Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Mitsuki Loveless    16/05/2009    3 recensioni
Questa è la storia di un ragazzo dimenticato da tutti e di un'angelo dimenticato da Dio...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angel
She is my Angel

Angel

Era una notte come tante il cielo stellato che spiavo dalla finestra era di un blu notte intenso costellato da mille piccole luci bianche, ho sempre adorato quella atmosfera che mi trasmetteva una tranquillità d’animo incommensurabile se poi il vento gelido soffiava forte accarezzando il mio corpo dei brividi percuotevano la mia schiena, ma ciò non mi dava fastidio, anzi adoravo quella sensazione eccitante. Ma quella notte sarebbe stata diversa dalle altre perché c’era qualcosa di diverso nell’aria e il mio cuore lo sentiva, che doveva trattarsi di qualcosa di eccezionale!

Al contrario, ho sempre odiato la mattina per il semplice fatto che una volta svegli non si può più sognare, e i sogni sono per me la parte più bella della notte. Inoltre quando apro gli occhi sento un grande vuoto dentro, forse perché io non ho nemmeno una famiglia, o forse perché lo stesso significato di casa mi è ancora sconosciuto. Di solito mi vesto e corro a scuola, odio la scuola, è vero che serve per un tuo lavoro futuro, ma dopo la morte non c’è un lavoro e tutto ciò che hai fatto non serve più a nulla. Dio non esiste, perché se egli fosse davvero fra di noi, io non sarei costretto a vivere così… Questo era ciò che pensavo, almeno fino a quel momento.

«Ma che diav..olo..» Vidi una ragazza, incantevole avvolta dalla luce fievole della luna, la sua figura snella e ritta padroneggiava la scena, aveva indosso un vestito lungo fino alle ginocchia apparentemente molto strano, le sue spalle erano incorniciate da due candide e soffici ali, rimasi senza fiato, il suo sguardo penetrò nel mio cuore colpendolo nel punto più debole, i suoi lunghi capelli sbarazzini venivano scompigliati dal forte vento, sembrava un dolce sogno. Risvegliandomi improvvisamente dal mio apparente sonno scattai verso la finestra estasiato da quella dolce figura, scostai l’anta che impediva la vista completa del paesaggio ma appena mi affacciai, scomparve nel nulla, era come volatilizzata ma sentivo ancora il cuore battermi forte nel petto, chi era? Che cosa ci faceva su quel tetto? E perché era venuta da me? Mille domande riempirono i miei pensieri, mi infilai scosso nelle morbide lenzuola, ma non chiusi occhio, quella notte mi limitai a osservare quel tetto fuori dalla finestra, nella vana speranza di rivederla ancora.

Alla fine non si ripresentò, mi addormentai sfinito dall’attesa, ma la voglia di incontrarla non svanì dal mio animo. Mi svegliai alle prime luci dell’alba, sentii le mie labbra toccate da qualcosa, stavo baciando qualcuno? Si, mi feci trasportare completamente da quel bacio in cui diedi tutto me stesso, quella bocca era morbida e soffice, sentendola allontanarsi aprii lentamente gli occhi ancora assonnati, e incontrai i suoi occhi, erano di un azzurro cielo profondo, in essi si scorgevano perfino le nuvole e la fievole brezza d’estate, poi sentii i suoi biondi capelli poggiati delicatamente sul mio volto e il suo dolce profumo sulla mia pelle. Si alzò e non feci in tempo a fermare la sua corsa, sparì ancora una volta al di là della finestra, lasciandomi solo il desiderio irrefrenabile di tenerla stretta al mio petto, lì dove si trova il mio cuore in cui riposa il mio amore per lei, e la voglia quasi proibita di averla solo per me. Successivamente pensieri mai passati per la mia testa inondarono la mia mente, fantasticavo su di lei e su di me, ancora avvolto nelle mie coperte, mi riaddormentai stanco sognandola accanto a me, che dormiva serena con la testa sul mio cuscino.

The angel and human

Riaprii gli occhi tre ore più tardi e mi incamminai verso il bagno, sciacquai il volto con acqua fresca e lo asciugai sovra pensiero, mi cambiai e mi incamminai lento verso scuola, ma non avevo alcuna voglia di stare tra i banchi a sentire le voci monotone di quegli stupidi professori, così corsi al parco e mi stesi a terra, mi misi ad osservare il cielo, e le nuvole che soffici e lente cambiavano forma. Tutto mi ricordava quella splendida visione, come potevo vederla? Era lei che veniva da me, senza dirmi nulla, silenziosamente turbava il mio animo, lei era un sogno profano che agitava le mie notti. Socchiusi gli occhi accogliendo quel piacevole venticello che mi accarezzava il viso, mi addormentai circondato da erba ancora bagnata dalla rugiada mattutina.

«Mi stavi cercando?» Sentii una voce angelica sussurrarmi qualcosa in un orecchio, mi alzai di colpo, doveva essere lei, ma non vidi nessuno e mi rattristai, perché mi stava facendo stare così male?  «Ti prego… Fatti vedere… Solo per una volta… fa sì che io ti possa abbracciare…» Apparve angelica davanti a me, come una magia, immobile e fiera, corsi verso di lei e cercai di abbracciarla ma trapassai il suo corpo, rimasi senza fiato, non era umana? Ma chi era? Osservai la sua schiena e le sue bianche ali, poi si voltò e il suo viso triste e malinconico mi strinse il cuore. «Anch’io… umano… vorrei tanto saltare fra le tue braccia… ma io sono solo uno spirito senza dimora… e non posso amare nessuno…» «Ma io ho toccato le tue labbra, io ti ho baciato, perché ora mi sfuggi?» accennò un sorriso che rese il suo viso ancora più addolorato «E’ stata la mia forza di volontà ad aiutarmi, e anche se solo per un attimo, sono riuscita a diventare umana e a darti il mio bacio di addio, perché il mio tempo qui sulla terra è scaduto, a momenti mi verranno a prendere, e mi porteranno via…» No… non potevano farmi questo… Se Dio esiste, come tutti dicono allora non poteva portarmi via l’unica persona che si era avvicinata a me, anche se si era limitata ad osservarmi da lontano, era riuscita a conquistare il mio cuore al primo sguardo. Apparve dietro di lei una tetra creatura, aveva un’ascia in mano e un mantello copriva il suo orribile volto. Quando apparve e puntò l’ascia alla sua gola il mio cuore accellerò il battito, «NON TOCCARLA!!!!!» mi gettai su di lui quasi con le lacrime agli occhi, provai a tirargli un pugno ma egli era fatto di aria, proprio come lei, e i miei colpi andavano a vuoto. Ormai non potevo fare più nulla, l’avrebbe portata via e io non l’avrei più rivista, mai più…

«Umano… tu ci tieni a lei?» lo fissai ansimando dalla paura «Lei è l’unica cosa che mi rimane… senza di lei la mia vita non ha senso…» l’ombra scura si rivolse verso di me con aria minacciosa «Allora… difendila… dì qualcosa… prova a fermarmi… se ci riesci naturalmente la lascerò andare… altrimenti la porterò via con me…» Avevo gli occhi offuscati dalle lacrime, il cuore stava per scoppiarmi di dolore, la mia testa non ragionava, cosa potevo dirgli? La guardavo e stavo male, avrei voluto morire insieme a lei in quello stesso momento, la morte non mi faceva paura, perché ci sarebbe stata lei assieme a me. Ripensai alla prima volta che la vidi, un angelo sceso sulla terra, forse per salvarmi, il suo bacio, sapore di paradiso, le sue ali, visione celestiale, i suoi occhi, il forziere segreto del mio amore, di cui solo noi avevamo la chiave, l’amore, che albergava vivo e forte nei nostri cuori, le parole fluirono, dolci ma decise, dalle mie labbra, erano dedicate a lei, solo a lei, al mio unico, primo, grande amore… «Lei è il mio angelo… Non puoi privarmene, non puoi portarla lontano da me… Perché io appartengo a lei, come lei appartiene a me…» Lo guardai con occhi decisi, ma ricordo solo il volto del mio angelo arrossire stupito e quello del mostro ridere di gusto… Scomparvero insieme, portandosi via il sole, il mio sole, attimi infiniti mi passarono davanti lenti e malinconici, ricordi tristi, attimi che appartengono a lei, che facevano parte della sua essenza, di lei… Cominciò a piovere, quella pioggia che stava lavando via le ultime tracce del suo profumo, maledetta pioggia, che se la stava portando via lontano da me, caddi a terra in ginocchio, intorno a me solo silenzio, buio e silenzio, alzai lo sguardo al cielo, nero e scuro che piangeva assieme al mio cuore, i vestiti si attaccarono alla mia pelle, avevo freddo, senza di lei, faceva troppo freddo, mi strinsi forte a me, non poteva essere successo davvero, non voglio, non voglio, torna indietro, ti prego, io non posso vivere senza di te «TORNA QUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!» gridai con tutta la forza, la rabbia, l’angoscia e la malinconia che avevo dentro, continuai ancora, per minuti interi, nessuno mi sentì. Mi rannicchiai steso a terra con le lacrime e il dolore che mi stavano uccidendo… Chiusi gli occhi e finalmente potei sognare, la ritrovai, la potevo abbracciare forte, potevo stringerla, potevo dirle quanto l’amavo senza che nessuno mi giudicasse o potesse portarmela via…

Rimasi in quel mondo con lei tre giorni, i più belli che potessi ricordare, al mio risveglio ero in clinica, qualcuno mi aveva raccolto e portato in ospedale, mi guardai intorno spaesato e senza vita negli occhi. Mi alzai dal letto e cominciai a vagare per i corridoi, era notte, non c’era nessuno, e passando da uno specchio notai i miei occhi rossi, dovevo aver pianto anche mentre dormivo. Mi sedetti a terra fissando il vuoto, in cerca di una risposta, di un segno. Quando sentii dei passi venire verso me alzai lievemente lo sguardo e vidi davanti a me i piedi nudi di una ragazza «Mi stavi cercando?» «C…cosa?» alzai lo sguardo, e incontrai di nuovo i suoi occhi, brividi pervasero il mio corpo, una marea di sentimenti mi inondò, la abbracciai di scatto «TI AMO! TI AMO! TI AMO!!!! Ti prego non andare mai più via… mai più!!!! MAI PIU’!!!!!!!!!!!» era lei? Ma come? Non ci pensai nemmeno! L’unica cosa importante era averla ritrovata, sentire di nuovo il suo profumo, cercai disperatamente le sue labbra, la baciai infinite volte «Anch’io ti amo!» sentii il suo corpo stringersi al mio, piangemmo, le lacrime scendevano pure e leggere sul nostro volto, non ci saremmo separati mai più? «Come hai fatto a tornare da me?» le chiesi tra i singhiozzi «Lo spirito del male ha detto che le tue parole lo hanno convinto a darmi un’altra possibilità, il mio corpo era in coma, Dio doveva scegliere il mio destino e sentendo le tue suppliche, ha deciso di salvarmi… devo ringraziarti… ma ora ti prego… stringimi forte a te… amami… perché ho bisogno del tuo amore…» La strinsi ancora più forte a me… ora più nessuno poteva dividerci… Che stupido! Proprio io che non ho mai creduto in Dio ho ricevuto un regalo per la mia impura fedeltà, adesso credo in lui, e lo ringrazio per tutto ciò che ho, ma soprattutto per l’angelo che mi ha donato, che ha saputo rubarmi il cuore e di cui mi sono perdutamente innamorato. Grazie per avermi dato una ragione per vivere, la più bella che mi sarei potuto aspettare, quella di starle per sempre accanto, di amarla e di rispettarla, nel bene o nel male, finchè morte non ci separi.

The End.

Human
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Mitsuki Loveless