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Autore: beat    16/05/2009    4 recensioni
Otae, una bella mattina come tante, arriva al punto di non ritorno.
Chi ne fa le spese, naturalmente, è il povero Kondo.
Da allora, una catena di eventi che porterà alla nuova coppia dell'anno: Otae e...
... Sorpresa! Leggete per scoprire!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kondo Isao, Otae Shimura, Toushiro Hijikata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Capitolo VII:
Non tutte le frittate sono un pasticcio di uova



Otae si rigirò nel letto per l'ennesima volta quella sera.
La coperta le si era avvolta attorno il corpo e dovette faticare per riuscire a districarsi da qual groviglio, agitandosi non poco, per riuscire infine a liberarsi da quella trappola.
Nervosamente, si mise seduta. Si passò una mano sulla fronte, come per asciugare del sudore che però era solo immaginario.
Era notte fonda, ma lei non era riuscita ancora a chiudere occhio.
Non ci riusciva.
Le parole di Hijikata le ronzavano in testa senza tregua.

“Credo di essermi innamorato di te..!”

Otae sentì una specie di groppo chiuderle la gola.
Per un attimo non riuscì a respirare, e dovette concentrarsi al suo meglio per riprendere il controllo del suo corpo.
Era stupita.

Stupita, arrabbiata, lusingata, depressa e sorpresa insieme.
Quella dichiarazione l'aveva letteralmente sconvolta!

E non era ancora riuscita a capire quale di quelle numerose sensazione era quella giusta. Non riusciva a fissarsi su di un solo stato d'animo.
Un attimo era arrabbiatissima perché Hijikata la stava mettendo in una situazione ancor più complicata di quanto già non fosse.
Però subito dopo non poteva non ammirarlo per il coraggio che aveva avuto nel confessarsi, a suo rischio vista la fama che aveva di donna violenta.
Poi si dispiaceva anche, perché così anche lui si stava cacciando nei guai. Perché quella dichiarazione voleva dire che si stava mettendo in rivalità con il suo stesso capo, cioè la persona a cui era più legato al mondo.
Poi si arrabbiava di nuovo perché aveva cominciato a fidarsi quasi ciecamente di Hijikata, e ora lui le faceva questo.

Otae sospirò.
Era terribilmente confusa.

Quella situazione non poteva portare a nulla di buono, se lo sentiva.
Ma allora perché non riusciva a cancellare il dolce piacere che aveva provato – e stava tuttora provando – quando lui le aveva aperto il suo cuore?
Con questi e altri mille pensieri Otae, esausta, finalmente si addormentò, in compagnia di sogni molto agitati.


***


La mattina la sorprese con incredibile velocità.
Credeva di essersi addormentata da ben poco tempo, e invece la luce della mattina aveva già invaso la camera.
Otae si mise un braccio sul volto, per schermare gli occhi.
Si sentiva ancora esausta, e si arrabbiò – verso nessuno in particolare a dirla tutta – perché aveva sperato che la notte le avrebbe portato consiglio.
Ma così non era stato.
Un lieve fruscio attirò la sua attenzione.
Oltre la porta, aveva sentito Hijikata muoversi per la stanza.
Immediatamente il cuore prese a batterle furiosamente contro il costato.
Non sapeva che fare.
Era totalmente a secco di idee.
Rimase immobile, sperando di potersi fondere con il pavimento.

Non era abituata a queste situazioni.

Lei, che era cresciuta senza una figura materna, ed era stata addestrata dal padre come un samurai, non aveva mai avuto confidenza con le questioni di cuore.
Certo, aveva letto un sacco di libri, visto una marea di film e soap-opera...ma tutti gli affari di cuore per lei erano ancora un mistero. Non aveva mai avuto modo di sperimentarli di prima persona.
Purtroppo, a causa dell'educazione che aveva ricevuto, e il suo comportamento spesso non troppo femminile, non era mai stata una grande attrattiva per i coetanei che la conoscevano. Troppe volte aveva terrorizzato ragazzini con la sua forza e i suoi modi di fare estremamente violenti. Non lo faceva apposta, all'inizio. Ma ormai quel modo di fare era diventato abituale per lei, e ormai non ci faceva più caso.

E si era abituata a non venir trattata come una ragazza.

Shin l'aveva spesso rimproverata su questo argomento. “Se continui a comportarti in questo modo, terrorizzerai tutti gli uomini!”
Anche Gintoki, una volta, l'aveva presa in giro dicendole che doveva solo ringraziare che Gorilla si fosse interessato a lei. Doveva sposarlo assolutamente, altrimenti non avrebbe mai più trovato nessuno che se la sarebbe presa, e sarebbe rimasta una vecchia zitella per il resto dei suoi giorni.
Beh, lei li aveva picchiato – sia Gin che suo fratello – perché non dovevano permettersi di fare dei commenti sulla sua vita privata. Ma a dirla tutta non si era mai posta il problema di rimanere una zitella.

Con l'apparizione di Kondo – il suo primo vero spasimante – la vita di coppia le era sembrata ogni giorno meno allettante, e aveva preso ad allontanare istintivamente tutti quelli che anche solo potevano pensare di poterla avvicinare.
Si era difesa.
Ma forse ora si stava rendendo conto che si era difesa fin troppo.

Il rumore di una padella sul fornello la distrasse dai suoi pensieri.

Lentamente di mise seduta.
Hijikata era in cucina e si era messo a cucinare.
La cosa la sorprese molto, perché lui stesso le aveva confidato che non amava cucinare: non aveva mai imparato, e se poteva, non si metteva di sua spontanea volontà a fornelli.
Però quella mattina stava cucinando.
In pochi attimi, la casa fu invasa dal profumo delle uova.
Otae sentì una fitta al cuore. Le ricordava terribilmente le mattine della sua infanzia, quando suo padre cucinava per lei la colazione.
Istintivamente, la ragazza si alzò dal letto.

Cercando di fare meno rumore possibile, si diresse verso la porta della stanza.
La socchiuse delicatamente, per sbirciare nell'altra stanza.
Hijikata le dava le spalle, chino sulla padella a controllare la colazione.
Otae spostò lo sguardo e notò che il tavolo era stata apparecchiato per due persone.
La ragazza richiuse la porta, ritirandosi un poco.
Era sempre più confusa.
La sua mente stava lavorando a livelli incredibili, per riuscire a dare un senso a tutta quella storia.
Non era affatto dispiaciuta, ora che ci pensava, di quella situazione.
Lei, che aveva sempre allontanato gli uomini, ora era lì, in casa di uno di loro. Avevano convissuto per tre giorni, e la cosa non l'aveva minimamente disturbata.
Forse perché il suo ospite era stato incredibilmente gentile, ma lei si era proprio sentita...a suo agio.
Otae tremò impercettibilmente.

In quei tre giorni aveva avuto modo di conoscere Toshi Hijikata.
E non il “demoniaco Vicecomandante della Shinsengumi”, il samurai inflessibile.
No, aveva conosciuto Toshi Hijikata.
E lo aveva trovato incredibilmente una splendida persona.
Anche se aveva sentito peste e corna sul suo conto dai racconti di suo fratello, non aveva trovato nulla del genere in lui.
Era serio, si, non esattamente una persona solare. Ma era anche gentile, educato e rispettoso.
Era un uomo straordinario.
Otae si portò una mano a coprire la bocca tremante.
Lentamente, sentiva di stare riuscendo a mettere insieme tutti i pezzi.



***


Hijikata sentì la porta della camera da letto aprirsi.
Non si voltò finché non percepì i passi di Otae che si stava avvicinando. Rimase in attesa, e solo quando non sentì più la ragazza muoversi si girò.

“Buongiorno, signorina Otae” la salutò, cercando di mantenere un'espressione e un tono di voce quanto più neutri possibile.

Si soffermò non più di mezzo secondo sul suo viso.
Non riuscì a leggerne l'espressione.

“Buongiorno, signor Hijikata” rispose lei, lo stesso tono di voce monocorde.

Toshi rispose con un leggere cenno della testa.
Non sapeva che doveva fare, per cui si limitò ad essere un buon ospite.

“Ha preparato la colazione?” chiese Otae, indicando la padella sul fuoco.

Hijikata annuì.

“Che strano, eppure mi aveva detto che non sapeva cucinare!”

Il ragazzo si limitò di nuovo ad annuire, anche se questa volta permise a se stesso di alzare lo sguardo per incrociare quello di Otae.
La ragazza stava sorridendo. Era solo un accenno di sorriso, ma almeno aveva abbandonato l'espressione imperscrutabile che aveva avuto in precedenza.
Leggermente rincuorato, Hijikata si decise a risponderle a parole.

“Beh...in effetti sì. Non volevo che andassero a male le uova. Prego, si sieda intanto. È quasi pronto..!”

Otae fece come richiesto e andò a sedersi al suo abituale posto.
Hijikata si voltò completamente verso il fornello, cercando di mantenere la calma.
Un minuto dopo la colazione era pronta e Hijikata la servì nei piatti.

“Frittata?” chiese leggermente stupita Otae.

“Sì...” azzardò lui “Spero che le piaccia...non sono un cuoco provetto, ma con le frittate me la cavo abbastanza..!”

Otae si rigirò la forchetta in mano per un attimo, continuando a fissare il piatto che aveva davanti.
Hijikata trattenne il respiro, mentre lei prendeva il primo boccone.
E si stupì tantissimo quando vide che gli occhi le si illuminavano.

“Ma è buonissima!”

Hijikata deglutì, tirando poi un sospiro di sollievo.

“Davvero le piace?”

“Certo! Che cosa ci ha messo dentro...vediamo... Direi un po' di cipolla...e del formaggio, vero?”

“Si” rispose lui, il cuore che aveva ripreso a battere, anche se un po' più veloce del normale.

“E c'è anche qualcos'altro...ma non riesco a capire che cosa...”

“Menta” rispose Hijikata “Ci ho messo dentro anche qualche foglia di menta...”

Otae fissò prima la frittata, poi il cuoco.

“Davvero squisita!” decretò, sorridendogli.

Hijikata borbottò un ringraziamento, per poi abbassare il viso, per non farsi vedere mentre sorrideva.
Consumarono la colazione in silenzio.
Quando infine entrambi ebbero posato le forchette sul tavolo, Otae prese di nuovo la parola.

“Signor Hijikata...”

E lui alzò il volto su di lei. Aveva cercato di fissarla il meno possibile, e lei se ne era accorta. Si sentiva terribilmente imbarazzato, ma aveva cercato comunque di nasconderlo come meglio aveva potuto.

“Sì...signorina Otae..?”

Otae sentì che il cuore le stava martellando furiosamente in petto. Sentiva il suo rimbombo anche nelle orecchie.

“Ecco...io volevo scusarmi con lei, signor Hijikata...”

“Come? Scusarsi?”

“Sì...ieri sono stata scortese con lei...”

“Ma no...”

“Ecco...io...” e si bloccò.

Era terribilmente furiosa con se stessa per il fatto che non riusciva a trovare le parole per esprimersi.
Hijikata rimase in silenzio, in dolorosa attesa. Dolorosa perché sentiva che ancora poco e avrebbe visto il suo cuore schizzargli fuori dalla gola, dove se lo sentiva battere.
Otae intrecciava e scioglieva le dita delle mani tra di loro in continuazione, a causa dell'agitazione. Prese un respiro profondo, e si decide a dire tutto.

“Signor Hijikata, lei ieri mi ha messo in difficoltà. Parecchio in difficoltà. All'inizio pensavo che stesse scherzando, che mi volesse prendere in giro. Ma ho subito capito che lei non lo farebbe mai. Quindi mi sono arrabbiata, perché pur conoscendo bene la situazione in cui mi trovo, lei ha provveduto a renderla ancor più difficile. Anche se in realtà, anche lei così ci è andato di mezzo. Ha cercato di trovare una soluzione che risolvesse nella maniera più onorevole possibile tutta questa situazione. Per questo provo molta ammirazione. Però...”

-Ecco, ci siamo, arrivano i però...- pensò mortificato Hijikata.

“Però...lei mi ha confusa...”

Hijikata alzò di scatto il volto. “Confusa..?!”

Otae distolse velocemente lo sguardo, arrossendo appena.

“Beh, in realtà sono io che mi sento confusa...su me stessa. Deve sapere, signor Hijikata, che a parte Gorilla, nessun uomo ha mai voluto avere a che fare con me. E anche Kondo, in realtà sono sicura che si sia innamorato di me solo perché quando l'ho conosciuto mi ha suscitato pietà e ho provato ad essere gentile con lui. Non credo che mi avrebbe mai amata se mi avesse conosciuta veramente.” Otae abbassò ancora la testa, come se quello che stava dicendo fosse un peso che le gravava addosso.

Hijikata non disse nulla.
Non fece commenti, tanto era rapito dalla sua voce.

“Per questo mi sono sentita confusa quando lei ha detto di amarmi, signor Hijikata. Lei mi conosce, sa benissimo quello che sono in grado di fare anche ad un samurai perfettamente addestrato. Sa che ho un carattere pessimo e che non sono il massimo della femminilità. Ma nonostante tutto questo, lei dice di essersi innamorato! Capirà che la cosa per me è semplicemente incredibile..!”

Hijikata non riuscì più a stare zitto.

“Signorina Otae! Non mi interessa quello che lei può farmi. Io...io credo di averla conosciuta davvero in questi tre giorni. Decisamente molto più di quanto ha potuto fare Kondo in un anno di persecuzione! So che in realtà lei è gentile e anche molto dolce...quando vuole...! So bene quello che è in grado di fare, solo il primo che se ne rende conto...ma ho deciso che non mi interessa. Mi perdoni per la presunzione, ma io la vedo così la questione. Lei potrà anche essere la donna più manesca e pericolosa di Edo, ma mi ha fatto innamorare lo stesso. Non su questo non ci posso fare nulla..!”





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Angolo dell'Autrice:

Scusate se il capitolo è un pò troncato in mezzo al discorso, ma o lo chiudevo qui, o sarebbe andato avanti ancora per un chilometro! °_°
Ma non disperate! Prometto che il prossimo capitolo lo aggiungerò lunedì...massimo martedì sera, a seconda di quanti commenteranno, ohohoh!. ^^ Ma vi prometto che vi diverterete parecchio, promesso!
Hijikata un pò meno, ma alla fin fine, se non c'è qualcuno che soffre, mica c'è gusto a scrivere in Gintama! Ihih!

Ringrazio veramente tantissimo saku89 (era bellissima la recensione, non ti preoccupare! ^^) e Gintokina che fedelmente continuano a seguire e commentare (anche se, Gintokina, hai commentato nel primo capitolo, e non ho visto il commento se non oggi... ^^" e poi, dai, non puoi essere un pò conprensiva con la povera Otae? Anche lei merita di essere felice, o no? ^^ ahahah!)


Ah, la frittata di Hijikata è in realtà una mia ricetta. v__v
Viva le frittate alla menta! ^_^


Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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