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Autore: Kanda_90    20/11/2016    3 recensioni
"La competizione sarebbe stata il giorno seguente, ne ero ben conscio, ma ancora qualcosa mancava perché potessi davvero ritenermi soddisfatto...."
Genere: Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Victor Nikiforov
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Short Hair

Il pattino toccò il ghiaccio con precisione, nemmeno una sbavatura a sporcare la perfetta esecuzione del mio quadruplo flip.
Permeato dalla musica che solo io potevo udire, memorizzata dopo ore ed ore di ascolti, scivolai sulla superficie perfetta della pista, eseguendo movenze ormai collaudate e provate in mesi di allenamento.
La competizione sarebbe stata il giorno seguente, ne ero ben conscio, ma ancora qualcosa mancava perché potessi davvero ritenermi soddisfatto.
Mentre fermavo le lame a bordo pista, sciogliendo i lunghi capelli argentei che ricaddero sulle mie spalle in un onda quasi liquida alla vista, captai i bisbigli ed i sussurri di quanti condividevano con me le lunghe ore di allenamento su quella pista.
“Perfetto…”
“Qualsiasi cosa faccia è così elegante…”
“Meraviglioso…”
“Guarda i suoi capelli..”
“Sono splendidi, scommetto che da soli sono metà dei punti che prende per eleganza…
“Vero, guarda come fluttuano intorno a lui…”

Sospirai, indossando i paralame e prendendo la mia felpa, facendo finta di non aver udito nulla di tutto ciò. Quelle parole mi lusingavano e ferivano allo stesso tempo.
Nessuno dei miei compagni pareva sorprendersi più di nulla nel mio stile ormai, anzi, iniziavano persino a fare allusioni nemmeno troppo velate riguardo a come potessi raggiungere quei punteggi.

“…scommetto che da soli sono metà dei punti che prende per eleganza…”

Quelle parole continuavano a rimbombarmi nella mente mentre mi cambiavo, insieme alla sfilza di pettegolezzi che continuamente andavano a riempire le pagine delle riviste.
Avevo deciso di dare un taglio netto al mio stile ad al mio programma in quella stagione. Abbandonando la ormai troppo calcata via dei temi basati sull’eleganza, la purezza, i sentimenti più alti e romantici che fino ad allora erano stati un tratto distintivo delle mie esibizioni, avevo puntato su qualcosa di decisamente opposto. Sensualità, passione, eros.
Non ero più il ragazzino slanciato e filiforme che aveva incantato il pubblico con la sua leggerezza, vincendo i Campionati Mondiali Juniores, ero un uomo adulto, cresciuto, perfettamente in grado di esprimere qualcosa che andasse oltre i temi eterei affrontati fino a quel momento.
Nonostante ciò, comunque, il mondo e i miei compagni continuavano a soffermarsi sul vecchio me stesso. Potevo cambiare la coreografia, il tema che essa esprimeva, eppure nessuno di loro riusciva a togliersi quell’immagine dalla mente.
Nessuno si stupiva più di quanto potessi fare.
Assorto in questi pensieri mi incamminai lungo le vie innevate dalla neve russa, fissando i miei passi, uno dopo l’altro.
Come potevo stupire il pubblico, se non ero in grado di lasciare a bocca aperta nemmeno chi mi conosceva?

Speravo che la passeggiata mi avrebbe aiutato a schiarirmi le idee, a trovare il tassello mancante che mi avrebbe permesso di conquistare il pubblico l’indomani. Non avevo smesso di pensarci nemmeno per un secondo durante la strada, nemmeno quando mi ero fermato a concedere una foto a un paio di fan lungo il viale.
Annoiato e senza una soluzione, mi fermai a guardare il mio riflesso in una delle vetrine dei negozi che affiancavano la via.
Un uomo alto, dal fisico definito e lunghi capelli argentei ricambiò il mio sguardo con malinconia e dubbio. Chiusi gli occhi, cercando le sensazioni che avrei espresso nell’esibizione del giorno dopo e nella futura stagione.
La musica fluiva già nel mio pensiero, quasi potevo immaginare me stesso danzare sul ghiaccio al suo suono, fasciato nell’elegante nuovo costume che avevo scelto. Era diverso dai precedenti. Nessuna tuta questa volta, solo un completo dal taglio a giacca, con bottoni argentei e fini intarsi brillanti e cangianti, una camicia grigio ghiaccio al di sotto, aperta fino a metà del petto. Nessuna emozione eterea quest’anno. Quel costume esprimeva sensualità pura, così come potevo esprimerne io.
Nessuna ambiguità stavolta.
Cercai di immaginarmi al centro della pista, con quel costume.
E ancora, qualcosa continuava a stonare in quell’immagine.
Cosa mancava perché il quadro fosse completo?
Avevo pensato a mille diversi cambiamenti in quell’ultima settimana. Il colore del vestito, il ricamo, i capelli lasciati sciolti invece che legati…
Interruppi il flusso dei miei pensieri.
Ma certo.
Ecco cosa dovevo cambiare.

A passi veloci e sicuri scelsi la mia nuova destinazione e non mi fermai sino a quando non intravidi il negozio che cercavo.
Entrai, ignorando il sussulto della commessa all’ingresso alla mia vista e spiegai di cosa avessi bisogno. Dopodiché mi misi comodo, mentre la mia richiesta veniva soddisfatta.
Non sarei potuto tornare indietro, fatta quella scelta, ma ero sicuro di quanto stessi facendo.

“Ecco fatto, signore. Certo è un bel cambiamento, ma devo dire che le dona parecchio. Per l’esibizione di domani immagino.”
Alzai gli occhi, mentre il parrucchiere alla mia spalle spazzava da terra i fini fili d’argento che mi avevano circondato fino a quel momento. Guardandoli, per un attimo fui invaso da un profondo senso di malinconia, il quale svanì in un attimo non appena vidi il mio riflesso nello specchio.
“Wow…”
Senza i capelli lunghi, l’uomo che ricambiava il mio sguardo dallo specchio, dimostrava almeno due anni più rispetto a prima. I capelli argentei erano tenuti corti ai lati e dietro, mentre un ciuffo più lungo andava a coprire il lato sinistro del volto. La persona nello specchio non smetteva di essere elegante, ma quel mezzo sguardo occultato da quella tenda argentea gli conferiva un mistero e un carattere del tutto diversi. Senza le lunghe ciocche a coprirle erano ben delineate le spalle larghe e il petto ampio.
Guardavo me stesso e quasi non mi riconoscevo.
Ma mi piacevo.
Molto.
Un sorrisetto malizioso affiorò sulle mie labbra e seppi che avevo finalmente completato il quadro. Avrei stupito tutti, di nuovo. Nessuno sarebbe stato in grado di resistermi quell’anno.
Le mie esibizioni avrebbero catturato ognuno di loro, ma non mi avrebbero amato questa volta.
Mi avrebbero desiderato.
Pagai il conto alla commessa, visibilmente in difficoltà di fronte a quel cambiamento repentino, e mi diressi verso casa, il cappuccio ben calato in testa. Nessuno doveva sapere, volevo che l’effetto sorpresa fosse totale.

E così era stato.
Dal momento in cui avevo calcato la pista, fino al termine della melodia seducente che avevo scelto, nessuno era stato in grado di evitare di guardarmi. Non potevano fare a meno, lo stupore e le sensazioni che trasmettevo li avevano tenuti tutti legati a me.
Al nuovo me stesso.
E quando lo speaker aveva salutato il termine della mia esibizione definendo la nascita di “un nuovo Victor Nikiforov” seppi che avevo fatto centro.

Angolo dell'autrice: Buonasera, vista la tarda ora. Dunque, questa è la prima fanfiction su Yuri on Ice che io abbia mai scritto ed è stata ispirata da un piccolo mini-comic che stavo disegnando negli ultimi giorni.
Adoro Victor in entrambi i suoi look, ma ho voluto provare ad entrare nel momento preciso in cui si rende conto che deve iniziare a dare un'immagine divers di sè, più "adulta" in un certo senso. Spero di aver reso l'impressione e di essere rimasta nel personaggio.
Alla prossima!

   
 
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