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Autore: tenacious_deep_soul 99    19/11/2016    2 recensioni
Cosa faresti se un giorno dovessi essere costretta a cambiare la tua vita solo per dei pregiudizi sbagliati dettati da una mente pervasa dal bigottismo? Ecco, questo è un problema che affligge la vita della povera Lee Jieun la quale, per sfuggire alle costrizioni di sua madre e al periodo natalizio formato per lo più da un susseguirsi di interrogatori, si vedrà costretta ad affittare un ragazzo…
[Tratto dal Capitolo 1]:
-Non ho altra scelta…- disse lei sospirando mentre permetteva alle dita di scivolarle sulla tastiera. Apparsale in un lampo davanti agli occhi la pagina traboccante di risultati cliccò, senza pensarci due volte, il primo sito che le capitò sott’occhio: Affitta ragazzi, diceva.
[Tratto dal Capitolo 2]:
-Ma allora sei tu! No, non è possibile!- esclamarono entrambi indicandosi a vicenda con indici accusatori.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7:

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Sabato 17 dicembre, ore 18:30.
Quel giorno il morale di Jieun era caduto nei meandri più oscuri della terra, al solo sentire ciò che Jimin le aveva sbattuto violentemente in faccia due giorni prima la sua autostima era calata drasticamente.
Tappetta, despota, egoista erano le tre parole che le giravano di continuo per la testa mentre ciondolava col telefonino, cercando su internet dei modi geniali per uccidere una persona.
Jieun si sentiva un’idiota: non era stata in grado di contro ribattere quel giorno, si era solamente lasciata trasportare dalle emozioni suscitate da quelle tre fottutissime parole che le avevano lacerato l’anima.
“Come ho potuto essere così stupida? Perché faccio sempre cazzate?” si rimproverava cercando di non piangere dal nulla davanti a sua madre e a sua sorella, entrambe a farle compagnia nel salotto casalingo.

-Cara a che ora verrà Shin? Te l’ha già detto?- ruppe il silenzio la donna seduta sulla poltrona, intenta a leggere col naso affondato nelle pagine mezze ingiallite uno dei suoi tanti libri.

-Dovrebbe essere qui per le sette, nel caso in cui non ritardi- rispose Eun distesa dall’altra parte del divano col telefono puntato in aria per scattarsi cinquantamila selca da postare poi su tutti i social esistenti sul pianeta terra e non.

-Ottimo. Jieun, il tuo ragazzo?- abbassò gli occhiali da lettura dal naso e si rivolse alla diretta interessata la quale era ancora nel pallone.
Si era letteralmente bloccata davanti lo schermo del cellulare, il suo sguardo perso fece pensare che la sua mente potesse essere stata controllata da una qualche forza superiore, che le impediva di rispondere immediatamente alla domanda postale appena.

-Oh, ehm… mi ha detto che non potrà venire oggi, ha… ha avuto un contrattempo. Dice che gli dispiace- sussultò dopo che Eun la percosse vivacemente col piede contro la coscia.

-Capisco. Beh, sarà per una prossima volta no?-.

Una prossima volta, in una prossima vita magari.

Il tipico comportamento di Jieun: combinare casini e salvarsi le chiappe inventando scuse belle e buone, la maggior parte delle volte davvero fin troppo credibili; il suo segreto era non svelare troppi dettagli, o sarebbe saltato all’occhio che si trattasse di qualcosa di artefatto. Odiava ricorrere alla menzogna ma in momenti come quello le uniche cose che avrebbero potuto aiutarla sarebbero state proprio le bugie.
Il silenzio regnava sovrano in quella stanza abnorme riscaldata non si sa come da una modesta stufa a gas, quando ad un tratto il suono perfora-timpani del citofono fece sobbalzare di colpo Jieun, rimasta ad osservare i suoi piedi a righe rosse e verdi poggiati sul tavolino di fronte.

-Questo sarà Shin!- saltò Eun dal divano mollando per l’euforia una tallonata accidentale sullo stomaco di sua sorella che per poco non sputava la milza. L’unica cosa che Jieun riuscì a riservarle fu un’occhiata da pazza assassina.

-Amoreee!- urlò come una cornacchia quella alla sola vista del ragazzo, saltandogli di sopra senza lasciargli nemmeno il tempo di mettere un piede dentro casa.

-Ciao pasticcino! Buonasera signora!- esclamò Shin baciando la fidanzata e facendo poi un inchino verso la donna, con ancora Eun a farle da koala personale attaccata saldamente al suo collo quasi avesse le ventose incorporate alle mani.

-Siamo di buon umore a quanto vedo Jieun!- esclamò il ragazzo dopo essersi accorto di lei, ancora seduta sul divano del salotto.

-Eh sì, la mia positività sta inondando la stanza!- disse portando in alto la mano in segno di saluto accompagnata da un leggero sorriso, il quale fece rendere conto al ragazzo della sua innata vena ironica ricambiando il gesto con una risatina.
Jieun rimase ancora spiaccicata sul divano, sbuffando contro il telefono che teneva costantemente per le mani ormai sudaticce. In meno di un battito di ciglia, dalla cucina cominciarono a manifestarsi delle scie invisibili al profumo di dakgalbi*, sollecitando un chiassoso brontolio al suo stomaco.
L’orologio analogico di fronte a sé segnava già le otto meno venti, di certo la cena non avrebbe tardato ad essere posta in tavola. Da lì dentro Jieun riusciva perfettamente a sentire il rumore delle stoviglie e delle posate sistemate sul tavolo insieme al chiacchierio di sottofondo di quell’inseparabile trio che non si curava affatto della sua assenza.
La strillata improvvisa di sua madre le fece prendere un colpo.

-Jieun! A tavola!- urlò la donna affetta da certa menopausa.

-Eh va bene, tanto anche questa giornata dovrà passare prima o poi- bofonchiò a bassa voce mentre si dava una spinta con i pugni per alzarsi dal sofà. Se qualcuno si fosse azzardato a sedersi in quel preciso istante nella sua postazione si sarebbe sicuramente scottato, dato il tempo immemore in cui era rimasta a poltrire.
La vista della tavola imbandita fece subito illuminare gli occhi di Jieun che, alla sola vista di quel caldo cibo invitante, si catapultò come una furia nel suo posto a sedere sfregandosi continuamente le mani.

-Quale visione paradisiaca! Complimenti signora- elogiava Shin la donna, cercando di comprarsi il suo affetto.

-Adulatore… grazie, caro- gli accarezzò dolcemente la guancia rossastra mentre Jieun roteava gli occhi.

Il modo in cui sua madre si comportava con Shin le fece pensare che forse, lui da estraneo, potesse essere più considerato come un figlio sostituito a Jieun. Bello veder trattare gli altri come vorresti essere trattata tu. Una volta che tutti si fossero seduti, Jieun iniziò a riempire il suo piatto e gustare quelle prelibatezze; c’era da dirlo, in questo sua madre non la batteva nessuno (urla comprese).
Nemmeno fece il secondo boccone che Jieun si voltò di scatto al solo udire un suono più che familiare: quel ridicolo campanello mezzo stonato aveva cominciato a trillare.

-Chi potrà mai essere?- domandò la donna mostrando la sua migliore espressione perplessa:-Scusatemi, vado a vedere di chi si tratta…-. I passi di sua madre riecheggiavano nel silenzio prodotto dai tre individui riuniti nel soggiorno, tutti con le orecchie spalancate per la curiosità di sapere chi avesse osato disturbare il loro amato pasto invernale.

-Buonasera signora Lee, sono il ragazzo di Jieun-.
Quel boccone le era appena andato storto, il pollo le era rimasto bloccato in gola. Jieun cercava disperatamente aria, stava dimenandosi come un’ossessa mentre si stringeva l’esofago per sbloccarlo.

-Ma certo caro, entra! E’ un piacere fare la tua conoscenza…- si interruppe.

-Oh scusi, Park Jimin. Molto lieto- si inchinò lasciando che i capelli platino gli coprissero totalmente la fronte. Il ragazzo, grazie all’invito della donna di accomodarsi, varcò la soglia del soggiorno ritrovandosi davanti i due sguardi lieti di Shin ed Eun e una Jieun mezza morta soffocata.

-J-Jimin!? Cosa diami…? Ehm, volevo dire… cosa ci fai qui? Mi avevi detto di avere un impegno…- disse Jieun voltandosi verso di lui, alzandosi in modo talmente scattante dalla sedia che per poco non faceva volare in aria il dakgalbi.

-Lo so che avrei dovuto avvertirti tesorino, ma me ne sono dimenticato. Mi perdonerai non è vero?- la assecondò avvicinandosi a lei prendendola per entrambe le mani.
Jieun non poté non essere preoccupata e disgustata al tempo stesso, il suo sguardo confuso al tocco delle sue mani diceva tutto. Il pubblico di tre persone stava ancora assistendo alla scena, sperando con ansia in una risposta positiva da parte della ragazza.

-B-beh, certo che ti perdono… tesoro- inalarono tutti e tre in contemporanea un sospiro di sollievo. Quell’ultima parola stava per farle vomitare quel poco che aveva mangiato, si faceva schifo da sola per averlo detto davvero, soprattutto se ad una persona per la quale provava soltanto un immenso ribrezzo. Jimin si accomodò accanto a lei ed in poco meno di due minuti gli venne presentata davanti la portata che i suoi commensali avevano già pregustato prima del suo arrivo.

-Sei un ragazzo davvero carino Jimin, mi chiedo come mai fra tante belle ragazze abbia scelto proprio mia sorella- iniziò la sosia sputata di Park Bom con tono antipatico rivolgendo la sua attenzione a Jieun la quale, alla sua affermazione, cominciò a masticare più forte come se al posto del pollo avesse le carni siliconate di Eun.

-Beh, Jieun mi ha colpito subito…-

-Sul fianco- disse lei camuffando l’affermazione con una forte tosse, portando un pugno davanti la bocca.

-...mi ha colpito subito- continuò Jimin scandendo lentamente le parole, riservandole conseguentemente un’occhiata storta:-Dal primo momento che l’ho vista- terminò sorridente portandosi alla bocca un pezzo di pollo più grande della sua testa.
“Grandissimo pezzo di idiota” pensò mentre da fuori si mostrava intenerita da quello che aveva detto. Certo che non si era sbagliata nei suoi confronti, l’attore sapeva farlo benissimo.

-E dimmi Jieun, come vi siete conosciuti?- domandò tutt’a un tratto la madre cambiando argomento.

-Mi ha buttato il caffè addosso- rispose in tono arrabbiato, beccandosi degli sguardi strani. Da quella frase sarebbe potuto nascere il putiferio, per questo decise di mantenere la calma e continuare il suo discorso sotto le occhiate irritate di Jimin, cui bocca a culo di gallina metteva in mostra il suo palese stato d’animo:-Ma… ma è stato molto dolce in compenso. Sì, mi ha… mi ha aiutata e per scusarsi mi ha offerto il caffè-.
Che schifo dire certe cose, soprattutto se quelle cose non erano accadute nemmeno nei suoi sogni.

-Bello e anche galante, così si fa amico!- gli porse il pugno Shin con fare da hip-hopper.

-Sono felice che mia figlia abbia trovato una splendida persona con cui stare accanto, ci voleva finalmente! Sai non si era mai interessata a niente, è sempre stata apatica e cocciuta: menomale che sono riuscita a convincerla… almeno una volta tanto fa la cosa giusta-.

“Ma porco di quel cane, volete farmi perdere le staffe apposta? Quando finirà quest’incubo!?” urlava dentro mentre le si stringevano in più nodi le budella.

-Comunque, era davvero ottimo. Il pollo era delizioso- si raschiò lievemente la gola cercando di non dar retta a quello che la donna aveva appena rivelato della figlia senza alcun senso del pudore.

-Mamma ti prego adesso il dolce! Ti prego! Ti prego!- saltellava sul posto Eun, sbattendo le mani come una foca. La sua intelligenza era pari a quella di una stella marina, sua sorella era la creatura più idiota sulla faccia della terra… dopo Jimin, certo.

-Mi dispiace dirglielo signora ma io dovrei andare adesso…- disse Jimin recitando la parte del dispiaciuto.

-Ma come caro, te ne vai già?- domandò lei intrecciando le dita delle mani, portate sotto il mento.

-Sì, stasera mi spetta ripulire il locale con i miei colleghi, sono desolato- si alzò lentamente dalla sedia, scansandosi a dovere dal tavolo:-Ciao tesoro, noi ci vediamo domani- prese Jieun per il polso facendole l’occhiolino dopo averle lasciato un dolce bacio sulla guancia.
“Okay, questa cosa non mi piace per niente…”

N/B* pollo marinato in curry e soia accompagnato da riso bollito

►Angolo autrice:
Annyeonghaseyo mie care armys! Vi ho lasciate abbastanza sorprese col ritorno di Jimin? *sghignazza* Volevo cogliere l’occasione per ringraziare di puro cuore coloro che seguono e recensiscono la storia, spronandomi a continuare e a dare sempre del mio meglio <3 *blows a kiss*                                                                            Spero di riuscire ad aggiornare la fanfiction la prossima settimana dato che sarò un pochino incasinata con lo studio :( Detto ciò… mi polverizzo ahah
Alla prossima, fighting! <3

 
  
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