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Autore: BlackVanilla    18/11/2016    3 recensioni
...può un semplice indumento notturno aprire il cuore del nostro gelido Chirurgo della Morte? A quanto pare sì...
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non capitava molto spesso, per fortuna, ma a volte Gwennie sognava il momento terribile nel quale si era inoculata il virus.
Le sembrava addirittura di sentire il bruciore che il liquido le aveva provocato per tutta la lunghezza del braccio, e, puntualmente, si svegliava stringendoselo in modo spasmodico.
Ricordava che fosse accaduto anche una notte mentre stava dormendo accanto ad Ace, e lui non si era accorto assolutamente di niente, il sonno di quel ragazzo non era pesante, ma molto di più.
Il mattino dopo, la giovane si era sentita di doverglielo raccontare il suo incubo, e il ragazzo l’aveva ascoltata attentamente: al contrario di come aveva reagito Law, ovvero facendo invidia ad una statua di bronzo, Ace era saltato sulla sedia quando aveva udito il catastrofico racconto dei fatti accaduti a Janvier.
“Cioè ti sei iniettata quella roba?”, aveva chiesto passandosi una mano sulla nuca, “beh, ne hai di fegato…adesso come potrai fare per…guarire? E’ il termine corretto da usare in un caso come questo?”.
Gwennie aveva sorriso, allora portava i capelli corti, ricordavano la pettinatura sbarazzina che aveva Nami prima che la ciurma fosse divisa all’arcipelago Sabaody, e si era passata le dita tra le sottili ciocche.
“In realtà non lo so, Ace. Non so come se possa definire la mia stramba situazione…io…io credo che non potrò guarire ma la cosa che davvero mi importa è cercare qualcuno che possa aiutarmi a creare un vaccino…”.
I due stavano facendo colazione in una piccola locanda tranquilla di un paesino sperduto su un’isola della Rotta Maggiore, anche se, a pensarci bene, le pietanze che facevano bella mostra di sé sul tavolo non si potevano definire propriamente come colazione.
Ace aveva ordinato un po’ di tutto: onigiri, spaghetto al pomodoro con polpettine di carne, omelette al formaggio e alle verdure, pollo arrosto, bistecche alla griglia rigorosamente al sangue, patate al forno, insalata, peperoni ripieni e, giusto per cavalleria, un vassoio di brioche calde per Gwennie.
La ragazza aveva sorseggiato il suo caffè mentre la mente vagava alla ricerca di qualche risposta, le orecchie che sentivano la voce del ragazzo di fuoco mentre le faceva coraggio promettendole di aiutarla sempre, in ogni occasione.
Un leggero rumore la riportò alla realtà, qualche parte del sottomarino nel quale stava viaggiando aveva scricchiolato rispondendo alla pressione che l’acqua del mare esercitava sulle pareti metalliche.  
Non si era resa conto di essersi seduta sul letto, la mano abbandonata sul braccio incriminato: arrotolò la manica bianca di cotone del pigiama fino all’altezza giusta, il punto esatto doveva anni addietro aveva conficcato l’ago di quella siringa.
Guardò la pelle sentendosi decisamente sciocca, si aspettava forse di vedere ancora il piccolo foro sanguinolento?
Sospirò scuotendo la testa.
Ad un tratto, la sensazione di essere osservata le fece girare la testa di scatto verso sinistra, le ci volle un po’ di tempo per mettere bene a fuoco quella strana sagoma scura che le sembrava di intravedere nell’ombra: era stretta e allungata, pareva lucente…ricordava…la saya di una katana, ma lei non ne possedeva una.
Quando finalmente il suo cervello ancora confuso dal sonno infelice fece l’esatto ragionamento, capì che, seduto sulla poltroncina della sua stanza, se ne stava un silenzioso Law in compagnia della fidata Lamento Spettrale.
“Che ci fai qui?”, gli chiese piano, nessuno doveva sapere della loro relazione, se così poteva essere definita.
“Ti sei lamentata parecchio durante il sonno. Ti ho sentita e sono venuto a controllare”, si era alzato senza produrre alcun suono.
Gwennie non aveva voglia di parlare del suo incubo, voleva che il rapporto con Law non fosse soltanto caratterizzato da momenti negativi, così gli chiese la prima cosa che gli passò dalla mente.
“Ma non lo porti mai il pigiama, tu?”, il pirata era infatti completamente vestito.
La domanda lo spiazzò.
Un piccolo sorriso gli incurvò le labbra, ma fu grato all’oscurità che gli permise di nasconderlo.
“Saltuariamente”.
“E che vuol dire? Dormi vestito? Non è scomodo?”, parlando la giovane accarezzò il morbido tessuto del suo super morbidoso pigiamone bianco latte con disegnati dei fiocchi di neve stilizzati di colore azzurro e grigio su tutta la superficie dell’indumento.
“Ti sembrano cose importanti?”, il tono era vagamente divertito.
“Moltissimo…il pigiama che indossiamo riflette la nostra personalità!”, Gwennie aveva parlato come avrebbe fatto un professore davanti ai propri alunni mentre era impegnato in una importantissima spiegazione.
Law capì che la giovane non desiderava parlare del suo brutto sogno, perciò decise di stare un poco al gioco, si avvicinò al letto e vi si sedette guardandola diritto negli occhi.
“In effetti ne possiedo un paio…”, iniziò facendo volutamente il misterioso.
Le gote della ragazza si imporporarono leggermente e sorrise mentre gli faceva spazio accanto a se nel confortevole giaciglio.
Lui posò la katana su una sedia e si tolse il soffice cappello prima di sdraiarsi accanto a lei che, nel frattempo, si era acciambellata proprio come avrebbe fatto una gattina assonnata.
“Di che stoffa sono fatti? Colori? Hanno i bottoni?”, abbracciò il cuscino affondandovi metà del viso, non riusciva a scorgere bene l’espressione del medico, tuttavia sentiva che in quel momento non aveva importanza guardarsi negli occhi.
“Cotone presumo, nero e nero e sono certamente senza bottoni. E’ passato il tempo dei bottoni”, tacque.
“Ne avevi uno con dei bottoni quando eri piccolo?”, che strano, lei sapeva sempre arrivare alla giusta conclusione.
Law lo ricordava bene quel suo pigiama infantile, era color aviatore con dei piccoli aeroplani colorati che volavano in ogni direzione, sul davanti dei piccoli bottoncini di un azzurro intenso chiudevano le due metà della parte superiore.
Era stata la mamma a regalarglielo per un suo compleanno.
A Lamy piaceva tantissimo giocarci mentre Law lo stava indossando, usava dei piccoli aeroplani di plastica che aveva trovato delle confezioni delle merendine, e li faceva volare assieme a quelli ritratti sull’indumento.
I due fratellini passavano ore a divertirsi in quel modo, ridevano, scherzavano, rotolavano sul pavimento mangiando biscotti allo zenzero e okaki, a volte succedeva che si addormentavano dentro alla piccola tenda da campeggio che avevano voluto fosse piantata nella loro stanza dei giochi, ma al mattino si ritrovavano sempre magicamente nei loro letti.
La vita sembrava così bella e rosea in quel periodo…nessuno avrebbe mai immaginato cosa sarebbe potuto accadere non molto tempo dopo.  
Lamy era stata una bambina solare, felice, sempre sorridente…Law non ricordava di averla mai vista veramente arrabbiata o triste, per lei il mondo era un posto meraviglioso e pieno di fantastiche soprese.
Il dottore si rese conto improvvisamente di non aver semplicemente pensato quelle cose, ma di averle raccontate in un sussurro: un sentimento di sgomento misto ad imbarazzo lo pervase facendolo irrigidire.
Gwennie non aveva mosso un muscolo, era sempre sdraiata accanto a lui, ma non cingeva più il cuscino, bensì si era letteralmente aggrappata al suo braccio destro.
Si era commossa nel sentire quelle parole, la sua mente aveva immaginato la bambinetta che rallegrava le giornate del fratello maggiore, la piccola Lamy mente prendeva in giro Law colpevole di esser un po’ troppo serio già a quella tenera età.
Law doveva aver sofferto davvero molto per la perdita dei suoi genitori, ma ancora di più per quella della sorellina.
“Grazie”, disse piano posando la fronte alla spalla del suo dottore.
Sentendo che stava rilassandosi, notò che anche per lui stava accadendo la stessa cosa, l’imbarazzo era sparito e forse era riuscito a liberare il suo cuore da un po’ di quel tremendo peso che la Flevance in fiamme gli aveva suo malgrado lasciato.

Un salutone affetuoso a tutti i miei lettoriiii!!!! ^.^
Eccomi, come promesso, con una piccola one shot tutta dedicata si nostri due piccioncini!
Spero vi piaccia!
Un abbraccio!
Vostra
BlackVanilla
   
 
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