
“Harry
va tutto bene? Quando non ti abbaimo visto arrivare per cena ci siamo
preoccupati”
non ci provò neanche a mentire, non dopo quello
che era successo all' inizio dell' anno, cercò di raccontare in
breve la storia delle voci e più vedeva i suoi amici preoccuparsi
più sapeva che c' era qualcosa che non andava.
“Ne
hai parlato con i tuoi, hai scritto a qualcuno? A Silente magari”
“No Hermione e non credo che sia una buona idea farlo”
Sia
Alphard che Ron lo guardarono scetticamente, quel susseguirsi di
strani eventi lasciava presagire che anche il loro secondo anno ad
Hogwarts non sarebbe stato per nulla tranquillo
“Dovresti
Harry, sentire voci non è esattamente considerato un buon presagio”
“Lo so Alpharda ma cosa dovrei fare insomma!”
prima che chiunque potesse ribattere il quartetto si ritrovò di fronte a una scena raccapricciante, Hermione si portò una mano alla bocca mentre Harry pallido in volto si avvcinò al muro imbrattato di sangue per leggerne le parole
La Camera dei Segreti è stata aperta, nemici dell' Erede temete
“Cosa
diamine vuol dire?”
“Oh no”
“Ron cosa c'è?”
i
tre seguirono la mano del rosso amico che indicava sconsolato un
felino che penzolava immobile appeso a uno dei candelabri
“è
Mrs. Purr”
“Cosa facciamo?”
ma prima che Harry potesse rispondere i quattro furono circondati dai mormorii chiassosi dei compagni di ogni casa che facevano ritorno alla sala grande, si guardarono intorno sentendo gli sguardi dei membri delle varie case addosso, pienamente consapevoli di che tipo di idea avessero dato facendosi trovare come al solito nel posto sbagliato al momento sbagliato.
“Nemici
dell' Erede tremate, i prossimi sarete voi mezzosangue”
Alphard
era molto tentato di ripetere una scena come quella della mattina
precedente ma nonappena vide Gazza avvicinarsi con fare minaccioso ad
Harry dopo aver visto la gatta appesa in quel modo si dimentcò di
Malfoy e cercò di dare una mano all' amico che cercava inutilmente
di difendersi
“La mia gatta”
“...signore
io...”
“TU hai ucciso la mia gatta”
“No, lo giuriamo
noi non c' entriamo nulla”
“Io
ti uccido!”
“Signor Gazza! Lasci andare lo studente”
Harry
sentì il colletto della camicia finalmente libero e si accorse che
la situazione era stata salvata dal corpo insegnanti, Silente, Piton,
la McGranitt e la professoressa Sprite si erano fatti largo tra gli
studenti osservando sconvolti tanto quanto loro le scritte sul muro.
“Che
tutti i prefetti riportino gli studenti nei propri dormitori”
ma
quando anche il quartetto fece per andarsene la voce del preside li
frmò
“Tutti tranne voi quattro”
Nei minuti successivi i quattro dovettero difendersi sia dalle accuse di Gazza che dai sospetti di Piton, come se essere stati testimoni di quella scena inquietante non fosse già abbastanza e come se le parole di Mlafoy non gli avessero già dato motivo di preoccursi, aspettarono il via libera degli insegnanti prima di tornare al dormitorio, arrivati trovarono la sala comune già deserta e sedendosi di fronte al camino convennero che era il caso di parlare di ciò che era appena successo
“Cos'è
la camera dei segreti? E chi è l' erede...erede di cosa poi”
“Di
Serpeverde”
Harry, Ron ed Hermione si voltarono subito verso Alphard che teneva lo sguardo fisso tra le fiamme del camino
“Chiedo
scusa, cosa?”
“C'è una leggenda, si dice che Salazar
Serpeverde non contento di come i suoi tre amici avessero deciso di
guidare la scuola, ovvero permettendo sia ai figli di maghi che ai
figli di babbani di apprendere la magia, creò una camera dei segreti
dove nascose un mostro che avrebbe risposto solo agli ordini del suo
erede”
“Oh andiamo Alfie, tu non crederai che sia vera questa
storia? E poi scusa credi davvero che l' erede di unmago vissuto
mille anni fa potrebbe essere qui tra noi adesso?”
“Non lo
so, non ne ho davvero idea ma credo che dovremmo cercare tra i figli
delle famiglie purosangue... potrebbero sapere qualcosa”
“Aspetta,
quindi per quel che ne sappiamo potreste essere pure tu...o Ronald”
i due si guardarono schifati, amareggiati quasi dalla curiosa
affermazione della loro migliore amica
“Non
credo proprio, primo perché Ron era a cena e gli sarebbe stato
impossibile scrivere quella roba nel muro e i Weasley hanno una lunga
tradizione di maghi a grifondoro”
“Ma i Black no”
“I
Black no è vero ma nella casa nel mio nonno paterno che ho visto l'
anno scorso c'è una parete con affrescati tutti i matrimoni e le unioni
fatte dalla famiglia nel corso dei secoli...e credetemi se vi dico
che se avessimo condiviso anche solo una goccia del sangue con Slazar
Serpeverde adesso non staremmo qui a chiederci chi possa essere il
suo erede”
“Nashira ti ha risposto... per l' elfo dico,
magari lei sa qualcosa di più”
“Ne dubito, metà della
famiglia di Shira è Black mentre l' altra metà ha evitato per
secoli di avere a che fare con gli europei preferendo il loro
isolamento alla condivisione dei loro segreti, sono perfino più
rigidi di noi per quanto riguarda i matrimoni, lo stesso tra zio Reg
e Amineh Varsani era stato visto malissimo”
“Per cui cosa
facciamo?”
“Aspettiamo, a questo punto direi che non dovrebbe
mancare troppo prima che succeda qualcosa”
gli altri tre lo
guardarono esterrefatti e un po' preoccupati
“Non
crederai che abbia ragione Malfoy? Che davvero i figli di babbani
siano in pericolo”
“Non lo so Herm, davvero non ne ho idea”
***
Tom Riddle teneva gli occhi socchiusi, andava tutto secondo i piani, il suo prezioso diario era tornato ad Hogwarts e se tutto fosse andato come aveva programmato quell' anno avrebbe scoperto chi diamine era il moccioso nato alla fine di Luglio che avrebbe osato sfidarlo e che avrebbe rischiato di mandare all' aria quello per cui aveva lavorato negli ultimi trent' anni della sua vita, il Basilisco era sveglio, lo poteva sentire...si sarebbe affidato a lui per togliere di mezzo questa non minaccia ancora prima che diventasse tale, la perdita della pietra filosofale dell' anno precedente aveva messo un freno al suo mantenimento dell' immortalità ma quando sarebbe riuscito a mettere le mani sul ragazzino tutto sarebbe andato secondo i piani.
“Mio
signore, se posso-”
“Cosa c'è Lucius”
“Ora che il
vostro ordine è stato eseguito quale sarà la prossima mossa”
Riddle continuava a tenere lo sguardo altrove, dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non togliere di mezzo anche quel patetico omuncolo, gli dava la nausea averlo attorno e gli dava la nausea che osasse di nuovo mettere in dubbio il suo elaborato, se sapesse il caro Lucius che il motivo per il quale era entrato tra le sue fila era esclusivamente sua moglie, quella con il vero potenziale magico tra i due e con una mente così ben protetta che neanche a lui era concesso profanarla con la legilimanzia, singolare quasi quanto la sua letale sorella, non c'era alcun dubbio, le vere streghe in famiglia Black erano senz' altro le donne, pure e oscure come pochissimi altri.
“Non
temere Lucius, a tempo debito il mio disegno ti apparirà chiaro, per
ora dovremo attendere, tutti fuori adesso...lasciatemi”
osservò
i mangiamorte strisciare via velocemente spaventati dalla sola idea di
irritarlo, poi la vide muoversi sicura tra i suoi compagni, Bellatrix
più oscura epiù forte, più fedele e più letale, la sua allieva...
la sua fine.
“Tutti
tranne Bellatrix”
la donna gli sorrise sadica evitando di
guardare suo marito che ormai, si era rassegnato a quel rapporto di
complicità che legava sua moglie a quello che era il loro maestro e
padrone, anche se non sapesse dire fino a che punto, sopratutto
perché quando si parlava del loro maestro Bellatrix diventava ancora
più sprezzante e scostante di quanto già non fosse di suo ogni
giorno.
“Mio
Signore”
l' ultima cosa che Rodolphus vide prima che la porta
si richiudesse dietro di lui furono le labbra di Bella che sfioravano
la mano di quell' uomo che più passava il tempo meno sembrava umano,
e meno smebrava umano più Belltarix ne era attratta, se ne andò per
primo Rodolphus ignorando l' invito di Narcissa di restare ancora un
po', lo sguardo consapevole dell' altra sorella Black gli ricordava
che il suo matrimonio era sempre e solo stato una farsa.
“Mio Signore”
Voldemort la osservava, sapeva che c' era qualcosa che la donna voleva chiedergli disperatamente, sin da quando aveva affidato il suo primo Horcrux nelle mani del cognato.
“Dimmi
Bellatrix, cosa vuoi chiedermi”
“Mio Signore, siete stato voi
a dirmelo, io sono la migliore”
“Non te l' ho mai nascosto,
ti ho istruita io è naturale che tu lo sia... se la mia creatura”
“E allora perché... perché avete affidato a Lucius una
missione che a dire vostro è di vitale importanza”
non aveva
paura di guardarlo negli occhi, lo rispettava, lo adorava, lo
seguiva, gli era fedele ma non lo temeva, non lo aveva mai fatto poco
importava quanto brutali fossero gli allenamenti alla quale la
sottoponeva.
“Perché
Bella, come hai detto tu, sei la migliore. I tuoi sensi sono
sensibili alla magia oscura più di quanto quelli di Lucius Malfoy
saranno mai, se ti avessi messo in mano quello che ho dato a Lucius
ti saresti rifiutata di portare a termine la missione... credimi
quando ti dico che è così”
la donna non sapeva se sentirsi
lusingata o umiliata dalle parole che aveva appena udito, come poteva
ora il suo potere essere un limite al suo compito, come poteva Lui
che spaeva tutto del suo spirito e della sua devozione pensare che
lei avrebbe potuto mettere in discussione una direttiva che
dirattemente dal suo maestro le sarebbe stata data.
“Lascia
che ti mostri una cosa Bella”
la donna chinò il capo appena il
il Lord si alzò per poi afferrare un oggetto, una coppa, e
pergerglielo fissandola dritto in faccia. La magia oscura che quell'
oggetto emanava era così travolgente e inebriante da sembrare quasi
viva, Bellatrix allungò la mano esitante ma appena ricevette un
gesto di assenso accarezzò l'oggetto senza nessuna esitazione,
lasciando che quelle scosse così elettriche e oscure le
percorressero anima e corpo, sentì le mani del suo maestro prendere
le sue mentre la invitava a sorreggere l' ogetto per lui
“Lo
senti Bellatrix? Hai idea di cosa sia?”
la domanda era
retorica, Voldemort sapeva che Bella non poteva conoscere il reale
significato di quello che stava provando ma sapeva anche non le
sarebbe servito molto per capirlo, non le mise fretta continuando a
sorreggerle le mani mentre la osservava assaporare quell' oscurità
di cui lei sola, a parte Nagini, era stata messa al corrente...
L'unica...la preferita...la più forte...la più oscura...la
migliore.
Ad un tratto la strega sobbalzò e anziché lasciare andare l' oggetto lo strinze ancora più avidamente e osservò terrorizzata quegli occhi rossi che la fissavano compiaciuti
“Mio
signore, siete voi...la coppa...siete voi”
“Sono
contento che tu te ne sia accorta Bella, sì per così dire una parte
di me è legata per sempre a quell' oggetto... con il diario che ho
dato a Lucius è lo stesso”
“Ma
come lo stesso...voi volete dire...un pezzo di voi...”
“Avevo
bisogno che tornasse ad Hogwarts, avevo bisogno che stesse lì per
trovare una risposta a questa dannata profezia che rischia di
rovinare tutto”
Bellatrix non disse nulla, ma capì perché il suo signore avesse affidato tale compito a Lucius e non a lei, se come con la coppa avesse anche solo sospettato che un pezzo del suo signore riposava nel suo diario di certo non lo avrebbe aiutato a mandarlo inquella maledetta scuola alla mercé di Silente e del suo ridicolo ordine
“ma
basta parlare di me adesso, parlami di tuo cugino, sarà dei nostri?”
“Reg ha usato la scusa della fine del suo matrimonio per
isolarsi e stare da solo...mio Signore voi mi avete chiesto se
considerassi il coinvolgerlo una buona idea e devo dirvelo, non credo
che lo sia e mi vergogno profondamente per questo”
l' Oscuro
Signore non smise di osservarla, di nuovo così prostrata al suo
volere, ma con un astrana luce negli occhi
“Cosa
suggerisci di fare dunque, eliminarlo?”
“No mio signore,
sarebbe controproducente, si potrebbe certo ma in futuro. Mio cugino
ha mostrato tutta la sua debolezza ma la sua progenie no, una in
particolare”
“Sì, Lucius mi ha parlato della tua nipotina ma
Bella per quanto dotata ti renderai conto che dare il marchio a una
undicenne sarebbe azzardato e anche abbastanza derisorio, un bambino
non può sostituire un mago cresciuto e in grado di combattere e
servirmi appieno”
“Aspetteremo, la magia scorre forte tra le
vene di Nashira molto più che in tanti suoi coetanei purosangue,
aspettatela signore e vi giuro che non ve ne pentirete”
a
sentire Bellatrix e altri legati ai Black la dolce Nashira era l'
ennesima dimostrazione dello straordinario potere delle streghe
Black, senza contare che averla tra i suoi gli avrebbe dato un tale
potere sugli alchimisti che mai si sarebbe sognato di ottenere senza
la violenza
“Molto bene Bellatrix, la aspetteremo... confido che tu possa esercitare su di lei l' influenza necessaria quando la riavremo in Inghilterra, nel frattempo-” le porse la coppa di nuovo, ignorando il suo sussulto e la sua sorpresa
“Ho bisogno che tu la tenga al sicuro, non lo dovrà sapere nessuno, non tuo marito, non tua sorella...nessuno”
“Contate su di me”
le
osservò gli occhi neri, soddisfatti e brillanti, battaglieri come il
suo nome, due stelle oscure. Era fortissima, oscura e pura, pura come
mai lui sarebbe stato, agognava il suo sangue più di qualsiasi altra
cosa... ma questo lei non lo avrebbe mai dovuto sapere.