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Autore: jarmione    22/11/2016    1 recensioni
SEGUITO DI KNIGHT REVENGE!!!
Michael si ritrova a dover combattere una battaglia contro se stesso, una battaglia personale per tenere al sicuro Amy.
Sin dall'inizio viene convocato dalla scuola della figlia e dovrà fare i conti con le autorità che intendono portargliela via.
Michael dovrà faticare parecchio per mantenere L'affidamento della bambina e non vederla sparire sotto i suoi occhi.
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Ok va bene, meglio non commentare. Comunque farò felici tutti. Facciamo un collegamento con Amy grande (farò comunque una terza storia tranquilli)
Buona lettura.


Il resto della giornata passó in un batter d'occhio.
Michael aveva passato il tempo tra la tomba di Bonnie e la fondazione.
Tutto risultava noioso, anche perché di missioni non ce n'erano e KITT aveva bisogno di alcuni miglioramenti, suggeriti anche da Amy.
Il dono di Bonnie era passato a lei e Michael era grato che l'intelligenza fosse quella dell' amata e non la sua, altrimenti avrebbe avuto una bella gatta da pelare.
Devon gli faceva capire che aveva tutto il suo sostegno, ma non parlava per evitare in ennesima discussione.
Aveva una strana sensazione, di quelle poco piacevoli.
Si sentiva come se stesse andando al patibolo.
Quando, ormai, mancava poco alla fine della scuola, Michael iniziò ad avere qualcosa di simile ad un esaurimento nervoso.
Cerco di contenersi per evitare di esplodere e mettersi ad urlare, ma non sapeva quanto avrebbe resistito senza impazzire.
"Devon mi ha detto di stamattina"
"KITT stanne fuori" taglio corto Michael, che non voleva parlarne anche se sapeva che KITT gli avrebbe dato solo sostegno.
Non voleva impazzire e dare di matto anche con lui.
"Ok" rispose KITT, finendo la conversazione.
Michael sospiró ed iniziò a tamburellare, con parecchio nervoso, le dita sul tetto della macchina.
"Michael...se ti dicessi che andrà tutto bene la smetteresti di usarmi come tamburo?"
"Scusa" smise di tormentarlo e sprofondó nel sentire la campanella della scuola suonare.
Vide un orda di bambini urlanti uscire di corsa e raggiungere i genitori o le proprie case.
Attese, ma Amy non uscì.
Cerco di stare calmo e respiró profondamente.
"Amy è dentro" lo tranquillizzó KITT, che l'aveva rilevata con i sensori.
Lo ringrazió e corse dentro fino all'ufficio della preside.
Bussó e attese il consenso per entrare.
Nell'attesa chiuse gli occhi ed iniziò a pensare a come sarebbe stata la sua vita senza Amy.
Vuota.
Vuota come quando aveva perso Bonnie, vuota come il giorno in cui aveva cambiato identità e non poteva mostrarsi ai suoi vecchi amici...sempre se ne aveva.
Vuota come quando aveva perduto KITT.
Sarebbe stata struggente, perché se fosse accaduto l'irreparabile stavolta non l'avrebbe più rivista fine Bonnie.
Ma perché aveva voluto che lui avesse la bambina? Perché non poteva rifarsi una vita diversa o lasciarla a Garth?
Gli vennero i brividi.
Odiava Garth, lo odiava con tutto se stesso, eppure continuava a credere che, nonostante questa sua cattiveria, avesse dato ad Amy una vita che lui non poteva offrirle.
Le dava solo ritardi e a malapena la classica giornata del gelato.
Iniziò a pensare che Amy fosse stata uno sbaglio.
Uno sbaglio dal quale non riusciva, però, a separarsi.
"Signor Knight" venne ridestato dai suoi pensieri dalla voce della preside "venga dentro signor Knight"
Entró lentamente.
Ad accoglierlo, assieme alla preside, c'erano una signora in tailleur grigio, occhialini a mezzaluna sul naso e una cartelletta in mano.
Un signore, vestito altrettanto elegante, sull'età di Michael e con la stessa cartellina e per finire la maestra di Amy.
Un sacco di persone in un ufficio così piccolo.
Un sacco di gente tranne Amy.
Questo non piacque per niente a Michael
"Dov'è Amy?"
"Signor Knight..."
"Dov'è mia figlia?"
Tutti si guardarono sospirando
"Sua figlia è in classe, vogliamo parlare con lei prima di farla venire qui"
Gli indicarono una sedia.
Si sedette e attese.
"Immagino lei sappia perché è stato convocato" disse la donna in tailleur "giusto?"
"Si lo so"
"Meno male" borbottò l'uomo al suo fianco, convinto di non essere ascoltato.
Michael era preparato a certi tipi di commenti, avrebbero fatto di tutto per provocarlo...lo sapeva bene.
Il problema, era che sapeva di avere in atto un esaurimento...quello era il problema.
"Abbiamo saputo dall'insegnate di sua figlia che non entra mai puntuale e non esce altrettanto in orario"
"Il lavoro mi tiene bloccato"
"Se il lavoro la tiene bloccata dovrebbe chiedere a qualche parente" aggiunse l'uomo.
Cosa era uno scherzo?
"Immagino lei sappia che Amy ha solo me"
"Allora si cerchi una baby sitter!" Disse come se fosse una cosa ovvia.
Michael strinse i pugni.
-Calma Michael, calma-
Avverti l'orologio al suo polso che vibrava, segno KITT cercava di sostenerlo è stava rilevando i suoi parametri.
"Il fatto è, signor Knight" continuó la donna che, nonostante l'aria di sufficienza e antipatica, si stava mostrando più gentile del suo collega "che Amy ha bisogno di qualcuno che la segua, che le stia accanto"
"Scusate se mi intrometto ma..." intervenne la maestra "Amy è una bambina veramente dolce ma il suo modo di vestire non aiuta la situazione....non tanto perché è un abbigliamento molto maschile più che femminile ma...ha gli abiti lisi e talvolta con dei buchi"
"Quindi immagino non abbia nemmeno i soldi per mantenerla" quell'uomo stava davvero esagerando "adesso mi spiego perché l'ho vista così deperita, povera ragazzina"
"Voglio vederla" disse Michael, sapeva che lei sarebbe stata l'unica che poteva tenerlo fermo "portatela qui"
"Questo non è possibile al momento signor Knight" prese appunti sulla sua cartella "e poi, chiede di portare sua figlia come se fosse un oggetto, questo dimostra la sua competenza di padre"
Michael si infervoró è tutto il nervoso che aveva accumulato esplose.
Si alzò di scatto e lo afferrò per il colletto della camicia e lo pianto al muro, facendogli sbattere la testa.
"Vediamo se metterà in dubbio la mia competenza dopo che le avrò messo la cartella nel..."
"Signor Knight adesso basta!" Sbottó la preside, che teneva evidentemente le parti dei servizi sociali.
Tutta la calma che doveva mantenere era uscita e sapeva che quella sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.
Venne afferrato da due braccia possenti, che nessuna delle persone presenti nella stanza poteva avere.
Si voltò, senza lasciare la presa dalla camicia dell'uomo.
RC, dietro di lui, lo guardò dritto negli occhi.
Michael immagino che fosse stato Devon a mandarlo e l'assistente sociale doveva ringraziarlo.
"Lascialo Michael...lascialo"
Anche se riluttante, gli diede ascolto.
Solo perché era il padre, lo indagavano, se fosse stata la madre nessuno l'avrebbe toccata.
Gli uomini sono considerati più incompetenti delle donne, non per niente era difficile trovare dei papà single.
La maggior parte aveva una relazione e quindi una figura femminile.
E chi lo toccava quelli?
L'assistente sociale si sistemò la camicia e finse di riprendere a respirare, fingendo che Michael l'avesse strozzato.
"L'avete visto tutti vero? Quello che mi ha fatto?"
"Penso che tutti abbiano visto signor Brench" intervenne la preside "vedremo di risolvere anche questo"
"Risolvere?" Sbottó questo Brench "avete visto anche voi! Non sa nemmeno contenere la sua rabbia! Non è idoneo a fare il padre"
Quelle parole risuonarono nella mente di Michael come un orchestra stonata.
Non era idoneo a fare il padre.
Significava solo una cosa.
Ebbe un altro eccesso di rabbia.
"Questo è troppo!" Con uno scatto felino tirò un pugno a Brench "vediamo chi non è più idoneo adesso!"
"Michael fermo!" RC tentò di bloccato ma con insuccesso.
La donna che stava con Branch fece una chiamata al volo col telefono e, in pochi secondi, l'ufficio della preside venne invaso da un paio di poliziotti, che sicuramente stavano pronti ad intervenire ma che ne lui ne KITT avevano notato.
Presero Michael facendolo allontanare e portandolo fuori dalla scuola.
C'erano ancora alcune mamme con i figli e qualche passante, tutti stavano osservando quella scena come se fossero nel set di un film.
"Lasciatemi andare!" Nel portarlo fuori passarono davanti alla classe di Amy "Amy!"
"Papà!" Corse fuori, notando solo in un secondo momento i poliziotti che lo portavano via con la forza "papà!"
"Amy! Amy corri alla fondazione! Corri Amy!"
"Papà!" Fece per correre, ma verso di lui.
Venne bloccata da RC, che dovette stringere le braccia attorno all'addome di Amy per tenerla.
Era piccola ma veloce.
"Amy ferma"
"No lasciami, papà!" Vide che venne messo nella volante della polizia, mentre gli assistenti sociali segnavano qualcosa sulle loro cartelle e Brench si fingeva moribondo per un po' di sangue dal naso.
Gli avevano messo le manette e a malapena avevano lasciato il finestrino aperto, benché fosse una giornata calda.
Amy si divincolò e corse fino alla macchina, mettendo le mani dentro a quel poco di finestrino che stava aperto.
Ci passavano a malapena le sue dita.
"Papà!" Era spaventata e in lacrime, Michael non avrebbe voluto farle assistere ad una scena del genere e nemmeno lui avrebbe voluto essere in quelle condizioni.
"Amy!" Cerco di stare calmo ma era impossibile ormai "Amy ascoltami, sta calma, corri a casa, corri a casa e restaci, RC starà con te, io tornerò Amy...tornerò a prenderti Amy!"
Altri due poliziotti, sicuramente chiamati successivamente, si avvicinarono ad Amy e le misero le mani sulle spalle e fecero scostare RC
"Ehi e voi due che volete?" Chiese RC cercando di difendere la bambina
"Lei è un parente della ragazzina?"
"No ma..."
"Allora si tolga di mezzo, abbiamo un ordine del tribunale" gli porsero una carta.
Michael lo notò e capì che quell'incontro era solo una scusa per coprire qualcosa di scritto e già deciso.
Allora era così che funzionava, era così che avevano fatto con lui quando era piccolo.
Decidevano già cosa fare e poi tentavano di farti crollare per dimostrare che la loro decisione era esatta.
Quelli erano colpi bassi, ma Michael sapeva che non poteva fare nulla.
Era con le mani legate e con gli occhi puntati su quelli di Amy
Trascinarono Amy su un altra volante.
"Amy! No!"
RC comunicó con KITT e fece capire a Michael che sarebbe subito corso alla fondazione per fare qualcosa.
Lo vide salire sulla sua moto e vide KITT sgommare e seguirlo.
Amy piangeva, mentre lo chiamava e lo implorava dal finestrino della seconda volante, che sgommò e parti anche essa.
"No...no...Amy...AMYYY!!!!"
  
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