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Autore: Abigail_Cherry    18/11/2016    1 recensioni
"Il tuo nome non ti definisce come persona. Ognuno è quello che è, indipendentemente dal proprio nome. Ed io dico che tu sei intelligente, sgargiante ed adorabile. Questo è ciò che sei."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 25:
Lo Shock
 
Il sole sta già cominciando a sparire oltre le montagne mentre mi avvio verso il parco, ancora con indosso la divisa scolastica.
Il "Flybird Park" è uno dei miei posti preferiti di sempre, spesso ci passeggio oppure mi siedo su una panchina a leggere un libro preso in prestito dalla biblioteca, anche se per ovvi motivi in questo periodo non ne ho avuto molto tempo.
Questo pomeriggio, però, non sono venuta al parco per godermi il caldo tramonto all'orizzonte ma per incontrare Theo.
Cammino per le stradine del parco finché non arrivo al piccolo laghetto, dove abbiamo programmato di incontrarci, ed infatti eccolo lì.
Un metro e ottantasei di ragazzo con capelli castano chiaro lievemente chinato per appoggiare i gomiti al recinto del laghetto.
«Ehi» gli dico. «Sono in ritardo?»
Lui si gira verso di me e sorride. «Per niente, sono io che sono un po' in anticipo.»
Ci baciamo entrambe le guance e cominciamo a camminare senza una meta precisa, parlando del più e del meno per qualche minuto, finché mi stufo di aspettare.
«Allora?» faccio. «Come mai mi volevi parlare?»
Il corpo di Theo si irrigidisce e lui cerca di scacciare via il nervosismo schiarendosi la voce «Sì, ecco, in realtà è un po' complicato...»
«Vuoi sederti?»
«Sì, forse sarebbe meglio.»
E così facciamo. Mi giro un po' verso di lui per stringergli la mano. «Allora? Che c'è?»
«Volevo chiarire un paio di cose con te.»
«Ti ascolto.»
«Io... ecco, Erika, hai presente al gala quando mi hai baciato davanti a tutti?»
«Certo. Come dimenticare?»
«E, insomma...» continua lui, asciugandosi la mano che non sto stringendo sui pantaloni «...voglio solo sapere se tu l'abbia fatto perché ti piaccio o per compassione nei miei confronti.»
Sorrido, facendo passare un paio di secondi «Temevo non avessi capito.» Mi sporgo in avanti e gli do un bacio sulla guancia «L'ho fatto perché mi piaci, Theo.»
Ma la sua reazione non è come me l'aspettavo.
«Temevo lo dicessi» dice lui.
«Cosa?» cerco di dire io, un po' scossa.
«Ecco Erika è... è tutto così strano, io...» Theo inspira profondamente ed espira, qualunque cosa mi debba dire penso sia molto difficile per lui. «Vedi io... non sono sicuro ancora della mia sessualità.»
Resto un attimo a fissarlo perplessa. «Come?»
«Vedi, prima che arrivassi tu io... io sono uscito solo con ragazzi.»
Ancora, do un paio di secondi al mio cervello per elaborare le sue parole. «Quindi mi stai dicendo che io... non ti piaccio perché sei gay?»
«No, no. Tu mi piaci. Almeno credo. È questo il problema!»
«E cosa vorresti dire con questo?»
«Te l'ho detto, non sono certo della mia sessualità. Ero convinto di essere gay ma tu... non so, sei riuscita a capirmi e in qualche modo anche a piacermi. Ma non so se mi piacciono anche le ragazze o se tu sia l'eccezione.»
«Theo, dove vuoi arrivare?»
«A farti una domanda.» Theo si alza dalla panchina e si mette di fronte a me. «Erika, saresti pronta ad intraprendere una relazione con un ragazzo probabilmente gay che potrebbe non essere davvero innamorato di te?»
Resto un attimo immobile «No.» Mi alzo in piedi, ritrovandomi solo a pochi centimetri dal viso di lui «No, io sono pronta ad intraprendere una relazione con te. Non importa quale sia il tuo orientamento sessuale, passato, presente o futuro, voglio stare con Theo, un ragazzo dolce che non è sicuro di cosa provi per me.» Gli prendo le mani. «Ma quella cosa è tanto forte da fargli dubitare il suo orientamento sessuale. Allora io dico che con quel ragazzo, vale la pena provare.»
A quel punto, senza più avere parole da dire, Theo abbassa la testa e mi bacia. Un bacio lungo, forte, completamente diverso da quello del gala, di quelli che tolgono il fiato.
Quando lui si stacca fatico quasi a respirare, così appoggio la fronte alla sua «Wow» dico. «Se tutti i gay baciano così dovrei convertirne di più all'eterossessualità.»
Lui ride piano e mi dà un pizzicotto sul braccio. «Stupida.»
Ed è tra sussurri e battutine che ricadiamo tra i baci e le carezze, mentre il sole ormai sembra solo un ricordo lontano.
 
****************
 
Dopo ciò che mi sono accorta di provare per Chris, ho voluto tenere un po' le distanze per paura di arrivare ad innamorarmi di lui, il che sarebbe davvero un disastro.
Non l'avessi mai fatto.
Io e Andrew siamo seduti sul letto di camera mia e guardiamo una serie TV sul computer, i nostri piedi incrociati l'uno all'altro e la mia testa sul suo petto, quando qualcuno suona al campanello.
Sospiro, seccata. «Vado e torno» dico, scendo le scale per andare ad aprire la porta e, appena lo faccio, il mio cuore sembra essermi finito in gola.
Chris.
Ci metto meno di un secondo a capire la gravità della situazione. Se Andrew dovesse scendere, entrambi scoprirebbero di essere stati traditi.
«Mi vuoi dire che succede?» sbotta Chris, entrando in casa senza troppe cerimonie.
Mi appoggio un dito sulla bocca «Abbassa la voce.»
«Tu non puoi dirmi di abbassare la voce quando è giorni che mi eviti in tutti i modi possibili!» Chris sembra davvero infuriato, fa quasi paura.
«Non ti ho evitato.»
«Non mentirmi. Io ho evitato centinaia di ragazze, so come si fanno queste cose.»
«Parliamone in giardino, per favore, mio fratello sta riposando» mento, lo conduco fino alla porta in vetro scorrevole e lo faccio uscire.
«Non ti piaccio più? Mi stai lasciando?» dice Chris.
«No, no! Assolutamente no!»
«Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?»
«No!»
«Allora dimmelo! Dimmi perché mi ignori. Pensavo ci fosse sintonia fra di noi.»
«E c'è. Davvero. È solo che...»
Si sente qualcosa battere sulla porta-finestra del giardino. Entrambi ci giriamo e vediamo Andrew, con sguardo preoccupato, che cerca di chiedermi con i gesti se andasse tutti bene.
Mi sento in trappola.
Chris guarda l'occhialuto prima confuso, poi sembra ricordarsi di lui e ci mette poco a unire i pezzi. «Allora... mi tradisci. È per questo.»
«Chris, ti stai facendo di nuovo prendere dalla gelosia.»
«Io lo uccido.» Chris avanza verso Andrew velocemente, ma io mi piazzo davanti a lui.
«Fermati! Non è come pensi!» gli urlo, facendo pressione con le mani sul suo petto per fermarlo. Abbastanza inutile, visto la forza che anni di allenamento gli avevano dato.
«Facciamolo dire a lui.» Si scrolla le mie mani di dosso e apre la porta, trovandosi davanti un Andrew davvero preoccupato.
Io non ho neanche la forza di rientrare in casa. Sono immobile a fissare le labbra di Chris e di Andrew che si muovono, sentendo a malapena ciò che si dicono.
«Sasha? Non conosco nessuna Sasha» dice Andrew.
«Ma se sei in casa sua!» risponde Chris.
Stanno scoprendo tutto.
La mia bugia sta crollando.
Deluderò Colin, l'articolo non potrà più essere scritto, tutti scopriranno tutto.
Come farò ad affrontarli?
Il campanello della porta d'ingresso suona di nuovo.
No, non posso lasciar entrare nessun altro, non adesso.
Ma pochi secondi dopo, tra le urla infuriate di Chris e Andrew, si sente la serratura scattare.
La porta si apre.
E appena lo vedo sento le mie gambe tremare e la gola che freme per urlare finché non avrò più fiato.
Non posso.
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