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Autore: fra_eater    21/11/2016    2 recensioni
per chi passa la vita solcando le onde non può non amare il mare, eppure tutti sanno che, oltre che amato, esso può essere molto odiata, specialmente se inghiotte persone e le riporta alla riva private i qualcosa.
Eccomi con una long su ZoroXTashigi, con accenni a Franky XRobin e RufyXNami
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Tashiji, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gli occhi azzurri di Robin guizzavano veloci sui membri della ciurma che si divertiva rimpiazzandosi di cibo e birra fino a scoppiare.
 Tutto nella norma se non fosse che lei li conosceva tutti decisamente troppo bene e quindi i suoi occhi erano in grado di cogliere ogni minima sfumatura di tensione. Tanti anni passati a scappare e a mentire le avevano insegnato a riconoscere quando qualcuno non si trovava a suo agio, quando sta fingendo una calma che non gli appartiene, proprio come stava facendo Nami, che chiacchierava con Brook, mostrando un sorriso forzato mentre con la coda dell’occhio seguiva i passi saltellanti del capitano alla ricerca di cibo; al contrario della navigatrice la marine non nascondeva il suo disagio nel trovarsi sotto le attenzioni moleste del cuoco e  di Franky che non si rendevano conto che la stavano mettendo in imbarazzo. Usopp invece cercava di seguire Rufy sfuggendo invano lo sguardo carico d’istinto omicida di Zoro che accarezzava distratto il capo a Chopper che non si curava del comportamento ambiguo del compagno troppo preso com’era a bearsi delle coccole.
Capire il perché Nami era così attenta le fu semplice: ricordava perfettamente il bacio che il capitano le aveva strappato sotto la pioggia e, a giudicare dal loro comportamento, sicuramente non ne avevano ancora parlato.
Per quanto riguardava Tashigi era piuttosto strana. Era vero che lei l’aveva messa sotto torchio quella mattina per farle capire che, in fondo, il disprezzo che provava per loro o meglio, per se stessa che si era affezionata a tutti loro, non doveva esserci, perché di fondo non erano diversi e  Tashigi era proprio quel tipo di persona che per comprendere aveva bisogno di uno scossone forte. Quel che si chiedeva era il motivo per cui Zoro sembrasse sul punto di ammazzare qualcuno e perché Usopp era così terrorizzato di incrociare il suo sguardo. Ma sicuramente quello era un problema secondario.
Robin si sedette a una panchina e, mentre Sanji, accompagnato da Brook, portava i piatti profumati e abbondanti che aveva cucinato, chiamò Franky.
Il gigante di ferro si avvicinò.
“Che succede?” chiese incuriosito dal suo sguardo assorto. La conosceva molto bene, quando fissava tutti così era perché aveva un piano.
“Credi che si piacciano?” chiese improvvisamente, non specificando bene i soggetti.
Franky seguì il suo sguardo, vagando fra le teste dei compagni e cercando di incrociare gli sguardi, ma tutti erano così movimentati e agitati dalla presenza del cibo che non riuscì a capire.
“Hai qualcosa in mente?” chiese senza un motivo ben preciso.
Robin sorrise “Ti ricordi quando provasti a creare quel supereccitante che però, dopo l’effetto iniziale, dava subito sonnolenza?”
“Sicuro!” rispose il cyborg, non del tutto fiero del suo esperimento andato a male “Ne tengo un po’ in laboratorio”
Il sorriso enigmatico di Robin, se fosse possibile, divenne ancora più misterioso “Che ne dici se movimentiamo un po’ la serata?”
 
Zoro non era tipo da postumi della sbornia. Da anni ormai, da quando vagava in solitaria, l’alcool era stato il suo compagno più fedele e non rappresentava per lui un fastidio, solo all’inizio aveva iniziato a provare le nausee, ma era sempre riuscito a reprimere i conati di vomito finchè il suo corpo non si era abituato a quella situazione, quindi, per uno come lui, svegliarsi con delle fitte allucinanti era fuori discussione, ma in quel momento li sembrava di avere un cannone che sparava a ripetizione in testa.
“Oh”
La voce di Robin, che era una sorta di sussurro, per lui sembrava come un tamburo che sbatte sulle sue tempie.
“Che è successo?” riuscì a biascicare notando che tutti i suoi compagni, eccetto lui, Robin e Franky erano a terra, addormentati.
“Abbiamo bevuto un po’ troppo questa notte” tuonò il cyborg, sghignazzando.
“Stavamo pensando di mettere tutti quanti a letto, prima che si raffreddino” aggiunse Robin con un sorriso.
Un rantolo poco lontano dallo spadaccino attirò l’attenzione dei tre.
Tashigi sollevò il capo, per poi prenderlo subito tra le mani “Che mal di testa” si lagnò.
“Non ti facevo tipa da ubriacarsi” commentò il ragazzo che pian piano stava riprendendo possesso delle sue abilità cognitive.
Robin e Franky si lanciarono uno sguardo: tutto secondo i loro piani. Sapevano che Zoro sarebbe stato il primo a svegliarsi dato che il suo corpo era ormai abituato alle continue sbornie, mentre Tashigi aveva bevuto solo un bicchiere, dicendo che lo faceva per compagnia, al contrario di tutti gli altri che avevano tracannato senza ritegno il liquore corrotto.
La spadaccina lo fulminò con lo sguardo, le faceva troppo male la testa per poter parlare.
“Zoro” Robin parlava piano, come a non voler far capire che lei fosse perfettamente sobria “qui ci occupiamo io e Franky, perché tu e Tashigi non andate fuori? L’aria fredda della notte è stata un vero toccasana per le nostre teste”
I due stavano per rispondere, ma la corsa improvvisa verso l’uscita della cucina di Tashigi, seguita dal suono inconfondibile di conati di vomito che cadevano in mare ebbero la precedenza e Zoro, fingendo un certo fastidio, si precipitò fuori.
Franky scoppiò a ridere “Questa sì che è stata un’uscita da cavaliere”
“Lascialo aiutare la sua donzella in difficoltà” scherzò l’archeologa, per poi spostare lo sguardo su due figure che si erano addormentate l’una sull’altra “Credi che dovremmo separarli?”
“Credo che con loro abbiamo sbagliato tattica” disse l’uomo, grattandosi i capelli radi.
Robin annuì “Si erano appena baciati d’avanti a tutti. Ora scommetto che Nami darà la colpa all’alcool e io non potrò avere bambini da coccolare e portare nelle fondamenta della nave alla ricerca di fantasmi”
Franky la fissò per alcuni secondi, poi portò lo sguardo su Nami e Rufy, profondamente addormentati “Non credo che Nami sarebbe così d’accordo”.
 
Zoro guardava altrove mentre sorreggeva la fronte alla ragazza che riversava il contenuto del suo stomaco nel mare.
“Capitano della marina che beve come una spugna” commentò sarcasticamente quando la ragazza si girò verso il ponte per riprendere fiato, gli lanciò uno sguardo glaciale “Senti, tu…” ma non riuscì a terminare la frase, dato che un altro conato era giunto prepotentemente.
Zoro ridacchiò “Certo che sei proprio buffa”.
“Non ridere!” si difese lei, per poi sedersi a terra, la schiena contro il parapetto freddo e lo sguardo verso il cielo stellato, sperando che un altro conato non facesse capolino.
Zoro le si sedette a fianco.
Rimasero in silenzio per un po’. Uno a fianco all’altra, ad ammirare le stelle e a riscaldarsi leggermente.
Entrambi stavano pensando a quella sera, a quando Zoro l’aveva baciata senza preavviso, quello probabilmente era l’occasione adatta per parlare ma entrambi erano troppo imbarazzati per farlo.
Fu Tashigi a rompere il silenzio “Grazie”
“Per cosa?”
“Per avermi aiutata a vomitare”
“Di nulla”
Silenzio.
 
“Perché hai archittetatto tutto questo?”
Chiese il Cyborg mentre controllava la situazione insieme alla sua complice. Robin aveva insistito per portare tutti nelle loro stanze eccetto Rufy e Nami, che giacevano ancora addormentati sul pavimento della cucina.
Robin guardò verso l’oblò, per ammirare il cielo stellato “Non trovi che sia una bellissima notte?”
Franky pensò che la cosa più quella notte fosse lei.
 
“Scusa per lo schiaffo”
Zoro si voltò verso Tashigi, erano passati diversi minuti da quando stavano in silenzio, uno vicino all’altra.
Sollevò un sopracciglio “Perché ti scusi ora?”
“Perché ho riflettuto bene su quel che è successo” disse.
Zoro rimase stupito, ma non rispose, allora la ragazza iniziò a parlare a ruota.
“La colpa è mia” esclamò “Ero troppo vicina! Era inevitabile che alzandoti mi avresti baciato, cioè non baciato, scontrato! Quindi ho sbagliato e…”
Ma la frase le morì sulle labbra, stroncata da quelle del ragazzo.
Nell’allontanarsi Zoro non smise di guardarla negli occhi .
Tashigi seguì il suo movimento con occhi fissi, incapace di proferire parola.
I due continuavano a fissarsi, seri.
Dopo attimi che parvero eterni Tashigi si decise a proferire parola “Perché?” chiese in un sussurro, quasi impercettibile.
“Perché è quello che voglio e non un tuo errore” rispose il ragazzo serio e sollevò una mano, portandola lentamente verso la guancia della fanciulla imbarazzata.
Se l’avesse scostata Zoro non l’avrebbe avvicinata mai più, era quella la sua decisione.
Tashigi sollevò la propria mano, bloccando l’avanzata di quella del pirata che si trattenne dal corrugare le labbra, ma mentre si allontanava la ragazza la strinse nella propria e la portò alla lebbra, baciandola delicatamente.
Quei giorni aveva riflettuto tanto. In quei giorni Tashigi aveva capito che se non fosse stata sincera con se stessa e con lui se ne sarebbe pentita per il resto dei suoi giorni.
Senza dargli il tempo di capire si lanciò in avanti, baciandolo sulle labbra.
Zoro, sorpreso e felice, ricambiò il bacio, stringendola tra le sue braccia.
I due si baciarono con un urgenza, facendo brevi pause (sempre a causa di lei che continuava a dire “E se ci vedono?”, “E ora che faremo?”, “Ma gli altri?”) senza mai sciogliersi dall’abbraccio.
Non avevano idea di cosa sarebbe successo da quel momento in avanti, sapevano solo che se non l’avessero fatto se ne sarebbero pentiti per il resto dei loro giorni.
 
Nami si alzò da pavimento duro guardando nella sala apparentemente deserta con un gran mal di testa.
“Ti sei svegliata!”
Non impiegò molto a riconoscere la voce di Rufy con la bocca piena, del resto, quand’era che non mangiava?
La ragazza si alzò, raggiungendo il frigorifero dove il suo capitano si stava rifocillando a ganasce aperte.
La navigatrice si guardò intorno “Gli altri?” chiese, cercando di ricordare quanto avesse bevuto.
“Bo” rispose il ragazzo, sempre continuando ad addentare il suo cosciotto, era strano che Sanji avesse lasciato la dispensa senza lucchetto “Forse si sono svegliati prima”.
Nami annuì, concorde,poi si rese conto che quello era il momento che stava aspettando. Erano soli e poteva finalmente chiederglielo.
“Perché mi hai baciato quella sera?”
“Perché mi andava” rispose lui senza neanche dedicarle uno sguardo.
Nami strinse il pugno, decisa a suonarglielo in testa con tutta la sua potenza “Ma sai almeno cosa significa un bacio?” ringhiò.
“Che sei la persona più importante della mia vita” rispose il capitano con semplicità e si alzò in piedi per poterla guardare negli occhi.
Nami non seppe che dire, si ritrovò a fissarlo con la bocca semi aperta, non si era mai trovata di fronte a un Rufy così maturo.
“Ti ha dato fastidio?” chiese lui, spalancando gli occhi e guardandola con curiosità.
Fu solo in quel momento che Nami si rese conto che quel che era accaduto non le aveva dato fastidio di per sé per essere un bacio, ma perché non aveva avuto la spiegazione che ora le era stata fornita. Per tutta risposta si lanciò in avanti, baciandolo sulle labbra che sapevano di salsa per arrosto.
 
Robin leggeva avidamente mentre accarezzava il ciuffo ribelle di Franky steso sul divanetto della biblioteca con la testa sulle sue gambe.
“Come fai a leggere con questa poca luce?” chiese il cyborg, curioso.
“Sono abituata” rispose lei senza smettere di leggere.
Franky la fissò “Credi che le cose siano andate a buon fine?”
Robin finì la pagina e chiuse il libro “Ogni storia deve avere il suo lieto fine” rispose con un sorriso e, forse contagiata dall’amore che si respirava nell’aria quella sera, stampò un bacio sulla fronte dell’uomo.
  
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